Aporia
Per
una volta, è un
dio della pace. Strano. È sempre stato un dio guerriero, in
un modo
o nell'altro.
(Chi vuole prendere in
giro? Basta pochissimo tempo perché si accorga di essere
sanguinario
e crudele come al solito. Le persone uccidono in suo nome, torturano;
lo fanno per la "pace". È sempre la stessa guerra, solo
che ha un diverso aspetto.)
Guerra, dunque. Ma
contro chi?
La
risposta non tarda ad arrivare. Lui non
è bello questa volta, ma subdolo, affascinante; conduce alla
perdizione molti fedeli.
"Chi sei?",
tuona lui, e la cosa divertente è che adesso si chiama Dio,
con la D
maiusola (e in migliaia di altri modi, ovviamente, ma questo
è
quello che, per qualche motivo, trova più paradossale).
"Non
lo sai?", dice l'altro,
e il suo tono è beffardo, sarcastico. "Ma come, mi hai
creato
tu. Ero il tuo preferito, la Stella del Mattino, il Portatore di
Luce, e poi sono Caduto".
Io
scuote la
testa, impaziente.
"Sai bene quanto me che questa è una semplice metafora, una
storia che si sono inventati loro. Tu provieni da me, è
vero, ma non
ti ho creato. Chi sei? E perché sei votato al male?"
Gli
sembra quasi – ma no, è
impossibile – di
vedere una traccia di tristezza contaminare la sua espressione
sarcastica.
"Dunque
non ricordi", dice l'altro, e
la tristezza, o qualsiasi cosa sia, si trasforma in gelo. "Ti
dirò quello che devi sapere, e niente di più. Non
sono stato io a
tradirti, ribellandomi; sei stato tu.
Tu mi
hai tradito,
dimenticandoti di chi sono e di cosa rappresento. Io sono necessario.
Per quanto ci
provi, non
riuscirai mai a distruggermi; vivo nel cuore del più devoto
dei tuoi
fedeli, nascosto, forse, disprezzato, ma esisto.
Non
dimenticartelo mai".
"Non
deve essere così", dice io,
in un tono quasi implorante. Non-io sorride.
"Davvero?"
chiede, e si avvicina. La sua voce si abbassa a un sussurro. "Non
dimenticare, Signore, che
sono anche dentro di te".
Per
questo non esiste obiezione. È vero: l'altro
è
ovunque. Senza di lui, io non
sarebbe un dio crudele e sangunario e guerriero; non sarebbe Dio.
Senza di lui, gli uomini non sarebbero crudeli e sanguinari e
guerrieri; non sarebbero uomini. È necessario.
Gli sembra di ricordare
qualcosa. Ere precedenti, di perenne trasformazione, con
l'umanità
da osservare e un'unica costante al suo fianco: l'altro, suo
uguale e contrario, suo necessario complemento. Ma
la visione
scompare in fretta; questa è un'epoca strana, e non
c'è posto per
l'equilibrio, per l'opposizione: il male deve essere calpestato e
sconfitto, ad ogni costo.
"Vattene",
dice quindi, "e sappi che dovunque andrai, troverai sempre me a
sbarrarti la strada".
Non-io
fa un inchino
sardonico. "La
cosa è reciproca".
E in un attimo, se n'è
andato.
Io
è
turbato; sente di aver
dimenticato qualcosa, di aver fatto un enorme sbaglio. Questo
è
strano, perché lui si ricorda tutto, è eterno
(non,
dice una vocina, immortale come altre volte, ma eterno: non
è mai
nato e mai morirà, ma c'è sempre stato e sempre
ci sarà, in
saecula saeculorum, amen).
Altre
volte? Ci
sono state delle altre
volte? Più
tenta di ricordare e
meno ci riesce.
La verità è che Dio è
un essere antico, e non ha nessuno con cui condividere il peso del
mondo. La cosa che più desidera, se mai il Padreterno
può
desiderare qualcosa, è qualcuno con cui condividere questo
peso. Ma
non esiste qualcuno del genere, nel mondo o fuori da esso. Non si
tratta sicuramente del suo figlio smarrito, del Portatore di Luce, di
colui che è Caduto.
(È
un'epoca strana e dolorosa e incredibilmente lunga; interi millenni
ne fanno parte. È un'epoca in cui gli uomini rifiutano e
temono
quello che li rende umani, e dunque rifiutano sia io
che
non-io. Almeno, la
maggior parte degli uomini. Dio soffre ed è incredibilmente,
insopportabilmente solo. Lucifero, o il Diavolo come preferite
chiamarlo, è ugualmente sofferente e solo. È
un'epoca strana, ma
non del tutto negativa, come tutte le epoche. L'umanità
cresce, come
fa sempre.
Solo,
Io si
dimentica di
non-io. Cioè, si
dimentica di chi è, di quanto sia necessario.
Spiega
il suo comportamento con invidia o malvagità, ed
è l'inizio della
fine.)
NdA:
Toh,
guarda, blasfemie a caso.
...
oops. (Spero che nessuno si offenda troppo e che Dio non sia troppo
OOC. Quanto mi fa ridere sta cosa.) In ogni caso, se avete opinioni
da condividere riguardo all'oBBroBBrio lì sopra, non esitate
a
farmelo sapere! :D Ci sentiamo prossimamente con quello che per la
gioia di grandi e piccini sarà l'ultimo capitolo. Shalom!
~ Callie