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Autore: _Calliope_    23/01/2013    4 recensioni
Un gran casino metafisico nel quale, sostanzialmente, Thor e Loki rappresentano le due facce caratteristiche del tipico dualismo presente nell'animo umano, e hanno solo due volte gli stessi nomi.
Inoltre, per qualche motivo, tutto è pieno di dèi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Thor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aporia

Per una volta, è un dio della pace. Strano. È sempre stato un dio guerriero, in un modo o nell'altro.
(Chi vuole prendere in giro? Basta pochissimo tempo perché si accorga di essere sanguinario e crudele come al solito. Le persone uccidono in suo nome, torturano; lo fanno per la "pace". È sempre la stessa guerra, solo che ha un diverso aspetto.)
Guerra, dunque. Ma contro chi?
La risposta non tarda ad arrivare. Lui non è bello questa volta, ma subdolo, affascinante; conduce alla perdizione molti fedeli.
"Chi sei?", tuona lui, e la cosa divertente è che adesso si chiama Dio, con la D maiusola (e in migliaia di altri modi, ovviamente, ma questo è quello che, per qualche motivo, trova più paradossale).
"Non lo sai?", dice l'altro, e il suo tono è beffardo, sarcastico. "Ma come, mi hai creato tu. Ero il tuo preferito, la Stella del Mattino, il Portatore di Luce, e poi sono Caduto".
Io scuote la testa, impaziente. "Sai bene quanto me che questa è una semplice metafora, una storia che si sono inventati loro. Tu provieni da me, è vero, ma non ti ho creato. Chi sei? E perché sei votato al male?"
Gli sembra quasi –
ma no, è impossibile – di vedere una traccia di tristezza contaminare la sua espressione sarcastica.
"Dunque non ricordi", dice
l'altro, e la tristezza, o qualsiasi cosa sia, si trasforma in gelo. "Ti dirò quello che devi sapere, e niente di più. Non sono stato io a tradirti, ribellandomi; sei stato tu. Tu mi hai tradito, dimenticandoti di chi sono e di cosa rappresento. Io sono necessario. Per quanto ci provi, non riuscirai mai a distruggermi; vivo nel cuore del più devoto dei tuoi fedeli, nascosto, forse, disprezzato, ma esisto. Non dimenticartelo mai".
"Non deve essere così", dice
io, in un tono quasi implorante. Non-io sorride.
"Davvero?" chiede, e si avvicina. La sua voce si abbassa a un sussurro. "Non dimenticare,
Signore, che sono anche dentro di te".
Per questo non esiste obiezione. È vero:
l'altro è ovunque. Senza di lui, io non sarebbe un dio crudele e sangunario e guerriero; non sarebbe Dio. Senza di lui, gli uomini non sarebbero crudeli e sanguinari e guerrieri; non sarebbero uomini. È necessario.
Gli sembra di ricordare qualcosa. Ere precedenti, di perenne trasformazione, con l'umanità da osservare e un'unica costante al suo fianco: l'altro, suo uguale e contrario, suo necessario complemento. Ma la visione scompare in fretta; questa è un'epoca strana, e non c'è posto per l'equilibrio, per l'opposizione: il male deve essere calpestato e sconfitto, ad ogni costo.
"Vattene", dice quindi, "e sappi che dovunque andrai, troverai sempre me a sbarrarti la strada".
Non-io fa un inchino sardonico. "La cosa è reciproca".
E in un attimo, se n'è andato.
Io è turbato; sente di aver dimenticato qualcosa, di aver fatto un enorme sbaglio. Questo è strano, perché lui si ricorda tutto, è eterno (non, dice una vocina, immortale come altre volte, ma eterno: non è mai nato e mai morirà, ma c'è sempre stato e sempre ci sarà, in saecula saeculorum, amen).
Altre volte? Ci sono state delle altre volte? Più tenta di ricordare e meno ci riesce.
La verità è che Dio è un essere antico, e non ha nessuno con cui condividere il peso del mondo. La cosa che più desidera, se mai il Padreterno può desiderare qualcosa, è qualcuno con cui condividere questo peso. Ma non esiste qualcuno del genere, nel mondo o fuori da esso. Non si tratta sicuramente del suo figlio smarrito, del Portatore di Luce, di colui che è Caduto.
(È un'epoca strana e dolorosa e incredibilmente lunga; interi millenni ne fanno parte. È un'epoca in cui gli uomini rifiutano e temono quello che li rende umani, e dunque rifiutano sia io che non-io. Almeno, la maggior parte degli uomini. Dio soffre ed è incredibilmente, insopportabilmente solo. Lucifero, o il Diavolo come preferite chiamarlo, è ugualmente sofferente e solo. È un'epoca strana, ma non del tutto negativa, come tutte le epoche. L'umanità cresce, come fa sempre.
Solo,
Io si dimentica di non-io. Cioè, si dimentica di chi è, di quanto sia necessario. Spiega il suo comportamento con invidia o malvagità, ed è l'inizio della fine.)



















NdA:

Toh, guarda, blasfemie a caso.
... oops. (Spero che nessuno si offenda troppo e che Dio non sia troppo OOC. Quanto mi fa ridere sta cosa.) In ogni caso, se avete opinioni da condividere riguardo all'oBBroBBrio lì sopra, non esitate a farmelo sapere! :D Ci sentiamo prossimamente con quello che per la gioia di grandi e piccini sarà l'ultimo capitolo. Shalom!

~ Callie

  
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