Genere: Introspettivo, drammatico
Personaggi: Piton
Era: Harry a Hogwarts
Riflessi di sangue (Ida59)
Sono qui, ancora una volta
solo, nel mio freddo e oscuro sotterraneo: il camino è spento, come sempre, a
negarmi anche il miserevole conforto di quel calore e quella luce che non sento
di meritare, ma cui anelo incessantemente, dopo averli irrimediabilmente
perduti quando ho compiuto quella folle scelta, tanti anni fa, accecato
dall’ingenua ricerca di una conoscenza che poteva regalarmi un immenso potere,
troppo sporco di sangue perché potessi veramente stringerlo nelle mie mani, e
farne uso.
Eppure, in questa sera così triste e umida, non voglio
negarmi il momentaneo sollievo di una buona coppa di pregiato vino rosso.
Annego il mio nero sguardo nei riflessi di sangue del
sottile cristallo ed immagini mai dimenticate si fanno lentamente strada nel
rosso intenso di questo profumato liquido. Tormentosi ricordi mi assalgono: da
quindici anni non mi danno tregua e, notte dopo notte, strappano gemiti
disperati dalle mie labbra serrate, sempre più martoriate da denti aguzzi e
crudeli.
L’antico libro rimane abbandonato a lungo sulle mie gambe
immobili: i vecchi caratteri neri sembrano contorcersi come serpenti deliranti,
rincorrendosi senza posa sulla pergamena sottile.
La mia pallida mano è abbandonata quasi senza vita tra loro,
incapace di respingere le immagini sfocate che la mia memoria crea sulle
fragili pagine: le grida delle mie vittime, acute e stridenti come allora, mi
trapassano il cervello, mi seccano la gola, mi tolgono il fiato, mi condannano
senza speranza, ogni notte più della precedente.
Serro gli occhi di colpo e traggo un lungo sospiro, cercando
di sfuggire a questa mia straziante realtà che mai mi abbandona: un nuovo sorso
del sanguigno liquido scorre nella mia gola, caldo, cercando di ricacciare
indietro il dolore, nel fondo di un cuore che ormai sa solo soffrire, dopo aver
fatto solo soffrire.
Stringo delicatamente il libro tra le mani: quasi con amore
accarezzo con dita lievi le fragili pagine, cercando di cancellare il mio
passato, rinnegandolo con tutto il mio essere, tentando di costruire un nuovo
futuro cui sono completamente disposto ad immolare la mia inutile vita.
Eppure, quelle immagini non svaniscono, sono indelebilmente
scolpite nei miei ricordi, pagine di pietra che inabissano il mio cuore in un
lago di sangue.
Il rosso liquido oscilla ancora pericolosamente nel pregiato
cristallo, acre sangue nei miei pensieri e aromatico vino nelle mie mani.
L’ultimo sorso, inutile per dimenticare chi sono, vano
tentativo di un uomo che non può rinnegare se stesso se non combattendo ogni
giorno contro l’oscurità.
Chiudo il libro, ripongo il bicchiere e mi alzo
avvicinandomi al letto: una nuova notte di incubi mi attende, ma domattina sarò
di nuovo pronto a combattere, per sradicare le tenebre dal nostro mondo, quelle
tenebre che anche io ho contribuito a costruire e che ora soffocano la mia
anima, ma non la mia volontà.
Un giorno lacererò quel velo di tenebra che mi tiene
prigioniero, strapperò questo marchio maledetto dalla mia carne e sarò libero,
infine, di pagare fino in fondo le mie colpe inginocchiandomi ai piedi delle
mie vittime, implorando un perdono che non merito.
E dai miei occhi sgorgheranno ardenti lacrime di sangue, in
cambio di quello innocente che ho ignobilmente versato, ad aprire la via ad
un’anima lacerata e distrutta, eppure ancora tenacemente viva, che, finalmente,
tornerà a vedere la luce.