Naruto si guardava intorno frustato.
Ovunque si voltasse non vedeva altro che ipocrisia e facce bugiarde.
Quella gente che per dodici lunghi anni l’aveva trattato come un mostro pensava davvero che bastasse un sorriso per guarire le sue ferite.
Solo perché aveva salvato tutto il villaggio veniva trattato come un eroe, se non l’avesse mai fatto probabilmente non sarebbe cambiato nulla.
I suoi profondi occhi azzurri non trasmettevano nient’altro che rabbia e odio.
“Sasuke…è cosi che ti sentivi?”
Finalmente capiva perché il desiderio di vendetta avesse spinto l’amico ad andarsene e a rinnegare il suo paese.
Rientrato a casa si buttò sul letto, posando lo sguardo sul soffitto.
Cosa avrebbe fatto?
Avrebbe continuato a combattere per quella gente che un tempo l’aveva rinnegato o avrebbe seguito l’esempio di Sasuke andando via e troncando i legami con tutti?
“Buonasera Uzumaki Naruto”
Una voce sconosciuta lo costrinse ad alzarsi di scatto, impugnando un kunai per difendersi.
Davanti a lui si mostrava un ragazzo con i capelli arancioni e diversi piercing sul viso, coperto da una tunica nera con delle nuvole rosse.
“Che diavolo vuole da me uno dell’Akatsuki?”
“Solo darti una nuova casa e un nuovo scopo nella vita”
Il biondo abbassò l’arma, curioso di sapere quello che aveva da dirgli.
“Non sei stanco di tutti questi bugiardi? Non sei stanco del loro odio nascosto da falsi sorrisi? Naruto Uzumaki penso che tu abbia capito che aver salvato una volta il villaggio non ti ha reso davvero un eroe ai loro occhi.”
Quello che stava dicendo era tutto vero, Naruto lo sapeva perfettamente.
“Unisciti a noi dell’Akatsuki e vedrai che non ti tratteremo come un arma. Sarai per davvero un nostro compagno.”
Si strinse una mano sopra al sigillo e si morse le labbra, accorgendosi che nel suo cuore la proposta era già stata accettata.
“Mi farete distruggere la Foglia?”
“Non ti mentirò. Distruggeremo la Foglia con il tuo aiuto.”
Naruto guardò il ragazzo, non riuscendo però a dire una sola parola.
“Ti aspetterò all’uscita del villaggio questa notte. Se non verrai allora verrai trattato come tutte le altre forze portanti e ti daremo la caccia.”
Il biondo annuì, stringendo i pugni.
“Io sono Pain, il capo. Ricordatelo Uzumaki Naruto..”
Finito di parlare Pain sparì, lasciando l’Uzumaki solo con i suoi pensieri.
Distruggere tutto il villaggio, abbandonare dei falsi compagni per trovarne dei nuovi e soprattutto veri, essere utile per qualcuno.
Tutti quegli argomenti erano per lui davvero convincenti e l’intenzione di andarsene si fece sempre più larga nel suo cuore.
Anche la Volpe ne era sicura, non aveva dubbi.
Avrebbe detto addio a Konoha.
 
Quella notte, con il suo zaino sulle spalle, iniziò il suo cammino verso il buio eterno.
Cammina lentamente nelle strade del villaggio, inoltrandosi sempre più profondamente nell’oscurità della notte.
Nessuno avrebbe pianto per il suo addio, né Tsunade, né il maestro Kakashi, né Hinata o Sakura.
Nessuno.
In fondo era un bene che se ne andasse, ritrovandosi sulla strada del male avrebbe potuto trovare Sasuke e restare con lui, diventare di nuovo amici.
Arrivato al grande cancello guardò davanti a sé, trovando Pain.
“Sei sicuro della tua scelta? Riuscirai davvero a non esitare mentre li ucciderai tutti? Hai deciso davvero di rinunciare al tuo sogno di diventare Hokage?”
Naruto rimase per diversi secondi in silenzio, con lo sguardo basso.
Lo alzò solamente quando iniziò a parlare.
“Me ne frego del ruolo di Hokage, voglio solo vendicarmi di tutti loro.”
Il suo cuore era ormai marcito, corrotto dall’odio e dalla troppa sofferenza.
Ormai non gli importava più di niente tranne la vendetta.
“Queste tue parole mi rincuorano.”
Il biondo si voltò a guardare il villaggio, nessuna espressione coronava il suo viso.
“Addio, Konoha. La prossima volta che ti vedrò ti distruggerò.”