Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: adry91    24/01/2013    40 recensioni
Un semplice invito di matrimonio può cambiare quella che sembra essere diventata una vita stabile? Questo si chiede Bella quando si ritrova tra le mani l’invito del matrimonio di Alice e Jasper. Partire e raggiungere quella che un tempo era la sua migliore amica affrontando i fantasmi del suo passato? Oppure restare a casa e non correre rischi? Bella vive a New York, fa la giornalista, si è lasciata i Cullen alle spalle e si porta dietro da cinque anni due grandi responsabilità che portano il nome di Ej e Lizzie. Chi sono? E che c’entra Edward in tutto questo? Se vi va di scoprirlo correte a leggere la mia storia. Sono tutti umani.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie Meyer

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.

 

 

Ed ecco un nuovo capitolo. Ho visto che in molti vi siete lamentati per il ritardo, ma purtroppo non ho molto tempo libero per postare, quindi non so davvero come fare. Appena ho un attimo libero lo dedico alla storia, ma più di questo non posso fare. Non vuole essere una giustificazione, ma ovviamente nella mia vita ci sono delle priorità e prima di pensare alla storia devo pensare a queste. Mi scuso comunque e mi auguro di essere più veloce per il seguito. Un bacione e buona lettura.

 

Capitolo 53

Possibilità

 

POV BELLA

La vigilia di Natale era iniziata nel migliore dei modi.

Il mio risveglio era stato colorato dall’arrivo frenetico dei miei bambini che erano venuti a svegliarmi ringraziandomi come solo loro sapevano fare per avergli concesso la possibilità di trascorrere il Natale insieme a tutta la famiglia.

Il giorno prima dopo il mio ritorno dal cimitero avevo cercato di evitare Edward dopo che anche lui era tornato e cercai di non badare troppo agli sguardi di tutti gli altri soprattutto a quelli di Alice.

A fine serata, però, non riuscii a sfuggirle più considerato che dopo cena quando mi decisi a correre in camera per mettermi a dormire vidi comparire sulla soglia proprio il folletto insieme a Rose.

 

INIZIO FLASHBACK

“Allora?” mi chiese Alice non appena si sedette sul letto seguita a ruota da Rose.

“Allora cosa?” le chiesi facendo finta di nulla.

Non ero certa di quanto e cosa loro sapessero, ma da come mi avevano guardato tutti quando ero tornata a casa non mi fu difficile supporre che forse Edward prima di raggiungermi al cimitero aveva detto loro qualcosa.

Forse tutti in quella casa sapevano, o forse no.

“Cosa è successo con Edward prima?” intervenne Rose curiosa.

Come avevo immaginato non mi ero affatto sbagliata. Ormai lì dentro conoscevo troppo bene tutti.

“Niente, abbiamo semplicemente parlato” risposi loro consapevole che negare non sarebbe servito a niente e poi sinceramente non ne avevo neppure voglia.

“E...?” mi esortò a continuare Alice.
“E niente. Ha riconosciuto i suoi errori, mi ha detto che mi ama ancora e che vuole che torniamo insieme” riassunsi io.

Le vidi entrambi sorridere, poi Rose riprese a parlare.

“E tu cosa gli hai detto?”

“Cosa volete che gli abbia detto. Non mi importa. Cioè ho sofferto troppo, un’altra delusione non la sopporterei”.

“E chi ti dice che riceveresti un’altra delusione?” mi domandò Alice.

“Ma tu non sei quella che c’è l’ha a morte con suo fratello?” le domandai retorica.

Non mi piaceva affatto il fatto che quei due non avessero ancora chiarito, ma Alice era davvero ancora troppo arrabbiata con Edward e io non me la sentivo di forzarle la mano per la riappacificazione, non al momento almeno.

“È così infatti, ma questo non cambia i dati di fatto. Mio fratello è un cazzone e ha fatto errori che non voglio nemmeno commentare, ma ti ama sul serio anche se ha dei modi contorti di dimostrartelo” mi spiegò lei.

“Lo so e ci credo che mi ama, ma ci siamo fatti troppo male. Non posso scegliere di tornare con lui, non posso anche se lo vorrei”.

“L’amore non si sceglie mica, Bella. Le scarpe si scelgono, le auto si scelgono, il profumo con cui conquisteresti un ragazzo si sceglie. Si scelgono tante cose, le cose che fanno meno male, le cose che ci divertono, che ci fanno dormire più tranquilli. Gli amici, al massimo. Ma l’amore no, l’amore non è una scelta. Ti sfonda la porta di casa e pretende di dormire con te” mi disse Rose.

“Certo, peccato, però, che questo amore poi una mattina si alza e se ne va” le risposi.

“È vero, non posso darti torto. L’hai vissuto sulla tua pelle questo e credo che non ci sia niente di peggio di un abbandono, ma lui ti ama ancora e tu pure. Vi siete fatti male a vicenda, ma  se volete, se lo volete davvero potete superarlo”.

“Non posso rischiare. Il mio cuore stavolta non c’è la farebbe”.

“Il cuore? Vuoi dare davvero la colpa a lui? Non ti conviene Bella perché il cuore è solo un simbolo. Ha le dimensioni di un pugno chiuso e una forma simile ad una pera con la punta rivolta verso il basso. Il cuore è l'organo simbolo dell'amore, segue il ritmo delle emozioni. Normalmente in una persona adulta il cuore si contrae 60-70 volte al minuto, in una persona innamorata molte di più. A volte si arriva a 100 senza rendersene conto. Il cuore è l'ultimo ad andarsene, anche quando la persona amata ti abbandona. Anche quando tu non vuoi più soffrire, non sei più tu che comandi. Quando sei innamorata, quando il tuo cuore batte forte per un'altra persona, non sei più tu che comandi, è lui” continuò a dirmi Rose.

“Sentite ragazze, smettetela. Ho finalmente allontanato Edward, non confondetemi le idee. Sono sicura della scelta che ho fatto. Voglio la felicità, ma non con lui, non più”.

“Allontanerai davvero Edward solo nel momento in cui smetterai di amarlo, non quando continuando ad amarlo gli dirai che non potete stare insieme. Ascolta Bella io, noi non vogliamo convincere nessuno e se proprio devo dirlo non credo neppure che Edward si meriti una persona come te visto come ti ha trattata e credimi non ti sto dicendo queste cose per lui. Te le sto dicendo solo per te, perché voglio vederti felice e per quanto assurdo mi sembra visto tutto quello che è successo mi rendo conto che solo con lui potrai essere felice. Nella vita arriva un giorno in cui tiri le somme, conti le lacrime e valuti bene il dolore ricevuto. È in quel giorno interminabile di nebbia, di freddo e di lucidità, in cui dopo una lunga meditazione, mentre le lacrime affogano la tua anima e ogni verità viene a galla, che tutto ti apparirà così limpido e chiaro e mentre ogni domanda troverà la sua risposta prenderai l'unica giusta decisione. Una giusta straziante decisione, ma l'unica che ti permetterà di respirare di nuovo la vita. Quindi guardati dentro e capisci se vale la pena oppure no rischiare, rischiare per l’ultima volta. Non hai più nulla da perdere, solo da guadagnare, ma non voglio convincerti. Voglio solo che tu sia felice e se credi che lo sarai senza di lui allora lascialo perdere” mi disse Alice prendendomi una mano e stringendola nelle sue.

La guardai e le sorrisi senza dire nulla. Le volevo bene, lei sapeva sempre cosa dire, sapeva anche trovare il momento giusto.

La abbracciai stringendola più che potei, poi feci lo stesso con Rose e alla fine ci ritrovammo in un abbraccio collettivo.

FINE FLASHBACK

 

Erano le mie migliori amiche, erano le sorelle che non avevo avuto e Dio solo sapeva quanto io gli volevo bene, ma questa volta non le avrei ascoltate perché ero certa di star facendo la scelta giusta.

Non avrei rischiato, non stavolta. Il “noi” tra me ed Edward apparteneva, ormai al passato.

La giornata passò abbastanza in fretta e per fortuna non vidi neppure Edward in giro per casa.

A quanto avevo capito aveva il turno in ospedale e a causa di un’emergenza era dovuto restare lì più del necessario anche se ero certa che non avrebbe mancato la cena della vigilia e in qualche modo lo speravo visto che i bambini ci tenevano un sacco a trascorrerla con il papà.

Controllai l’orologio e notando che erano già le sette e mezzo mi infilai sotto il getto della doccia. La cena della vigilia sarebbe iniziata tra poco.

Restai lì dentro un po’, poi uscii e mi preparai e quando fui pronta mi diedi un’ultima occhiata allo specchio e poi scesi giù certa che fossero già arrivati tutti.

Fui felicissima nel vedere Victoria sorridere allegramente in salone insieme agli altri, mentre Riley la osservava con sguardo innamorato.

Non poteva non farmi piacere il fatto che lei avesse trovato qualcuno capace di amarla completamente, ma soprattutto il fatto che lei stessa fosse tornata ad amare. Dopo la morte di James questa scena mi sarebbe parsa un’utopia, eppure il tempo l’aveva aiutata.

Non appena mi vide mi corse incontro stritolandomi in un abbraccio che io non potei fare a meno di ricambiare. Ci eravamo persi nel corso di quegli anni, ma non era detto che non potevamo ritrovarci. In fondo il bene che mi legava a lei era sempre lo stesso di un tempo e poi era stata mia complice in tante cose, cose che non avrei mai potuto dimenticare nemmeno se avessi voluto.

“I piccoli hanno legato tantissimo” mi disse quando ci staccammo indicandomeli poco lontano da noi.

Mi voltai ad osservarli e li trovai tutti insieme che ridevano e giocavano più felici che mai.

“Assolutamente si” fu la mia unica risposta.

“Mi sembra quasi un sogno” aggiunse poi lei e non mi fu difficile capire a cosa si riferisse.

Il fatto che suo figlio, il figlio di James e i figli di Edward andavano così d’amore e d’accordo era davvero come un sogno. Guardando i nostri figli era come rivedere quei due testoni che erano stati i nostri fidanzati e chissà che loro sarebbe stati più fortunati. Forse la loro amicizia, se qualcuno lassù avrebbe permesso che succedesse, sarebbe potuta durare davvero una vita.

“Non poteva non essere così. In fondo sono i loro figli” le risposi riferendomi a James ed Edward.

Restammo lì in salotto a confabulare per un po’ e poco dopo a noi si aggiunsero tutti gli altri, anche Riley che iniziai a conoscere meglio. Era davvero una persona fantastica e Victoria era stata molto fortunata ad averlo incontrato nella sua strada.

Poco dopo sentimmo un boato e non fu difficile a nessuno capire che era appena entrato in stanza Edward. Era lui la causa di quelle urla visto che i bambini, compresi Lucas e Sarah sembravano adorarlo. Gli si buttarono addosso e solo in un secondo momento riuscii a vederlo bene.

Era bellissimo in quella sua tenuta casual, ma al tempo stesso non sportiva. E non mi fu difficile capire che era tornato da lavoro da un po’ di tempo visto che aveva avuto il tempo di lavarsi e cambiarsi.

Mi soffermai a guardarlo un po’ e troppo e quando sentii i suoi occhi puntati nei miei dovetti diventare rossa dall’imbarazzo. Mi aveva appena beccato a fissarlo. Distolsi lo sguardo facendo finta di nulla permettendomi solo un ultimo fugace sguardo verso di lui.

Quando i bambini lo lasciarono in pace si avvicinò a noi e l’abbraccio che Victoria riservò a lui quasi mi fece venire le lacrime agli occhi. Quei due nel corso di quegli anni avevano instaurato un rapporto che andava al di là di tante cose. Edward era stato per Victoria il mezzo per andare avanti. Era soprattutto grazie a lui che si era rialzata dal brutto periodo che aveva dovuto affrontare e nel suo sguardo le si leggeva perfettamente quanto lei fosse grata ad Edward.

Si sedette sul divano a parlare con noi per un po’ e io non vedevo l’ora che la cena fosse pronta considerato che sentivo gli occhi di Edward continuamente puntati su di me.

Una decina di minuti dopo fu Esme a salvarmi informandoci che la cena era pronta.

Ci alzammo tutti per sederci a tavola e fu in quel momento che Edward ne approfitto per avvicinarsi a me senza farsi notare da nessuno.

“Sei bellissima stasera” mi sussurrò all’orecchio allontanandosi subito senza permettermi nemmeno di rispondergli.

La cena trascorse tranquilla e giocosa anche se lo sguardo di Edward era sempre puntata sul mio quasi per tutto il tempo e quelle rare volte che mi concedevo il lusso di guardarlo quasi mi sembrava di vederlo sorridere sotto i baffi anche se non me ne spiegavo il motivo. Eppure mentre lo guardavo non potevo non notare che era parecchio tempo che non gli vedevo quell’espressione stesa sul volto, era tranquillo, quasi sereno.

Quando la cena terminò andammo tutti in salotto e mentre i bambini presero a giocare per i fatti loro, noi grandi ci sedemmo attorno al tavolo e prendemmo a giocare a carte.

Restai lì per un po’, poi assorta da troppi pensieri afferrai una coperta dal divano e mi diressi fuori. Avevo voglia di restare un po’ da sola e poi adoravo la sera trascorrere dei momenti all’aria aperta nel portico di casa Cullen. Era sempre stato distensivo per me, tranquillizzante.

Uscii fuori e mi avvolsi la coperta sulle spalle, poi mi misi a guardare il cielo annusando l’aria fredda di Dicembre.

Con la mente non potei fare a meno che ricordare tutte le volte che a farmi compagnia mentre guardavo quelle milioni di stelle c’era Edward.

Adoravamo guardare il cielo insieme anche perché io appollaiata tra le sue braccia mi divertivo a collegare quei punti luminosi distanti nel cielo formando nella mia testa disegni immaginari.

Mi piaceva un sacco e Edward si divertiva perché mi trovava buffa perché a suo dire tutte le immagini che io vedevo lassù erano frutto di una fervida immaginazione perché pur unendo quei punti con delle rette non sarebbe mai uscito fuori nessuno dei disegni che ci vedevo io.

Mi scappò un sorriso e in quello stesso istante il vento gelido portò sotto il mio naso un profumo che conoscevo molto bene, quello stesso profumo che avrei riconosciuto fra un milione.

Anche se stava in silenzio sapevo che Edward era dietro di me, ma non dissi nulla.

“Sai perché non mi arrenderò stavolta?” mi chiese, ma vedendo che io non accennavo a rispondere continuò “perché tu mi sei entrata dentro dal primo momento. Mi sei entrata nella pelle, nelle ossa, perfino nel sangue e qualunque cosa io faccia non riesco a liberarmi di te”.

Restai in silenzio, senza dire nulla e sentii lui fare qualche passo verso di me. Si stava avvicinando, potevo sentirlo senza prestare nemmeno troppa attenzione.

“Non sono stato uno stinco di santo da quando ci siamo lasciati. Il mio corpo ha incontrato altre donne, ma sai la verità? Ogni sconosciuta che ha voluto conoscermi, anche se solo per una notte, ha dovuto conoscere anche te, si è dovuta sorbire la nostra storia anche se questa non le veniva raccontata. Non appena entravo in contatto con altre mani, con nuovi nomi, con nuovi odori c’eri sempre tu pronta a salarmi all’occhio. C’eri perfino mentre facevo sesso perché ti cercavo in ogni respiro dopo averlo fatto. Diventavi la frase evidenziata in mezzo alla pagina, quella talmente importante che non ti limiti a sottolineare con l’evidenziatore, ma che sottolinei centinaia di volte anche con la matita, talmente tante volte da strappare perfino il foglio. Non voglio che tu continui ad apparirmi nella mente, voglio vederti davvero..viverti davvero” continuò a dirmi lui sempre più sicuro di sé mentre io mi strinsi più forte nella coperta.

Il freddo sembrava intensificarsi e il gelo che c’era sembrava tagliare l’aria con un coltello.

Edward intanto mi si avvicinava sempre di più fino a quando fu così vicino che seppur non mi stesse toccando potevo sentire il suo respiro quasi sul mio collo. Era dietro di me a pochi centimetri di distanza. Lo percepivo chiaramente eppure il mio corpo non sembrava intenzionato a muoversi di un millimetro.

“Scheggia lo sai meglio di me come stanno le cose. Tra noi sono sempre stati brividi racchiusi in attimi a dir poco meravigliosi e non importavano neppure tutti i litigi. Noi potevamo anche litigare per ore, ferire l’uno i sentimenti dell’altra, ma la mattina dopo ci svegliavamo sempre abbracciati. Non è cambiato niente da allora. Siamo sempre noi: Edward e Bella, siamo sempre quelle due persone che si sono dichiarati il loro amore sul terrazzo di una scuola, siamo sempre quelli che hanno deciso di stare insieme pur sapendo che non sarebbe stato facile, siamo quelli che si sopportano, quelli che spesso maledicono il giorno in cui si sono incontrati, siamo quelli che a volte si odiano, ma si amano allo stesso tempo, siamo quelli che hanno passato l’inferno, ma si amano ancora più del primo giorno, quelli che si amano in quel modo che nessuno sa”.

Restammo un attimo in silenzio, poi le parole mi uscirono di bocca senza che io riuscissi a controllarle.

“Non me ne dovrebbe importare niente di tutto questo, né di queste tue parole. Ma me ne importa ancora e tanto anche”.

Fu al suono di quelle mie parole che lo sentii avvicinarsi ancora di più, così tanto che la sua testa si incastonò perfettamente nell’incavo del mio collo e le sue braccia mi avvolsero da dietro in uno di quegli abbracci capaci di lasciarti senza fiato, uno di quegli abbracci che per anni non ci eravamo concessi di avere.

Era un abbraccio che non assomigliava a nessun altro abbraccio della mia vita, anche se avessi potuto sforzarmi di ricordare. Era come uno sbadiglio di tutta l’aria respirabile del mondo, come un terremoto o un maremoto che ci toglieva l’appoggio da sotto e ci sommergeva, che ci portava molto in alto e molto in basso e poi ci lasciava dove eravamo. Mi sentii così a casa stretta tra quelle braccia che mi venne istintivo chiudere gli occhi e per un attimo lasciare che tutti i pensieri e le preoccupazioni svanissero via.

Era così che mi ero sempre sentita quando stavo tra le braccia di Edward. Mi sentivo semplicemente protetta, come se niente e nessuno avrebbe potuto farmi del male.

“Non sei stato corretto” dissi dopo qualche attimo di silenzio in cui il suo respiro mi solleticava il collo.

“Perché?” mi sussurrò appena quasi spaventato che quella magia potesse spezzarsi da un momento all’altro.

“Quando una persona se ne va dovrebbe portare via con sé tutto quanto, anche i ricordi. Soprattutto i ricordi” gli feci notare e lo sentii sorridere impercettibilmente mentre la stretta su di me si faceva più intensa, quasi possessiva.

Stringendomi in quel modo sembrava come se volesse dirmi “non ti lascerò mai più”, ma non sapevo fino a che punto avrei potuto credere a ciò che sentivo anche se, improvvisamente, ci volevo credere, ci volevo credere con ogni fibra del mio essere.

E lui sembrò leggermi dentro perché riprese a parlare.

“Scheggia credimi ti prego, dammi una sola possibilità. Non ti chiedo altro. Io so di non meritarla, ma tu sei sempre stata migliore di me. Per favore..io, io ho bisogno di te” mi disse e quelle parole erano una novità per me perché Edward non ammetteva mai di aver bisogno di qualcosa anche se, invece, ne aveva un’assoluta necessità.

“Edward ti prego...” provai a dire consapevole che se stavo resistendo era solo per volere della mia testa visto che cuore e corpo mi indicavano la strada opposta da seguire.

“Ti amo scheggia, ok? Sei stata l’unica donna che abbia mai amato. Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo...” prese a dire lui stringendomi sempre di più.

“Smettila Edward” lo pregai quasi sussurrando e fu allora che lui comprese che stava vincendo.

“La smetterò solo se mi dirai che per te non è lo stesso. Smetterò solo quando mi dirai che tu non mi ami più” mi sussurrò all’orecchio e fu allora che non resistetti più.

Mi liberai bruscamente dalla sua presa allontanandomi passo sempre dandogli le spalle e lasciai che le parole uscissero senza controllarle, non avevo più voglia di restare in silenzio.

“Non ti amo più? E questo che dovrei dirti per farti smettere?” dissi quasi urlando, ma poi mi corressi e abbassai il tono di voce considerato che non volevo che da dentro qualcuno ci sentisse “vuoi la verità Edward? Eccotela. Questa stupida” ripresi indicando me stessa “ti ha amato dalla prima parola, dal primo sguardo, dalla prima bugia. Mi sono innamorata di te come i bambini si innamorano dei giocattoli, a prima vista. Mi sono innamorata di te pur sapendo che era sbagliato, pur sapendo che eri solo il mio migliore amico, pur sapendo che avrei sofferto. Mi sono innamorata di te perchè semplicemente, anche se tu non lo sapevi ancora, mi appartenevi, come la luna appartiene al cielo. E ti ho amato tutte le volte che mi hai mandata via, ti ho amato tutte le volte che sei tornato. Ti ho amato perchè tu amavi me, in silenzio, ma amavi me. Ti ho amato anche quando sei scappato, anche quando mi hai cacciata via. Ti ho amato perfino quando avrei dovuto odiarti. Ti ho amato sempre e ti amo..ti amo anche adesso” mi lasciai scappare smettendo di dargli le spalle e guardandolo negli occhi nonostante fosse abbastanza buio, ma non così tanto da non riuscire a vederlo considerato che il giardino della casa era ricoperto di luci tutto l’anno, ma a maggior ragione in quel periodo che c’erano lucette di Natale da tutte le parti.

Edward mi guardò intensamente e sorrise delle mie ultime parole, mentre io colpita nel segno abbassai la testa non riuscendo a reggere quello sguardo e quel sorriso sghembo che tanto amavo.

Lo vidi avvicinarsi sempre di più a me fino a quando mi fu talmente vicino che i nostri respiri quasi si confondevano. Con l’indice mi sollevò lo sguardo facendo incatenare i nostri sguardi mentre non smetteva di sorridere sghembo.

“Io e te ora e per sempre. Ci stai?” mi disse convinto molto di più di quanto lo ero io.

Lui ci stava credendo in noi. E io, invece? Io ci credevo ancora? Potevo davvero prendermi il lusso di rischiare una possibile nuova delusione?

Alzai gli occhi al cielo non sapevo bene nemmeno io per quale motivo e fu allora che sentii qualcosa di freddo bagnarmi una guancia.

Abbassai lo sguardo e mi toccai il viso e un fioco di neve comparve sul mio dito sciogliendosi pochi secondi dopo. Mi bastò tornare a guardare il cielo per rendermi conto che aveva iniziato a nevicare come se qualcuno avesse mandato quei fiocchi di neve per indicarmi qualcosa e non potei non pensare a James in quel momento.

Coincidenza o no, stava nevicando esattamente in quel momento e soprattutto stava nevicando quando in realtà secondo quanto aveva detto alla tv la prima neve sarebbe dovuta arrivare solo con l’arrivo del nuovo anno.

“Nevica” riuscii solamente a dire incastonando il mio sguardo in quello di Edward.

“Si amore mio, nonostante tutti i meteo del mondo sta nevicando” mi rispose e fu allora che una lacrima uscii dai miei occhi seguita da tante altre.

Stavo piangendo, ma erano lacrime di gioia, lacrime che sapevano di felicità, quella che forse stavo iniziando a sfiorare in quel momento.

Non sapevo se quella neve fosse stato un segno o se stesse cadendo perché era naturale che succedesse, ma io volli interpretarla come un segno di buon augurio e dopo sei anni di lotte, di sofferenza decisi che, forse, valeva la pena rischiare un’ultima volta.

Chissà magari quella sarebbe stata la volta buona, del resto avevo capito senza troppo indugi che arrivata al punto in cui ero non avevo più nulla da perdere. Al massimo ci avrei solo potuto guadagnare qualcosa.

La felicità, forse.

Guardai Edward sempre più intensamente e fui certa che lui stesso guardando i miei occhi avesse già compreso tutto. Del resto lui era sempre stato l’unico capace di leggermi anche l’anima.

Una volta, da qualche parte avevo letto una cosa: “Se due persone sono destinate a stare insieme, alla fine si ritroveranno sempre”.

Era forse questo che stava succedendo a noi due? Era certa di si e stavolta avrei fatto qualunque cosa per far andare le cose nel modo giusto. Non avrei mai più permesso a niente e nessuno di separarmi dall’uomo che amavo..a niente e nessuno, nemmeno a lui.

Fu questione di istanti e, mentre riflettevo su quanto mi piacesse sentirgli pronunciare le parole “amore mio” riferite a me, i nostri volti si avvicinarono sempre di più. In pochi istanti le nostre labbra si sfiorarono unendosi poi in un bacio, un bacio che sapeva di amore, di desiderio, di casa, di pace e fu proprio mentre la mia lingua giocava con la sua che mi sentii improvvisamente felice, felice come non lo ero mai stata in tutta la mia vita.

Restammo lì a baciarci sotto la neve per minuti interminabili, interrompendoci solo per brevi istanti solo per guardarci negli occhi e sorriderci complici come non facevamo da troppo tempo.

“Ci sto” dissi poi io quando sazi di baci, almeno per quel momento, ci stringemmo in un abbraccio.

Edward mi sorrise e mi strinse più forte segno che aveva capito a cosa mi riferissi.

Poco prima mi aveva chiesto se ci stavo ad essere io e lui ora e per sempre e io gli avevo appena risposto e mentre le sue braccia mi stringevano forte una parte di me sapeva che non ci saremmo mai più lasciati, non dopo aver visto com’era la vita l’uno senza l’altra.

All’improvviso la magia venne spezzata dalle urla, provenienti da dentro, dei bambini e non mi fu difficile capire che si erano appena accorti che aveva preso a nevicare.

Mi staccai bruscamente da Edward e lui restò quasi stupito, ma non disse nulla visto che qualche secondo dopo uscirono tutti fuori. Sperai solo che se ne stesse fermo senza dire o fare nulla.

Gli lanciai uno sguardo e lui credo comprese il comportamento che avrebbe dovuto attuare perché non fece assolutamente nulla.

“Mamma, mamma, hai visto la neve? Dicevano che non avrebbe nevicato e, invece, eccola. Non è un miracolo?” mi chiese la mia piccola Lizzie tutta euforica mentre Ej e Lucas guardavano incantati i fiocchi di neve che cadevano fitti al suolo.

“Lo è tesoro, lo è” le risposi sorridendole lanciando uno sguardo a Edward che lui colse subito.

Non era la neve ad essere un miracolo, forse il vero miracolo era che quei due piccoli angioletti avevano appena acquistato una famiglia, una vera famiglia.

Lizzie mi sorrise poi si avvicinò a Sarah e mano nella mano guardarono la neve che scendendo copiosa iniziava a creare uno strato bianco sul terreno.

Senza che nessuno si accorgesse di nulla, aiutata anche dal fatto che tutti, anche i grandi, erano intenti a guardare lo spettacolo della neve mi avvicinai a Edward. Sapevo di dovergli delle spiegazioni.

“Ho frainteso prima o mi sembrava che fossimo tornati insieme?” mi disse a voce bassissima, così bassa che a malapena riuscii a sentirlo io.

“Ovvio che no” gli risposi con lo stesso tono.

“E allora che significa?” continuò.

“Noi due insieme è il loro sogno e voglio che sia il loro regalo di Natale” gli spiegai.

Lui mi guardò e sorrise impercettibilmente senza dare nell’occhio.

“Quindi siamo in incognito?” mi domandò sarcastico.

“Scemo” mi lasciai scappare “dobbiamo far finta che non sia cambiato nulla solo fino a domani mattina. Solo qualche ora e poi non dovremmo più nasconderci. Voglio che questo sia un Natale magico per loro”.

“In effetti credo che sia il migliore regalo sotto l’albero che potremmo fare loro” concordò lui.

“Grazie. Ti darei un bacio, ma non posso”.

“Ti rifarai” mi rispose furbo prima di continuare “dov’è che dormono i bambini stasera?”

“Nella mia camera”.

“Benissimo”.

“Che hai in mente?” gli chiesi alzando un sopracciglio.

“Niente, la camera degli ospiti, quella dove dormi tu, non è stata ancora inaugurata. Voglio solo provvedere” mi spiegò con fare prettamente malizioso.

Scossi la testa e sorrisi, mentre lui mi dedicò un sorriso sghembo, uno di quelli che non mi faceva da tanto, troppo tempo, poi entrambi in silenzio ci godemmo la prima nevicata di quello che aveva tutti i presupposti per essere il Natale migliore della storia.

 

…Adry91…

 

SPOILER:

“Sarà difficile lo sai? Viviamo in città diverse e distanti e abbiamo intrapreso ognuno una vita diversa”.

“Supereremo tutto insieme. Scheggia io ti amo, ti amo da impazzire e non ti libererai più di me. Non sarai per me solo una telefonata, solo un caffè o un aperitivo, non sarai solo una cena. Tu sei tutto per me, capisci? Tu mi resti dentro anche quando non ti vedo. Saremo quello che avremmo dovuto essere tanto tempo fa”.

“Me lo prometti?” gli domandai speranzosa.

“Certo che te lo prometto. Saremo felici”.

“Io sono già felice adesso, qui con te” mi lasciai scappare.

 

Un grazie a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento e recensite. Un bacio.

  
Leggi le 40 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: adry91