24/01/2013
3 recensioni
Merlino camminava per le vie di quello
sconosciuto castello
pensando, cercando, ascoltando. Aspettando.
Non faceva altro da anni.
Ci aveva pensato spesso; avrebbe voluto incontrare maghi dell’antica religione, chiedere consiglio ai druidi, ma non tornare nei confini di Camelot: Gwen e Leon si erano sposati chissà quanto tempo fa; Camelot aveva altre generazioni, ora. Non c’era più niente di familiare per lui.
Così viveva nelle foreste, dormiva in giacigli di fortuna o, quando la sorte era particolarmente a suo favore, trovava ospitalità da qualche benevolo fattore pronto ad ospitarlo.
Non c’era altro da fare. Altro che aspettare.
Assorto, non notò per niente il ragazzino che lo fece cadere a terra: si accorse di aver toccato il fondo soltanto quando vide due occhi color cielo scrutarlo dall’alto.
«E voi chi siete?» Domandò il ragazzino, scettico. «Siete uno straniero, non potete stare qui!»
Merlino si alzò a fatica, sentendo le ossa urlare sotto le ampie vesti e spolverando la barba bianca dalla terra che vi era rimasta. «Quale impertinenza, ragazzino, far cadere un vecchio e nemmeno scusarsi! Chi vi credete di essere, il re?»
«No di certo, sono solo suo figlio. Artù.»
“Nel momento in cui Albione ne avrà più bisogno, Artù rinascerà”.
Merlino sorrise.
Bentornato a casa.
Non faceva altro da anni.
Ci aveva pensato spesso; avrebbe voluto incontrare maghi dell’antica religione, chiedere consiglio ai druidi, ma non tornare nei confini di Camelot: Gwen e Leon si erano sposati chissà quanto tempo fa; Camelot aveva altre generazioni, ora. Non c’era più niente di familiare per lui.
Così viveva nelle foreste, dormiva in giacigli di fortuna o, quando la sorte era particolarmente a suo favore, trovava ospitalità da qualche benevolo fattore pronto ad ospitarlo.
Non c’era altro da fare. Altro che aspettare.
Assorto, non notò per niente il ragazzino che lo fece cadere a terra: si accorse di aver toccato il fondo soltanto quando vide due occhi color cielo scrutarlo dall’alto.
«E voi chi siete?» Domandò il ragazzino, scettico. «Siete uno straniero, non potete stare qui!»
Merlino si alzò a fatica, sentendo le ossa urlare sotto le ampie vesti e spolverando la barba bianca dalla terra che vi era rimasta. «Quale impertinenza, ragazzino, far cadere un vecchio e nemmeno scusarsi! Chi vi credete di essere, il re?»
«No di certo, sono solo suo figlio. Artù.»
“Nel momento in cui Albione ne avrà più bisogno, Artù rinascerà”.
Merlino sorrise.
Bentornato a casa.
*Leon/Gwen: sì, nelle mie fantasie si sono sposati, dopo anni e anni dalla 5x13.
Leon l'ha sempre amata, per me, mentre lei... lei è una cosa più complicata da spiegare. Ci ho scritto su, forse un giorno pubblicherò :-)*
Gente, è passato un mese.
E questa, per me, è la rinascita.
Credevo di non poter superarlo mai... infatti non ho ancora accettato la fine. E questa double è il mio spiraglio di luce.
Ah, sto anche pensando di scriverci su una long, sull'Artù bambino, Merlino anziano... e pure Anacleto. Okay, questa però è un'altra storia.
This can't be a goodbye