Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: gallavich_    24/01/2013    4 recensioni
Una domanda nasce, però, spontanea: in questo mondo di plastica pieno di persone di plastica, la felicità dov’è? La felicità la puoi trovare nei cuori delle persone guarite da una malattia. La puoi trovare nelle famiglie dove genitori e figli cenano tranquillamente parlando di come è stata la propria giornata. Ma la trovi soprattutto negli occhi di due persone che si amano.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Alla mia Cuppy, con la quale faccio le ipotesi più assurde e strane sulla Larry, sui ragazzi in generale e su tutto il mondo che ci circonda. A lei che c'è sempre.


Ad Anna, che mi sopporta sempre e che è stata la prima ha leggere questa os dicendomi di pubblicarla. Ti adoro.
 
 

Happiness is like a bird.
 
 

La felicità è una cosa temporanea, è una cosa che a volte c’è e a volte non c’è. Vola libera nel mondo come gli uccelli e - quando trova il posto giusto - si ferma per uno squarcio di tempo indefinito, fino alla prossima migrazione. Delle volte capita che non se ne va mai, delle volte capita che se ne va troppo presto. Nessun essere umano può sapere cosa succederà, l’importante è accoglierla nel giusto modo e permettere alla vita di usufruirne, di sedere sullo stesso piano di questo sentimento, facendo in modo che rimanga con te per sempre.
Una domanda nasce, però, spontanea: in questo mondo di plastica pieno di persone di plastica, la felicità dov’è?
La felicità la puoi trovare nei cuori delle persone guarite da una malattia. La puoi trovare nelle famiglie dove genitori e figli cenano tranquillamente parlando di come è stata la propria giornata. Ma la trovi soprattutto negli occhi di due persone che si amano.
Questo era quello che pensava Harry ed era l’unica cosa che lo faceva andare avanti. Era sicuro che prima o poi anche la sua felicità si sarebbe stabilita, che avrebbe smesso di migrare per poi ritornare di tanto in tanto. Gli bastava poter stare insieme al suo amato Louis e tutto sarebbe andato per il verso giusto.
Non sapeva dire da quanto tempo fosse sdraiato sul letto della sua camera a riflettere, sapeva solo che questa riflessione gli stava portando alla mente tanti ricordi che non voleva, e non doveva, dimenticare.
 
**
«Harry, Harry corri! Vieni a vedere che bello!» esclamò Louis, il suo Louis, dal salotto. Era tutto esaltato, come lo era poche volte e, quando il riccio gli fu accanto, notò dei soffici fiocchi di neve scendere dal cielo. Non era uno spettacolo raro, capitava spesso che nevicasse in gennaio ma il maggiore adorava la neve. La adorava soprattutto quando avevano dei giorni liberi prima dell’inizio del tour per x factor e li stessero trascorrendo da soli nella casa di campagna del piccolo.
«Andiamo a fare degli angeli di neve?» domandò Harry accarezzandogli teneramente una guancia con il dorso della mano. Louis si beò di quel contatto prendendo la mano del ragazzo di fronte a se e baciandola lentamente.
«Che ne dici se invece, per questa volta, ce ne stiamo in casa - magari accoccolati sul divano?»
«Dico che per una volta hai fatto la scelta giusta.» Harry sorrise, ma non era il solito sorriso che faceva durante le interviste quando gli chiedevano di loro, no. Quel sorriso era il sorriso. Quello squarcio di paradiso che donava solo a Louis e agli altri ragazzi della band.
«Vorresti dire che, solitamente, faccio scelte sbagliate?»
«Boo, vuoi davvero parlare di questo in questo momento così bello?» lo ribeccò il minore sedendosi sul divano.
«No.» disse serio l’altro tuffandosi a sedere accanto ad Harry.
Rimasero accanto per tutta la sera abbracciandosi e baciandosi di continuo. Non erano mai sazi l’uno dell’altro e, contando tutto il tempo che sarebbero stati in tour con gli altri ragazzi della casa, avevano tutta la ragione del mondo per essere così affettuosi.
 
Louis strusciò il naso nell’incavo del collo di Harry, svegliandolo. Si guardarono, si guardarono a lungo.
«Ti amo, Boo.»
«Ti amo anche io, Hazza. Non immagini quanto.»
**
 
Harry si chiese perché stesse ripensando alla prima volta che si erano detti “ti amo”. Forse sapeva la risposta ma non voleva dirla.
Non voleva che quelle parole uscissero dalla sua bocca, perché sapeva che Louis ci sarebbe sempre stato per lui - glielo aveva promesso e una promessa è una promessa.
Allora perché non è con te in questo momento?
La voce della sua coscienza si fece sentire.
Perché non è mai con te ultimamente?
Harry si passò una mano sul viso, spossato da tutte quelle paranoie che stavano sorgendo in lui.
Perché tu sei qui a pensare alla vostra storia e lui è fuori, chissà dove e con chissà chi?
«Lasciami in pace!» urlò il ragazzo alla parte più realistica di sé, tirando una serie di pugni sul materasso per evitare di piangere.
Doveva essere forte.
Ma allora perché si faceva queste domande? Lui lo sapeva dov’era la persona che amava, lo sapeva e non poteva fare niente per cambiarlo. Non poteva andare da lui, sarebbe stato troppo sospetto.
Ma una telefonata, cosa vuoi che sia? Mica vi tengono sotto controllo anche le chiamate vocali?
Il riccio fece una smorfia che doveva somigliare ad un sorriso - che in quel momento non riusciva proprio a fare – afferrò il cellulare e compose il numero di Louis.
Uno squillo … due squilli … tre squilli …
Segreteria telefonica.
Lasciò cadere l’I-Phone sul letto e nascose la testa sotto il cuscino. Louis amava quando lo faceva.
 
**
Una camera d’albergo, una spoglia, bianca e strana camera d’albergo. Se Harry non avesse passato tutta la notte lì penserebbe di stare sognando. Lui, Louis e la tranquillità di una mattina di riposo in America, questo era decisamente il modo migliore per svegliarsi.
Louis, dal canto suo, era da un’oretta che stava fissando Harry mentre dormiva e non poteva non pensare a quanto fosse perfetto il suo ragazzo. Lo era sempre, in qualsiasi situazione - ma forse era l’amore a fargli pensare quelle cose.
Quando il minore aprì gli occhi, subito incontrò quelli azzurri del maggiore e si regalarono un sorriso.
«Se entrasse qualcuno in questo momento …»
«Non ci pensare nemmeno. Ti vedrebbero nudo ed io non voglio perché solo io posso vederti così!» sbottò sarcasticamente Louis facendo colorare le guance di Harry di porpora. Non sapeva perché stesse arrossendo, insomma per quale motivo arrossiva? Louis non aveva detto nulla di estremamente vergognoso.
Fu quella una delle prime volte che il piccolo nascose la testa sotto il cuscino, per non farsi vedere arrossire per ragioni futili e il maggiore gli aveva prontamente sussurrato «Mi sento tutto un fuoco dentro quando arrossisci e cerchi di coprirti con il cuscino.»
**
 
La vibrazione del cellulare smosse il ragazzo dal suo stato di trance. Lo prese con cautela, quasi con paura, e - notando il nome del mittente sul display - rispose.
«Hazza!» si sentì chiamare dall’altro capo del telefono.
«Amore perché non mi hai risposto prima?» era agitato, si poteva chiaramente sentire, Louis lo poteva chiaramente sentire.
«Ero sotto la doccia, non potevo rispondere. Scusami tesoro. Avevi bisogno di qualcosa?»
«Volevo … io volevo sapere cosa stavi facendo» mormorò Harry mordendosi un labbro nervoso.
«Mi sto annoiando a morte, amore. Non so cosa fare senza di te»
«Mi manchi così tanto» sputò senza preavviso il minore, dopo minuti di silenzio. Dall’altro capo della cornetta sentì sospirare e poi «Anche tu. Io … io non resisto più!» il riccio sorrise e poi Louis riprese a parlare «Non mi interessa dalla punizione che mi infliggeranno, io non ce la faccio. Sto venendo da te tesoro.» detto questo la comunicazione staccò.
 
Dieci minuti dopo il campanello suonò.
Wow, ha fatto veramente veloce pensò il ragazzo.
Scese le scale tutto euforico, sistemandosi la tuta che aveva indossato e maledicendosi di non essersi cambiato in quei minuti. Quando fu davanti alla porta tirò un sospiro ed aprì. Louis era esattamente nelle su stesse condizioni. Tuta malconcia per stare in casa e … pantofole? Harry sorrise a quel dettaglio.
«Mi fai entrare?» domandò il maggiore. L’altro si mise di lato per farlo passare e, una volta chiusa la porta alle sue spalle, si abbracciarono.
«Ti amo, ti amo, ti amo» si ripeterono fino a quando non ruppero l’abbraccio e si baciarono.
 
10 anni dopo
 
Quella sera Los Angeles ospitava le premiazioni per i Grammy Awards. Era una serata speciale, soprattutto per i One Direction che, dopo nove anni di pausa, erano tornati sulla cresta dell’onda con un nuovo album.
Quando il nome della band fu chiamato sul palco per ricevere il primo premio della serata, lo shock si poteva leggere negli occhi di tutti i ragazzi. Non se l’aspettavano. Non si aspettavano che dopo tutti quegli anni i fan avrebbero continuato a supportarli così tanto.
Salirono sul palco si abbracciarono e ringraziarono tutte le persone che avevano sempre creduto in loro e nella loro carriera.
La parte della diretta che, però, tutti si ricorderanno alla perfezione sarà solamente una.
«Io … » Louis si schiarì la voce e ricominciò a parlare con più decisione «Io vorrei fare un annuncio. So che è una cosa banale e che l’hanno fatto veramente in molti, però non trovo momento migliore per dirlo» sorrise e guardò Harry che aveva un’espressione più shockata di prima. Gli prese la mano, intrecciando le dita, e la portò in altro - in modo che tutti nella sala potessero vedere.
«È passato tento tempo e credo che sia finalmente giunto il momento di dirlo a tutti. C’è chi ne sarà felice e chi invece ci odierà ancora di più, ma non mi interessa. È l’ultimo dei nostri problemi» passò la lingua sulle labbra secche per la tensione e strinse ancora più forte la mano di Harry.
«Io e Louis stiamo insieme, ci amiamo» concluse il minore al suo posto.
Silenzio. Nessuno osava fiatare, tutti erano sconvolti da quell’annuncio. Poi, in un secondo, un forte boato esplose nella sala, gli invitati iniziarono ad applaudire e ad urlare parole dolci augurandogli tanta felicità.
Eccola, allora, la così tanta attesa felicità che Harry aveva sempre cercato. Era lì, gli veniva servita su un piatto d’argento e, da persona intelligente qual’era, la prese e se la portò al cuore dove alloggiava tutto l’amore che provava per Louis.
 
 






Weee
Non so come abbia fatto a scrivere questa … cosa corta e senza senso, sinceramente non lo so lol
So solo che l’altro giorno stavo leggendo delle larry e finivano tutte malissimo così ho deciso di scriverne una che finisse bene ma che avesse il suo lato riflessivo (?)
Mi è venuta l’idea martedì mentre vedevo un filmato sul doping e appariva la frase “in questo mondo di plastica pieno di persone di plastica, la felicità dov’è?” e questa mi ha fatto pensare a Lou ed Hazza. Non so con quale mente contorta io sia arrivata a questo paragone quindi non chiedetemelo o sarò in difficoltà ewe
Non ho altro da dire. Spero che vi piaccia almeno un po' (:

Sherry x
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: gallavich_