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Autore: chilometri    24/01/2013    8 recensioni
Louis Tomlinson è un ragazzo problematico, scappa dal suo passato e cerca rifugio nel suo futuro.
Harry Styles è la classica persona che priveresti ai tuoi figli di frequentare, la droga nelle tasche e le mani che tremano a causa del suo presente.
**
Forse Dio ce l’aveva sempre avuta un po’ con lui, persino Lui non voleva dargli tregua, troppo impegnato a fargli capitare le cose peggiori che potessero mai essere immaginate ma sempre troppo disinteressato per ascoltare anche una sola volta, una delle tante preghiere che ogni giorno, steso sul letto, il viso bagnato, recitava.
[Larry|AU]
Genere: Angst, Dark, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nome: I don't want to need you.

Conteggio parole prologo: 978
Note: AU| Slash| Angst|
Coppia: HarryxLouis - Probabili altre coppie nel corso della storia.
Disclaimer: Con questo mio scritto NON intendo in alcun modo offendere la sensibilità di nessuno, NON è stato scritto a scopo di lucro ed i personaggi NON mi appartengono assolutamente, tutto ciò è solo frutto della mia immaginazione.
Crediti: Il banner non è stato creato da me, assolutamente NO, tutti i crediti vanno al blog che vi linkerò proprio sotto l'immagine. Tutti al gestore di quel blog. 
 
Trama: Louis Tomlinson è un ragazzo problematico, scappa dal suo passato e cerca rifugio nel suo futuro. 
Harry Styles è la classica persona che priveresti ai tuoi figli di frequentare, la droga nelle tasche e le mani che tremano a causa del suo presente.
**
Forse Dio ce l’aveva sempre avuta un po’ con lui, persino Lui non voleva dargli tregua, troppo impegnato a fargli capitare le cose peggiori che potessero mai essere immaginate ma sempre troppo disinteressato per ascoltare anche una sola volta, una delle tante preghiere che ogni giorno, steso sul letto, il viso bagnato, recitava.
[Larry|AU]







 photo tothemoonmydear-tumblr-com_zps0a9eae7c.gif

(tutti i diritti per il banner riservati a lei)


 

 

                                                    
Louis lo aveva notato da poco.
Era sempre stato un attento osservatore, ma quando camminava tra le vie di una Bristol troppo affrettata, troppo caotica, allora – con la sigaretta tra le labbra – teneva lo sguardo basso sulle sue Toms bianche, guardava il marciapiede come se non ci fosse stata cosa più bella, visione più paradisiaca, perché non aveva voglia di incontrare gli sguardi di tutta quelle gente troppo meschina, troppo vuota, troppo tutto e troppo niente, allora abbassava il viso e fingeva di non esistere.
Poi lo aveva visto.
Era dicembre, e faceva freddo, Louis aveva due maglioni di lana a coprirgli il busto, le mani affondate nelle tasche e il passo svelto, quasi correva per arrivare in anticipo a lavoro.
Si era alzato alla buon’ora, quella mattina, proprio per quella ragione: alle sette, per la strada, non c’era assolutamente nessuno.
Vuoto.
Solo qualche povero passante ubriaco e qualche puttana, il trucco sbavato e le calze a rete strappate, ma quello, Louis, poteva sopportarlo.
Sapeva di portelo fare, per questo, quando poteva, vagava per qualche ora per le vie della sua città, e poi andava a lavorare in uno squallido bar.
Era dicembre e faceva freddo, Louis aveva due maglioni di lana a coprirgli il busto, le mani affondate nelle tasche, ma dentro aveva il freddo.
E quello, ormai, non riusciva a colmarlo più nessuno da qualche anno a quella parte.
Era qualcosa che nemmeno lui sapeva spiegarsi e anche con tutte le stufe del mondo, quel posto vuoto e freddo che era diventato il suo cuore, non sarebbe cambiato.
Non aveva mai avuto una vita facile, i suoi genitori lo avevano spedito a Bristol proprio per quel motivo: doveva stare lontano da tutto ciò che poteva essere rischioso per lui (o per te, mamma? Si chiedeva spesso)* ma, - pensava Louis – da cosa scappava, se la cosa più pericolosa che avesse mai conosciuto dopo suo padre, era sé stesso?
In ogni caso non aveva opposto resistenza, troppo era il bisogno di scappare da quella che era ormai la sua vita triste e monotona, piena di paure, con un padre dalle guance sempre troppo rosse e le mani sulle cinghie sempre troppo veloci.
Lo aveva sempre disprezzato, Louis non sapeva bene il vero e preciso motivo, ma quando «sei solo un frocio, schifoso, lurido, frocio!» pronunciava, con quella sua voce impastata, a Louis non rimaneva altro che abbassare la testa e subire, in silenzio: non era forse quella, la verità? Forse Dio ce l’aveva sempre avuta un po’ con lui, persino Lui non voleva dargli tregua, troppo impegnato a fargli capitare le cose peggiori che potessero mai essere immaginate ma sempre troppo disinteressato per ascoltare anche una sola volta, una delle tante preghiere che ogni giorno, steso sul letto, il viso bagnato, recitava.
Fatto stava che Louis non sapeva più che fare, viveva senza averne voglia e si era rassegnato che sarebbe sempre, inevitabilmente, stato così.
Fino a quando, una mattina di un freddo dicembre, Louis Tomlinson, due maglioni a coprirgli il busto e le mani affondate in tasca, non lo aveva visto.
Non aveva idea di chi effettivamente fosse, sapeva solo che era la visione più paradisiaca che lui avesse mai avuto.
Era rannicchiato contro le sue ginocchia, le mani ad avvolgere le gambe troppo magre che tremavano per il freddo seppur stesse dormendo, i capelli ricci che gli cadevano disordinati sul volto. Un volto bianco, pallido, le labbra screpolate e la fronte aggrottata .
Una sola coperta ad avvolgere il corpo, una sola coperta troppo leggera, troppo piccola per coprire anche solo una parte intera di sé stesso.
Louis boccheggiò, strinse i pugni e si fermò al centro della strada.
Era forse un angelo, quello? Un angelo caduto.
Lo osservò da lontano, senza distogliere lo sguardo nemmeno per un secondo, poi i raggi flebili, leggeri del sole, iniziarono a comparire dietro le nuvole e andarono a bagnare il volto del riccio che schiuse gli occhi, storse le labbra e sbadigliò, scuotendosi.
Le mani affusolate coprirono l’intero volto mentre le dita lunghe grattavano con insistenza la parte esterna dell’occhio destro.
Louis non accennava a muoversi, ma sentì la terra liquefarsi sotto sé stesso quando gli occhi del riccio - seduto sulla panchina del marciapiede opposto – si puntarono su di lui.
Louis, in quel momento, credette davvero di aver visto un angelo, perché quegli occhi erano decisamente innaturali.
Di un verde così puro, e chiaro, con così tante sfaccettature che il moro stentava a credere di averli sul serio visti.
Il riccio non accennava a distogliere lo sguardo, lo scrutava attento, curioso, e chissà a cosa pensava in quel momento, ma a Louis non importava, perché – se da una parte avrebbe voluto darsela a gambe, dall’altra sarebbe volentieri rimasto lì.
Per... sempre.
Si sarebbe seduto e avrebbe continuato ad osservarlo fino a notte, per poi aspettare nuovamente il mattino e la sera ed il mattino.
Poi, però, successe qualcosa – e Louis non seppe spiegarsi cosa fu, effettivamente –, ma il riccio inarcò fulmineo le sopracciglia, guardò dietro la spalla del moro, scosse la testa e poi si alzò, frettolosamente da quella panchina mal ridotta di una Bristol troppo malmessa.
I suoi occhi verdi lo trafissero un’altra volta, e non dopo aver fatto poca fatica per reggersi in piedi, prese una piccola bustina, la mise nelle tasche malandate del suo jeans e prese a correre verso la parte opposta della strada.
Louis rimase fermo lì per un altro po’, le mani lungo i fianchi ed il respiro ancora affannato.
Non sapeva chi fosse, non sapeva la sua storia, come si chiamasse né perché fosse seduto lì, ma aveva quella strana voglia di... aiutarlo.
Sospirò, battendosi il palmo della mano destra in fronte e si rese conto di essere in notevole ritardo.
Prese a camminare verso la solita strada con la mente rivolta solo ad una persona: l’Angelo della panchina.











Spazio autrice:
 
Hola chicos! Guardate un po' chi è tornata con una nuova long? (omg non scrivevo una long da tantissimo, sono emozionata asdfghjkllksuydtfds)
Zio Romeo! **
(Che poi sono una ragazza, ma questo non importa a nessuno lol)
Alloooraòolsiud premetto che il banner non è roba mia, ma l'ho preso gironzolando su tumblr, ovviamente ho messo i crediti non essendo di mia proprietà, spero che sia una cosa legale D: 
In ogni caso D:
Non so da dove sia uscito questo prologo, so solo dirvi che è un periodo un po' no e tutto ciò che voglio fare è.. scrivere.
Questa era nata come una het, ma poi... PUAHAHAH io che scrivo het? Proprio no LOL
Ed è ovviamente diventata una Larry perché... beh, perché Larry is the way. e.e
E poi è da tempo che ne voglio scrivere una del genere alksijdfguhj
Aggiornerò una volta a settimana tempo permettendo, la storia tratta temi delicati (quali: droga, sesso, violenza) in modo - credo, vedremo cosa deciderà la mia mente malata - abbastanza esplicito. 
Per il momento, comunque, lascio il rating arancione.
Il prologo è ispirato a "The A Team" di quell'angelo di Sheeran, e non mi soddisfa lol
Ho usato uno stile di scrittura diverso dal mio, ma erano le 4 di notte, sono giustificata? Lo spero! ç_ç
In ogni caso alkòsdifugy
Spero sarà di vostro gradimento e che vi verrà l'idea pazza di recensire o mettere tra le seguite questa storia che non conterà più di 10/12 capitoli c:
 
Detto questo mi dileguo aspettando nel buio qualche segno di vita da parte vostra :3
Romeo loves you all!
<3


ps. se doveste riscontrare qualche errore, mi farebbe piacere che me lo diceste, perché anche avendolo riletto,
qualcosa deve essermi sfuggita çwç

pps. se qualcuno avesse bisogno, non esitate a contattarmi su twitter c: di seguito il profilo: https://twitter.com/harrysromeo
  
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