Tutto, dentro casa, era tranquillo. Forse troppo. L'abitazione era avvolta nelle tenebre, ed il silenzio quasi innaturale era smorzato solo dal ticchettio della pioggia contro i vetri delle finestre. Elizabeth era seduta al tavolo della cucina, davanti ad una bottiglia ed un bicchiere colmo di vino rosso, quello che aveva preparato per l'occasione. Aveva atteso quella serata per molto tempo: ogni volta che ci pensava, nei giorni precedenti, il cuore iniziava ad accelerare per l'emozione, così come quando aveva trovato il coraggio di invitare Lucas a cena a casa sua. Si alzò barcollando un po', già abbastanza brilla, e raggiunse la sala da pranzo, facendo scorrere la mano sulla tovaglia ornata. La tavola era apparecchiata con il servizio di porcellana cinese, i bicchieri di cristallo e l'argenteria di valore. La candela, posta al centro del tavolo, era già consumata quasi fino alla fine. Elizabeth guardò l'orologio, per l'ennesima volta: Era già l'una di notte passata, e di Lucas ancora nessuna traccia. Finalmente si convinse: non sarebbe venuto a casa sua quella sera. Sospirò e tornò in cucina, bevendo il vino contenuto dentro il bicchiere. Chiuse gli occhi, ed in un istante rivisse tutti quei momenti in cui, stando attenta a non farsi vedere, osservava Lucas da lontano. Era sempre rimasta affascinata dalla sua bellezza: il suo sorriso era perfetto e smagliante, quasi potesse illuminare una stanza buia. I suoi occhi color nocciola avevano quel taglio particolare che la faceva impazzire. Tutto ciò che lo riguardava, le faceva venire i brividi. Ricordava ancora quando lui aveva incrociato il suo sguardo per la prima volta, e le aveva rivolto un gran sorriso: Elizabeth si era sentita improvvisamente felice e più sicura di sé, tanto da riuscire a raccogliere il coraggio per rivolgergli la parola. Si sedette accanto a lui, una volta che lo incontrò al college: lui stava seduto e leggeva attentamente un libro, talmente concentrato da non accorgersi della presenza della ragazza. Lei si schiarì la voce.
«Ehm... Ciao...»
«Ciao anche a te! Ci conosciamo?»
«No io... Ecco, cioè... Il mio nome è Elizabeth!» gli tese la mano, e lui la strinse amichevolmente.
«Io mi chiamo Lucas!»
Iniziarono a parlare del più e del meno, lei gli chiese del libro che stava leggendo. La conversazione fu tranquilla e Lucas sembrava molto rilassato. Nei giorni seguenti, si videro altre volte, più che altro incrociandosi nei corridoi del college. Qualche giorno dopo, totalmente imbarazzata, lo invitò a casa sua, per passare una serata insieme. Lucas sorrise e accettò, e, quando si salutarono, le diede persino un bacio sulla guancia.
Elizabeth sorrise, beandosi in quel ricordo. Ma il suo sorriso fu quasi immediatamente sostituito dalle lacrime, che iniziarono a rotolare lungo le sue guance. Ripose la bottiglia di vino in frigorifero, e si avviò verso il bagno, passando prima dalla sala da pranzo e spegnendo la candela, ormai totalmente consumata. Si guardò allo specchio: la ricrescita di capelli bianchi era sempre più visibile, e le rughe sempre più marcate, giorno dopo giorno. Erano passati vent'anni da quella sera in cui Lucas sarebbe dovuto venire a cenare da lei. Vent'anni in cui, ogni sera, Elizabeth apparecchiava la tavola, stappava la bottiglia di vino, accendeva la candela e restava ore seduta ad aspettare l'amore della sua vita. Ma Lucas era sparito nel nulla, non lo rivide mai più.
Eppure... Eppure aspettava, e sapeva che avrebbe aspettato anche tutta la vita.
Eppure... Eppure aspettava, e sapeva che avrebbe aspettato anche tutta la vita.