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Autore: JustBelieve    24/01/2013    4 recensioni
Dalla storia:
"Spesso Darren si chiedeva come ci riuscisse, come facesse a lavorare incessantemente per tutte quelle ore per poi tornare a casa ancora intero. Ma una ragione per cui resistere e lottare con tutte le sue forze ogni giorno per non crollare, lui ce l’aveva: si chiamava Chris Colfer".
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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                                       “It’s not over tonight”



Il tempo scorreva lentamente, quasi volesse fermarsi, assaporare quel momento tanto prezioso.

Non avrebbero saputo dire per quanto erano rimasti in quel modo, avvinghiati, costantemente in ricerca l’uno delle labbra dell’altro, desiderosi di un contatto che a lungo si erano negati.

Le mani intrecciate, quasi fossero state create appositamente perché si trovassero.

I sospiri affannati, labbra impegnate a giocare, rincorrersi, bisognose di sollievo.

Ogni cosa era perfetta in quell’istante, fatto di due persone che si completavano a vicenda.

Per quanto potessero continuare a negarlo a se stessi e agli altri, erano nati per stare insieme e forse, prima o poi, l’avrebbero capito.

I minuti scorrevano veloci sotto i loro occhi, ma nessuno due aveva il coraggio di staccare la presa.
Mai, nella loro esistenza, si erano sentiti così bene, felici per la prima volta.

Dopo anni di lotte ,sofferenze e trascorsi alla continua ricerca di se stessi, avevano finalmente trovato il loro posto.

Si sentivano a casa.

Le cose belle, però, non durano mai in eterno.

Con un po’ di esitazione, Chris si staccò lentamente dal moro, regalandogli un ultimo, delicato bacio sulle labbra.

I loro occhi si incontrarono per un lungo attimo, colmi di domande alle quali non erano in grado di rispondere.

Era stato un errore spingersi così avanti? Era questa la fine di tutto?

La risposta a quelle domande arrivò quasi nell’immediato.

Nella stanza calò il silenzio più assoluto, in quanto ad entrambi mancava il coraggio necessario per parlare, dire qualsiasi cosa.

Il soprano guardò il moro, speranzoso, in cerca di una reazione da parte dell’altro.

Darren era davanti a lui, immobile, quasi avesse paura di fare qualche danno solamente muovendosi.

Non poteva credere a ciò che stava accadendo; sognava da mesi quel momento, immaginandosi persino il luogo, creando un certo tipo di atmosfera nella propria mente.

Adesso, però, gli sembrava surreale, impossibile. Chris Colfer lo aveva appena baciato e per la prima volta, non se lo stava immaginando.

Quel ragazzo di cui si era perdutamente innamorato, adesso era lì, di fronte a lui e aspettava una risposta.

Purtroppo, però, non era ancora pronto a dargliele. Era successo tutto così in fretta, all’improvviso , senza dargli il tempo di rifletterci sopra, decidere se sarebbe stato giusto o meno.

Per quanto lo amasse e volesse stare insieme a Chris più di ogni altra cosa, il moro non se la sentiva di rovinare tutto ciò che avevano costruito insieme fino a quel momento.

Quel bacio rischiava di rovinare tutto ciò di più bello che avesse mai avuto in tutta la sua vita.

Non ne era pentito, affatto. Se gli fosse stata data la possibilità di tornare indietro, avrebbe ricambiato quel bacio senza alcuna esitazione.
Ma doveva tornare alla realtà e la verità era che nessuno di loro era ancora pronto ad esporsi ne all’altro, ne tantomeno, al mondo intero.

Lo avrebbe ferito, ne era consapevole, ma sapeva che l’unico modo per non perderlo era quello.

Se si fossero lasciati andare, tutto sarebbe cambiato,  li avrebbe resi dipendenti l’uno dall’altro, vulnerabili.

Chris meritava di meglio e il moro questo lo sapeva perfettamente.

Cosa sarebbe successo se fosse arrivata la persona giusta e lui fosse stato ‘bloccato’ con Darren?

Non importava quanto avrebbe sofferto, non avrebbe mai ostacolato la felicità del suo migliore amico.

Doveva andare avanti con la propria vita e permettere all’altro di costruirsi un futuro, che lui ne fosse incluso o meno.

Questa era probabilmente la decisone più difficile che avesse mai dovuto prendere ma era sicuro che fosse la cosa giusta da fare.

I suoi pensieri vennero distratti dalla voce del soprano, il quale aveva in qualche modo già capito cosa gli passasse per la testa.

- “Darren, io…Mi dispiace” – disse, rassegnato.

Non poteva affrontarlo, non in quel momento.

- “I miei genitori ci aspettano di sotto” – rispose, semplicemente.

Chris lo guardò incredulo, a bocca aperta.

- “Tutto qui?” – chiese, sarcastico.

Non riusciva a crederci. L’aveva baciato, per la miseria!

Per l’ennesima volta, si era esposto ed aveva sbagliato.

Non permise alla rabbia di prendere il sopravvento su di lui, nonostante gestirla fosse veramente difficile, in quella situazione.

Il moro non rispose e senza riuscire neanche a guardarlo negli occhi, uscì velocemente dalla stanza.

Stava sbagliando a scappare in quel modo e sapeva che presto o tardi ne avrebbe pagato le conseguenze, ma non poteva dargli spiegazioni, non ancora.

Chris era ancora seduto sul letto, come paralizzato.
Non era mai stato umiliato tanto in vita sua, neanche quando i bulli lo prendevano di mira ai tempi della scuola.

Non solo era ferito, con il cuore spaccato in mille pezzi, era arrabbiato con se stesso.

Ogni volta che decideva di aprire il cuore a qualcuno, questi erano i risultati.

Come aveva potuto permettere che accadesse ancora?

La risposta a questa domanda ce l’aveva, anche se non lo ammetteva.
Con Darren sarebbe dovuta andare diversamente, lui era diverso.

O almeno così aveva creduto fino a quel momento.

Come aveva potuto essere così stupido? Innamorarsi del proprio migliore amico, nonché collega.

Cosa credeva di ottenere, a parte un cuore spezzato?

Tante erano le persone che lo avevano fatto soffrire nel corso degli anni , ma mai e poi mai si sarebbe aspettato che una di queste sarebbe stato proprio lui, il ragazzo che amava, o almeno così credeva.

Maledì l’istante in cui, senza pensare, aveva posato le labbra su quelle del ragazzo dali occhi color nocciola.

Si odiò per aver creduto che ci fosse qualcosa di vero negli occhi dell’altro, che era sembrato volere quel contatto quanto lui.

Lacrime amare rigavano il suo volto mentre giurava a se stesso che non avrebbe più permesso a nessuno di usarlo per poi gettarlo via come se fosse spazzatura.

                                                
                                         ***

La serata proseguì di male in peggio, come da previsto.

Durante la cena non si erano rivolti mezza parola, con grande sorpresa dei genitori di Darren, che erano abituati ai loro incessanti discorsi e alle battute che riuscivano sempre a strappare un sorriso a tutti, nonostante l’ancora evidente tensione per lo stato di salute di Chuck.

Avevano mangiato in silenzio, evitando gli sguardi confusi e curiosi di Cerina e soprattutto si erano impegnati a non incrociare i propri neanche una volta, per quanto risultasse impossibile.

Chris guardava Darren quando era distratto e viceversa. Era difficile far finta di niente dopo tutto ciò che era successo, ma erano bravi attori e ciò li aiutò nell’interpretare quella ‘parte’.  

“Se lui ha deciso di fregarsene, lo farò anche io” – pensò il più giovane.

Il moro, d’altro canto, sapeva che quella ‘messinscena’ non sarebbe durato a lungo e che era questione di tempo prima  il soprano ‘esplodesse’.

Lo conosceva meglio di chiunque altro, non era in grado di tenersi dentro un’esplosione di emozioni di quella portata e presto lo avrebbe affrontato.

Vederlo soffrire lo distruggeva ma sapeva che non c’era altro modo, nessuna ulteriore opzione.

Prima o poi avrebbe capito il suo gesto e lo avrebbe ringraziato per averlo lasciato libero.

D’altronde, quando ami veramente qualcuno devi lasciarlo andare, no?

Questo è ciò che Darren stava facendo e per quanto potesse essere una scelta egoista, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di vederlo felice e realizzato.

Era consapevole del fatto che probabilmente lo avrebbe odiato per sempre e che tutto ciò che avevano era ormai rovinato, ma non era la persona giusta per lui, di questo era sicuro.

Chris era una persona meravigliosa, di una dolcezza unica, piena di talento e meritava il meglio di questo mondo fatto di crudeltà ed ipocrisia.

Cosa avrebbe potuto dargli lui?

Non era altro che un ragazzo impaurito, pieno di paure e insicurezze, incapace di capire se stesso, figuriamoci gli altri.

Aveva bisogno di quell’amore e di quella sicurezza che al momento Darren non poteva dargli.

Presto sarebbero dovuti tornati a lavoro, ritornare alla vita di tutti i giorni con la differenza che niente sarebbe stato come prima.

Non ci sarebbero più stati quei sorrisi che lo avevano fatto innamorare, ne i venerdì sera trascorsi insieme a guardare qualche film o semplicemente parlare, accoccolati sul divano.

Gli sarebbero mancate quelle mattinate nelle quali Chris gli dava il ‘buongiorno’, preparava la colazione e lo brontolava perché ci metteva troppo tempo a prepararsi.

Anche il ritorno a casa non sarebbe stato semplice: ogni cosa in quell’appartamento gli ricordava il soprano.

Da quando si erano conosciuti, non vi era stato un giorno in cui Chris non passava da lui.

Per una cosa o l’altra, si ritrovavano a condividere serate intere quasi ogni giorno.

L’interruzione di quella routine sarebbe stata la cosa più dura da affrontare: era talmente abituato alla sua presenza che anche solo il pensiero della sua assenza gli provocava dolorose fitte al petto.

Si domandava come avrebbe fatto senza l’amico, l’unica persona in grado di comprenderlo ed ascoltarlo,  in momenti in cui neanche lui riusciva a sopportare sé stesso.

Il dolore che questi pensieri gli provocavano, era lancinante.  Non voleva perderlo, ma allo stesso tempo sapeva che non era il momento giusto per loro.

Tuttavia, Chris meritava una spiegazione e lui gliel’avrebbe data, non appena sarebbe stato pronto.

Promise a se stesso di parlargli prima del rientro a New York; fino ad allora, avrebbe cercato le parole giuste da dire e lasciato all’altro spazio per comprendere ciò che lui avrebbe voluto che capisse.
                                                                            
                                     ***

Una volta data la ‘buonanotte’ ai genitori del moro, Chris si avviò verso la camera degli ospiti.

Voleva capire, aveva bisogno di quelle risposte che l’altro gli stava negando.

Erano ormai passate ore dall’accaduto e l’amico non si era nemmeno degnato di guardarlo negli occhi. Neanche una maledettissima volta.

Ci aveva provato, si era impegnato a fare il suo stesso gioco ma la verità era che non c’era niente di peggio che non poter incontrare quegli occhi verdi, così belli da perderci il fiato.

Lo aveva osservato abbastanza per capire che l’altro era in conflitto con se stesso e si era ormai arreso all’idea che non sarebbe riuscito a fargli spiccicare una parola, almeno non per quella sera.

Giunto davanti alla stanza, il soprano si trovò davanti l’ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento.

Decisamente stupido da parte tua’ – pensò ‘vivi in casa sua’.

Quello era un altro problema a cui avrebbe pensato più tardi. Non poteva rimanere in quella casa.

Non avrebbe sopportato un’altra settimana di silenzi imbarazzanti ne gli avrebbe permesso di vederlo così vulnerabile, non più.


- “Buonanotte, Darren” – sussurrò piano, quasi non volesse farsi sentire.

L’altro lo guardò intensamente per un lungo istante, il volto teso, triste, di chi si è stancato di lottare e si arrende al proprio destino.

Perdonami, Chris. Ti amo ma non posso renderti felice”, avrebbe voluto
dirgli.

- “Anche a te” – fu ciò che invece rispose, con voce debole, chiudendosi la porta alle spalle.

Rassegnatosi all’idea che Darren non aveva ancora intenzione di parlargli, il soprano fece lo stesso.

Sarebbe andato a letto e ci avrebbe dormito sopra, senza tanti, inulti pensieri.

                                                ***

- “Chris?”

“Non bastava averlo intorno tutti i giorni, adesso me lo sogno pure la notte!” – pensò l’altro.

- “Chris, sei sveglio?”

- “Vattene via, incubo del cavolo” – rispose il più giovane, parlando nel sonno.

- “Sono io, D- Darren. Non stai sognando” – disse il moro, infine.

A quelle parole, il soprano sussultò. Aprì finalmente gli occhi e lo vide: il moro era davvero lì, in piedi davanti al letto e aspettava una risposta.

- “Darren!” – bisbigliò, una volta aperto gli occhi – “che ci fai qui?”.

- “Non riuscivo a dormire e così ho pensato di...”

- “Darren, è notte fonda e vorrei tornare a dormire! Mi dici che cavolo vuoi?” – ribatté Chris, seccato.

Se questo era un altro dei suoi scherzi, lo avrebbe strozzato.

- “Io…” – cominciò a dire il moro ma l’altro lo interruppe.

- “Tu cosa? Sono ore che mi eviti come se avessi la lebbra e adesso ti presenti qui?”

- “Posso dormire con te?” – farfugliò il moro, timidamente.
 
Ancora nessuna spiegazione, solo inutili balbettii.

- “A che gioco stai giocando?”

Sentiva la rabbia crescere rapidamente dentro di sé e sapeva che non avrebbe resistito ancora a lungo.

- “Di che stai parlando? Chris, ti prego, lasciami rimanere qui, con te”.

Avrebbe voluto dirgli di no, davvero, ma come poteva resistere  a quegli occhi da cucciolo abbandonato su un’autostrada, che l’altro adesso gli stava facendo?

- “Va bene, hai vinto. Ma solo per questa notte” – disse infine, con tono di resa.

- “Solo per stanotte” – confermò il moro.

Nonostante non riuscisse a spiegarsi lo strano comportamento dell’amico (se così si poteva ancora definire), dovette ammettere a se stesso che nonostante tutto, avere Darren accanto a sé lo faceva sentire meglio.

La situazione tra loro non era delle migliori, certo, ma non gli importava.
Senza aggiungere altro, Darren si sistemò sotto le coperte accanto a Chris.

Non era stata una buona idea, ne era consapevole. Il fatto era che, per quanto fosse doloroso da ammettere, non riusciva a stare neanche un minuto senza di lui.

Ne aveva bisogno come dell’ossigeno, senza si sentiva perso.

Così, aveva messo da parte l’orgoglio e si era ritrovato in camera di Chris alle tre di notte, chiedendosi dove avesse trovato il coraggio per compiere un’azione simile.

Ogni cosa sarebbe cambiata l’indomani perciò non gli rimaneva altro che passare quella notte insieme.

L’ultima.

Lo strinse il più possibile a sé, senza alcuna intenzione di lasciarlo andare.

“Domani” – si promise  il ragazzo dagli occhi verdi – “domani ti lascerò libero”.

A quella stretta, il più giovane sorrise. Presto, la sensazione di quelle braccia avvolte a lui sarebbe stata solo un bel ricordo, ma per quella notte, decise che gli bastava.




Angolo dell'autrice:
Rieccomi! Come potete vedere, stavolta
non vi ho fatto aspettare molto :D
Per fortuna ho trovato un pomeriggio libero
e ne ho approfittato!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!
Non odiatemi, c'è ancora tempo e prima o poi
ce la faranno :D
Ho sofferto io per loro a mentre lo scrivevo, ma devo dire che per una
volta sono abbastanza soddisfatta del risultato!
Come sempre, spero di esservi riuscita a trasmettere
le emozioni dei personaggi e di non avervi annoiati (in tal caso, perdonatemi).
Ringrazio tutte le persone che hanno messo questa storia tra le
seguite/preferite/ricordate e tutti coloro che mi lasciano recensioni e
mi fanno i complimenti (che non merito u.u).
Sul serio, quando ho iniziato a scrivere questa storia
non credevo assolutamente che potesse avere un riscontro
così positivo, perciò grazie di cuore a voi che sprecate
qualche minuto a leggerla, lo apprezzo veramente moltissimo!
Detto questo, al prossimo capitolo!

Qui trovate la pagina dove pubblico i capitoli: http://www.facebook.com/JustbelieveEfp

Se invece, voleste aggiungermi, vi lascio il mio profilo: http://www.facebook.com/verohrach.sarfati
  
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