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Autore: VENDA    14/08/2007    1 recensioni
Divagazioni sulla speranza. Breve monologo senza alcuna pretesa, che scrissi circa un anno fa con una mia amica per uno "spettacolo teatrale" estivo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FERRAGOSTO 2006

Buio, silenzio, nulla. Nessuna luce, nessun rumore, nessuna forma. Tutto questo molto tempo fa, in un passato remoto che la nostra mente non può raggiungere, neanche sfiorare, un passato che la fantasia degli uomini crea e distrugge innumerevoli volte.. buio, luce, buio, luce.. come una cantilena. Una dolce, dolcissima cantilena.

Eccola sorgere dal caos, eccola traspirare da ogni poro e riempire ogni spazio vuoto, spezzando al suo passaggio ogni catena. Come se una mano fosse scesa sul mondo creando la vita in un battito. TU-TUM.

Il battito di un cuore; il primo cuore che ha visto il sole spuntare all'orizzonte e ne è rimasto incantato, il primo cuore che si è perso trai miliardi di stelle e ne è rimasto affascinato, il primo cuore che ha pianto osservando la luna così lontana e misteriosa e ne è rimasto turbato.. il primo cuore che ha palpitato, tremato.. il primo cuore che si è riempito di Speranza.

La Speranza che tutto sia vero, che non sia solo un sogno; guardare le innumerevoli distese di fiori che gridano insieme: - Tu esisti, ci sei, devi vivere! - La Speranza che tutto ciò di cui hai paura abbia una fine.

Ma ora si guarda intorno e non capisce; non capisce perché due uomini debbano avvicinarsi tra loro solo per farsi del male, non capisce come quell'uomo possa guardare in quel modo quel bambino così innocente, non capisce perché quella donna così bella sa triste e sola e perché ora lui le stia gridando contro con tanta violenza, con tanta rabbia.. non capisce perché quella bambola stia lì ferma, immobile, congelata nel tempo con la sua storia negli occhi vitrei ancora da raccontare.

Violenza, terrore, odio, che attanagliano l'animo paralizzando i movimenti. e lui continua a non capire.

E da dove vengono ora tutti quegli uomini, perché sono lì, perché si aggirano minacciosi e vuoti con quelle armi in mano, come automi programmati solo per distruggere.

Ma la Speranza no, la Speranza non muore, deve essere da qualche parte, forse si nasconde.. al di là di una guerra fredda e indifferente; forse si nasconde nel sorriso di un bimbo; forse si nasconde nel canto di una mamma; forse si nasconde nella notte palpitante e traboccante di stelle, in un caleidoscopio di luci e colori, di forme, al quale la malvagità umana appare così stupida.

   
 
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