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Autore: CharlieMadison1    25/01/2013    2 recensioni
«Perché credi che Eclipse non sia un cattivo ragazzo?» Domandò Rein alla sorella.
Fine non volle rispondere anche perché non lo sapeva neanche lei perché sentisse ciò.
«Capisco.» Continuò la turchese: «Però io rimango della mia idea. Penso sempre che Eclipse non sia un ragazzo sui cui fidarsi.»
«Ma quante volte ti ha salvato sorellina?» Disse Fine con tono pacato.
«Beh..» [...]
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bright, Fine, Rein, Shade
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La Memoria del Cuore.

Capitolo 10.

Shade stava rivivendo il momento in cui Fine, accompagnata dal padre Toulose, percorreva il tappeto rosso e quando i due giovani, di fronte a Dio si sarebbero promessi il loro eterno amore. Ricordava quel rosso vermiglio dei capelli di Fine che si intravedeva dal velo bianco; quella mano stretta al braccio del padre che la rassicurava sorridendo; dell’abito bianco che avvolgeva il corpo della sua amata, del bouquet che lei teneva stretto tra le mani.

Sorrideva mentre lei si avvicinava lentamente al suo cospetto.

Rein e Bright, che erano i due testimoni, si lanciavano sguardi complici e avevano entrambi un sorriso radioso stampato in volto. Non lo avrebbero mai detto, ma sia Bright sia Rein erano invidiosi che Fine e Shade si sarebbero sposati prima di loro; anche perché non c’era stato neanche un misero fidanzamento ufficiale, cosa che la turchina e il biondo avevano fatto!

Il matrimonio della coppia più impossibile del reame non era per niente atteso, anzi. Non si poteva di certo immaginare che il misterioso principe del regno della Luna e la principessa più golosona di Wonder, sarebbero convolati a nozze. Questo evento fu proprio un fulmine a ciel sereno.

La cerimonia nunziale ebbe inizio e Shade aprì gli occhi di scatto, guardandosi intorno, ansioso.

Si sedette sul letto e portò la mano sulla propria fronte sudata. Era notte fonda e dall’enorme finestra a qualche passo dal letto del giovane, filtrava la luce della luna. Poggiò i piedi sul tappeto e si diresse in bagno. Non accese la luce e rimase a osservare la propria figura allo specchio.

Solo gli occhi chiari facevano un po’ di luce nel buio.

Sospirò affranto e stanco.

Anche durante la festa gli vennero delle strane visioni  che riguardavano proprio il matrimonio  con Fine. Shade iniziò ad intuire che i flashback che stava avendo e l’incidente di Fine e Rein potevano essere collegati. Però la faccenda gli sembrava surreale e non capiva come qualcosa del genere fosse successo.

 

In luogo lontano e disperso, dove la luce del sole non si mostrava da tanto tempo oramai, una piccola bambina correva tra le vie dei resti della corte. Un enorme edificio che aveva la forma di un castello, era distrutto e non presentava più la maestosità e l’eleganza che in passato aveva. La natura si era ripresa il proprio potere, tornando ad occupare il terreno ovunque poteva.

Le enormi sequoia secche e gli altri alberi privi delle loro chiome, davano al paesaggio tristezza e malinconia. Il buio era padrone di quella desolazione.

La giovane fanciulla dagli occhi color cielo e i capelli color fuoco, cercava di scappare da colui che gli stava dando la caccia.

I piedi nudi pestavano il fango, le pietre fredde e appuntite, l’erba bagnata e lei fuggiva e cercava di andare lontano. Non voleva farsi catturare e dover essere vittima della solitudine e della paura. No. Lei voleva vivere, voleva stare con sua mamma e con il suo papà. Quello buono però.

Già, perché il padre di Shine era caduto nell’oscurità, nella malinconia e nella tristezza. Lui odiava Fine perché aveva frantumato il suo cuore, lo aveva abbandonato e lasciato solo, con una figlia da crescere.

Shade odiava Fine, perché lui la amava e lei amava lui.

Shade odiava Fine perché lui si era innamorato. Voleva cancellare i propri ricordi dalla sua mente e poter ricominciare da capo. Voleva vivere un’altra felicità, ma Shade non sapeva che la felicità del cuore non si poteva dimenticare. Questa sarebbe sempre rimasta, anche se nascosta.

 

La bambina cadde a terra e si sbucciò un ginocchio. Le gambe molli e deboli si dovevano alzare e dovevano correre, ma non ne avevano ancora la forza.

Non voleva mollare adesso che mancava così poco. Poco a che papà si sarebbe ricordato tutto, poco a che lui si sarebbe innamorato di nuovo della mamma, poco al risveglio.

Shade si avvicinò alla bambina e si chinò verso di lei, porgendogli la propria mano.

-Se tu non ci sarai più, tutto questo finirà e non sarai più costretta a soffrire, sai.-

-Quello che soffre sei tu, non io. Ed io continuerò ad esistere, finché papà continuerà a vedere quei sogni e volere la rosa rossa.-

-Stai imponendo la tua volontà, lo sai? Ma pensi che lui voglia veramente tornare con Fine? Sapendo poi del dolore che vivrà?-

-Se lui non avesse voluto, non avrebbe di certo quelle visioni. E non sono io ad imporglielo.-

-Stai sconvolgendo il normale corso degli eventi. Lui aveva fatto una scelta, quella di tornare indietro nel tempo e di non innamorarsi di Fine, ma di Rein. Però tu sei entrata nel mondo degli essere umani e hai fatto avvenire quell’incidente.-

-Sto sconvolgendo il normale corso degli eventi perché vedo mio padre star male. Vedo nei tuoi occhi dolore, solo perché hai avuto il coraggio di vivere. Non avere paura, non del dono più grande.-

-Tu non sai cosa provo io.- Gridò imponente la figura maschile alzandosi da terra ed estraendo dalla fodera la propria spada. Allungò la lama affilata argenta e la pose sotto al mento della bambina.

-Vorresti davvero uccidermi?-

-Sì.-

-Fallo se ciò ti renderà felice. Io volevo solo aiutarti, papà.- La lama della spada scese giù sul collo della ragazzina, lasciando un filo di sangue come segno.

Il braccio tentennò nel dare il colpo di grazia a sua figlia, ma alla fine Shade non ebbe il coraggio di colpire ed uccidere il frutto dell’amore tra lui e Fine.

-Vattene, prima che ti faccia veramente male.-

La bambina si alzò da terra e con sguardo malinconico e sofferente si allontanò da lui. Ad una decina di metri di distanza, si voltò ancora indietro e osservò suo padre guardare per terra. Aveva un sguardo perso nel nulla.

Shine si fece una promessa: la prossima volta che si sarebbero incontrati, sarebbe stato nell’altra dimensione, insieme alla mamma.

 

La mattina successiva, nel castello del Regno Solare, la vita e l’allegria sembravano essere tornate. La vecchia Camelot assieme a Lulu con il suo impeccabile taccuino, tentavano a fatica, di far svegliare le due principesse.

Tutto sembrava davvero come tanti anni fa, quando Fine e Rein erano ancora delle bambine, che scappavano in mongolfiera, insieme a Poomo, per nuove avventure.

Camelot in quel momento, mentre osservava la stanza delle giovani con occhi lucidi, si augurava di tornare indietro nel tempo e poter salvare le ragazze da ciò che avevano vissuto dopo quella proposta di matrimonio da parte di Bright.

Se quest’ultimo si fosse innamorato di Rein e se i sentimenti di Fine fossero stati corrisposti, tutto questo dolore non sarebbe mai stato vissuto.

La vecchia governante scosse la testa e nel mentre stava per chiamare il nome delle due principesse, le due sorelle si sedettero sul letto, levarono le braccia in alto e si stiracchiarono un po’:-Buongiorno Camelot, buongiorno Lulu.- Esclamarono all’unisono.

-Hai visto, oggi non hai dovuto gridare come al solito per farci svegliare!- Sorrise raggiante Rein.

-Ho fame, che c’è per colazione?- Brontolò invece Fine.

 

Dopo tanto tempo la famiglia del regno Solare si trovava riunita per mangiare insieme. La tavola era ricca di varie cibarie e Fine aveva gli occhi sgranati, aspettando il momento in cui avrebbe potuto gustare quella prelibatezze. Rein, invece accanto a lei, si stupiva di come la sorella, nonostante gli anni, continuasse a comportarsi come una bambina. Certo sapeva che per via dell’incidente, la rossa credeva di avere dieci anni, ma sapeva anche che se avesse avuto venti, la ragazza avrebbe comunque fatto così.

-Sono così felice di essere qui.- Disse poi la turchese:-Dopo tanto tempo essere a casa con la mia famiglia.-

Proprio quando Rein finì di parlare Fine cadde dalla sedia, priva di sensi.

 

            Shade e Bright appena seppero della notizia, giunsero subito da Elsa e Toulose e chiesero di Fine.

Shade era quello risentito di più anche se non aveva proferito parola riguardo all’accaduto.

-Non è normale.- Commentò il biondo:-Solo ieri l’altro le principesse sono rientrate a castello e oggi questo.-

-E’ una maledizione.- Sospirò affranta Elsa facendosi consolare tra le braccia del marito. Mentre i presenti si chiedevano cosa poteva essere successo e si facevano le proprie ipotesi, il cobalto entrò nella stanza dove Fine stava riposando. Senza fare troppo rumore, andò a sedersi accanto alla ragazza, sul bordo del letto.

-Possibile che non sei destinata a vivere felice?- Sussurrò flebile mentre la mano fredda di lui, spostò la frangia color vermiglia dalla fronte.

Si umettò le labbra e osservò quel viso dolce e morbido, quei capelli mossi sparsi sul cuscino, quelle lunghe ciglia nere e quelle labbra rosee.

-Non so se mi senti.- Cominciò a dire:-Ma penso che ci sia qualcuno che ci vuole insieme. E che da soli, noi non possiamo proprio stare.-

Respirò pesantemente cercando le parole giuste da dire, consapevole che lei, probabilmente non lo stava ascoltando.

-Tante volte ti ho sognata, sai Fine. E noi eravamo insieme. Ci amavamo e ci eravamo sposati e avevamo avuto una bambina.- Si fermò ancora e alzò gli occhi verso la soffitta:-Ma poi ho visto delle rose appassite e tu non c’eri, più come non c’era più.-

-Shine.- Sussurrò Fine.

Shade sgranò gli occhi e prese la ragazza tra le braccia e la cominciò a scrollare:-Fine!-

Bright, Rein e gli altri sentendo la voce di Shade più alta, entrarono anche loro nella stanza della ragazza.

-Che fai Shade!- Urlò Rein:-Non toccarla così violentemente!-Disse ancora in modo categorico.

Il ragazzo fece come disse Rein.

-Ma che ti è saltato in mente? Da te non mi aspettavo proprio, un comportamento così immaturo e istintivo.- Affermò la turchese.

Anche Bright rimproverò il ragazzo e lui ascoltò con silenzio.

-Avete finito?- Chiese poi il cobalto scocciato.

-Adesso fai anche il duro?- Riprese Rein, anche lei scocciata.

Shade non rispose, ma lanciò semplicemente uno sguardo di sfida all’azzurra.

-Sembrerà assurdo, ma da quando Fine ha avuto quell’incidente misterioso, dopo che Rein è andata in ospedale, io sto avendo delle visioni.-

-Ho paura che dobbiamo mandare anche Shade dallo psichiatra.- Esclamò sarcastico Bright.

-Niente battute ironiche.-

Shade proseguì nel suo racconto, dando sempre più consistenza alle sue parole, con descrizioni ricche di particolari.

-Sei sicuro di vedere queste cose dopo l’incidente di Fine?- Domandò Toulose.

-Sì.-

-E cosa credi che dobbiamo o possiamo fare? Perché sta succedendo tutto questo?- Chiese poi Elsa.

Shade sospirò e abbassò il capo:-Non lo so, purtroppo.-

 

-Mamma, credi nell’amore?- Fine si trovava nei giardini del regno Solare, passeggiare allegramente sotto i raggi del sole.

Sentì questa voce infantile e si voltò.
Vide una bambina con un vestito bianco, più che altro sporco e quindi beige, sciupato. Sulla stoffa vi erano numerose macchie di fango. Le ginocchia sbucciate e i piedi scalzi.

I capelli erano in disordine e il viso era sporco, ma i suoi occhi color cobalto erano brillanti e vivaci, pieni di speranza.

-Perché mi chiami mamma?-

-Perché sei tu la mia mamma.- Rispose lei semplicemente:-Non hai risposto però alla mia domanda.- Continuò la ragazzina, sorridendo.

-Beh è presto per dire se credo nell’amore.-

-E se ti dico Eclipse?-

-Quel ragazzo misterioso? Non è il mio tipo! E io non credo a queste sciocchezze.- Affermò arrossendo poi.

Fine si sentiva strana e aveva il cuore che stava battendo così velocemente che temeva che tra poco le sarebbe scoppiato. Chiuse gli occhi per non pensarci e quando li riaprì, si ritrovò nella foresta della paura.

Gli alberi secchi, la nebbia fitta e quella sensazione di freddo. Sapeva di non essere sola lì. Sentì una voce maschile per lei familiare:-Si è fatto buio, è meglio fermarci qui.-

Fine guardò quel ricordo come se lo avesse vissuto ieri. Di quando aveva poggiato, per un dolce errore, la propria mano su quella di Eclipse. Quando i suoi occhi si erano incatenati ai suoi e quella strana sensazione che le aveva preso di mira, il cuore, lo stomaco e la mente.

Ancora un altro ricordo, di quando sua sorella gemella dubitava sull’identità di Eclipse, di quando Shade aveva preferito ballare con Rein, piuttosto che lei. Di quando nel labirinto del regno dei Mulini a Vento, Shade era venuto a salvarla.

-Ti ricordi quando tu e papà avevate litigato perché papà era geloso?- Domandò Shine. Fine e sua figlia erano di nuovo in quei giardini pieni di graziosi fiori color vita.

La ragazza scosse la testa.

-Meglio così. Mamma devi stare con papà, perché se no, papà starà male.-

-Ma lui vuole bene a mia sorella.- Confessò tristemente lei.

-Quindi preferisci non stare più con lui?-

Fine abbassò la testa:-No!- Gridò con forza.

 

            Le voci si stavano facendo sempre più chiari e spalancai gli occhi. Mi sedetti meccanicamente sul letto. Mamma, papà, Bright e mia sorella sgranarono le proprie iridi e la voce di Shade si fermò di colpo.

Mi dava le spalle però dopo si voltò verso di me.

Gli sorrisi:-Ricordo tutto, Shade.-

 

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***Note Finali***

Salve ragazze. Sì, potete cantare Alleluja, o caricare i vostri fucili per ammazzarmi all’istante. E’ da un po’ che non aggiorno, lo so -.-

Non vi voglio promettere niente, con aggiornamenti veloci e rapidi, però cercherò di fare il possibile.

Ringrazio chi legge e spera in un aggiornamento di questa storia, chi la commenta e chi l’ha messa tra le preferite seguite e ricordate.

Vi saluto.

Agente speciale PiccoloKoala.

 

 

 

 

 

 

   
 
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