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Autore: the_rest_of_me    25/01/2013    2 recensioni
questa storia è il sequel di un'altra: "I'm in love with you"...
all'interno inserirò il link diretto...
Riassunto: di ritorno da un altro secolo Liza deve fare i conti con la vita che aveva lasciato, ma anche con un amore che è nato in lei...
abbandonare la vecchia vita e inseguire quel sentimento sembra la cosa più logica da fare... ma!
sì, ma perché l'amore non è facile e la vita pone molti, forse troppi, ostacoli sulla strada!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'True love...'
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Pov Stefan
 
Uscito dalla pensione mi ero diretto al Mystic Grill. Mi ero portato sul retro tre ragazze e le avevo uccise.
Non era da Klaus non intervenire. Se non era ancora andato a riprendersi quelle bare doveva esserci un motivo.
Andai nel bosco e lì trovai altre due prede, e facevano cinque.
Cosa poteva essere successo che gli aveva impedito di venire a riprendersi ciò a cui teneva immensamente?
Camminavo per la città senza una meta quando vidi un ragazzo dai bellissimi occhi azzurri. Sei vittime.
Magari Rebekah aveva fatto qualcosa per impedirgli di venire a Mystic Falls.
Un uomo sulla quarantina camminava con delle buste in mano. Sette.
Oppure aveva rinunciato? No, non era possibile. Klaus non avrebbe mai rinunciato alla sua vendetta, di qualunque cosa si trattasse.
Un SUV si fermò di fianco a me. lo guidava una ragazza. Otto.
Presi il SUV e mi misi alla guida.
“WELCOME TO CHICAGO”
Mi ero ritrovato lì senza quasi rendermene conto.
Una volta lì, però, sapevo esattamente dove andare.
 
“Stefan? Sapevo che te ne saresti accorto!”
Mi sarei accorto di cosa? Non riuscivo a capire.
“mi sarei accorto di cosa? Del fatto che non hai ancora fatto niente per riprenderti la tua famiglia? E chi non se ne sarebbe accorto?”
Vidi l’espressione sul suo viso vacillare. Forse avrei dovuto notare altro, ma proprio non riuscivo a capire cosa.
Io sapevo quanto lui tenesse alle sue dannate bare. Nonostante tutto erano la sua famiglia. Aveva un modo contorto di dimostrare il suo amore, ma era Klaus, non potevamo aspettarci molto altro.
“Stefan, perché sei venuto qui? Vuoi morire, per caso?”
“non mi ucciderai… solo io so dove sono le bare, e di certo se mi ucciderai non lo scoprirai mai…”
Sorrise appena.
“sei tornato davvero ad essere il caro e vecchio Rippah...però, devo chiederti dove hai messo le mie bare… non sei nella posizione di ricattarmi. Stefan, sto per perdere la pazienza…!”
Sorrisi.
“Tu non hai ancora capito. Non mi importa… io voglio la mia vendetta.. Mystic Falls ti aspetta, Klaus…”
Mi girai e feci per andarmene.
“ehi, Rippah.. te ne pentirai…!”
Mi fermai per rispondere e, in quel momento, sentii qualcuno canticchiare al piano di sopra.
“hai avuto compagnia stanotte?”
Lui si concentrò e quando anche lui sentii quel qualcuno vidi un lampo passare nei suoi occhi: vendetta! Poi, però, sembrò ripensarci.
“sto per perdere la pazienza… se non hai intenzione di dirmi dove si trova la mia famiglia ti consiglio di andartene…”
Lo fissai ancora per un secondo e in quel momento scattò.
Mi venne addossò e mi trascinò fuori da quella casa, rompendo una finestra.
Sentii una voce e una parte di me mi disse che avrei dovuto conoscerla bene. Pensai a Rebekah e mi concentrai sul corpo di Klaus su di me.
 
Pov Liza
 
Ero appena entrata in doccia quando sentii un vetro andare in frantumi.
Urlai, istintivamente. Cosa diavolo poteva mai essere successo?
Ok, vivevo in una casa con due vampiri. Anzi con un Originale e un Ibrido, ma vivere con degli essere per lo più mitologici non era poi questa grande novità per me.
Uscii dalla doccia e fui stupita di vedere Rebekah lì ad aspettarmi.
“Ti piace proprio mostrarti nuda…”
“Ti piace proprio entrare in bagno quando le persone fanno una doccia”
Sorrise appena.
“di sotto c’è Stefan…”
Sentii un brivido corrermi lungo la schiena.
Possibile che se ne fosse già accorto?
Possibile che Niklaus avesse ragione e Stefan mi amava ancora?
Possibile che il suo amore per me era più forte dei suoi poteri?
Possibile che lo avesse capito in così poco tempo?
“non è qui per te!”
No! Non era possibile!
Sorrisi appena, di un sorriso malinconico e triste.
“Allora, suppongo, non abbia trovato una spiegazione alla non-reazione di Niklaus e sia venuto a controllare di persona…”
“sei sveglia!”
“lo so…!”
Rimasi in silenzio e lei come me.
“perché lo chiami Niklaus?”
Aggrottai le sopracciglia.
“è il suo nome, mi pare…”
“sì, ma lo chiamiamo tutti solo Klaus… perché lo chiami Niklaus…!”
Cercai, davvero, una spiegazione e l’unica che mi venne fu: “penso che sia una questione di abitudine!”
Sì, perché ero abituata a leggere il suo nome per intero e non solo una parte.
Rebekah, però, non era soddisfatta della mia risposta.
“scusami, Rebekah, ma non posso dirti a cosa è dovuta la mia abitudine… di certo non avevo mai conosciuto tuo fratello, prima di questo fortunato caso!”
“ok ok, donna dei misteri… in ogni caso, forse sarebbe il caso che tu non ti facessi vedere o morirai!”
Sorrisi appena.
“Già… ma tanto non se ne accorgerebbe nessuno!”
 
Pov Damon
 
Dove diavolo si era cacciato Stefan?
Avevo una terribile sensazione e non sapevo dove fosse finito. Lo chiamai al cellulare, dopo averlo cercato, senza alcun risultato, per tutto il paese.
“Qui il telefono del quasi morto vampiro Stefan Salvatore. Se sei Damon, il fratello ruba fidanzate, sappi che il tuo caro fratellino sta tornando a casa un po’ debole e incazzato, perciò fagli trovare un paio di vittime… vi conviene ridarmi le mie bare o vi farò fuori!”
“e tu chi diavolo saresti?”
“Rebekah, la sorella di Klaus!”
“che diavolo ha fatto Stefan?”
Il mio tono sembrava più rassegnato che spaventato. Mi ero ormai arreso all’inevitabile atteggiamento di mio fratello. Sapevo di essermi comportato in maniera imperdonabile con lui, gli avevo tolto l’amore della sua ragazza, ma non poteva comportarsi in quel modo. Ci avrebbe fatto morire tutti.
“è venuto qui minacciando Klaus perché non aveva ancora reagito… me lo ricordavo più intelligente”
In quel momento entrò Stefan.
“Beh, è stato un piacere parlare con te… ma devo dare una bella strigliata a mio fratello!”
“Ciao Damon… non vedo l’ora di conoscere anche te!”
Quel “anche” mi sembrò ricco di doppi sensi.
“Si può sapere cosa diavolo è successo? Sei andato da Klaus? Volevi farti uccidere?”
Stefan non mi degnò nemmeno di uno sguardo, si voltò e cominciò a salire le scale.
“Stefan, fermati adesso?”
“Sono andato da Klaus perché vendicarmi è l’unica cosa che mi resta da fare… non sento più niente e non voglio nemmeno tornare a provare sentimenti perché non so quello che proverei dato che ti sei messo con la mia ragazza… Klaus e la mia vendetta sono le uniche cose che mi restano, ma se anche lui mi ignora…”
Non concluse la frase, si voltò e sparì nella sua stanza.
Andai da Elena.
 
Pov Elena
 
Quando Damon arrivò a casa mia sembrava preoccupato ma non voleva parlarne. Avevo provato a domandargli più volte cosa fosse successo ma aveva sorriso e glissato sull’argomento.
“come è andata la tua giornata oggi?”
“Benissimo, ho fatto un giro in paese e poi sono andato un po’ a casa… tu? Sei uscita con le ragazze?”
Si manteneva distante. Era distratto. Era freddo con me.
“ti manca lei?”
Ero sempre più convinta che lui amasse Liza, solo che non se ne era mai reso conto.
“cosa?”
“Liza… ti manca Liza?”
Mi abbracciò e mi fece sedere sulle sue gambe.
“mi manca, ma non è per lei che sono preoccupato… lei sta riprendendo la sua vita. È Stefan che mi preoccupa. Oggi è andato fino a Chicago per minacciare Klaus. Sarebbe potuto morire e io non avrei potuto fare nulla per salvarlo!”
“io… forse potrei provare a parlarci.”
“sarebbe inutile… io, te o Caroline… ormai siamo solo persone che lui conosce. Non sente più niente…”
“io non ci credo… il padre di Caroline riusciva a contrastare il controllo mentale! Magari potrebbe riuscirci anche lui!”
Sorrise poco convinto.
“potremmo proporglielo!”
 
Pov Liza
 
Scesi di sotto e trovai Niklaus seduto sul divano che disegnava.
Mi avvicinai e sbirciai il foglio sul quale stava lavorando.
Era uno splendido paesaggio. Una luna si affacciava da dietro una nuvola e si specchiava in un lago immobile.
C’era malinconia in quel disegno.
“Stefan porta con sé un bagaglio di vecchi ricordi?”
Non mi degnò di uno sguardo e io non provai più a parlare. Rimasi ad osservarlo in silenzio. Ad un certo punto Rebekah scese di sotto con delle valigie e dietro di lei c’era un vampiro con le mie valigie.
“Che succede?”
Niklaus chiuse il suo album da disegno.
“Partiamo… Rebekah andrà a Mystic Falls per cercare di risolvere questa situazione e, finché i tuoi amici non si renderanno conto che sei sparita io non farò niente per nuocerti, come promesso…”
“E dove dovremmo andare?”
“New York, Las Vegas, Los Angeles… ovunque ma non possiamo restare qui.. se Stefan ti scoprisse non avrebbe senso averti fatto quella promessa…”
Sorrisi, chissà per quale motivo ma sentivo che di lui potevo fidarmi, anche se era l’Ibrido sadico di cui avevo letto.
Sentivo che potevo fidarmi, anche se sapevo che non avrebbe esitato ad uccidermi.
Sentivo che potevo fidarmi, anche se sapevo che fine aveva fatto la sua famiglia quando aveva dimostrato di non gradire tutto ciò che lui faceva.
 
Partimmo di lì a mezz’ora. Destinazione: Los Angeles.
Quando arrivammo Niklaus mi portò direttamente in hotel.
“Non uscirai da questa stanza e non userai il telefono, sono stato chiaro?”
Mi voltai a guardarlo.
“e perché? Dov’è finita tutta la tua ospitalità?”
“dovresti essermi grata per il fatto di essere in vita, non vedo perché dovrei essere ospitale…”
“Ma perché non posso uscire? Qui non potrei incontrare nessuno, e di certo non cercherei di scappare… non sono mai stata a Los Angeles, non sono mai stata da nessuna parte, in realtà…”
Niklaus mi fu vicino in un lampo.
“Vediamo di capirci subito: ieri mi hai preso in un momento buono e ti ho fatto una promessa. Non amo rimangiarmi la parola data, per questo siamo qui. Ma se credi che ti renderò la vita facile, ti sbagli di grosso!”
Lo guardai negli occhi e, forse, quello che lesse nei miei non gli piacque perché mi morse e mi lasciò priva di sensi sul letto.
 
Quando ripresi conoscenza ero più arrabbiata di quanto non fossi mai stata.
Mi chiusi in bagno e iniziai a lavarmi.
Quell’Imbecille di un Ibrido… ma chi diavolo crede di essere? Non può permettersi di trattarmi così… lui… oddio! E se chiamassi Damon e gli dicessi tutto, almeno questa storia avrebbe una fine… sì, certo! La mia! No, è fuori discussione… però quell’imbecille… oddio, lo ucciderei in questo momento.
Ero ancora sotto la doccia, quando sentii la sua voce chiamarmi, non risposi, fingendo di non sentirlo.
Speravo che avrebbe capito e mi avrebbe atteso fuori dalla porta, ma naturalmente era chiedere troppo.
Aprì la porta del bagno ed entrò.
“si può sapere perché non rispondi?”
“non ti avevo sentito!”
Ero più che sicura che non se la fosse bevuta, ma non mi interessava più di tanto…
Finii di sciacquarmi e aprii la tenda della doccia, mostrandomi nuda.
Il periodo dissoluto della mia vita aveva portato con sé ogni traccia di pudore.
“Wow, ora capisco perché Stefan si è innamorato di te”
“nel 1864 lui questo” e mi indicai “non poteva vederlo, seppellito sotto metri e metri di stoffe!”
Fece un cenno con il capo, come per darmi ragione.
“Niklaus, che cosa vuoi?”
“ho portato la cena!”
“Non ho fame!”
Mi avvicinai alla valigia e la aprii, lui era dietro di me.
“Devi mangiare, sei debole!”
Lo guardai con un sopracciglio alzato, poi mi voltai e continuai a vestirmi.
Non gli risposi, non ce n’era bisogno, almeno dal mio punto di vista.
Volevo che uscisse dalla stanza e che mi lasciasse in pace.
Se voleva trattarmi da prigioniera, mi sarei comportata da tale.
“Non vorrai tenermi il broncio, vero?”
Non gli risposi, mi misi a letto e accesi la televisione.
Trovai un film d’azione e iniziai a guardarlo.
Lui si sdraiò ai piedi del letto e, in silenzio, iniziò a mangiare e a guardare il film con me.
Dopo un po’ iniziai ad avere fame.
Presi un contenitore a caso e iniziai a mangiare.
“Non temi che possa averlo avvelenato?”
“Spero che almeno sia indolore…”
“Eri più simpatica quando eri loquace…”
“Eri più simpatico quando non mi trattavi da prigioniera…”
Che poi perché mi dava così tanto fastidio?
Io ero anche meno di una prigioniera.
Ero un ostaggio.
Una merce di scambio.
Una, molto probabilmente, vittima.
Non mi rispose. Si alzò e uscì dalla stanza.
 
Pov Rebekah
 
Arrivata a Mystic Falls mi diressi alla pensione Salvatore.
Oh, sarebbe stato divertente stare un po’ in mezzo alle scatole a Stefan e, magari, avrei potuto giovare un po’ con Damon.
Quando arrivai mi venne ad aprire Elijah.
Ci misi meno di un secondo a gettarmi tra le sue braccia.
Era così bello, rivederlo vivo.
“Rebekah… che bello! Mi sei mancata così tanto”
“Anche tu… come mai sei qui?”
In quel momento scese Katerina.
“Oh, Katerina… ancora lei!”
Elijah sorrise, e anche quella vampira che era riuscita a scappare per così tanto tempo dalle grinfie di Klaus.
Mi voltai verso mio fratello: “sai che non la lascerà viva, vero?”
Lui annuì, ma nel suo sguardo lessi una determinazione che non gli avevo mai visto. Non gliel’avrebbe lasciata uccidere.
 
Quella sera mio fratello mi portò al Mystic Grill. Un locale squallido, frequentato da gente altrettanto squallida.
Katherine era rimasta alla pensione, non poteva farsi vedere in giro, se lo era anche Elena.
Elijah mi presentò alcune persone, se così si poteva definirle.
Un licantropo, ne sentivo la puzza, un tale Lockwood.
Una strega, e una Bennet per giunta.
Uno stregone, un certo Lucas, che sembrava accompagnare la strega.
Tre vampiri: Damon, Caroline e Anna.
Due umani: Jeremy e Matt.
E, ultima ma non meno importante, la doppelganger: Elena.
Mi sedetti accanto al biondino, che mi sembrava l’unico non in coppia.
“dov’è Stefan?”
Damon mi guardò indeciso se rispondermi o meno.
“Non è qui!”
Fu la geniale risposta che riuscì a darmi.
Sorrisi affabile.
“Oh, questo lo avevo notato… ma mi domandavo come mai, il Rippah non avesse partecipato a questa allegra festicciola tra esseri sovrannaturali” mi voltai verso Jeremy e Matt “a parte voi due, ovviamente!”
Elena si mosse irrequieta sulla sedia.
Bonnie mi fissò in cagnesco, mentre il suo ragazzo le stringeva la mano.
Damon mi sorrise, forse nelle sue intenzioni quello era uno sguardo ammaliante.
“il Rippah è troppo impegnato nelle sue ricerche…”
Mi alzai. “Beh, fategli sapere che anche se Klaus non è qui, basto io a mettervi i bastoni tra le ruote…”
Mi voltai per andarmene ma poi ci ripensai.
“Elena, io starei attenta agli aghi!”
Chissà cosa aveva  capito dalla mia ultima uscita, ma onestamente non mi interessava.
Klaus mi aveva spedito lì con dei doveri ben precisi, e io li avrei portati a termine.
 
Angolo Autrice…
 
Non ci sono parole per scusarmi… lo so… tre mesi sono una vita, ma vi giuro non sapevo che scrivere…
Lo so è imperdonabile, inammissibile, inconcepibile, e chissà quante altre cose in in-… però, spero, che vorrete continuare a seguire questa storiellina… vi prometto che non vi farò attendere più tre mesi, o almeno ci proverò…
Posso usare la scusante che quest’anno sono d’esami e in teoria dovrei studiare?? O.o
No!! Lo so, lo so… chiedo venia e per dimostrarvi le mie buone intenzioni vado a scrivere un altro capitolo e spero di pubblicarlo stasera o domani, al massimo ^_^
Ah, devo chiedere perdono, molto più che a tutti gli altri, a MiaBlack che più di una volta ha definito la mia storia una droga, di cui io l’ho privata senza preavviso e senza motivo… 
  
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