C’è una sola cosa che mi spaventa davvero, in queste notti qui al buio, e non è la paura di non tornare a casa, ma piuttosto l’idea di aver dato la mia vita per una causa persa.
Ultimamente, è una cosa a cui penso spesso: e se fosse tutto inutile?
Voglio dire, cosa possono tre diciassettenni contro Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato?
Niente, proprio niente.
Allora perché tu, Ron Weasley, sei rimasto fino ad ora?
Ma è ovvio, no?
Per lei.
Solo per lei.

Hermione è sempre stata una ragazza coraggiosa. Lei, non io. Io sono coraggioso solo grazie a lei, solo per dimostrarle che anch’io valgo qualcosa.
Saranno almeno due mesi che siamo arroccati qui, a Godrick’s Hollow, e ancora non abbiamo risolto niente. Non abbiamo trovato manco mezzo Horcrux.
Dobby, intanto, ha lasciato Hogwarts ed è venuto a vivere con noi, per farci da domestico e sferruzzare qualche calzino, oltre che per aiutarci. Ha dei poteri straordinari, non l’avrei mai detto.
Harry dorme in camera dei suoi, Hermione nella camera degli ospiti. Io dormo sul divano, in salotto, ed è dannatamente scomodo. Oltre che freddo. Si sta avvicinando l’inverno e io ho preso un bel raffreddore. Hermione se n’è accorta. Si accorge sempre di tutto, lei.

-Ron, forse dovremo fare a cambio- mi ha detto stamattina, mentre facevamo colazione:
-Posso dormirci un po’ io, sul divano, se vuoi-.
-No, tranquilla. Sto una meravi… ETCHIÙ!-.
-Stavi dicendo?- ha fatto lei, inarcando un sopracciglio e sorseggiando lentamente il suo caffellatte. Ve l’ho già detto quanto è bella? Avrei voluto esserci io, al posto di quella tazza… per favore, Ron, non è il momento! Pensa alla Umbridge, pensa alla Umbridge…
-No, Herm, non se ne parla nemmeno. Non voglio che tu ti ammali-.
Mi sono riscoperto molto più gentile, da quando ho mollato Lavanda. Forse perché stare con quel cervello di gallina mi ha fatto capire quanto straordinaria fosse Hermione.
-Sciocchezze, Ron! Se puoi dormirci tu, su un divano, posso dormirci anch’io. Oltretutto, c’entro molto meglio di te. Tu sei troppo alto-.
-O forse sei tu che sei troppo bassa- ho ribattuto, pungente.
Lei mi ha fatto una linguaccia e io ho sorriso: uno a zero, Pluffa al centro.
Hermione è piccola, è verissimo, e mi diverto sempre a scherzarci su; ma lei non sa che mi piace tanto anche per questo motivo. Non so, ma ho sempre preferito lei (un metro e cinquantasette scarso) a quelle giraffe di Lavanda o Angelina. Una ragazza deve essere piccola e fragile. Altrimenti non è una ragazza, dico io. Ginny dice che sono un maschilista, ma non è vero, perché riconosco che, anche se fisicamente inferiore a me, Hermione ha molto più cervello e nervi più saldi. Non che ci voglia molto, comunque.
-Troviamo un’altra soluzione- ha insistito lei, decisa a non mollare l’osso.
-Quale? Con Harry non posso dormire e con Dobby nemmeno-.
-Dormi con me, allora-.
Silenzio. Gelo. Ci siamo fissati per un interminabile istante. Infine io ho deglutito rumorosamente, balbettando con voce strozzata:
-C-cosa?-.
-Dormi con me, allora- ha ripetuto lei, piano. Nessuna traccia d’imbarazzo visibile, solo un lieve rossore alle guance. Io so per certo di essere stato bordeaux.
-N-non.. non credo sia il caso, Hermione… insomma, io…-.
-Russi, per caso?-.
-Ehm … no. Non credo-.
-Parli nel sonno?-.
-Qualche volta-.
-Ti muovi eccessivamente?-.
-No-.
-Nessun problema, quindi. Da stasera dormirai con me. C’è un letto enorme, lassù. Non ci daremo fastidio-.
-Ma…-.
-Silenzio, Ron, non voglio sentire proteste; oramai è deciso. Sarebbe un peccato sprecare tutto quello spazio-.
-Ehm … d’accordo. Hai ragione- ho acconsentito infine, pur sapendo a quali rischi andavo incontro. O andava incontro lei. A seconda dei punti di vista.



… CONTINUA…

Commentino? :O)