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Autore: OneLifetime    25/01/2013    1 recensioni
..."Diciamo che riponevo molte speranze in quella serata". Questa è la storia di una ragazza,come potrebbe essere chiunque che si trova ad affrontare,amori,amicizie e sofferenze che gli insegneranno sempre risollevarsi e a non mollare.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era un palazzo piuttosto grande. Appena varcai la porta mi ritrovai in un ampio corridoio,sulla destra c'era una porta e di fronte a me una breve rampa di scale
.
« Da questa parte» e mi indicò le scale. Salimmo e lui iniziò a trafficare con le chiavi,ne aveva quattro o cinque diverse e le stava provando tutte.
« Ma che te ne fai di tutte quelle chiavi?»
« Beh sono una per il cancello,una per la porta,una per il garage,una per il seminterrato...»
« Io anche ne ho,ma non le uso mai,di solito riesco a sfruttare i miei per farmi aprire e di andare in garage ne faccio a meno!» Gli risposi ridendo.
« Si ma i miei non sono spesso a casa...» Rispose con voce piatta. Poi finalmente riuscì ad aprire la porta ed entrammo.

Mi aspettavo che facesse più caldo in quella casa,ma ci saranno stati massimo 17° o 18° ed io ero abituata ai 20°-21° che c'erano costantemente a casa mia grazie al caminetto. Amavo stare al caldo,specialmente d'inverno. Coricata sul divano a guardare un film con il camino acceso,una coperta e una cioccolata calda. Odiavo il freddo,insomma come può sopportarlo una che si chiama Fiammetta?
Ma a parte la temperatura effettiva il resto della casa era molto accogliente: le pareti erano arancioni e appena si varcava la soglia alla destra ci si trovava un divano ed un televisore e di fronte una grandissima vetrata che illuminava tutta la stanza ed una piccola cucina .
Tutto era sui toni del bianco e dell'arancio e alle pareti erano appese numerosissime fotografie della famiglia e di vari luoghi in cui probabilmente erano stati:c'era una foto in cui sciavano,una in cui Diego era sulla sua moto, una in cui avrà avuto massimo otto anni mentre si buttava dagli scogli e poi un'altra in montagna, con un caschetto ed un imbragatura appeso ad una parete di roccia...ma in tutte, ogni singola foto aveva qual fantastico sorriso che non era mai cambiato,lo contraddistingueva sin da bambino.
Diego era figlio unico,ma in alcune foto era insieme ad una babinetta bionda con i suoi stessi occhi.

« Hai una casa stupenda» dissi rivolgendomi a lui, che intanto si era sfilato le scarpe e si era seduto sul divano con la testa fra le mani.
« Grazie» Rispose alzando lo sguardo e sorridendomi. Aveva ancora gli occhi lucidi per la febbre.
« Avrai qualcosa che fa abbassare la febbre da qualche parte no? Mia madre ne ha per rifornire una farmacia!» E mi diressi verso la cucina.
« Mi pare che ci sia qualcosa in quel cassetto sopra di te» Disse venendomi in contro.
Provai ad alzarmi sulle punte,ma era inutile non riuscivo a vedere nulla; era troppo in alto e se solo avessi provato a prendere qualcosa avrei tirato giù tutto. Mi girai verso Diego ridendo,lui aveva capito e infatti mi fece spostare delicatamente e prese quello che ci serviva con facilità,sussurrando nel frattempo un “nana” che provocò un mio sguardo indignato.
Così prese un bicchiere d'acqua e ingoiò la pastiglia. Poi tornammo a sederci sul divano e lui accese la televisione.
« Chi è quella bambina bionda che c'è nelle foto insieme a te?» Chiesi guardandolo.
« Oh..lei è Emma..mia sorellastra»
« Oh,non lo sapevo..ma i tuoi sono separati?»
« Si,da tre anni o qualcosa di più mi pare...mia madre ha subito trovato un altro uomo e si è trasferita da lui,ora girano il mondo. A lei è sempre piaciuto viaggiare e quando ero piccolo portava anche me...ma poi è arrivato Andrea e ha deciso che sarebbe stato meglio se fossero andati solo loro due.»
« Oh mi dispiace» sussurrai. « E tuo padre? Se non ho capito male vivi con lui no?» Ero piuttosto imbarazzata,erano argomenti delicati.
« ...si adesso io..»
Lo interruppi:« No,aspetta non voglio che racconti se non ti va...»
« No tranquilla,non c'è problema..anzi credo che mi faccia bene parlarne con qualcuno..»
Da un lato ero preoccupata,non avrei saputo che dirgli,non ero brava con le parole. Ma ero felice,felice che volesse parlarne con qualcuno,se quel qualcuno ero io.
« Comunque si,adesso dovrei vivere con mio padre..ma anche lui,poco dopo mia madre, ha trovato una compagna..e hanno avuto una figlia,Emma. Ed ha i miei stessi occhi perché li ha presi da mio padre,come me. Solo che questa sua compagna abita lontano da qui,in una casa che era dei suoi genitori e non può e non vuole trasferirsi. Hanno provato a convincere me a trasferirmi,ma qui ho tutto:gli amici,la squadra, i compagni di scuola. Gli ho detto che sarei andato da Stefano piuttosto,il mio migliore amico; o anche ad abitare dai nonni,ma non me ne volevo andare da li. Mio padre non ha buoni rapporti con i miei nonni e non gli piace dover pesare su qualcun' altro e quindi ha preferito lasciare che rimanessi qui. Ora quindi fa avanti e indietro per andare a trovare Giada,la sua compagna e la maggior parte delle volte si ferma da lei..ed è per questo che spesso non c'è nessuno a casa mia.»
Rimasi spiazzata,non ero a conoscenza di tutto questo. Sembrava così perfetto, uno che aveva tutto: era bello,simpatico,pieno di amici e di ragazze,non pensavo mai più che avesse potuto avere dei problemi in famiglia.
« Hei, a che pensi? Non volevo annoiarti comunque, ma l'hai voluto tu!» Disse con un sorriso. Era stato serio per tutto il tempo,senza guardarmi,fissava il vuoto di fronte a se e all'ultimo aveva cambiato discorso: stava ancora parecchio male per tutto questo.
« No no tranquillo non mi hai annoiato! Comunque come va? Un po' meglio? »
« Si si,va meglio....eh guarda se non ci fossi stata tu!»
« Già come faresti senza di me?» Chiesi ridendo.
« Non lo so,davvero» Rispose. La mia era una domanda retorica,non pensavo che mi rispondesse,o almeno non così. Mi aspettavo una battutina,di quelle che riusciva sempre a dire lui al momento giusto,quelle battutine anche un po' cattive. Eppure me l'aveva detto tranquillamente,senza neanche una nota di sarcasmo nella voce. “Non lo so,davvero” me l'aveva detto serio,guardandomi fisso,senza distogliere neanche un secondo lo sguardo.
« Devo dirti una cosa» Continuò a guardarmi. I suoi occhi contro i miei.
« Dimmi» chiesi stupita,avvicinandomi.

Non so bene quanto durò quell'istante,sempre se di un instante si trattasse. Ma non disse niente ed io vidi solamente i suoi occhi avvicinarsi al rallentatore e socchiudersi, le sue labbra posarsi sulle mie delicatamente, e chiusi gli occhi anche io. Era una scena migliore di quelle dei film,in cui tutto si fermava e i protagonisti erano avvolti da un alone di meraviglia.

Poi tornai alla realtà,ma che avevo fatto? Mi staccai e mi alzai di scatto dal divano,mi voltai dall'altra,non riuscivo a guardarlo.
Invece lui continuava a tenere il suo sguardo fisso su di me.
« Aspetta,cos'ho fatto di male?»
« E me lo chiedi? So come sei,tu non sei il tipo da storie serie ed io non sarò un altra delle tue ragazze. Non mi innamorerò di te,dei tuoi occhi che sembrano così sinceri per poi scoprire che per te non c'è niente,mi è già successo e non voglio che accada di nuovo.» Presi il giubbotto e corsi di sotto,volevo uscire al più presto da li; mi affezionavo troppo facilmente alle persone e questo mi distruggeva. Scesi in strada e mi diressi alla fermata,con gli occhi lucidi. Ero un idiota. Non so quante ragazze avrebbero fatto di tutto pur di trovarsi al mio posto. Avevo appena baciato il ragazzo che mi piaceva, era stato un bacio incredibilmente dolce ed io me n'ero andata. Ma l'avevo fatto solo perché ero cosciente del fatto che mi piacesse e se fossi rimasta ne avrei avuto la prova ed io non volevo, non doveva piacermi,avrei solo sofferto. Ad un certo punto sentii dei passi avvicinarsi sempre di più,qualcuno stava correndo. Non mi voltai,ma ad un certo punto mi sentii afferrare per un braccio.
« Ti prego, aspetta.»

« Diego no ti prego. Non sono quel tipo di ragazza,che sta con te perché sei bello e basta. Io con un ragazzo ci sto se mi piace, e tu forse mi piaci,è questo il problema. Ma tu non sei il tipo da stare con qualcuno,non sei il tipo da “relazione seria” e non voglio farmi illusioni »
« Ma chi ti dice che io ti farò star male? Tu mi piaci,e davvero,tu sei diversa»
« Come tutte le altre ragazze a cui l'hai detto...»
« No non è vero,te lo giuro»
« Non serve a niente giurare» Dissi con gli occhi bruciavano: « Non servono a nulla le parole»
« Allora io te lo dimostrerò» Disse prendendomi per mano.

Rimasi spiazzata,ma non mi staccai da quel contatto.
In qual preciso istante cambiai idea, guardando i suoi occhi pensai che poteva essere sincero.
Con quella sua ultima frase avevo cambiato idea e sapevo che era una cosa stupida. Sarei stata male di nuovo ma infondo avrei dovuto godermi ciò che mi rendeva felice fin che potevo no? E fino a quel momento stare con lui mi rendeva felice.

Mi resi conto che non potevo rifiutarmi di vivere per paura di star male.
Infondo senza la tristezza non esisterebbe nemmeno la felicità.

Lo guardai negli occhi e sorrisi: « Non costa nulla provare»
Lui sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi,era felice,anche più di me e mi abbracciò.
 

Questo capitolo non mi convince molto,purtroppo non ho
avuto molto tempo e l'ho dovuto scrivere in fretta.
Prometto che mi farò perdonare con i prossimi (spero) :) 
-maDream-

  
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