Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: LouisDePointeDuLac    25/01/2013    6 recensioni
La convivenza, si sa, è una delle prove più ardue che ci si possa trovare ad affrontare.
Sopratutto con certi soggetti. O con i loro amici. O i loro problematici ed ingombranti drammi esistenziali che vanno a sommarsi a quelli personali, dando vita a risvolti imprevisti e non sempre graditi.
Perché la vita è un cubo di Rubik: molteplici facce, combinazioni, conseguenze e frustrazioni derivanti da ogni singola tessera e i suoi movimenti.
Dove non bisogna stare attenti all'introvabile soluzione, ma a ciò che accade nel mezzo della ricerca.
Sopratutto, a quali tiri mancini il dannatissimo cubo tenta di tirarti.
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NdA:
E’ ufficiale: Louis smetterà, da qui in poi, di fare promesse che ovviamente non è in grado di mantenere circa gli aggiornamenti!
Ma basta parlare di me. Una NdA all’inizio del capitolo! Più che doverosa. Perché? Perché ci ho messo una vita a scrivere questo ed il prossimo capitolo e una spiegazione mi pare più che necessaria.
Innanzitutto, un avvertimento circa la forma: questo capitolo e il seguente erano in origine uno scritto unico, che ho deciso di spezzare a causa del numero di pagine che lo costituivano e i contenuti trattati.
Quindi, nonostante lo stacco, essi andranno a costituire l’arco di tempo di una stessa giornata; il prossimo, per quanto possibile, cercherò di postarlo più in fretta che potrò.
Riguardo al contenuto: come già è avvenuto nel capitolo precedente, le “facce” stanno cominciando a farsi vedere. Quindi, per quanto l’ironia rimanga l’impronta caratteristica della narrazione e la prima arma di espressione dei personaggi (anche di quelli nuovi che ho introdotto, in questo caso), vi invito a fare molta attenzione a cosa dicono “tra le righe”.
In sostanza, questi due capitoli…non fanno ridere come gli altri. Spero tuttavia che vi piacciano lo stesso.
So cosa vi state chiedendo: i protagonisti? Mah, chissà! ;)

 
 

Misirlou

 
 
 
 
 
A casa dei gemelli, il sabato mattina, vige una bellissima regola.

DORMIRE.
Credo che il record tuttora imbattuto siano le tre di pomeriggio. Ovviamente stabilito da Kanon, Saga dopo un po’ torna nel mondo dei vivi, per fortuna.
E questo sabato, per quanto particolare, non fa eccezione.
Tranne per il fatto che sto allegramente andando a rompergli le palle.
Salgo piano le scale, cercando di tenere nel modo giusto il sacchetto di biscotti, finché non arrivo al pianerottolo. Sistemo meglio lo zaino sulla spalla ed allungo il braccio per suonare.

Niente.
Riprovo.

Ancora nulla.
Un attimo. E se oggi fossero usciti?
Cazzo, potrebbe essere un problema. Non l’avevo previsto. Dannazione a me e alle mie idee improvvise che puntualmente non si realizzano!

Meglio essere sicuri.
Cerco il cellulare per chiamarli a casa. Pochi istanti dopo sento l’apparecchio squillare oltre la porta.
Uno…due…tre…quattro…cinque…sei…sette squilli…
Dai, non è possibile, non ci credo…
- Pronto – sento rispondere dopo l’ottavo “tuuu” dalla voce assonata di Saga.
- Ciao. Dormivi? – dico.
- Mhhh…ni. -
- Oh. Scusa. Mi apri? –

- Saga –
-…mhh…cosa…? –
- Sono fuori dalla porta – specifico – Posso entrare? –

- Ah. –
Sento un rumore strano, come se la cornetta fosse stata appoggiata con poca delicatezza su una qualsivoglia superficie, dopodiché dopo alcuni attimi le serrature della porta blindata scattano in successione e quest’ultima viene aperta.
Mi compare davanti la figura confusa di Saga nella sua migliore mise mattutina: pantaloni della tuta e maglietta a maniche corte in disordine, capelli in tutte le direzioni ed espressione stordita.
- Ciao – sorrido, alzando il sacchetto con i biscotti in segno di pace. – Buon compleanno! –
- …mmmhgrazie…ciao… – biascica lui passandosi una mano sugli occhi e facendomi cenno di seguirlo dentro.
Chiudo la porta alle mie spalle, notando la televisione accesa a basso volume e la palese sagoma del corpo di Saga praticamente impressa sulla stoffa stropicciata del divano, in mezzo ai vestiti abbandonati lì da chissà quanto.
A volte quel mobile lo usano più come stendino, che come divano.
- Pensavo dormissi. – osservo, appoggiando lo zaino a terra.
- Infatti. - conferma Saga risistemando la cornetta del telefono.
- Sul divano? – vado ad appoggiare i biscotti sul ripiano della cucina.
- In realtà fino alle sei di stamattina ero tranquillo nel mio letto. Mi sono svegliato per cause di forza maggiore e non riuscivo più a chiudere occhio. Così ho fatto colazione e mi sono messo lì a guardare la televisione. Per fortuna il sabato mattina così presto trasmettono solo roba noiosa e…-
Saga s’interrompe per uno sbadiglio particolarmente ampio, approfittandone per spegnere la Tv.
- Cause di forza maggiore? – ripeto perplessa.
- Per colpa di quello lì – sbuffa lui passandosi una mano tra i capelli e facendo un cenno verso la porta accostata della propria camera.
Mi avvicino. Vedo Kanon, o forse il suo cadavere, sdraiato supino sul letto di Saga, ancora completamente vestito con tanto di scarpe e giubbotto di pelle, che dorme della grossa a bocca aperta.
- Che ha combinato? – domando.
- Non lo so e non voglio saperlo. Mi basta che sia tornato alle sei e abbia deciso di piombarmi addosso mentre dormivo. Ah, e che fosse completamente ubriaco, mi pare ovvio. –
- Avevi dei dubbi? – faccio, alzando scetticamente un sopracciglio – L’altro giorno ho sentito Milo blaterare qualcosa a proposito di un possibile festeggiamento…pensavo fosse stasera, non ieri. -
- Infatti è stasera. – specifica Saga, sbadigliando ancora.
- Oh. E che fate di bello? – domando.
- Boh. Kanon esce con Milo e altri. Io niente. – fa lui scrollando le spalle.
- Come niente? –
- Non ho molta voglia di festeggiare – è l’unico commento che ottengo.
Lo scruto per un istante mentre si passa una mano tra i capelli, riflettendo velocemente sulle possibili cause di questa apatia. Sono fin troppo conscia del fatto che non è il semplice “avvicinarsi ai trenta”, a cui mancano ancora due anni.
Tuttavia, non mi pare il caso di esternare le mie preoccupazioni, almeno per oggi.
-  Caffè? – butto lì per sviare il discorso.
Saga annuisce, così mi metto a preparare il sopracitato genere di conforto; poi sciolgo il nodo del sacchetto dei biscotti per aprirli, scrutando i risultati dei miei goffi tentativi in cucina con profonda desolazione.
Oh bè. E’ il pensiero che conta…no?
Mi accorgo che Saga è andato dal gemello, così ne approfitto per afferrare uno dei pacchetti che ho infilato nello zaino stamattina prima di uscire, lo porto nella stanza di Kanon e lo appoggio sul suo letto, dopodiché  mi dirigo silenziosamente nell’altra camera, trovando il legittimo proprietario intento a chinarsi sul fratello per scuoterlo e svegliarlo.
- Kanon. Kanon! –
- Mhh…cazzo vuoi Saga…è troppo presto per rompermi le palle…- mugugna il gemello, voltandosi dall’altra parte e infilando il capo sotto al cuscino.
Saga gli spinge di lato le gambe, togliendogli bruscamente le scarpe. Per tutta risposta l’altro fa per tirargli un calcio, che viene bloccato facilmente e a cui seguono una serie di lamenti indefiniti.
-…mmh…vattene…- lo sento dire, mentre il maggiore prova a cimentarsi nell’ardua prova di sfilargli il giubbotto, ovviamente senza ottenere collaborazione alcuna - Saga, piantala di rompere…ed esci da camera mia…-
- E’ la mia stanza, genio. – gli fa notare il fratello.
- Eh…? – fa Kanon tirando fuori la testa dal cuscino e scostandosi i capelli disordinati. – E come cazzo ci sono finito? –
- Chiedilo all’alcol. Che diamine hai fatto ieri sera? – domanda Saga aprendo le persiane.
- Mi sono divertito…- sghignazza l’altro, per poi sbadigliare rumorosamente, girarsi di nuovo nel letto e trovarsi di fronte la sottoscritta.
- Ciao! – sorrido.
- E tu che cazzo ci fai qui?! -
- Sono venuta di persona a farti gli auguri, non sei contento? – chiedo ironicamente.
- Saga perché non insegni al tuo animale che esiste il concetto di “sabato”, dannazione?! Porca puttana, sono tornato alle sei completamente sbronzo, è il mio compleanno, VOGLIO DORMIRE! E il tuo criceto mi prende pure per il culo. -
- Come puoi dormire, quando questi sono gli ultimi anni che ti puoi godere! Ormai sono quasi trenta! – esclamo, correndo fuori dalla stanza appena in tempo.
L’anfibio nero, numero quarantotto, che Kanon mi ha affettuosamente lanciato dietro, si schianta pesantemente sulla parete del corridoio.
Subito dopo sento un fruscio, poi un tonfo e un “Saga cazzo devi morire male!”, prima che il gemello maggiore ricompaia in cucina, seguito dopo alcuni istanti dal barcollante fratello.
Mi mordo un labbro per trattenere un sorriso. Per fortuna la caffettiera mi viene in aiuto, annunciandomi che il caffè è pronto.
Lo verso e appoggio le tazzine sul tavolo, trovando Kanon intento a strofinare la testa contro la spalla del gemello a occhi chiusi, sbadigliando rumorosamente.
- Però, incredibile a dirsi, diventa affettuoso con le sbronze! – osservo.
- No, sta solo cercando una posizione più comoda per rimettersi a dormire. – mi corregge Saga, voltando appena il capo per dargli un colpetto col naso.
Kanon sbuffa infastidito, riaprendo le palpebre con aria seccata.
- Auguri – gli fa il gemello.
- …mmh…crepa. –
- Se mi respiri ancora un po’ in faccia ci vado vicino, con l’alito che ti ritrovi. –
- Sarebbe una fine più che degna per i tuoi anni vissuti così ingloriosamente – osserva Kanon, risollevandosi e strofinandosi gli occhi, per poi fissare con un’espressione di disgusto il vassoio che sto spingendo verso di loro.
- Cos’è questa roba?! – esclama.
- Vi ho fatto i biscotti, per festeggiare. – spiego brevemente.
- Grazie Micky…a…a cosa sono? – domanda Saga, fissando i dolci con un certo sospetto.
- A cos’erano, vorrai dire. Secondo me se li è mangiati e poi li ha rigurgitati. Certi animali fanno così. –
- Fai proprio schifo, Kanon! – esclamo – Sono al cioccolato – decido di soprassedere e mi rivolgo a Saga.
Il quale, nonostante nutra a sua volta dei dubbi circa la commestibilità di questi cosi, allunga una mano verso il vassoio, ne sceglie uno e se lo porta alle labbra.
Attendo trepidante il responso, scrutando la sua espressione mentre prende a masticare.
- Buoni – sentenzia dopo qualche istante.

- E cadde morto dopo due miseri morsi – commenta Kanon con aria melodrammatica, prima di prendere un biscotto e infilarselo, intero, in bocca.
Sia io che il fratello lo scrutiamo divertiti, prima che lo squillo improvviso del telefono attiri la nostra attenzione.
E meno male, dato che la vista di Kanon che prova a masticare il dolcetto non è una visione raccomandabile.
Saga si alza, afferra la cornetta e risponde, andando a sedersi sul divano:
- Pronto? Ah, ciao Aiolos – vedo Kanon strabuzzare gli occhi, mimando un’espressione di esasperazione – Sì, tu?... Grazie. Sì, gli riporterò gli auguri da parte tua. – il gemello si tocca, come a scacciare la iella, mentre l’altro lo fulmina con lo sguardo.
Mi scappa da ridere, così mi metto una mano sulla bocca per trattenermi, mentre il maggiore scambia ancora qualche parola con il fratello di Aiolia, per poi chiudere la telefonata.
- Quale frase da Bacio Perugina ti ha rifilato, quest’anno? – chiede Kanon sarcasticamente.
E’ risaputo che non può soffrire Micene, anche se non ho avuto modo di approfondire i motivi di tale astio.
- Aiolos ti fa gli auguri – ribatte Saga per tutta risposta con un sorrisetto, ben conscio dell’insofferenza nutrita dal fratello per il suo amico.
- Deve morire male, iettatore! – sputacchia il gemello acidamente, con tanto di  bricioline di biscotto.
Nonostante tutto Saga gli lancia un’occhiata divertita, prima di alzarsi per raggiungerci. A metà percorso si blocca, dato che si sente suonare il campanello.
Lo vedo aggrottare le sopracciglia, perplesso, per poi andare ad aprire. Kanon ne approfitta per riempirsi di biscotti e caffè, più di quanto la sua bocca possa effettivamente contenerne.
- Allora bestie! I miei animali invecchiano, eh! - sento dire da una voce maschile con tono allegro.
Una voce che fa drizzare le orecchie a Kanon all’istante, dato che si mette praticamente sull’attenti e punta gli occhi d’un tratto vigili sulla porta, mentre dalla bocca di Saga sento uscire una semplice, stupita parola:
- Papà…? –

 
ΩΩΩΩΩΩ

 
Papà?!
I gemelli hanno un padre?!
Ma certo, che imbecille che sono, ovvio che ne hanno uno!

Non ne ho mai sentito parlare però.
Neanche della madre, ora che ci penso. Chissà come mai.
A dire il vero, non ho udito nessuno dei due pronunciare una frase come “dobbiamo andare da nostra madre” o “hai chiamato papà” eccetera. Sapete, quei dettagli che bene o male in una conversazione qualsiasi possono saltar fuori , senza per forza dover spiegare per filo e per segno la situazione famigliare.
Con gli altri è più o meno andata così, almeno per alcuni.
Se ad esempio ignoro chi siano gli individui che anni fa decisero di riprodursi generando un soggetto come Dohko o Shion, so perfettamente che Ioria e Aiolos hanno i genitori che vivono in un piccolo quartiere residenziale della città, con delle oneste e comuni occupazioni.
Non ho la più pallida idea di chi siano i creatori biologici di Shaka (e chi lo saprà, in fondo?), ma so che quelli di Mur e Kiki sono all’estero perché si occupano di missioni umanitarie.
Conosco perfettamente la storia della famiglia di Aldebaran, dato che ad Al piace molto parlarne. Si è inoltre rivelato una buona fonte, per quanto discreta e giudiziosa, circa il contesto famigliare dei suoi coinquilini. Abbiamo informazioni sufficienti per dedurre che i genitori di Aphro lavorano in campi particolari, quasi d’élite (per quanto nemmeno Al abbia capito bene quali) e che Death Mask non ha mai conosciuto il padre.
Di Shura non si sa molto, credo di averlo sentito una mezza volta citare degli ipotetici nonni, ma è tutto ciò che si può dire su di lui circa questo argomento. Quanto a Milo, ho sempre sentito parlare della madre in toni scherzosi e del padre con fare rispettoso ma non privo di affetto.
Camus…per quanto ne parli poco, so che non è in buoni rapporti col capofamiglia, la cui consorte è stata solo citata in modo sfuggevole qualche volta.

Incredibile. So più fatti relativi alla famiglia del francese che dei gemelli!

Inutile dire che sto morendo di curiosità. Un po’ perché vorrei saperne di più, in quanto miei amici, e non mi spiego il loro silenzio al riguardo. Non che ci abbia mai pensato, ognuno è libero di fare ciò che vuole e sono sicura che hanno avuto le loro ragioni.
Un po’…perché la reazione di entrambi mi ha veramente stupito.
Così, appoggio il biscotto che stavo per addentare e la tazzina, cercando di non allungare il collo come farebbe un animale curioso, aspettando di saperne di più.
Al momento non vedo molto, dato che la sagoma di Saga mi copre completamente la visuale dell’ospite. Colgo solo una mano assestare una sonora pacca sulla schiena del gemello maggiore, accompagnata da una sonora risata, probabilmente dovuta allo stupore con cui la visita è stata accolta.
- Ciao papà – sorride Saga, ricambiando il gesto e richiudendo la porta.
- “Ciao papà”?! Cielo, non fartela troppo nelle mutande per aver rivisto il tuo creatore! –
- Oh non ci sei più schiattato sullo yacht, eh panzone! – salta su Kanon con un ghigno malevolo, alzandosi dal tavolo per raggiungere gli altri due.
- Alla faccia di tua madre, canaglia! –
- Quale madre?! – esclama il gemello minore – Ah, intendi quella Mantide Religiosa che per poco non ti ha castrato quando ha scoperto che l’avevi ingravidata?! -
- Nulla ha potuto contro l’Inseminator! -

Oddio.
Adesso ho paura.
Che razza di soggetto…
Uhm.
Un omino alto circa…boh…uno e settantacinque? Comunque molto meno dei gemelli, quello sì, dato che li guarda dal basso verso l’alto. Compensa con la larghezza, dato che vedo una discreta pancia premere contro la stoffa della camicia hawaiana a base arancione che indossa.
Capelli, pochi, scuri; occhi della stessa tonalità, o almeno così mi pare, dato che non fa altro che farli schizzare di qua e di là.

Santo Cielo.
Quest’uomo sembra Quentin Tarantino.
Riflettendoci, spiegherebbe molte cose…
Non la reazione di Kanon però, dato che quest’ultimo lo ha appena abbracciato, praticamente sollevandolo da terra.
Oddio. Non ho mai visto Kanon mostrare così tanto aff…cioè, non ho mai assistito ad una sua qualsivoglia dimostranza di un vago sentimento di attaccamento a qualcuno, in realtà.
Forse a Saga, in un modo strano e contorto.
E sulle dinamiche di tale rapporto ci potrei fare un dottorato, credetemi.
- Allora, cosa state combinando, nel giorno di celebrazione della vostra venuta al mondo per portare l’Apocalisse? – chiede in questo istante l’uomo, mentre tutti e tre raggiungono la cucina.
- Be’, stavamo per fare colazione – spiega Saga brevemente.
- Ah bene bene…e chi è questa pingue signorina? –
Sento il viso andare in fiamme per l’imbarazzo, per quanto il tono dell’uomo sia stato scherzoso.
Ammetto che tra tutti gli aggettivi dedicati alla mia persona poco filiforme, “pingue” è il più strano che abbia mai sentito. E forse uno dei più gentili.
- Il criceto di Saga! –  lo informa Kanon, facendo scoppiare a ridere il genitore.
- Ehm…salve. – faccio con un certo disagio, allungando una mano – Piacere, signore…-
- Signore? Non ci credo! Credo sia la prima volta che mi sento chiamare così! – ride l’uomo - Mi chiamo Kyros, mia cara, non c’è bisogno di essere formali. –
- Oh. – abbozzo un sorriso in risposta - D’accordo. –
-  Allora, quale delle mie due bestie è il tuo partner sessuale? –

Spero di aver capito male.
- Come, prego? – chiedo, cercando di trattenere il mio essere scandalizzata da tale domanda.
- Mi stai dando dello zoofilo? – fa Kanon.
- Oh quindi ha scelto Saga, eh? – ne deduce Kyros automaticamente.
- Cosa?! No! – rispondo, fissando il soggetto in questione in cerca di aiuto.
- Come no?! – ripete il padre con un’espressione pesantemente sorpresa.

Mi prende in giro o è serio?
- Papà guarda che Micky è solo una nostra amica, non c’è bisogno di…- Saga tenta vanamente di salvare capra e cavoli, ma l’uomo non lo calcola minimamente e si rivolge nuovamente  a me, abbassando la voce con aria complice:
- Se sei lesbica sentiti libera di dirmelo – bisbiglia.
- Papà! – esclama Saga, mentre Kanon a momenti si ribalta dalla sedia.
- Cosa, è un complimento nei vostri confronti! -
Nonostante tutto, mi metto a mia volta a ridere. In fondo non è cattivo.
E’ solo fuori di testa. Totalmente. Come un balcone.
- Che ci fai qui papà? Considerato che sono due anni che non ci vediamo – si decide a cambiare argomento Saga.
- Sono in città per una rassegna di cinema amatoriale e ho pensato che invece della solita telefonata potevo anche passare a controllare come ve la cavate, animali. – risponde lui con un sorrisetto, ignorando la seconda parte dell’affermazione del figlio – Allora? Si scopa? –
- Hai anche bisogno di chiedermelo? – risponde Kanon con un ghigno, guadagnandosi una pacca sulla spalla.
- Bravo bravo…Saga? –
- Papà non mi sembrano argomenti di cui parlare…- comincia lui per sviare l’argomento.
- Come no? Niente niente? Neanche uno zinzino di…?! Holy shit, bestia mia, ma tu te la devi godere la vita! – salta su Kyros, agitandosi e facendo ondeggiare pancia e camicia assieme.
- Glielo dico sempre, ma non mi ascolta mai! – dice Kanon con un falso tono innocente.
- Non ne dubito! – esclama il genitore – Fin dalla nascita si capiva che eri già traviato di tuo. Sapevi, bella, che quando è uscito, non solo urlava come un pazzo, tipo esorcista no, ma teneva pure stretto il cordone ombelicale del gemello manco fosse un lazo! Diciamo che ha dato una mano agli infermieri a tirarlo fuori. Anche perché Saga ci si stava strozzando, col proprio cordone ombelicale. Aveva due giri attorno al collo. E’ uscito cianotico. E che diamine, per un attimo ho pensato che ci si fosse anche perso, in quell’utero! -
-…papà…- sento dire dal gemello in questione, non imbarazzato, di più.
-….che poi, era pure girato. E’ uscito di culo. L’ho sempre detto che hai preso la vita dalla parte sbagliata, Saga. –
- Anch’io sono nata col cordone attorno al collo! – dico.
- Ecco, ora capisco tante cose – commenta Kanon scuotendo la testa.
- Ah, se vostra madre avesse emesso anche solo un urletto! Mi è toccato aggiungere il sonoro in quella parte del filmino. Il miglior splatter della mia carriera, ragazzi. – conclude Kyros con tanto di aria nostalgica.
- Se mai lo produrrai, voglio i credits, sappilo – pretende Kanon – Come sta Inga, a proposito? –
- Proprio l’altro giorno mi chiedeva che fine avessi fatto. Hai lasciato il segno eh! L’ultima volta che vi siete visti mi avete esaurito le scorte di sangue finto, con le vostre perversioni!–

E’ ufficiale: ho perso il filo.
Di che diamine stanno parlando?!
- Papà produce film. Splatter. – mi spiega Saga, che si è fortunatamente accorto della mia confusione, versando una tazzina di caffè  al padre. – E Inga è una delle sue attrici. Kanon ha...bè, lo puoi dedurre anche da sola. -
- Ah. Capisco. –
- Momentomomentomomentomomento, non avete mai parlato alla signorina di me?! – li rimprovera Kyros assumendo un’aria offesa, scrutandomi in cerca di conferma.
Faccio un cenno del capo per assentire.
- Non parlo con esseri non senzienti – è il prevedibile commento di Kanon.
- Non c’è mai…stata occasione – dice invece Saga.
- Che, vi serve un evento per parlare di vostro padre?! Mica sono la Mantide, di cui è sempre meglio non discutere! E se te lo stai chiedendo bella, sì, ho dei seri problemi con la mia ex-moglie! – afferma l’uomo con aria ironica, rivolgendosi a me.
Ne deduco che la mia espressione la dica lunga su cosa sto pensando.
- Tutti hanno dei problemi con la tua ex-moglie – lo corregge Kanon, alzandosi per sgranchirsi la schiena e andando a sedersi sul cumulo di vestiti che fa da cuscino del divano.
- Ah, la Valchiria! L’unico lato positivo è che mi è stata involontariamente complice nel generare i qui presenti Vincent Vega e Jules Winnfield[1]. Ti hanno mai raccontato, bella, di quando a cinque anni hanno completamente smontato da dentro il pianoforte? –
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
La vibrazione del cellulare viene accolta da Saga come una liberazione, o così mi pare.
- Pronto? – peccato cambi espressione praticamente subito, irrigidendosi sulla sedia e causandoci una non lieve perplessità - Oh. Ciao. Sì, tu? Effettivamente, sì. Grazie, anche da parte di…certo. Stasera? Bè no, non direi…ah. Va bene. Sì, d’accordo. A dopo. Ciao…-
Chiude la conversazione, e nel farlo noto che la mano gli trema leggermente. Dopodiché, rimane in assoluto silenzio per qualche istante, l’aria pensierosa.

Perché ho una brutta sensazione?
- Saga? Tutto bene? – domando preoccupata.
Lui lascia cadere il telefono sul tavolo, alzando le mani per massaggiarsi con evidente nervosismo le tempie, espirando rumorosamente.
- Saga – ripete Kanon, il tono improvvisamente più serio.
- Mamma. – risponde di botto l’altro, quasi sputando la parola - Sta venendo qui. –

- E allora? – fa il fratello per tutta risposta.
- Come sarebbe a dire “e allora”?! Sai cosa vuol dire! – è la secca risposta mentre si alza di scatto, per poi iniziare a girovagare nervoso per il salotto, con l’intento di sistemarlo.
- Ecco, ora comincia – sento commentare da Kyros in tono rassegnato. – Holy shit! Quella donna…la prova vivente che l’erba cattiva non muore mai! -
- Non cominciare a correre, Saga. Che cazzo te ne frega? Lo sai perfettamente che nemmeno a lei non gliene fotte nulla. E sei pregato di non toccare le mie mutande. Stanno benissimo dove sono. – è invece la replica di Kanon, infossandosi nel divano a gambe divaricate, bloccandolo quando fa per andare a rimettere a posto un paio di boxer abbandonato sul bracciolo.
- Kanon…- azzarda il gemello, infastidito dall’interruzione.
- Che? Guarda che non può dirti nulla. In fondo è sempre colpa mia, e poi oggi è il TUO compleanno! –
Quest’ultima affermazione, pronunciata con un sorrisetto ironico e l’aria più tranquilla del mondo, mi mette in allarme.
Il mio cervello unisce velocemente quei pochi indizi che la mattinata e questi eventi mi stanno fornendo.

C’è qualcosa che NON voglio sapere, me lo sento.
La serenità di Kanon ha qualcosa di inquietante. Per non parlare di Saga, che sembra aver cambiato umore nel giro di un minuto.
- Ha…detto qualcosa a proposito di una cena. – spiega in questo istante lasciandosi cadere sul divano, e mi sembra decisamente confuso.
- Scusa scusa? – urla quasi il fratello - Cena?! Col cazzo, io devo uscire con Milo, Death Mask e altra gente stasera, ho i miei programmi per i miei fottutissimi venticinque anni! –
- Kanon, sono ventotto. – osservo.
- Dannazione Saga, dovevi dire di no! – continua lui imperterrito, ignorando apertamente la mia affermazione.
All’improvviso, la nonchalance che sfoggiava prima in previsione del nuovo arrivo è stata spazzata via dall’annuncio del probabile annullamento dei suoi piani per la serata.
- Mi ha colto di sorpresa. – è la replica monocorde del gemello maggiore.
- Oh, non mi sorprende. Vostra madre ce l’ha come abitudine. Come quando mi disse di essere incinta. Credevo si fosse fatta sterilizzare. – commenta Kyros, prendendo un altro goccio di caffè - Un soggetto del genere…-
Lo fisso, confusa, ma la mia attenzione viene di nuovo attirata dalla voce di Kanon:
- Ah bè, fanculo, tanto io non ci vengo – conclude seccamente.
- Non se ne parla proprio, tu alla cena ci sarai eccome! – ribatte Saga, scattando a sedere con aria minacciosa.
- Scordatelo! Non ci tengo a passare tre ore a farmi venire il culo quadrato, ascoltando quella stronza blaterare sulla società, l’ultimo ricevimento, i figli degli altri e soprattutto il tuo lavoro, di cui sappiamo benissimo entrambi cosa pensa! – sbotta l’altro, allungando freneticamente la mano per afferrare un pacchetto di sigarette nuovo di zecca abbandonato sul mobile accanto al divano. Ne estrae una e senza la minima esitazione l’accende, tirando due boccate di seguito, manco aspirasse ossigeno.
- Kanon…! –
- Saga non azzardarti a dirmi che non devo fumare! – ringhia l’interpellato.
- Cos’hai capito accidenti, dammi una sigaretta! – esclama il maggiore.
E se Saga ha bisogno di fumare, è SERIAMENTE nervoso.
Kanon per poco non glielo tira in testa, il pacchetto, e mentre l’altro accende sentenzia, decisamente incazzato:
- Che poi, io non sono nemmeno tenuto a venirci alla cena! Di certo non mi ha invitato! E’ un problema tuo! –

- Ha detto che dobbiamo esserci entrambi. – lo corregge Saga, espirando il fumo lentamente.
- E per quale porca puttana di una ragione, eh?! –
- Mi è parso di capire che il motivo si chiami Eric o giù di lì – spiega il fratello, lo sguardo nel vuoto.
- Toh, questo mi era sfuggito – dice Kyros ironicamente, andando verso di loro e sedendosi su uno dei due pouf e facendosi allungare a sua volta una sigaretta.
Ci manca solo che mi metta a fumare pure io, a questo punto, e buongiorno alla mia asma…tra l’altro, quel pouf tecnicamente Kanon lo usa come poggiapiedi…
– Ero rimasto a Gabriel, l’ultima volta che è venuta a rompermi le palle per il mantenimento. Tre anni fa, per fortuna. Cazzo, sta velocizzando i tempi! –
- Immagina quanto sarà contenta di vederti – sghignazza Kanon nonostante tutto in direzione del padre.
Uhm…
 Sento puzza di tempesta famigliare e non credo che la mia presenza sia appropriata.
- Ehm…forse…Forse…è meglio se me ne vado, ragazzi…- esito, facendo per recuperare il mio zaino.
- Oh bella, mi dispiace proprio, holy shit! Però ti consiglio anch’io di metterti in salvo, finché puoi! – mi dice Kyros.
Mi limito a sorridergli, rivolgendomi poi ai gemelli:
-…vi lascio…i regali in camera…così poi li aprite con calma.-

- Oh. Sì. Grazie, Micky. Sono sicuro che sono molto belli. – mi risponde meccanicamente Saga dopo che suo padre gli ha fatto un cenno davanti agli occhi per riscuoterlo dalle sue riflessioni.
Vado ad appoggiare il suo pacchetto sul suo letto, poi torno indietro per congedarmi:
- Bè…mi auguro che vi piacciano. Kyros, è stato un piacere, spero a presto…ragazzi…ci sentiamo – saluto brevemente, facendo per andare alla porta e tornare a casa.


Peccato che, in questo preciso istante, qualcuno suoni il citofono.
Con la coda dell’occhio, scorgo Saga sobbalzare e nel voltarmi, mi ritrovo a fissare l’espressione malevola di Kanon, che lui accompagna con un eloquente:
- …e la sventurata rispose.[2] -
 
 
 
 
N.B:
[1]personaggi principali di “Pulp Fiction”, di Quentin Tarantino (1994);
[2]citazione da “I Promessi Sposi”, capitolo 10.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: LouisDePointeDuLac