Stephenie Mayer, l'autrice della
celeberrima saga di successo che
narra le avventure dei Isabella Swan e
Edward Cullen (“Twilight”, “New
Moon” “Eclipse) ha promesso
ai numerosi fan la descrizione dell’incontro tra i due
protagonisti dal punto di vista di
Edwars. Alphie, autrice della fanfiction “The lion and the
lamb”, ha tentato il
medesimo progetto, per mitigare l’attesa per la pubblicazione
del lavoro
ufficiale.
Ecco il commento che la stessa
Meyer (autrice di Twilight) ha lasciato a questa fanfiction:
Trovo molto piacevole leggere la
tua visione delle cose, Alphie--devo dire che "The Lion and the Lamb"
è la mia favorita! (fanfiction). Non posso leggerla tutta
subito, purtroppo,
dal momento che sto lavorando al medesimo progetto
e non voglio che il tuo influenzi il mio. Sono nel mezzo
del quarto capitolo della versione di Edward proprio ora (Sto
proseguendo più
lentamente di quanto fai te, ma i miei capitoli sono leggermente
più lunghi,
quindi questa sarà la mia scusa.) Appena finirò,
tornerò immediatamente a
leggere come si è svolto secondo la tua versione. Continua
questo fantastico
lavoro-- Sei una scrittrice eccellente. [L'identità del
recensore è stata validata e sul sito di Alphie potrete
trovarne
le prove].
I'm
having a great time reading your vision of things, Alphie--I have to
say
The Lion and the Lamb is my favorite! I can't read all of it yet,
though,
because I'm working on the same project and I don't want your take to
influence
mine. I'm in the middle of chapter four of Edward's version right now
(I'm
moving slower than you are, but my chapters are quite a bit longer, so
that
will be my excuse). As soon as I'm done, I'll be back to read how it
happened
in your head! Keep up the great work--you're an excellent writer.
La storia potrete trovarla qui: http://www.fanfiction.net/s/2800923/1/
Ps:
il lavoro di traduzione è stato fatto da me, aKifer, se
desiderate contattarmi per pormi delle domande od eventuali correzioni
mandate un email a aKifereturn@hotmail.com o contattatemi
tramite il mio profilo su EFP (sotto il medesimo nick).
The
Lion and The Lamb.
Il leone e l'agnello.
Chapter
one.
Credi che verrà con noi oggi?
Carlisle l'ha minacciato, se non l'avesse fatto. Gli
umani diventerebbero
sospettosi. Inoltre, se salterà troppi giorni potrebbe
venire esplulso.
Allora forse non dovrebbe andare. Credo che pur di
non dover spendere
un altro giorno nella classe vale la pena rischiare
l'espulsione.
Rosalie, sai che non risolverebbe le
cose.
Penso che niente potrebbe ferire Edward, o uno
qualsiasi di noi, più del
dover assistere ad un altra noiosa lettura sulle ramificazioni della
seconda
guerra mondiale nella politica internazionale.
Ricordi quando, circa vent'anni fa, dovetti
convincere Jasper a non
uccidere quell’ ignorante insegnante che se ne
uscì parlando della mancanza di
morale nei soldati della confederazione?
Forse potremmo convincere Esme a dire che pratichiamo
l'istruzione
casalinga, la prossima volta che ci muoveremo.
Vorrei non ci fosse una legge che ci impone di
frequentare la scuola.
Odio dover pretendere di essere così giovane.
Se Edward venisse espulso allora me ne tiro
fuori/mollo tutto. Ho già preso
quattro diplomi.
Continuo ad aspettare che Alice veda qualcosa.
Forse non dovrebbe tornare indietro. Non l'ho mai
visto così attratto da
un umano. E se non riuscisse a resistere?
Ho cacciato con lui ogni giorno di questa settimana.
Se questo non lo
aiuta a resistere, allora è un suo
problema.
Intendi un nostro problema. Se non riesce a
resistere...allora...
Simili conversazioni stanno andando avanti ormai da quasi una
settimana,
spingendomi al limite della mia sopportazione. E' incommensurabile per
me come
la mia famiglia dubiti della mia capacità di resistere al
sangue di una ragazza
umana. Sono sempre stato uno dei più forti nella famiglia.
Sono passati anni
dall'ultima volta che ho bevuto da un essere umano. E per fare questo
ho
puerilmente immaginato di poter essere tanto competente quanto Carlisle
riguardo al autocontrollo, come se potessi sviluppare un
immunità all'odore del
sangue umano. Tale convinzione è stata sonoramente abbattuta
dall'arrivo di
Isabelle Swan.
E' snervante, imbarazzante solo considerare come un
insignificante piccola
ragazza abbia potuto alterare la mia vita semplicemente entrando in una
stanza
e sedendosi vicino a me. E' stato come se il Diavolo stesso mi avesse
posto una
trappola, e la ragazza dai capelli neri con il deliziosamente potente
sangue
fosse stata l'esca. Ho chiamato a raccolta ogni oncia della mia forza
per
trattenermi dal prendere da lei ciò che desideravo tanto
disperatamente,
proprio lì in quella classe piena di ignari
bambini. Io sono fortunato...lei
è fortunata che io non abbia assaggiato il sangue
umano così a lungo da
poter anche solo riuscire ad allontanarmi da lei.
E presto il danno era fatto. La mia famiglia ora sa che lei mi
provoca come
nessun mortale ha fatto prima. Sanno
che posso cedere, che il mio autocontrollo non è perfetto
come professavo che
fosse. Peggio di tutto,
loro dubitano della mia abilità di proteggerli dai
sospetti degli uomini, mantenendo la mia sete per il suo sangue sotto
controllo. La loro privacy e la loro sicurezza sono messe a rischio
dalle mie
azioni.
Quindi, viene o meno?
Non l'ho visto questa mattina. So che è
uscito la scorsa notte.
E' uscito ogni notte questa settimana.
Non riesco a sopportare oltre. Devo andare avanti. Non posso
permettere a un
così comune umano di ostacolare l'esistenza che
ci siamo creati qui a Forks. Nemmeno posso continuare a
lasciar credere
alla mia famiglia che il mio comportamento possa metterli in pericolo.
Sono più
forte di così. Posso contrastare la tentazione.
Non sarebbe così difficile se solo potessi sentire
i suoi pensieri. Se
avessi una qualsiasi idea di cosa attraversa quella testa, potrei
riuscire a
persuadere meglio la bestia che c'è in me a lasciarla
andare. Se i suoi pensieri
fossero dolci e innocenti come presumo, sarebbe molto più
facile convincere la
mia mente che non dev'essere toccata. Il fatto è che non
posso leggerla per
niente. E' come uno spazio vuoto per me, il che è pericoloso
da considerare. I
miei occhi mi dicono che è umana, ma senza l'ausilio dei
suoi pensieri da
bambina, tutto ciò su cui riesco a concentrarmi è
l'odore del suo sangue.
Questo è qualcosa che la mia famiglia non sa. Sanno
come bramo il suo
sangue, era qualcosa al cui riguardo pensavo avessero bisogno di essere
avvisati . Ma non ho detto a nessuno, nemmeno Carlisle, che
non riesco a
sentire i pensieri della ragazza. Non so spiegare perchè, il
che mi preoccupa e
spaventa contemporaneamente. Mi sorprendo quando guardo verso di lei e
trovo un
vuoto. Fino a che non riuscirò a lasciarmi alle spalle
qualsiasi barriera che
blocca la sua mente da me, non ho intenzione di lasciar sapere alla mia
famiglia del problema.
Presi un profondo respiro e esalai
lentamente in un quasi mortale tentativo di calmare i miei nervi. Per
avere la
minima speranza di arrivare alla fine del giorno, dovrò
essere concentrato e
composto. Questa ragazza non sarebbe riuscita a scompormi. Non glielo
avrei permesso.
Saremo in ritardo. Io dico di andare.
Da quando sei tanto desideroso d'arrivare a scuola
puntuale?
Da quando ho un test questa mattina ed odio andare di
fretta.
Ruotai gli occhi al loro bisticciare e decisi di mettere fine alla
speculazione
del giorno. Feci il secondo passo, offrendo quello che speravo essere
un
luminoso e ingombrante sorriso quando mi fermai vicino a loro. "Si,
vengo."
Rosalie ghignò verso di me. "Prendi il rischio
quindi, non è vero? O
sei semplicemente ansioso di vedere se è realmente tanto
deliziosa come ti sei
immaginato?"
"Non l'ho immaginato" abbaiai "E apprezzerei se non mi
pungolassi riguardo alla situazione"
I suoi occhi si spalancarono. "Perdonami." Si girò
verso Emmett e
disse, "Lo sai, ho sempre pensato che cacciare rendesse Edward
più
sopportabile da avere accanto. Si vede, visto l'ammontare che ha
consumato la
scorsa settimana, che forse soffre di un indigestione."
"Rosalie", la voce di Carlisle risuonò dal lato
più lontano della
sala. "Ora basta."
Con un sonoro rumore, Jasper saltò ai piedi delle
scale. Sorrise vivamente a
tutti noi "Alice ha detto che nevicare qualche volta oggi.
Faremmo
meglio a infagottarci."
Gli occhi di Emmet dardeggiarono ai miei e entrambi
prorompemmo in un
contagioso ridacchiare soffocato. "Neve", ripeté lentamente,
sollevando le sopracciglia.
"Mi stai sfidando?" ghignai.
"Qual'è il punteggio attuale?" chiese.
"Credo che Edward sia in vantaggio di tre punti", rispose
Alice al
posto mio, solare scendendo li scalini.
"E lo sarò di quattro questo pomeriggio", dissi,
scivolando nel
mio cappotto..
Emmett rise. "Ti piacerebbe."
Le battaglie di neve, specialmente quelle bagnate, era sempre
attese, e oggi
non c'era eccezione. Emmet ed io stavamo tenendo un resoconto dei
nostri
combattimenti ormai da anni. Il punteggio attuale era esagerato, ma
solitamente
prendevamo nota di chi di noi fosse in vantaggio e partivamo
semplicemente da lì. La
neve era una distrazione che potevamo facilmente permetterci. Adoravo
sporcarmi
nella fredda, bagnata poltiglia visto che era una delle poche cose
dell'intera terra
che mi faceva realmente sentire il freddo sulle mia mani. Stiamo tutti
bene d'inverno e lo tolleriamo molto meglio di ogni umano. Era
piacevole avere
qualcos'altro da aspettare oltre all'incombente e possibilmente
pericoloso
incontro con Miss Swan.
Sentendomi lievemente più leggero di qualche attimo
prima, mi infilai nella
macchina, insieme agli altri membri più giovani della mia
famiglia, e partii a
tutta velocità verso la scuola. Jasper e Emmett stavano
pianificando i loro
attacchi mentre Rosalie ascoltava con un avvertimento nello sguardo,
rendendo
palesemente chiaro che non voleva avere niente a che fare con
l'attività, o più
specificamente,con la possibilità di bagnarsi. Alice rideva
semplicemente verso
di loro e si rifiutava di dire chi sospettava avrebbe vinto quella
particolare
sfida.
Arrivammo a scuola appena prima che le lezioni iniziassero, il
che
significava che dovevamo tutti sbrigarci se non volevamo essere segnati
in
ritardo. Significava inoltre che non mi era data la
possibilità di vedere Isabella.
Dovetti invece ricorrere a volgere la mia mente
verso conversazioni adolescenziali
senza significato fino a che non avessi trovato lei.
Beh, non lei,
ma almeno fino a che non avessi trovato qualcuno che parlava di lei...o
che si
concentrava su lei.
La mente ancora in fase di sviluppo di Mike fu facile da
trovare. Una
settimana prima mi ero fatto beffe della sua libidine per una ragazza
che
conosceva a malapena. Ricordo di aver riso all'ora di pranzo
con i miei
fratelli e le mie sorelle riguardo a come tutti i ragazzi adolescenti
avessero
preso nota della "nuova carne" nella scuola. Ripensando ai
commenti, trovai incredibilmente ironico come anch’io avvessi
finito per etichettarla in
quel modo.
Spesi il resto della mattinata ascoltando i pensieri di una
magra ragazza
con i capelli arricciati. Jessica. Non l'avevo mai veramente notata
prima, ma
sembrava aver formato un amicizia con Bella, e la sua mente era
talmente
semplice che dovevo quasi sforzarmi per sentirla. Con il mio
disappunto, imparai
poco di più riguardo a Bella del fatto che odiava il freddo
e preferiva essere
chiamata Bella invece che con il suo nome intero. Non molto su cui
basarsi, ma
almeno era un inizio.
Sulla strada per la sala da pranzo, fui bersagliato da una
dozzina di
palle di neve. Per quanto desiderassi l'opportunità di
guardare la ragazza che
aveva scombussolato la mia esistenza, il mio orgoglio non mi avrebbe
permesso
di ritirarmi dai miei fratelli senza combattere. Presi una grande
quantità di
neve bagnata con le mani e la resi tanto buona quanto riuscii. Dovevamo
essere
cauti a non usare le nostre abilità naturali per la paura di
venire osservati
dai passanti. Perfino trattenendoci, non ci volle molto prima che i
nostri
sforzi ci rendessero completamente coperti di neve. Sapendo che mi
sarebbe costato dei
punti, ma senza curarmene veramente, lasciai vincere il round
a Emmett e imboccai
il corridoio, spazzolando i resti della neve dalle mie spalle e
scuotendo capelli bagnati.
Alice e Rosalie erano già sedute al nostro usuale
tavolo con alcuni vassoi
di cibo quando arrivai alla caffetteria. Mi lasciai cadere accanto a
Rosalie
che fece una smorfia e s'inclinò lontano da me. "Non pensare
nemmeno di
bagnarmi," mi avvertì.
"Ed io?" disse Emmett da dietro le sue spalle. Acqua
scivolò dal
suo corpo nella chioma di lei.
"Emmett" lo rimproverò mentre tentava di
asciugarla. "Non
rovinare i miei capelli"
Lui si protese vicino a lei. Leggermente troppo vicini per
essere un normale
adolescente e la sua ragazza. "Magari
stasera
non avrai solo i capelli bagnati." I loro occhi si
incontrarono e
dovetti concentrarmi su qualcosa che non fossero gli intimi
pensieri che
stavano attraversando i due.
Volsi la mia attenzione a Jasper, che stava prendendo posto
accanto ad
Alice, solo per scoprirlo a lanciarle uno sguardo simile.
Subdolamente mi
ricordava ancora una volta di essere l'uomo spaiato della famiglia.
“Okay, smettetela, tutti voi" dissi piano. "State
attirando
attenzioni."
"Parlando di attenzione" disse Jasper, "Lei ti sta
guardando."
"Chi?" Ma era stupido chiederlo perchè sapevo benissimo a
chi si riferiva.
I miei occhi corsero verso il suo tavolo per scoprirla a
fissare
direttamente verso di me. Immediatamente il suo sguardo si
abbassò ad osservare il tavolo, una tenda di capelli mi
impediva
di vederle il volto. La
ragazza che era con lei, Jessica, le si avvicinò per dirle
che
la stavo ancora
guardando. Potevo sentire i suoi piatti e semplici pensieri
così
chiaramente da
risultare ridicolo. Era quasi un insulto dover ricorrere ad essi, ma
avevo
bisogno di sapere cosa stava pensando Isabella.
Oh, i suoi occhi. E' così carino. Vorrei
che guardasse me in quel
modo.
Arrabbiato? No, sembra...interessato. Bella
è così fortunata.
Piacergli? Non credo gli piaccia nessuno al di fuori
della sua
famiglia.
Okay, smetterò di guardare. Ma, oh Bella,
se solo stesse guardando me
come guarda te ora...oh wow.
Era come ascoltare un lato di una conversazione tra teenager
al telefono.
Da tempo e tempo dovevo ricordare a me stesso che quasi
chiunque in quel
edificio era un adolescente, ma non significava che dovessi apprezzare
il basso
livello dei loro pensieri. Era frustrante come l'unica mente che volevo
disperatamente leggere era anche l'unica a cui non potevo accedere.
"Che cosa sta pensando?" chiese Jasper.
"Perchè lo vuoi sapere?" replicai, non volendo
ammettere che non
avevo un indizio di cosa stesse succedendo nella sua mente.
"Semplice curiosità" disse con un ghigno. "Visto
come hai
descritto il vostro ultimo incontro, deve essere per forza
confusa."
Alice si protese in avanti. "Senza menzionare che non sei
stato qui per
settimane. E' probabilmente spaventata da te."
Scostai i miei occhi dalla ragazza e aggrottai le sopracciglia
ad Alice.
"Dovrebbe essere spaventata da me, ma io...non voglio che lo sia."
"Perchè no?" chiese Jasper.
"Perchè non è mia intenzione spaventare
lei ne nessun'altro in questa
città. Se abbiamo intenzione di rimanere qui per qualche
altro anno, non voglio
che gli esseri umani siano spaventati da noi."
"Hey, non mi interessa se sono spaventati da me. Se mi temono,
allora
mi lasceranno da solo, e meno devo avere a che fare con gli umani
meglio mi
sento," ammise Jasper.
Alice ruotò i suoi occhi verso di lui. "Ma
continuerai a venire alle
lezioni, vero Edward?" chiese.
"Perchè non dovrei?"
"Beh guardarla" indicò dove Bella era ancora seduta
nascosta
dietro i suoi capelli. "Sembra che voglia evitarti ad ogni costo. Che
cosa
sta pensando, in ogni caso?"
Lanciai nuovamente un'occhiata verso di lei, sapendo che ci
sarebbe stato uno
spazio vuoto, ma sperando oltre ogni modo di potermi basare sulla mente
di
qualcun altro per scoprire cosa stesse pensando. Con mio disappunto,
tutti
stavano discutendo della neve. Tutti eccetto Bella. Mi riallacciai alla
precedente conversazione per le informazioni.
"Pensa che io sia arrabbiato con lei. Che lei...non mi
piaccia."
Jasper rise sonoramente sentendolo. "Abbastanza il contrario,
huh?"
Lo ignorai. "E non vuole far parte della battaglia a palle di
neve che
stanno pianificando dopo scuola."
Con quella piccola informazione il gioco era fatto e
l'argomento sui
pensieri di Bella Swan fu istantaneamente abbandonato. "Chi sta
pianificando una battaglia a palle di neve?" chiese Emmett.
"Il biondo. Mike. Nello spiazzo del parcheggio."
Il sorriso di Emmett era perverso mentre i suoi pensieri di
coprire
l'umano di neve gli riempivano la mente. "Intendi mostrare loro come
si fa?" chiese.
"Quando vuoi" replicai, grato del cambiamento di discorso.
"Ma dovremo andarci piano con loro."
Mi assicurai che la conversazione rimanesse sul tempo e evitai
di discutere
ulteriormente dell'umana, sapendo che troppo presto mi sarei trovato
faccia a
faccia con lei. Fianco a fianco. Intrappolato ancora una volta nella
minuscola
aula.
Sarei riuscito a farcela. Non avevo intenzione di lasciarle controllare la mia vita. Lei era insignificante...e sarebbe rimasta tale.
Note della traduttrice: Ho ragionato
parecchio sulle ripetizioni
dello scritto. In inglese esse sono molto più corrette e
gradevoli che in italiano
e mi sono quindi chiesta se avrei dovuto modificare alcune frasi,
inserendo più
pronomi per evitare il ripetersi dei sostantivi. Infine ho adottato
questa
soluzione unicamente nei casi più estremi.