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Pallina da tennis

Seguì con lo sguardo la striscia bianca sulla superficie di peluria gialla. Fece la stessa cosa con l’atra striscia. Strinse forte la pallina e sentì una fitta al braccio.

“Mi dispiace” sussurrò la giovane infermiera. Il suo vestito bianco era dello stesso colore un po’ sbiadito della parete dietro di lei. Il giovane sbatté gli occhi, gli bruciavano abbagliati dalla luce della lampada.

“Abbiamo riscontrato una tendinite grave… non potrà più giocare” disse con voce roca il medico. Un rivolo di sudore colò lungo la fronte del giovane giocatore di tennis. Chinò il capo, strinse gli occhi e una lacrima gli solcò il viso.

< Basta così poco per mettere fine a un sogno > pensò. Sentì una fitta al cuore. Le gambe gli tremarono e sente i piedi freddi.

“Poteva andarle peggio… con quell’incidente che ha avuto poteva…”. Le parole del medico divennero un ronzio. Sentì le orecchie fischiare e ansimò. Gli sfuggì un singhiozzo e strinse le ginocchia.

< Peggio? Cosa ci può essere di peggio? > si chiese. Si morse il labbro a sangue.

< Non sono loro che perderanno il college… non sono loro che vengono dal ghetto >. Rialzò il capo, le lacrime gli rigavano il viso.

[200].