CAPITOLO I
SGUARDI ETERNI
Wendy
Sono sdraiata sul sedile dell’auto, mentre cerco di distinguere gli odori delle varie salse di cui sono impregnati i panini sei miei genitori e di mio fratello Connor.
‹‹Wendy, sicura di non avere fame?›› mi chiede mia madre, affacciandosi dal finestrino.
‹‹No, grazie. Il solo pensare a quante calorie contengono quei cosi mi viene la pelle d’oca›› rispondo fredda.
Lei rimane ancora qualche secondo a guardarmi, prima di ritrarsi ed andare a riprendere la conversazione familiare che ho interrotto.
Io mi tolgo i capelli neri dal volto, mentre cerco il mio iPod nelle tasche dei sedili posteriori.
Lo trovo e mi ficco gli auricolari nelle orecchie, mentre una raffica di suoni mi invade la mente.
§+§
Sto per entrare a scuola, con il mio zaino grigio sulle spalle e mio fratello Connor che continua a blaterare cose del tipo
“ Lo sai che gli scarafaggi possono vivere tre giorni senza la testa?”
Faccio cenno di sì con la testa, mentre, con un sorriso tirato, saluto i miei genitori.
Cerco di ostentare una calma che non ho.
Voglio dire, voi cosa fareste il primo giorno di scuola, in una massa di sconosciuti?
Mio fratello mi sfiora la mano, mentre guardo il suo viso rigido fissarmi.
‹‹ Tu…tu hai paura?›› mi chiede.
‹‹Ehm…›› ma prima che possa dire No, mi precede.
‹‹ Sii sincera. Ti prego.›› leggo nei suoi occhi marroni una scia di insicurezza, che non avevo mai notato prima.
‹‹ Sai, Connor, sì. ho paura. Più di quanta tu possa immaginare.
Ma varcherò quella soglia, perché voglio vedere cosa la vita mi metterà davanti. ›› dopo questa pillola di saggezza lo guardo dritto negli occhi.
‹‹ E non ti vergognare se hai fifa. È normale, Connor. Altrimenti non saresti un normale 14enne come credo che non sei›› cerco di metterla sul ridere, mentre ci avviamo verso l’ingresso.
Fabian
Occhi.
Sono lo specchio dell’anima.
Fanno trasparire verità nascoste, celate sotto bugie inconfessabili e anni di atti disumani.
Non importa se siano di un blu cangiante, o di un marrone chiaro. Sono sempre una finestra sul mondo esterno, che ci permette di vedere.
Ma sta a noi guardare, e non vedere distrattamente la realtà, come fanno gli animali.
Sono molto selettivo su questo, e penso che gli adolescenti brufolosi che guardano la vita davanti ad uno schermo di computer non meritino di viverla.
Ma d'altronde chi sono io per giudicare?
Ripenso agli occhi di quella ragazza; una finestra verso la sua anima immortale, pura, eterna.
Ho intravisto la luce di Dio, quella che da ormai duecento anni non mi toccava.
E, per la prima volta, mi sono sentito eterno.
Come se potessi vivere per sempre. come se, grazie ad uno sguardo distratto di quella ragazza, fossi invincibile.
E, la cosa strana, è che vorrei esserlo accanto a lei. e non la conosco nemmeno. Scuoto la testa, cercando di farmi entrare in testa le nozioni di Storia della professoressa.
Pensieri immortali, riflessivi, astratti.
E solo per gli occhi eterni di una ragazza.