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Autore: Lady Atena    25/01/2013    2 recensioni
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Dalla TonyPepper alla IronFrost, con intermezzi di pura amicizia tra gli Avengers.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Loki, Pepper Potts, Tony Stark/Iron Man
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Battutacce di ghiaccio tra geni esibizionisti.'
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Tabella: Blu

01.Onde del mare 02.Cielo stellato 03.Occhi
04.Mirtillo 05.Ghiaccio 06.Scelta libera

Progressi: 6/6





Titolo: Change.
Autore: Lady Atena.
Fandom: The Avengers.
Personaggi: Altri; Pepper; Tony.
Paring: Tony/Pepper.
Genere: Introspettivo; Romantico; Slince of life.
Rating: Verde.
Tabella: Blu.
Prompt: Onde del Mare, Cielo stellato, Occhi, Mirtillo, Ghiaccio, Tristezza.
Note: Ho altre storie da aggiornare, lo so. L'ispirazione è andata a farsi una passeggiata da qualche settimana e non vuole saperne di tornare. Non riesco a scrivere nemmeno recensioni, figurarsi capitoli. Questi non sono capitoli, infatti, sono cosi. No, non potevo risparmiarmela; grazie lo stesso di averlo chiesto. Un saluto ^^


Blu.
 

Onde del mare.

Pepper poggiò la mano sul vetro della finestra, abbassò lo sguardo; le onde frusciavano battendo contro la scogliera. Si prese una ciocca rosso chiara e se la portò dietro l'orecchio, socchiuse gli occhi e sospirò.
< Non avrei dovuto convincere Tony a partecipare a quella missione > si disse.
Piegò le dita facendole strusciare contro il vetro, lasciando l'impronta di cinque dita. Due onde colpirono la roccia in contemporanea, amalgamandosi in una schiuma bianca. La donna scosse il capo, tolse la mano dal vetro e se la passò sulla giacca nera; tirandone giù i bordi fino a coprire l'inizio della gonna nera.
< No. Se lui non ci fosse andato, il mondo adesso non sarebbe qui > pensò.
Chiuse gli occhi ascoltando il frusciare delle onde del mare, rilassò le spalle e inspirò; riaprì le iridi stringendo le labbra.
< Non posso certo permettere al signor Stark di usare i miei sensi di colpa per non lavorare fino a data da destinarsi. Non sarebbe professionale >.

Cielo stellato.

Tony strusciò il dito sullo schermo sospeso, l'icona sparì e lui sogghignò; si voltò verso di lei e le fece l'occhiolino.
“Allora, signorina Potts? Mi sono meritato un premio per il duro lavoro?” domandò.
Pepper strinse la presa sulla tazzina di caffè, la fece ruotare e se la portò alle labbra; bevve qualche sorso, la poggiò sulla scrivania e piegò il capo di lato, socchiudendo un occhio.
“Non si era appena ripreso da morte certa, signor Stark?” chiese.
Tony sporse il labbro, annuì due volte e poggiò una mano sul reattore ARC.
“Morte certa. Certissima. Praticamente sono morto” assicurò.
Pepper scosse il capo, lo alzò e osservò il soffitto per metà crollato; una serie di fili di rame e pezzi di pavimento penzolavano a poco dalle loro teste, s'intravedeva uno scorcio di cielo blu scuro punteggiato da stelle argentee grandi quanto un pugno. Tony si sporse in avanti, alzò e abbassò il capo scrutando la donna, seguì la direzione dello sguardo di lei e osservò le stelle nel cielo. Inarcò un sopracciglio castano.
“Non la facevo romantica, signorina Potts”.
Pepper abbassò di scatto il capo, arricciò il naso e strusciò il tacco destro della scarpa in terra, spostando un paio di detriti con un suono stridente.
“Mi fa piacere che il cielo non sia crollato” borbottò.
Tony l'afferrò per un fianco e la tirò a sé, la strinse e le si avvicinò; poggiando la propria fronte contro quella di lei. Ghignò, schiuse le labbra e le portò l'altra mano al fianco.
“Non avrei permesso che il cielo crollasse. Mi avevi promesso qualcosa di troppo allettante, Pep”.

Occhi.

Tony aprì gli occhi di scatto, spalancò la bocca e si tirò seduto; portò la mano al reattore ARC e ne toccò i bordi sentendolo avvitato al suo petto. Inspirò, espirò; il sudore gli colava lungo il volto e gli aveva fatto attaccare le ciocche castane ai lati del volto, le orecchie gli fischiavano. La coperta accanto a lui si mosse, Pepper mugugnò e si voltò, batté le palpebre; si scostò un lembo di coperta strusciando le labbra tra loro.
“Tony?” chiese.
L'uomo portò la mano libera su quella di lei, le strinse le dita carezzandole le nocche; annuì e prese un altro respiro profondo, sentiva la gola secca.
“Sì, Pep. Solo un incubo” disse.
La donna si sollevò seduta, il lenzuolo le scivolò fino al ventre scoprendo i seni nudi; lei lo prese con la mano libera tirandoselo su e strinse le dita di Tony.
“Il tuo rapimento?” domandò.
Tony si leccò le labbra, socchiuse gli occhi e scosse il capo; abbassò la testa guardando la piega delle lenzuola, fece una smorfia.
“Gli occhi di Loki”.

Mirtillo.

Tony strinse la cassetta di frutta, strusciò i pollici sul bordo di plastica macchiandoli di blu; alzò gli occhi da terra osservando la donna a braccia incrociate, si umettò le labbra e abbozzò un sorriso.
“Mi dispiace Pep. Non volevo davvero” disse.
Pepper sospirò, sciolse le braccia abbandonandole lungo i fianchi; roteò le iridi azzurre e si sporse in avanti, prese la cassa dalle mani di Tony. L'uomo alzò il capo, sogghignò e la guardò.
“Perdonato?” chiese.
La donna abbassò il capo, guardò la confezione sigillata e scosse il capo, una ciocca sfuggì dal chinone ondeggiandole davanti al volto.
“Vuoi sapere cosa mi preoccupa, Tony?” domandò.
Tony batté le palpebre, sporse il labbro e sgranò gli occhi.
“Sei allergica ai mirtilli?”.
Pepper si leccò le labbra, deglutì e inspirò.
“No. Ed è la prima volta che non sbaglia il frutto da regalarmi, signor Stark”.

Ghiaccio.

Natasha inarcò entrambe le sopracciglia, accavallò le gambe; la gonna da segretaria mostrò una porzione di coscia. Ticchettò con la penna sul taccuino, lasciando dei puntini neri sul foglio, sospirò e alzò il capo.
“Fammi capire. Avete litigato perché non le hai portato qualcosa a cui è allergica?” chiese.
Tony scosse il capo, camminò tre passi a destra, strusciò il piede in terra e si voltò camminando tre passi a sinistra; teneva le mani dietro la schiena e la testa abbassata.
“Tu non capisci, Ice Queen, le ho portato delle more invece che delle fragole! E pensavo fosse allergica ai mirtilli!”.
Natasha assottigliò le iridi ghiaccio, piegò il capo di lato facendo ondeggiare un ciuffo cremisi.
“Mentre solitamente le porti una cassa di fragole, alle quale è allergica, ma ti ricordi improvvisamente la sua allergia una volta che gliele devi consegnare”.
Tony si fermò, alzò il capo e allargò le braccia; le iridi castane erano sgranate e teneva la bocca socchiusa.
“Esatto!”.
Natasha chiuse il taccuino con un piccolo tonfo, si alzò e infilò il quadernino nella scollatura della camicia bianca; avanzò di due passi e guardò l'uomo. Strinse le iridi ghiaccio, le labbra rosse schioccarono tra loro.
“Non mi hai nemmeno guardato la scollatura, Stark. Credo sia ufficiale. Sei malato”.

Scelta libera. Tristezza.

Tony piegò il capo all'indietro, affondandolo nello schienale del divano. Allargò le gambe strusciando i piedi in terra; sollevò il braccio e piegò il gomito, guardò la bottiglia semi-piena, aprì la bocca arcuando il gomito. Deglutì continuando a versarsi la bevanda fino a vuotare la bottiglia, abbandonò il braccio di lato con un tonfo, aprì la mano e sentì il suono di vetro che rotolava. Chiuse gli occhi, deglutì e intravide dei lampi verde-azzurri sospesi nel vuoto; riaprì le palpebre, sentì qualcosa premere alla base della gola e un sapore acido in bocca. Scivolò leggermente verso il basso, la maglia si sollevò scoprendogli una porzione di schiena.
< Fidanzati! Tutti i capi si mettono con le loro segretarie! È un rapporto facile e senza impegni! > ironizzò.
Si rizzò, ondeggiò a destra, a sinistra e in avanti; ingoiò un conato di vomito e avanzò fino al bancone del bar, afferrò una bottiglia; scivolò verso il basso fino a cadere sullo sgabello con un tonfo.
< Se prendo lo stronzo che l'ha detto, lo denuncio! > pensò.
Gettò il capo all'indietro e portò la bottiglia alle labbra, la agitò e socchiuse gli occhi; il tappo era chiuso. Sbuffò, abbandonò il braccio di lato e guardò il soffitto.

 

 


  
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