Questo diario può essere letto solo a certe condizioni:

-Questo diario non può essere letto da mamma perché impicciona e si metterebbe a fare domande su tutto.
-Non può essere assolutamente letto da quella impicciona di Olivia
-Possono aprire questo diario solo le persone che fanno parte del gruppo segreto delle A.P.S.
Ciao sono Vaniglia una bambina molto allegra e vivace , io faccio parte del A.P.S., un gruppo segreto … sinceramente non so cosa significa ma suona bene così. E’ un gruppo top-secret di cui quasi nessuno conosce l’esistenza, dico quasi perché una volta la mia compagna di classe vide le regole del gruppo e capì qualcosa; se Olivia venisse a sapere dell’esistenza di questo gruppo non sarebbe un disastro, sarebbe peggio di una catastrofe.
Olivia è la mia peggior: nemica, compagna di classe e … per adesso solo questo ma non sapevo che sarebbe diventato ben presto qualcos’altro. Addirittura l’estate di due anni fa, quando sono andata in vacanza in Germania, c’era pure lei con il suo “paparino” a godersi le vacanze, solo che le mie vacanze erano ormai rovinate.
I genitori di Olivia si sono divorziati, uno penserà di sicuro poverina ma lei usa questa scusa per farsi viziare dal padre, la madre vive in Canada, si è trasferita li da poco per lavoro, invece il padre viva con la figlia, sembra il suo maggiordomo. L’ultima volta che la madre, per scongiura del padre, era andata a trovare la figlia aveva tre anni.
In Germania mi accorsi di una cosa strana che mi ha fatto preoccupare un po’: tra mia madre e suo padre non volavano solo battute ma pure qualche bacio, era una scena disgustosa. Quella notte non riuscì a dormire avevo un brutto presentimento, avevo una sola conclusione, una conclusione che non potevo accettare. Mentre mi giravo e rigiravo le pecorelle, mentre ero in cerca di pecorelle e le addestravo per riuscire a fargli saltare la staccionata, mentre succedeva tutto questo c’era una voce fastidiosissima che mi tormentava. Era una voce lagnosa, più fastidiosa delle mosche, che non mi si levava dalla mente, era la voce di quella che odiavo era la voce di Olivia. La cosa che mi davo più fastidio, per questa volta, non era Olivia ma ciò che diceva:” Sono tua sorella”. Mentre mi ripeteva in continuazione queste poche parole rideva. C’era solo una cosa per cui volevo che arrivasse domani, perché potevo scendere le scale della villa in cui abitavo andare sino in cucina, sentire il profumo di caffè e latte al cioccolato e chiedere a mamma se tutto quello riguardo a Olivia fosse vero.