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Autore: _Dark Side    26/01/2013    4 recensioni
Vedi papà? Tua figlia non è pazza come dicono tutti e come tu stesso pensi! Magari posso soffocarti piano piano, oppure meglio ancora sarebbe strapparti uno ad uno gli organi... partendo dal torace, sai. Un taglio dall'ombelico e su, fino alla trachea. Via il fegato; via le costole, una ad una; via i polmoni, il diaframma, lo sterno. Fino al cuore. E chissà come ti troveranno le tue badanti? Ahah, sono proprio curiosa!
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Draven quella sera uscì dalla stanza, stringendo ancora il coltello. Non riusciva proprio a capire chi avesse ucciso suo padre, ed era così arrabbiato... doveva ucciderlo lui, non un altro. Continuava a chiedersi chi avesse fatto la sua mossa, chi era stato così abile da entrare nella sua mente per capire che avrebbe voluto uccidere lui suo padre. Quella scritta... le rimase impressa per sempre.
 
Passarono giorni, e di Draven non si ebbe più notizia. C'è chi dice che sia andato a rintanarsi in qualche grotta, nei pressi del fiume. Chi invece sostiene che si sia suicidato. Qualcuno crede persino ad un possibile uccisione di Draven per mano della stessa persona che ha ucciso suo padre. Magari voleva morto anche lui. Ma nessuno di queste ipotesi era azzeccata. Draven, dopo la tragica notte, era corso via da Arcevia, via da tutto e da tutti. Correva verso chissà quale meta, che nemmeno lui conosceva. Si era fermato solo per svuotare la vescica. E via! Era ripartito. Nella sua testa aveva un unico obiettivo: trovare colui che aveva ucciso il padre al posto suo. Trovarlo e ucciderlo, ovviamente.
 
Non si sa molto del suo viaggio, durato due mesi. Non si sa dove si sia riparato dal freddo dell'inverno, non si sa dove abbia mangiato o dormito. Non si sa dove si sia lavato o se avesse ucciso persone innocue, magari nel cuore della notte. Insomma, non si hanno più notizie di Draven da più di vent' anni.
Soltanto un taccuino rilegato in pelle è stato ritrovato da un contadino, scavando la buca per piantare i pomodori. Quando l'anziano l'aveva portato a casa, vecchio com'era non aveva nemmeno pensato di leggerlo. Fu uno dei suoi tre nipoti che vivevano con lui ad aprire quel taccuino, lasciato in balìa della polvere in una mensola della soffitta. Quel nipote ero io. Così, presa una candela, mi sono messo a leggere quel taccuino, curioso di sapere di chi fosse e, soprattutto che cosa raccontasse...

 

 
24 Luglio 1997

Caro diario, oggi è il terzo giorno di caldo torrido. L'estate mi dà così fastidio! E' come se col sudore i vestiti penetrassero nei corpi di ognuno di noi. Ma una cosa di buono c'è: d'estate ci sono le zanzare. Sono così buone da mangiare! E' per questo che a volte mi chiamano “il pipistrello femmina”, ma io non ci faccio caso. Catturo i piccoli insettini senza ucciderli, poi li racchiudo dentro una bottiglia e aspetto che ce ne siano diversi. Quando ne ho a sufficienza, metto la bocca sul tappo della bottiglia, la svito coi denti e mi mangio le zanzare. E' una sensazione così piacevole sentirle ronzare giù per la gola!
 
Ma non è di questo che intendo parlarti! Giorni fa ho incontrato un ragazzo molto strano. Pensa: ama come me inficcarsi gli aghi da cucito nelle braccia! E poi ha nel braccio una grande scritta che si è fatto con un ago metallo rovente. Magnifico! Anche io mi sono messa in testa di farmene una uguale... magari anziché mettere sul fuoco un ago, ci metto un coltello. Secondo me viene meglio, perchè è più appuntito. Passeggiamo parecchio insieme io e Draven, così si chiama. E' molto bello... mi batte il cuore al solo pensiero. Ieri siamo stati al lago e lui mi ha parlato di un tizio che gli ha ucciso il padre, poverino. Poi mi ha raccontato del suo paese, perchè viene da...Arcevia, giusto. Così io gli ho parlato di me... che sono la figlia del bancario della zona e che tutti mi reputano una matta. Persino mio padre si vergogna di me quando passeggiamo in giro per la città. Ad ogni “Guarda quello... che figlia matta ha! Poveretto...” Mio padre alza gli occhi al cielo, maledicendo mia madre, morta dandomi alla luce. Ma me ne frego, di tutto e di tutti. Adesso c'è Draven con me, il resto non conta.
  
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