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Autore: Koa__    26/01/2013    2 recensioni
Spock e Jim. Un'amicizia che lentamente si sta trasformando, che sta mutando in qualcosa di più complesso. Sentimenti che cambiano ed emozioni che sfuggono anche al controllo della più ferrea e rigida logica. Una storia introspettiva che prova a scavare nell'animo del vulcaniano Spock e del suo appassionato capitano James Kirk.
(TOS)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Nuove sensazioni


Immagini rapide scorrevano nella mente di James Kirk, istantanee sfuggenti di vita passata: Vulcano, Amanda, Sarek e poi la Terra, la Flotta, l'Enterprise... Sentimenti contrastanti prendevano piede dentro di lui, emozioni vissute appieno e poi irrimediabilmente soffocate. In quei minuti, Jim provò odio, paura, amore, tristezza e poi amicizia, affetto, stima... Tutto gli arrivò addosso come una valanga, allargando il suo cuore a dismisura e gonfiando la sua anima. Erano sensazioni nuove che appartenevano unicamente a Spock. Lui e la sua vita passarono davanti ai chiari occhi del capitano come in un film, parole non dette erano giunte alle sue orecchie, così come alla sua mente erano arrivati sguardi rubati sul ponte e frasi trattenute. Kirk era convinto che nulla potesse sconvolgerlo, almeno fino a che non vide sé stesso. Quando si vide con gli occhi di Spock, occhi profondamente innamorati che lo guardavano con ammirazione ed amore, ne rimase sconvolto. Lui non credeva... non pensava che il suo primo ufficiale potesse provare sentimenti tanto profondi.

Quando tutto cessò, Jim si sentì esplodere.

Si gettò a peso morto sul letto, spalancando la bocca alla ricerca d'aria, mentre i suoi occhi sbarrati erano persi nel vuoto. Percepiva la presenza del vulcaniano al suo fianco, ma non riusciva a guardarlo in faccia, non ce la faceva nemmeno a muoversi. Tutti quei sentimenti lo stavano sopraffacendo e lui non poteva farci niente.

D'un tratto si sentì afferrare e sollevare leggermente, si ritrovò qualche istante più tardi con il volto appoggiato al petto di Spock e con le sue braccia che lo cingevano dolcemente. Era una sensazione piacevole, il suo odore l'inebriava e il suo respiro, lento e regolare, aveva il potere di calmarlo.
«Il transfer emotivo è inevitabile» lo sentì mormorare. «Non avrei dovuto farlo, ma allo stesso tempo non me ne pento perché era ciò che volevo, ora conosci i miei sentimenti» concluse prima d'aiutarlo nuovamente a stendersi sul letto.



Quando riaprì gli occhi, fu lo sguardo serio di Leonard McCoy ad incrociare il suo. Il capitano si mise a sedere guardandosi attorno confuso: Spock non era lì.
«Non c'è» disse Leonard pacifico, afferrando lo scanner medico e mettendolo sotto esame.
«Ho dormito» constatò Jim massaggiandosi la nuca.
«Per ore! Almeno tu mi spiegherai cos'è successo? Perché Spock non ha voluto dirmi nulla, dopo avermi chiamato ha detto che doveva tornare sul ponte ed è sparito senza dirmi nulla. Allora, che ti è accaduto?»
«Non posso dirtelo, Bones, mi dispiace. Ora devo andar su» disse mentre usciva dalla stanza.


 

*



Leonard McCoy aveva capito ben poco di tutta quella situazione. Non che gli interessasse particolarmente cosa facesse Spock con il capitano, ma della vita di Jim, di quella sì che gli importava. Oltre ad essergli leale, Leonard era anche suo amico, forse uno dei più cari che avesse mai avuto. Anche se non l'avrebbe mai detto a nessuno, quando aveva capito che Jim era innamorato di Spock si era preoccupato. Ma era stato per un solo istante, poi gli era bastata la sicurezza che aveva visto nel suo sguardo per fargli comprendere che non aveva di che temere. Di certo Kirk era più esperto di lui in faccende di cuore, il suo amico aveva soltanto bisogno di una piccola spinta e di un pizzico di coraggio in più.

Dopo che l'aveva visto uscire dall'infermeria, quella mattina, non l'aveva più incontrato ed anche se non aveva idea di quel che aveva fatto con il primo ufficiale, era certo che qualcosa fosse cambiato tra loro. Ovviamente trarre informazioni da Spock era praticamente impossibile, quella sua mente brillante era in grado di schermare anche i sentimenti più evidenti. Dopo averlo saputo in meditazione per la maggior parte della giornata, McCoy non aveva nemmeno provato ad insistere. Aveva poi sperato di poterne sapere di più da Jim, ma dopo che si era svegliato era scappato immediatamente.

Anche se una parte di lui era morsa dalla curiosità, forse doveva solo aspettare che il suo amico si confidasse.


 

*



La cosa che vide il capitano Kirk quando fece il suo ingresso sul ponte, fu il viso di quel klingoniano sparire dallo schermo ed il primo ufficiale impartire un ordine.
«Che succede? Era Krong quello?» domandò a Spock.
«Affermativo» annuì questi facendo posto al proprio superiore.
«Che voleva?» domandò.
«Abbiamo scoperto tracce di armi romulane sullo sparviero. Non abbiamo idea del motivo per cui i Klingon si trovino in questa zona di spazio, ma abbiamo la certezza che è in atto una controversia tra i due imperi. Il capitano Krong ha rinnovato l'invito a non entrare nel sistema di Tremer, mentre l'ammiraglio Komack ha ordinato di evacuare immediatamente la zona e di seguire questi ordini» disse porgendogli un dischetto. «E se posso permettermi di aggiungere una nota di carattere personale, capitano, l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è...»
«Ho capito, ho capito!» annuì Jim. «Sulu: rotta cinque punto tre, velocità due» ordinò.

E, mentre l'ufficiale eseguiva quando richiestogli, Jim non poté fare a meno di guardare Spock. Da quando si era svegliato, qualcosa era cambiato dentro di lui. Era una sensazione strana, come se riuscisse sentirlo più vicino a sé, quasi fosse dentro di lui. Non era sicuro che avesse a che fare con la fusione, ma ora aveva la quasi la certezza che una parte di Spock fosse scivolata dentro il suo cuore, come se avesse dimenticato una parte di sé stesso dentro la sua anima. Non sapeva se quelle strane sensazioni avevano un qualche fondamento, sapeva solo che l'uomo che amava era lì, in un angolo del suo cervello. E non solo nei ricordi o nelle sensazioni, era una presenza costante in lui.


Jim si passò una mano tra i capelli, richiamando poi con la mano il suo attendente: il sottufficiale Catherine Bell, una bellissima ragazza sui vent'anni arruolatasi da poco nella Flotta Astrale. Il capitano aveva più volte notato quanto lo sguardo di lei indugiasse sulla sua figura. Non che la cosa non gli facesse piacere perché, in effetti, era davvero attraente e non era necessario essere James Kirk il seduttore per capire che quella giovane era attratta dal proprio capitano. Lo sguardo che si fermava un po' troppo spesso sul suo fisico, quel suo continuo cercare di toccarlo, il suo chiedere con insistenza se avesse bisogno di qualcosa... Per un momento, Jim ebbe pena di lei. Era molto bella ed affascinante e, se non fosse successo tutto quello, di sicuro se la sarebbe portata a letto e probabilmente gli sarebbe anche piaciuto.

Purtroppo per Catherine Bell, però, per tutto quello non c'era più spazio. La vita sentimentale che aveva condotto da che aveva quindici anni era svanita, scomparsa. E se fino a poco tempo prima il solo pensiero di non poter fare più l'amore con chiunque fosse assurdo, ora nemmeno gli importava. Ciò che Jim voleva e che bramava con tutte le sue forze era Spock, sempre e solo Spock. E quel che era appena avvenuto tra di loro valeva molto di più di una squallida scopata; infilarsi così nei suoi pensieri, sondare il suo cuore era stato bellissimo e non vedeva l'ora che finisse il turno per farglielo sapere.

L'odore di caffè invase le sue narici, risvegliandolo leggermente; sorrise al sottufficiale mentre afferrava la tazza ancora fumante. La vide ridere di rimando ed addolcire lo sguardo, ma subito prima che la sentisse chiedergli se desiderava dell'altro, la sua mente e i suoi occhi erano già lontani.

Jim girò il capo osservando il suo Spock che, seduto alla postazione scientifica, lavorava alacremente. Non faceva nulla di insolito: analizzava, trascriveva e poi analizzava di nuovo. Niente che non gli avesse già visto fare, niente che dovesse emozionarlo. Eppure quella volta era diverso, la sinuosità dei suoi movimenti l'incantava, la bellezza della sua schiena muscolosa che arcuava di tanto in tanto gli pareva la cosa più meravigliosa che avesse mai visto.

Il suo Spock era da togliere il fiato.

E la sentiva distintamente, quella cosa che gli faceva contrarre lo stomaco, battere il cuore all'impazzata e girare la testa. Era amore. Puro e semplice e Jim non poteva credere d'averlo rinnegato, d'aver rifiutato tutto quello solo per paura.


E quando lo vide voltarsi verso di lui e sollevare un sopracciglio, non poté fare altro che sorridergli.

Fu quando s'accorse che il suo sguardo stava eccessivamente indugiando sul suo viso, che comprese quanto fosse pazzo di lui.


Continua...



Il nome Catherine Bell mi è stato detto essere quello di un'attrice della serie JAG. Il nome non ha a che fare con lei, né è stato dato in suo omaggio, è solo un caso di omonimia. Non ho nulla da dire di specifico se non che la questione tra i romulani e klingon di cui ho accennato, non ha alcun fondamento, né è presa da qualche puntata, ma è solo di mia fantasia... ho preso le due specie che più detesto e le ho messe a "litigare" mettendoci l'Enterprise in mezzo. Come forse avevo già accennato, è un pretesto narrativo per far succedere in questa storia piena di pippe mentali e basta!

Informo comunque che mancano pochi capitoli alla fine... non so ancora se scriverò un epilogo o un capitolo extra (una roba che ho in mente da un po' e che non ho mai messo giù) in ogni caso, stay tuned!

_Koa_

   
 
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