Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: bimbic    26/01/2013    1 recensioni
Fa caldo, siamo a fine agosto e io invece di essere a sollazzarmi sulla spiaggia attorniata da un branco di bei giovanotti, sono qui alle due, a sciogliermi cercando di attraversare i viali per andare dal dentista a farmi togliere un dente.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 31
 
 
Ho ordinato la terza birra perché non voglio pensare, lo so benissimo che ubriacarmi non è la soluzione ai miei problemi.
Amanda ha ricominciato a straparlare e Nicola è il solo che la segue, forse neanche tanto.
-eccovi- ci mancava pure questa, credo che mi attaccherò direttamente alla spina per riuscire ad affrontare il resto della serata
-che vuoi?- chiede con affetto la mia amica
-fare due chiacchiere- risponde come se niente fosse. Devo ammettere che ha una faccia tosta invidiabile. Prende pure posto al nostro tavolo con la birra che già teneva in mano.
-novità?- perché guarda me? Potrei pure commettere un omicidio, comunque, neghiamo contemporaneamente. Mi urta la voce, mi urta la sua presenza, mi urta anche come è vestita. Sempre perfettamente elegante, andrebbe molto d’accordo con la madre di Orlando credo. Ecco, ci sono ricascata, non volevo pensare a lui, invece, in un modo o nell’altro mi ronza sempre in testa, comincia pure a diventare fastidioso.
-che noiosi- sbuffa –poco male, vi racconto io- so che ha cominciato a parlare, e lo sta ancora facendo, visto che le sue labbra si muovono ma io ho scollegato il cervello. Potrei anche fare la fatica di ascoltare, almeno mi distraggo a sentire le sciocchezze che escono da quella bocca ma, non oggi, mi ritrovo ad ordinare birra numero quattro e a chiedere ad Amanda di uscire a fumare.
-andiamo via, lasciamo Nico ai deliri della pazza?- chiedo speranzosa, non ho veramente voglia di sentire di come tutto il genere maschile si innamori di lei a prima vista. Chissà quali sono le sue ultime vittime?
-saresti così crudele?- domanda a sua volta
-magari se la tromba! Dopo, questa, raggiunge la pace dei sensi e non ci tormenta più- una teoria che fa un po’ acqua, anche perché conoscendo il tipo gli si attaccherebbe modello cozza, e sarebbe veramente difficile poi evitarla.
-non è che lo stai sopravvalutando?- mi guarda curiosa
-secondo me, deve essere una scopata pazzesca- ho decisamente bevuto troppo, non ho mai pensato a Nicola in termini sessuali ma, da quello che mi dice lui e da quello che mi raccontò la stessa Amanda, mi sono fatta una certa, positiva, idea.
-in effetti…- immagino stia ripensando ad una delle loro performance da letto –in questo periodo di magra…-
-Amanda!- sbotto prendendola per un braccio e riportandola nel locale.
 
Noto piacevolmente che al nostro arrivo Irene non c’è più.
-come hai fatto?- chiedo a Nicola che stava giocando col cellulare
-vi odio- risponde solamente guardandoci malissimo
-aggiornaci- gli ordina Amanda, ci sta sulle palle, ma non disdegniamo il gossip.
-sarò conciso: Luca è, udite udite, innamorato perso di lei. Lo so, stento pure io a crederci. Il problema è lei, non è convinta- sto ridendo come una pazza perché Nico condisce il tutto con gesti e facce davvero divertenti –il buon vecchio Tommaso-
-soprattutto vecchio- m’intrometto
-ha deciso tra lacrime e sangue di troncare la loro relazione, e di dedicarsi esclusivamente alla moglie….dopo averle gentilmente confessato il tradimento- questi uomini…capiscono veramente poco.
-praticamente la donna lo ha minacciato di evirazione senza anestesia- commenta Amanda.
-dopodiché ha blaterato di una new entry, poveretto non sa in che razza di guaio è finito. Ovviamente, colpo di fulmine appena l’ha vista, ma ammetto di essermi distratto sul finale- conclude –quindi potrebbero essercene degli altri in giro-
-niente di nuovo- traggo le somme, può questa parlare per delle ore e dire sempre le stesse cose, ogni tanto cambiano i soggetti ma, la trama è sempre quella. Deve avere una vita noiosissima.
 
Prima di ordinare un’altra birra e peggiorare ulteriormente il mio stato mi alzo e informo i miei amici che è meglio che torni a casa. Nico si offe di darmi un passaggio in macchina e inevitabilmente l’argomento casca su Orlando.
-perché non lo chiami tu?- mi chiede sapendo che non potrei mai farlo
-non sono io quella che ha sbagliato- forse ringhio un po’
-almemo parlate. Così stai male e basta, potreste chiarirvi- cerca di argomentare
-forse non vuole chiarire un bel niente visto che non si è più fatto vivo- sento che una lacrima sta cercando di sfuggire –posso dormire da te?- domando con un filo di voce
 
Siamo sotto le coperte, ho la testa che mi gira e poca voglia di chiudere gli occhi soprattutto per terrore di stare peggio e passare la notte abbracciata alla tazza del water. Ammetto che mi è già capitato.
-secondo te, cosa ho di sbagliato?- chiedo, quasi sussurro
-togliti quest’idiozia dalla testa!- si è girato verso di me in modo da guardarmi negli occhi e sorridermi rassicurante
-perché, allora, va sempre a finire così?- chiedo, ha capito bene a cosa mi riferisco glielo leggo in faccia, la vera domanda era perché tutti alla fine mi tradiscono?
-non ho una risposta. Potrei dirti che sbagli a scegliere, ma non è la verità, potrei dirti che sei sfigata, ma sarebbe una magra consolazione. L’unica cosa che so per certo è che tu non hai nulla di sbagliato, ed il primo che se ne accorgerà, non ti lascerà andare via. E se posso permettermi pure un commento, Orlando secondo me, l’ha capito- sta sorridendo –oppure, sei qui a letto con uno strafigo, basta un tuo gesto e sono nudo…- ora ridiamo entrambi, riesce sempre a farmi divertire.
-perché non ci ho pensato prima- allungo una mano verso Nicola –tutto questo ben di Dio sprecato-
-ma infatti, usami…- si sta spanciando dalle risate
-preferisci sopra o sotto?- chiedo
-amica, le so tutte, e non ho preferenze- ho il mal di pancia dal gran ridere
-chiamandomi amica, mi hai un po’ ammosciato- ammetto cercando di fare la seria
-pensavo ti fossi preoccupata di dover provare tutte le posizioni del mio vastissimo repertorio-
-in effetti, non vorrei stancarmi troppo, ho da fare domani- mento, non ho nulla all’orizzonte
-si certo- non mi crede –hai paura di non potere più fare a meno di me poi- quanto è cretino
-beccata- rido
 
Non so come e nemmeno quando ma, dopo un po’ ci siamo addormentati, me ne rendo conto solo quando sento il mio telefono avvisarmi dell’arrivo di un messaggio. Allungo una mano verso il comodino e lo recupero, oh, è Orlando, alla buon ora, lo apro e mi trovo davanti ad una sua foto con un mazzo di fiori, e mi ritrovo come un’idiota a sorridere, squilla di nuovo, ora c’è lui con in mano un cartello con scritto “perdono”. Fantasioso il ragazzo.
Non so se ridere o piangere, ho una tale confusione di sentimenti che non mi capacito nemmeno io di cosa si debba provare.
Non faccio in tempo a riprendermi dai primi due che ne arriva un altro, e Nicola comincia ad infastidirsi, ora ha un cartello con scritto “sono un coglione”. Mi scappa una risata che fa borbottare il mio amico ma, che mi da un senso di liberazione di cui avevo un gran bisogno.
Bene, ora come mi comporto? Lo chiamo? Aspetto che mi chiami lui? Sento che mi sto agitando e comincio a muovermi e vorrei svegliare Nicola per avere un suo parere ma, di primo mattino non è mai molto amichevole.
Che dilemmi esistenziali! Ne ho avuti di più nell’ultimo mese che nei precedenti anni di vita.
Omioddio suona il cellulare, è Orlando, che faccio? Cazzo, Nicola, quando mi servi non sei d’aiuto. Mi decido e rispondo, proprio mente quell’idiota del mio amico si mette a brontolare, quindi il mio timido pronto è sovrastato da lui.
-che cazzo! Vuoi rispondere a quello stramaledetto telefono- perfetto
-Euridice?- domanda titubante quello che dovrebbe essere il mio fidanzato, odio quando mi si chiama usando il mio nome per intero
-in carne ed ossa- provo a fare la simpatica
-disturbo?- non ci sono riuscita visto il tono
-assolutamente, aspettavo una tua chiamata- non riesco proprio ad aspettare e starmene un po’ zitta
-è un po’ che suono al campanello ma non mi apri- già, mi risulta difficile
-non sono in casa- ecco brava, pochi dettagli. Va a finire che mi sento in colpa perché ho dormito con Nicola –ma posso essere lì in pochi minuti. Mi vesto e arrivo- cazzo, pochi dettagli avevo detto.
 
Corro in bagno per darmi una sistemata, per fortuna non mi ero truccata la sera prima. Mi vesto inciampando mille volte, è proprio vero che quando uno ha fretta combina dei disastri.
Do un bacio a Nicola che mi maledice nuovamente per avergli rovinato il sonno, controllo l’ora è quasi l’una, farò finta di nulla e lo lascerò ancora lì dov’è senza farglielo notare.
Scendo velocemente le scale, saluto la mamma di Nicola affacciandomi alla cucina, rifiuto velocemente colazione, pranzo o a qualsiasi cosa mi stia invitando. Mi blocco davanti al portone, e ora? Come mi comporto? Lo saluto come se niente fosse? Lo bacio? Faccio l’offesa?
Mentre esco penso che aspetterò che lui faccia la prima mossa, nel mentre mi stampo un bel sorriso sul viso.
Lo vedo, è appoggiato alla sua macchina, ed è bellissimo, una parte di me vorrebbe corrergli incontro e saltargli al collo. Ma è fortunatamente fermata dall’altra che dice di mantenere un certo contegno.
Mi avvicino col cuore che batte a mille, in fondo non dovrebbe mollarmi visto i messaggi.
-buongiorno- sono sempre educata
-buongiorno- si avvicina e mi trovo in impaccio ma lascio che mi dia un leggero bacio sulle labbra, cribbio quanto mi mancava! Cerco di leggere qualcosa nel suo viso ma, a parte una bellezza che mi sconvolge, noto solo che è più serio del solito.
-noi due dovremmo parlare- ed ecco sganciata in pochi secondi la frase più odiata all’interno di una coppia.
-aspetto da circa ventiquattro ore- commento per fargli capire che non ho gradito il fatto che non si sia fatto vivo
-parleremo anche di questo- è talmente serio che m’immagino che tra un po’ tiri fuori un foglio con scritto l’ordine del giorno. Lo guardo e annuisco.
-dove hai dormito?- suppongo il suo tono derivi da questo
-Nicola-
-parleremo anche di questo- e che cazzo, mi sembra un disco rotto
-abbiamo un sacco di cose di cui discutere- commento acida
-infatti, vorrei chiederti di andare a prendere qualche vestito, perché pensavo di andare nella casa dei miei in campagna, per stare un po’ da soli- proposta interessante, anche perché la mia mente malata e perversa sta elaborando la cosa come ad una maratona di sesso. A meno che non voglia sbarazzarsi di me e seppellirmi sotto un salice. Mentre il mio cervello è tornato sull’argomento sesso, Orlando mi guarda con aria interrogativa, suppongo voglia una risposta. Annuisco e gli faccio cenno di seguirmi.
In casa mia, come prevedibile, non c’è nessuno, lo faccio entrare nel mio regno dominato dal caos, guarda la mia camera, alza un sopracciglio poi con mossa fulminea si avventa sulla mia bocca. È un bacio forte, passionale, un bacio di cui avevo un gran bisogno. Riesco a liberarmi, anche se contro voglia, perché non voglio tutto finisca in una scopata senza avere chiarito.
-forse è meglio se sistemiamo le cose prima- lo guardo con una neanche tanto leggera speranza che mi mandi a cagare e mi butti sul letto
-scusa, hai ragione, ma non ho resistito- sorride malizioso
 
Siamo in macchina da pochi minuti e ci dirigiamo fuori dalla città, quando mi torna in mente l’interrogazione di Pietro.
-mi dai per favore, il numero di tuo fratello?- chiedo curiosa di sapere se sono stata utile
-come è andata stamattina?- chiedo di getto saltando tutte le regole della buona educazione
-ehy, ciao, molto bene. Ho preso otto e mezzo e lo devo a te- amo questo Gualandi –dimmi che sei con Orlando?- s’informa subito dopo.
-sì- non so perché ma non voglio che il fratello venga a conoscenza di questo scambio di battute
-avete chiarito?- chiede subito dopo
-non ancora- se continuo così Orlando ci mette tre secondi a capire che stiamo parlando di lui
-ti ha detto che è un coglione?- scoppio a ridere
-in un certo senso…- sento che ride pure lui e dopo esserci salutati chiudiamo la conversazione.
-voi due insieme non mi piacete per niente- commenta Orlando senza guardarmi.
 
Dopo aver parlato con Pietro è calato uno strano silenzio in macchina, e non mi piace questa specie di tensione nell’aria, così decido di tagliare la testa al toro, o prenderlo per le corna, a seconda dei punti di vista.
-quindi, che fine hai fatto ieri?- mi giro verso di lui per vedere ogni movimento del volto, potrei ripensare ai mille episodi visti di lie to me, ma non ci caverei un ragno, quindi mi godo solo la sua bellezza
-la mattina dovevo assolutamente essere in facoltà. Il pomeriggio ho voluto mettere le cose in chiaro con Eleonora-
-hai preferito chiarire prima con lei che con me?- chiedo leggermente acida
-ho pensato di passare prima da lei, perché se poi tu mi avessi chiesto di non vederla più, non sarei riuscito a farlo- che ragionamento contorto
-non ti proibirei mai niente del genere- sbotto quasi offesa, non mi ha ancora compreso –posso sapere come è andata?- sono autolesionista lo so
-lei ha sostenuto di aver capito di non aver mai smesso di amarmi- e fino a qui…-io le ho detto che non amo lei- il mio cuore ha preso a battere come un pazzo –ha insistito cercando di…-
-saltarti addosso?- chiedo preoccupata e lui ride
-no, ha solo rivangato i bei momenti trascorsi insieme, ma le ho spiegato che rimarranno solo ricordi- chissà se l’ha capito
-non dovevi essere a cena a casa sua stasera?- chiedo, non so perché mi sia venuto in mente
-non mi sembrava il caso- conclude il discorso
-per chiudere definitivamente la questione, ci terrei a dire, che mi ha dato più fastidio il tuo comportamento quando mi hai raccontato dell’accaduto, che il bacio in sé- tralascio la questione fondamentale del mio bisogno di certezze ad un altro momento
-scusa, lo so, è che ero nel panico, avevo paura della tua reazione- ammette sincero
-per la prossima volta…- mi guarda sconvolto –Orlando, caro, sei bellissimo, ci sarà sicuramente e purtroppo, una prossima volta. Le donne sono abbastanza stronze da fregarsene se sei fidanzato. E ci proveranno lo stesso con te. Però,  ti prego niente melodrammi, raccontami gli eventi e ci facciamo due risate, sempre che tu non mi molli per l’altra!- aggiungo
-non accadrà- lo sento sicuro e convinto, mi piace
 
Direi che buona parte dell’ordine del giorno è stata trattata nella gita in macchina. Ora, spero solo, si sia dimenticato di Nicola.
-lo sai che non abbiamo ancora finito- come non detto, odio quando mi legge nel pensiero –ma siamo arrivati- mi fa cenno alla splendida casa che ho davanti.
È una costruzione in sasso, in stile country, con un enorme giardino sul davanti, quando entriamo scopro che il ce n’è uno pure sul retro, con una immagino meravigliosa piscina.
-oh, è stupendo qui- dico guardandomi attorno, il salotto da su un enorme camino e le pareti sono vetrate che danno sulla piscina
-è dove vorrei venire a vivere…da grande- sticazzi penso
-beh, se hai bisogno di una coinquilina io mi candido-
-preferirei una fidanzata-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: bimbic