Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: Bethtina    26/01/2013    2 recensioni
Ricordo quel giorno come se fosse ieri.
Ricordo di come i raggi del sole si incastrassero in perfetta armonia con le fronde del grande albero al centro di Regent’s park ,di come il vento accarezzasse dolcemente il mio viso ricoprendo la pelle di piccoli brividi su tutto il corpo, il profumo della primavera che stava sbocciando, e quella sensazione così strana, quella che arriva solo quando sta per succedere qualcosa.
Non ricordo per quanto tempo fossi rimasta sdraiata li, ferma in quella posizione. Ricordo solo che stavo aspettando. Aspettavo la felicità. Aspettavo te.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Felicità: [Dal latino felicitāte(m), da felix, felicis “felice”] condizione, stato di chi è pienamente appagato nei suoi desideri.

 

È questa la definizione che ci viene offerta dal dizionario quando si cerca il significato della parola “felicità”. Anni e anni di studi da parte dei migliori psicologi ed esperti sulla razza umana e sono due righe tutto ciò che ci viene offerto come risposta alla fatidica domanda: cosa vuol dire essere felici?

Ma è davvero questa la felicità? Essere appagati nel realizzare i propri desideri?

La felicità non è un sentimento che va cercato all’interno dei libri, perché per quanto possano riportare informazioni attendibili,derivanti da migliaia di studi effettuati non riporteranno mai la verità. La felicità è un sentimento che va cercato. Va cercata in mezzo alle strade, tra due anziani che sono ancora sposati e innamorati dopo 60 anni di litigi e difficoltà, va cercata tra i bambini che giocano sereni nel parco ogni pomeriggio, va cercata nei baci che le loro mamme gli rivolgono nel dargli la buonanotte, va cercata nei sorrisi delle persone che nonostante non possiedano niente hanno ancora la forza di sorridere per incoraggiare a non mollare mai, va cercata nei milioni di soldati che ogni giorno perdono la vita in guerra e in tutte quelle persone che si spendono ogni giorno per aiutare gli altri senza mai chiedere niente in cambio. E allora se a queste persone poniamo la fatidica domanda, la risposta sarà quella menzionata dalle pagine di uno stupido dizionario e dai risultati delle mille ricerche degli studiosi?

Le risposte che si possono ricevere sono milioni certo, ma ce né una in particolare che mette d’accordo così tante persone diverse.

L’amore. L’amore ti rende felice.

E a differenza di quello che si puo’ pensare, non è per forza un sentimento che deve essere accomunato solo a quello che si prova verso la propria anima gemella. Esistono diversi tipi di amore.

L’amore per la vita, l’amore per il proprio lavoro, per il proprio figlio, per il proprio marito, l’amore per la patria, l’amore nell’aiutare gli altri, l’amore per Dio, l’amore per se stessi.

E se allora riuscirai a realizzarti, e a scoprire chi sei ed essere appagato da almeno uno di questi tipi di amore, forse allora si che sarai davvero felice.

 

E tu Annie? Tu sei felice?

 

Ricordo quel giorno come se fosse ieri.

Ricordo di come i raggi del sole si incastrassero in perfetta armonia con le fronde del grande albero al centro di Regent’s park ,di come il vento accarezzasse dolcemente il mio viso ricoprendo la pelle di piccoli brividi su tutto il corpo, il profumo della primavera che stava sbocciando, e quella sensazione così strana, quella che arriva solo quando sta per succedere qualcosa.

Non ricordo per quanto tempo fossi rimasta sdraiata li, ferma in quella posizione. Ricordo solo che stavo aspettando. Aspettavo la felicità. Aspettavo te.

 

 

Mi era sempre piaciuto quel parco, sin da piccola, sin da quando mi ci aveva portato per la prima volta mio padre.

Come ogni parco in stile londinese che si rispetti, era immerso nel verde, circondato di piante e fiori di ogni genere e se eri fortunato riuscivi a scorgere qualche scoiattolo intento a saltare da un ramo all’altro con la sua straordinaria agilità che lo rendeva un puntino veloce quasi difficile da catturare ad occhio umano.

Mi piaceva perché era un ottimo posto per pensare. Immergersi interamente nell’essenza della propria anima ed estraniare il mondo esterno dai tuoi più intimi pensieri. Mi piaceva fare quello che al giorno d’oggi quasi nessuno era più in grado di fare per via dei troppi impegni o delle troppe preoccupazioni. Ed io una ragazza di soli diciotto anni volevo essere ancora in grado di vivere una vita parallela ed immaginare la mia vita diversa dalla realtà, esattamente come i bambini. In quel parco potevo essere chiunque io volessi essere, bastava solo chiudere gli occhi e saper sognare. Perché prima o poi tutto questo sarebbe finito, lo sapevo bene. Il tempo non avrebbe aspettato e io sarei presto diventata adulta, sarei presto diventata parte di quel trambusto della città, camminando accanto a quelle persone che ogni mattina, elegantemente e con la loro fidata ventiquattrore in mano, raggiungevano gli uffici che fungevano da prigione in quella che era ormai diventata la loro frenetica vita. E io non volevo nemmeno perdermi un momento di quella quiete che sin da piccola mi aveva accompagnata e mi aveva fatta diventare quella che ero: una normale ragazza di città che amava tremendamente vivere, a modo suo, ma vivere.

La brezza accarezzava debolmente i lineamenti del mio viso esposto verso il sole, quasi come se volessi permettergli di entrare dentro al mio corpo e illuminarmi anche il cuore oltre a tutto ciò che c’era intorno, quando ad un tratto un lieve spostamento d’aria alla mia sinistra mi fece sussultare e portare istintivamente lo sguardo sul ragazzo che mi si era appena seduto di fianco. Chiusi nuovamente gli occhi, lasciando che un piccolo sorriso trovasse lo spazio per aprirsi dolcemente sul mio pallido viso.

Perché sorridi?”. Una voce calda e roca sostituì il lieve rumore provocato dallo scorrere dell’acqua del fiume a pochi metri da dove ci trovavamo e nonostante questo pensai di non aver mai sentito suono più melodioso di quella voce.

Oggi è una bella giornata, sorrido perché non capita mai tutti i giorni di sorridere perché è una bella giornata”.

come?” disse con tono divertito.

Continuando a tenere gli occhi chiusi iniziai a parlare senza la minima preoccupazione di poter sembrare una pazza squilibrata.

Quante volte ti alzi alla mattina e sorridi pensando alla tua giornata?Questo è uno di quei momenti rari e per questo devi godertelo a pieno”.

Io sono Harry”.

Aprii di malavoglia gli occhi, stropicciandogli per via del sole che mi aveva colpito subito in seguito a quel gesto avventato.

Il ragazzo riccio e dagli occhi verdi mi stava porgendo cortesemente e con un grande sorriso la sua mano che aspettava solamente un piccolo segno di vita da parte mia.

Portai la mia mano fino alla sua e gliela strinsi debolmente, senza mai interrompere l’incontro tra i nostri occhi così diversi, che per molti anni prima di incontrarsi avevano visto cose altrettanto diverse.

Il ragazzo allargò ancora di più il suo sorriso nel notare che ancora non aveva ricevuto alcuna risposta da parte mia.

E tu come ti chiami?” disse correndomi in aiuto.

Io sono Annie.”

Il ragazzo annuì soddisfatto prima di poggiare entrambe le mani sull’erba e lasciare cadere la testa all’ indietro, cercando di assaporare quanto più poteva di quel calore che il sole ci stava donando in quella magnifica giornata. Infine sorrise grato, facendo quindi quello che gli avevo esattamente detto di fare poco prima.

Passarono alcuni minuti che senza alcun imbarazzo decidemmo di non riempire con inutili parole. Entrambi stavamo contemplando qualcosa. Harry poteva finalmente immergersi nei suoi pensieri e io potevo osservarlo mentre lo faceva.

Era un anno che non mi fermavo per fare questo.” Percepii un tono di amarezza tra le sue parole ma decisi di non dare voce ai miei pensieri, almeno per il momento.

Deve essere difficile farlo con tutte quelle ragazze che ti seguono in ogni momento della giornata” constatai portando gli occhi su un punto fisso davanti a me.

Sai chi sono?” chiese sorpreso.

Buttai la testa all’indietro e mi lasciai andare ad una piccola risata prima di rispondere cortesemente. “Sarò pure strana come stai pensando, e non mentire perché so che è così, però è impossibile non notare le tue foto che tappezzano tutta la città”.

Rise anche lui a sua volta e io lasciai cadere nuovamente la schiena sull’erba sospirando e beandomi di quel piacevole suono che era la sua risata cristallina.

Sentii la sua spalla sfiorare la mia, segno che si fosse sdraiato accanto a me, portando così uno strano senso di piacere che piano a piano si apriva partendo dal cuore.

Allora Annie la strana, cosa ci fai qui tutta sola in una bella giornata come questa?A parte contemplare le meraviglie qui intorno s’intende” disse con un tono di ironia.

Inarcai un sopracciglio e lo guardai storto, ma subito riportai gli occhi sui rami posizionati sopra di me che occupavano tutta la mia visuale.

Feci spallucce e non risposi.

Ma lui non volle cedere insistendo ancora con un’altra domanda.

Vieni spesso qui?”

Sospirai. Non si sarebbe arreso. “Ogni ultimo giorno di ogni mese”.

Come mai?” chiese incuriosito dalla mia insolita risposta.

Perché mi piace fermarmi alla fine di un mese e vedere se giorno dopo giorno sono riuscita a cambiare qualcosa nella mia vita. È come se ad ogni fine mese facessi un resoconto di quello che mi succede e mi prendessi un po’ di tempo per stare semplicemente con me stessa.”

Rimase qualche secondo in silenzio probabilmente per riflettere sulla mia assurda risposta e poi semplicemente disse: “hai ragione sei strana”.

Decisi che era il mio turno di fare una domanda e mi rivolsi a lui con l’intenzione di sapere il perché della sua presenza al mio fianco.

E tu invece? Sei qui per scappare dalla tua vita movimentata?”.

Harry sospirò e con un sorriso triste disse: “ Forse. Come hai detto tu c’è sempre qualcuno che mi segue e di momenti come questi, per me non ne trovo più”.

Girai la testa verso di lui e rimasi ad osservare il suo profilo per qualche secondo prima di incontrare di nuovo i suoi occhi che mi scrutavano dolcemente e incatenavano i miei al suo viso, impedendomi di puntare lo sguardo altrove. Meglio così, in fondo in quel momento non c’era altro che volessi fare se non perdermi nella sua anima attraverso i suoi occhi smeraldo.

Strinsi delicatamente la sua mano e mormorai un debole “mi dispiace” per offrirgli il mio sostegno e la mia comprensione.

Sul suo viso si allargò un dolce sorriso che mi fece sorridere a mia volta.

Non ti preoccupare, direi che di sicuro c’è a chi va molto peggio di me. Molte persone perdono la vita o la speranza ogni giorno, mentre io solo qualche ora da dedicare a me stesso, ma che comunque comporta un gran bel guadagno nella mia vita.”

I soldi non fanno la felicità, lo sanno tutti. Tu sei felice Harry?”domandai senza decidermi a mollare la presa dalla sua mano.

Harry parve riflettere un attimo e spostò i suoi occhi a fissare un punto indefinito nel cielo.

Mentirei se dicessi che a volte vorrei tornare un ragazzo normale e che ci sono quei momenti in cui vorrei per un secondo dimenticare il mondo e starmene per conto mio proprio come fai tu, ma la verità è che sarei un grande bugiardo se dicessi di non essere felice. Amo quello che faccio e devo esserne grato perchè oggi non molte persone possono vantarsi di avere un lavoro che amano. Il problema è che a volte mi sento quasi incompleto.”

Girò nuovamente verso di me la testa e io annuii comprensiva riguardo a quello che mi aveva appena svelato.

Ormai nessuno dei due aveva paura di mostrarsi per quello che era davvero. C’eravamo solo noi, spogli delle barriere che ogni giorno eravamo costretti a portarci dietro per mascherare i mille pensieri repressi che si accumulavano giorno dopo giorno senza mai mostrarli ad altri, come invece stavamo facendo noi in quel momento.

Forse non ti senti completo, perché ti manca ancora qualcosa per raggiungere la completa felicità. Mia madre di questo da’ la colpa all’amore. C’è gente che si accontenta di amare solo poche cose nella vita, un marito o un figlio ad esempio, ci sono altri che sono più ambiziosi e vogliono altro per essere davvero felice. Tu hai l’amore per il lavoro, per i tuoi amici, per i tuoi fans , per la tua famiglia, ma ancora non ti basta.”

Harry rimase sorpreso qualche secondo ma poi parve iniziare a riflettere seriamente su quello che gli avevo appena rivelato. Poi con occhi pieni di curiosità si rivolse nuovamente a me: “ E allora cosa dovrei fare?”.

Puoi cercare la tua felicità, o semplicemente aspettare che arrivi da sola, perché prima o poi arriva sempre anche se a volte per poco.”

Rimanemmo così per altri interminabili minuti, fermi, in silenzio, sdraiati fianco a fianco, con le dita delle nostre mani intrecciate tra loro a scrutarci negli occhi con la curiosità di chi ha appena trovato qualcosa di grande, di importante.

La sera ormai stava scendendo silenziosa sull’immenso parco londinese e la gente si apprestava a tornare a casa dopo una rilassante giornata a Regent’s Park.

Sciogliendo il groviglio tra le nostre dita, mi alzai in piedi e iniziai a sistemare la giacca che mi fasciava il busto pulendola dai fili d’erba che vi erano rimasti attaccati.

é stato un piacere Harry”.

Gli porsi la mano e rimasi in attesa qualche secondo prima di sentire la sua presa calda e dolce che stringeva debolmente la mia come avesse paura di spezzarla.

Ci vedremo ancora Annie?” chiese speranzoso.

Perché lo chiedi?Che ne sai che io non sia una di quelle persone che cercano la tua amicizia solo per diventare qualcuno?”.

Lo sei?”.

Forse si o forse no, tu lo sai?”

Si, e so che non lo sei, voglio rischiare perché come hai detto tu la felicità arriva da sola prima o poi, e io voglio credere di averla trovata qui oggi,quindi, ci rivedremo ancora Annie?”.

Rimasi seria per qualche secondo, ferma ad osservare l’albero alla mia destra senza guardare mai negli occhi il ragazzo che aspettava senza perdere ancora la speranza. Poi sorrisi.

E dire che avevo iniziato a credere che fossi intelligente, bè se tu lo fossi avresti già capito che alla fine di ogni mese sarò qui ad aspettarti.”

Harry mi sorrise dolcemente. Velocemente mi girai e iniziai ad incamminarmi verso l’uscita del parco.

ANNIE”.

Mi fermai di colpo e riportai lo sguardo verso Harry che nel frattempo si era alzato in piedi.

E tu?Tu sei felice Annie?”.

Non poteva esserci domanda migliore di quella. Non poteva esserci nessuna voce come la sua che rendessero quelle parole degne di essere pronunciate.

Puntai lo sguardo sicura nei suoi occhi così lontani da me e lasciai spazio ad un sorriso sincero.

È una vita che ti aspetto per esserlo”. E detto questo mi incamminai nuovamente verso la mia solita noiosa vita, ma con la consapevolezza che qualcosa di nuovo era entrato a farne parte e ora forse si che tutto avrebbe avuto un senso, era arrivato quel dolce retrogusto che avrebbe potuto rendere la mia esistenza qualcosa di meraviglioso da poter costruire giorno dopo giorno.

 

***

If I lay here,

If I just lay here,

Would you lay here with me and

just forget the world?

 

 

 

Proprio come in quel giorno di primavera la sera stava avvolgendo tutto intorno a me, con il suo ormai freddo abbraccio invernale. Gli alberi le cui foglie erano dipinte dai bellissimi colori autunnali, davano al complesso una sensazione di calore nonostante il freddo pungente. Come quel giorno stavo lì ferma, sdraiata sotto il grande albero centrale ad aspettare.

Il mio orologio segnava le cinque passate e ormai tutte le persone che c’erano si erano già avviate verso le loro case per sfuggire all’ oscurità che stava giungendo minacciosa.

Il rumore di passi affrettati e dello scrosciare delle foglie sotto i piedi del misterioso individuo mi riportarono alla realtà facendomi alzare lo sguardo giusto in tempo per incontrare i suoi occhi verdi, stavolta leggermente lucidi probabilmente per via del vento sul viso mentre correva.

Harry davanti a me sorrideva felice, come se avesse aspettato il momento di rivedermi per troppo tempo, esattamente come facevo io ogni volta che lo vedevo partire.

Mi limitai semplicemente a gioire internamente lasciando l’espressone sul mio volto seria e fissa su di lui.

Mi scrutava silenzioso in attesa di una qualche reazione da parte mia che non tardò ad arrivare.

Sei in ritardo. Non perderai mai il vizio di farmi aspettare. Dopo tre anni ancora non hai imparato.”

Il sorriso sul suo viso si sciolse immediatamente lasciando il posto ad una smorfia contrariata, seguita da un pesante sospiro di disapprovazione.

Il ragazzo con il fiatone si buttò pesantemente al mio fianco, sdraiandosi completamente sull’erba ormai ingiallita.

Si mi sei mancata anche tu Annie” disse in tono ironico.

Prima di farmi anche solo fiatare continuò dicendo: “Sono due mesi che non ci vediamo e l’unica cosa che hai da dirmi è che sono in ritardo?”.

Non sarebbe mai cambiato. Non riuscivo ancora a capire come fosse possibile l’esistenza di una persona talmente pigra,ritardataria,testarda e con sempre un motivo per lamentarsi come lo era Harry.

Scusa se sono rimasta qui sola tutto questo tempo al freddo per aspettare che tu tornassi da uno dei tuoi soliti viaggi, QUI, al buio, in attesa che qualcuno mi salvi prima che io venga rapita, tagliata in mille pezzi e portata lontano dalla mia amata Londra” dissi leggermente irritata e con tono teatrale.

Nessuno avrebbe il coraggio di mettersi contro una persona così acida e antipatica come te”.

Socchiusi gli occhi e puntai il mio sguardo omicida verso di lui. Harry spalancò i suoi allarmato. Ormai sapeva che quando assumevo quella buffa espressione che in teoria doveva assomigliare all’espressione di una persona arrabbiata, era in guai seri.

Ehi Annie io sche…”. Tentò di giustificarsi.

Non provare a dirmi che scherzavi Harry Styles” iniziai puntandogli il dito sul petto “sono io che ti aspetto qui ogni santa volta mentre tu giri il mondo con i tuoi amichetti, e in più quando torni hai da lamentarti se non mi va bene l’orario in cui arrivi? Certo che mi lamento sei la persona più ritardataria e rompiscatole che io abbia mai cono..”

Non feci in tempo a continuare che le sue labbra si erano posate velocemente sulle mie, portando ad entrambi un po’ di calore non solo dopo una fredda giornata, ma dopo mesi senza che potessero anche solo sfiorarsi. Mi era mancato. Non era lo stesso quando non c’era. Casa nostra era vuota, il mio cuore era vuoto. La mia felicità se ne andava e io aspettavo che tornasse. E così sarebbe sempre stato. Ma avrei aspettato anche mille anni pur di ritrovarla a queste condizioni.

Scusa. Hai ragione. Mi sei mancata e Ti amo.” Disse portandosi una mano al cuore.

Bene, è il minimo”. Incrociai le braccia al petto e lo osservai mentre inarcava un sopracciglio.“Non guardarmi così”.

Lui sorrise, scuotendo la testa e facendo muovere da una parte all’altra i suoi bellissimi ricci castani, portò poi il suo braccio intorno al mio collo e a pochi centimetri dal mio viso sussurrò: “ Continua pure a fare l’arrabbiata, ma godiamoci gli ultimi minuti prima che il parco chiuda.”

Mi prese delicatamente la mano e mi fece sdraiare accanto a lui permettendomi di stringermi sempre di più e cercare in qualche modo di riscaldarmi.

Girai la testa verso il suo viso e lo trovai già intento ad osservarmi.

Ti amo” soffiai debolmente.

Harry sorrise e mi avvicinò ancora di più. Rimanemmo così a lungo, senza nemmeno preoccuparci del parco che presto avrebbe chiuso per la notte, immobili con gli occhi che si fissavano reciprocamente, tenendoci stretti per mano, come eravamo soliti fare ogni giorno alla fine del mese, quando tornavamo ad essere solo noi due lontani dal mondo.

 

Quel giorno al parco avevamo trovato la nostra felicità. Lo avevamo capito subito, perché te ne accorgi quando arriva qualcosa che ti stravolge la vita, ti accorgi dell’arrivo di un uragano che è pronto a spazzare via la pace in cui sei abituato a vivere. Con Harry era facile come respirare.

La felicità la si puo’ trovare in ogni piccola cosa. Nell’amare ogni più piccola cosa di un amore più grande di cui mai nessuno riuscirà a comprendere il significato.

E così era per la nostra felicità che era racchiusa in piccoli gesti. Nei nostri occhi che si guardavano pieni di dolcezza subito dopo aver posto fine ad uno dei nostri soliti litigi che scoppiavano per via di qualche piccola sciocchezza, nei croissant al cioccolato che mi lasciava alla mattina prima di andare in studio, nel trasferirsi nella casa che avevamo acquistato per condividere una vita piena insieme, nel tornare ogni ultimo giorno del mese a contemplare tutto ciò che avevamo creato, rimanendo finalmente solo noi due. Dimenticandoci semplicemente del resto del mondo.

 

 

Se mi sdraiassi qui

Se mi sdraiassi proprio qui

Ti sdraieresti qui con me e

Dimenticheresti semplicemente il mondo?

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Bethtina