Questo
capitolo parla di Trevor e Laurel :) premetto che non aggiunge nulla alla
storia e non seguirà i periodi di Falling
in love ma
avrà propri periodi, propri cicli :)
Capitolo 1
Laurel ascoltava le sue compagne farneticare su
dove avrebbe potuto alloggiare Trevor nei tre giorni che Joe era fuori di casa.
Kate e Scarlett negarono a priori, le poteva capire. La prima non aveva spazio
a sufficienza per una terza persona e la seconda era appena tornata a Londra e
la sua nuova casa era ancora in subbuglio.
<< Resterà a casa mia. >> Aveva incalzato la ragazza senza pensarci
un minuto di più.
Le sembrava la cosa giusta da fare. Possedeva una casa grande che aveva
acquistato con il suo lavoro da modella, grande, spaziosa e luminosa, le tre
cose che lei amava di più del suo amato rifugio.
Perché non invitarlo allora, aveva pensato.
Abitava da sola da troppo tempo ormai, un po’ di compagnia avrebbe movimentato
le sue giornate.
All’aeroporto.
<< Ragazze vi siete perse? >> Quella voce la fece sorridere
involontariamente. Si voltò lasciando che i suoi capelli voltassero in modo
naturale e quando i suoi occhi celesti incontrarono quelli ghiaccio del ragazzo,
rimase meravigliata. Non era la prima volta che li vedeva, no, anzi, conosceva
ogni sfumatura di quegli occhi, dal ghiaccio quasi bianco quando erano esposti
al sole, al celeste velati dal desiderio.
Le sue labbra sottili si piegarono in sorriso dolce quando abbracciò Kate. Come
si vedeva che ci teneva alla ragazza, chiunque vedendo quell’abbraccio li
avrebbe scambiati per fratelli.
<< Ehi. >> si rivolse a Laurel dopo aver lasciato andare via Kate.
<< Ehi. >>
Le rivolgeva un sorriso malizioso, adocchiandola da capo a piedi come se
potesse vederla oltre i vestiti. Si sentì come denudata da tutto e avvampò
proprio lì. Quel ragazzo non poteva rivolgerle ogni volta un sorriso del
genere, sapeva di non poter resistere a lungo senza avvicinarsi a lui in quei
tre giorni che avrebbe alloggiato a casa sua. Avrebbe fatto ricorso a ogni
forza per trattenersi dal buttarsi su quel corpo così virile.
Doveva trovare una via di fuga in quel momento, il suo cervello iniziava a
pensare cose poco garbate!
<< Hai intenzione di fissarmi con quel sorrisino ancora per molto o hai
intenzione di salutarmi come si deve? >>
Il sorriso del ragazzo si aprì divertito per quella richiesta improvvisa.
<< Entrambe le cose? >> Trevor si avvicinò in pochi passi a Laurel
e le cinse la vita con le braccia trascinandola contro il proprio corpo.
Il suo petto si alzò in una leggera risata mentre la abbracciava e immergendo
il volto nei suoi capelli inalò tutto il suo profumo muschiato, di fiori
selvatici.
Trevor avrebbe voluto continuare ad annusarla per molto ma quando Kate si avvicinò,
dovette lasciare andare Laurel.
Joe non si era ancora fatto vivo, forse era nel parcheggio dell’aeroporto che
ci aspettava, pensò Trevor. Ma quando si avvicinò alla macchina insieme alle ragazze,
non lo vide.
<< Emh.. Kate, dov’è Joe? >>
<< Joe è in trasferta con la squadra, resterà via tre giorni.. >>
Trevor corrugò la fronte sentendo le parole di Kate. Joe era in trasferta con
la squadra? Perché non l’aveva detto nulla? Tipico da Joe dopotutto.
<< Oh capisco. Lui è in trasferta con la squadra.. quindi io dove dormo?
>> sbuffò prendendo a osservare di
nuovo le ragazze.
<< A casa mia. >> incalzò Laurel sorridente, << Problemi?
>>
Problemi? Era davvero disposta a invitarmi a casa sua per tre giorni?
Trevor fece spallucce sorridente e osservò la ragazza entrare in macchina.
<< Assolutamente no. >>
Non si sarebbe mai tirato indietro. Non poteva sperare di meglio. Forse se
aveva pensato anche per un nanosecondo di prendersela con il fratello per
quello che aveva fatto, lasciandolo in chissà quale mani, adesso che sapeva in
quale mani, sarebbe finito, l’avrebbe ringraziato.
<< Eccoci arrivati. Mi dispiace per il
disordine è stata una decisione dell’ultimo minuto e non ho potuto sistemare..
>> Laurel fece spazio a Trevor alle sue spalle che entrava. Riassettò
alla meglio ciò che le capitava sotto le mani per far ordine. Non che fosse in
disordine casa sua e non lo era neanche lei ma a volte riordinava senza
volerlo.
<< Non ti preoccupare. È grande è luminosa, mi piace. Vivi da sola?
>>
<< Sì >> annuì.
Viveva da sola ormai da quasi due anni, da quando aveva lasciato la famiglia
nella periferia di Londra, per studiare e lavorare come modella. Ma non poteva
dire di essere sola, nell’ultimo periodo trascorreva gran parte del tempo a
casa di Paige e Kate, avrebbe chiesto loro asilo, pensò divertita.
<< Vieni ti mostro il resto della casa. >> sorrise prendendo le
valige di Trevor e lasciandole al piano di sotto.
Il giro non fu molto lungo e dopo aver mostrato quale sarebbe stata la sua
stanza tornarono in cucina.
<< Vuoi una birra? >> propose Laurel sorridente avvicinandosi al
frigo.
<< No grazie. >>
<< Ok. Domattina non ho lezione se non sei stanco, possiamo gettarci sul
divano, vedere un film o tv spazzatura e ingoffarci di patatine. Che ne dici?
>> suggerì Laurel divertita agitando il pacco di patine nella mano.
<< Detto così.. >> fece spallucce Trevor annuendo sorridente.
Si spostarono nell’ampio salotto e Laurel si avvicinò alla pila di cd
scegliendone qualcuno da poter vedere e poi li pose al ragazzo.
<< Ma sono tutti film strappalacrime! >> si lamentò Trevor con una
smorfia di disgusto.
<< Non ti azzardare, quello è Titanic, un classico! >> borbottò
Laurel portando le braccia ai fianchi sfidando il ragazzo. Era una donna per
diamine, cosa si aspettava di trovare? I mercenari 2 o qualche film di squali? Non che fosse una ragazza sdolcinata che amava
solo e unicamente i film strappalacrime, ma aveva la sua buona dose di film
romantici.
Trevor la osservò e si morse il labbro inferiore senza farsi vedere da lei. Quei
leggins neri che aveva indosso le definivano i lineamenti delle lunghe gambe e
dei fianchi, aveva delle bellissime gambe, pensò Trevor. Per essere una
modella, pensò, non era assolutamente magra con due spigoli anziché due
fianchi, anzi le sue linee erano morbide e.. invitanti.
<< Titanic? Non vorrai vedere quel film? >> Trevor piegò la testa
di lato sperando che Laurel non rispondesse di sì.
<< Non oggi, non ho voglia di gettare lacrime. Film d’azione? >> domandò poi
porgendoli alcuni cd.
<< Li ho visti tutti e questo non mi piace! >> si lamentò Trevor.
Laurel alzò gli occhi al cielo riponendo tutti i cd che
Mister-non-ho-voglia-di-vedere-un-film aveva eliminato.
La piccola convivenza sarebbe stata più complicata del previsto.
<< Hai horror? >> domandò poi Trevor.
<< Anche tu? Perché a voi maschi piace tanto l’horror? >> borbottò
Laurel scuotendo il capo.
<< Perché quanti maschi hai conosciuto cui piace l’horror? >>
Trevor si accigliò. Non conosceva molto di Laurel, anzi non conosceva praticamente
nulla, non aveva mai parlato della sua vita e lui non aveva fatto alcuna
domanda ma in qualche modo le parole di Laurel lo fecero diventare serio, come
se sapere che Laurel avesse portato qualcun altro a casa sua lo infastidisse.
Pazzesco. Non vedeva alcun motivo per cui doveva infastidirsi. Non era mica la
sua ragazza. E poi da quando Trevor Hart provava sentimenti del genere per una
ragazza?
Le sue relazioni erano state sempre
prive di sentimenti e di caos. Lui odiava il caos. Pur giocando a basket
e affrontare quelle partite caotiche non vedeva l’ora di tornare a casa, accendere la radio con musica soft e
riposare.
Una sola. Una sola relazione era stata decisiva nella sua vita. Quella con
Bella. Quella ragazza aveva rovinato lo splendido rapporto tra lui e Joe e
questo non poteva perdonarselo. Pensare che lei provasse sentimenti per lui,
quando in realtà aveva solo voglia di provare anche piacere con l’altro Hart.
Fortuna che il padre fosse vecchio e sposato o sarebbe andata a letto anche con
lui. Fece una smorfia schifata. Lui non era come Joe. Non riusciva ad andare
avanti e provare simili sentimenti per un’altra donna, no. Lui era diverso. Il
tempo lo aveva reso diverso. Si era rifiutato di pensare al matrimonio a ventitré
anni, mentre molti dei compagni di squadra si univano in matrimonio con le
proprie compagne per il resto della loro vita. La sua era una bella vita, era
una scelta la sua. Nessun sentimento, nessuna complicazione. Nulla di nulla se
non il sesso. Le donne portavano solo caos.
<< Qualcuno. >> commentò Laurel facendo spallucce.
Le donne, tutte uguali.
Eppure Laurel era riuscita a risvegliare qualcosa dentro di lui. Qualcosa che
lo spaventava.. che negava. Non l’aveva ancora baciata. Chissà che sapore avessero
quelle labbra carnose, pensò. Le ragazze che frequentava erano per lo più
ragazze da una notte, conosciute in un pub o presentate da qualche amico. Ci
usciva qualche volta, si parlavano, ci andava a letto e poi ognuno per la
propria strada. Lui decideva di troncare i rapporti. Tute le ragazze che
passavano nel suo letto sapevano a cosa andavano in contro e lo accettavano
perciò erano tutti felici.
<< Mi dispiace ma niente horror. Potremmo giocare a carte! >>
propose poi.
<< Ok. Prendo il mio mazzo però. >> annuì sorridente.
<< Hai un mazzo di carte dietro? >> chiese Laurel increspando le
sopracciglia.
<< Mi piace sfidare Joe a poker che è completamente negato. >>
sorrise uscendo un mazzo di carte della borsa.
Lei rise, una risata melodiosa per le sue orecchie e si sedettero entrambi sul
morbido tappeto, attorno al tavolino in vetro.
<< Poker, sai giocare sì? >>
Lei annuì posando i gomiti sul tavolino in vetro e lo sguardo di Trevor si
spostò sul seno di lei. In quella posizione e la maglietta con il collo a U
permisero a Trevor di avere una visuale tutt’altro che male. Sembrava morbido..
aveva una voglia pazzesca di accarezzarlo di stringerlo per sentire se era
morbido come lo sembrava. A quel pensiero sentì qualcosa premere contro il
cavallo dei jeans. Non adesso diamine!
Doveva guardare altrove e decise di concentrarsi sulla partita a carte e
distolse lo sguardo.
<< Vuoi avere l’onore? >> lui le porse le carte sorridendo,
lasciando che fosse lei a iniziare il giro.
<< No, inizia pure! >>
<< Come vuoi. >> sorrise.
Trevor mischiava le carte e un leggero sorriso beffardo si dipinse in volto.
Giocava spesso a poker, anzi nell’ultimo periodo aveva fatto solo quello, era
riuscito a scoprire tutti i trucchi, sapeva di avere la vittoria in pugno.
Le diede le carte e lei le osservò increspando le labbra. Lui invece non mostrava
alcuna emozione, era impassibile. Laurel alzò lo sguardo e osservò il suo volto
e ne rimase sorpresa per la sua maestria e dal modo in cui riuscisse a non far
trapelare alcuna emozione all’avversario.
Il gioco iniziò.
<< Full. >> convenne lui abbassando le carte.
<< Due jack. Tocca a me fare carte. >> disse Laurel.
Trevor sorrise, le sue previsioni era esatte. Avrebbe vinto la partita.
Lei mischiò le carte con così destrezza che Trevor ne rimase quasi affascinato,
in quei giorni forse avrebbero potuto giocare anche a strip poker, sorrise
perverso a quel pensiero.
Laurel li porse le carte e osservò le sue con lo stesso sguardo di prima, le
veniva naturale fare una smorfia. Aspettò che abbassasse le carte e quando vide
quattro assi, sbuffò.
<< Dove hai imparato a giocare a carte belle gambe? >> la stuzzicò
lui ghignando.
<< Belle gambe? >> Il suo sguardo accigliato con quegli occhi
celesti, incontrò quelli ghiaccio e divertiti di lui.
<< Hai delle belle gambe. >> rispose Trevor semplicemente
mischiando nuovamente le carte con così tanta tranquillità.
<< Comunque.. ho imparato da mio padre, con le feste in famiglia. Mi
piaceva osservarlo mentre giocava. >> Laurel prese le carte che Trevor li
porse e le osservò, sempre con lo stesso sguardo.
<< E tu? >> domandò lei spezzando il silenzio.
<< Mio padre. Ultimamente mi unisco ad alcuni compagni di squadra.. un
modo per passare diversamente una serata. >>
<< Ti facevo più un tipo da discoteca e palestra. >> commentò
Laurel abbassando le carte.
<< Non mi conosci, belle gambe. >> ghignò Trevor abbassando a sua
volta le carte.
<< Ho vinto tre mani. Vuoi continuare? >> sorrise divertito
mostrando i suoi quattro assi.
Andiamo era troppo facile così. Le sue previsioni erano esatte, avrebbe vinto
con facilità, ma non si aspettava di vincere tre mani consecutivamente, sorrise
divertito.
<< Ma non è possibile. >>
<< Cosa? Che abbia vinto tre mani di seguito? Belle gambe mi sottovaluti!
>> ghignò malizioso lasciandosi andare in una smorfia divertita.
<< Tu.. >> allungò le mani sulle carte e le sparpagliò sul tavolino
per osservarle. Avrebbe fatto di tutto per dimostrare che Trevor aveva barato.
<< Io cosa? >> lui sorrise divertito osservandola.
<< Non è possibile. Oh mio Dio, hai barato. Tira fuori le carte Trevor!
>> Laurel osservò Trevor fisso negli occhi a braccia conserte. Non
demordeva l’avrebbe smascherato!
<< Cosa? Non crederai davvero che abbia barato? >>
Laurel si alzò si scatto e con lei anche Trevor. Sempre con sguardo fisso nei suoi
occhi, Laurel colmò la distanza e si avvicinò al ragazzo con passo felpato.
<< Voglio vedere le mani! >> ordinò.
Lui l’accontentò e allungò le mani verso di lei, con un sorriso sfacciato.
<< Non ti eccitare! >> lo avvisò lei allungando le mani sul suo petto.
Aveva intenzione di controllare con le sue stesse mani. Era praticamente
impossibile trovare quattro assi su cinque carte. C’era una sola risposta.
Trevor aveva barato e adesso avrebbe cercato le prove per mascherarlo.
<< Che cosa cerchi belle gambe? >> la stuzzicò lui rimanendo
immobile lasciando che Laurel tastasse con le sue mani.
<< Cerco le prove, perché hai barato! >>
<< Fa pure. >> sorrise lui rilassando il corpo al suo tocco.
Provava un certo piacere sentendo le mani di Laurel sul suo corpo.
Non ti eccitare? E come avrebbe
fatto.
Le mani sottili di lei tastarono ovunque, posò le mani sul petto e le fece
percorrere in tutta la sua lunghezza, poi la schiena e quando non trovò nulla,
scesero verso i jeans e infilò la mano prima una tasca poi nell’altra.
Se avesse spostato la mano poco più al centro, avrebbe tastato l’evidente
effetto che quella ragazza aveva su lui.
<< Allora? Trovato qualcosa? >> chiese lui divertito incrociando le
braccia al petto quando ebbe finito di toccare.
<< Non c’è nulla. Voltati! >> ordinò, << Devo controllare
anche dietro! >> Trevor spostò il peso prima su un piede e poi sull’altro
e si voltò dando le spalle alla ragazza. Lei infilò le mani anche nelle tasche
posteriori, ma non trovò nulla.
<< Te l’avevo detto io che.. >> convenne voltandosi nuovamente
verso di lei ma lo zittì dicendo: << Spogliati. >>
<< CHE COSA? >> Trevor sbarrò gli occhi nell’udire quelle parole.
Spogliarsi?
<< Belle gambe hai già visto, non ho nulla, puoi fidarti di me. >>
Spogliarsi? Aveva davvero pronunciato quelle parole? Senza riflettere Laurel le
pronunciò. Avrebbe potuto ritirare la sua offerta ma la stuzzicava.
Laurel portò le mani sui fianchi e lo fissò intensamente con un sorriso
malizioso.
Trevor pensò di non aver mai conosciuto una ragazza come lei. Lo stuzzicava, lo
prendeva in giro, adesso gli chiedeva di spogliarsi per vedere se aveva barato.
Sorrise spontaneamente, uno di quelli sinceri perché quella situazione se pur
sconcia li piaceva da morire.
Trevor odiava il caos e la ragazza che lo avrebbe ospitato a casa sua era un
vero e proprio caos!
<< Andiamo Trevor, se non hai davvero barato di che ti preoccupi? Vuoi
una mano? >> beffeggiò Laurel stuzzicandolo.
<< E va bene.. mi spoglio. >>
L’avrebbe accontentata. Trevor sbuffò e portò le mani a bordo maglia, lo afferrò
e un semplice gesto la tolse e la gettò su divano. A Laurel si bloccò il
respiro quando rimase a petto nudo. Spalle larghe, braccia muscolose,
addominali accentuati e una V iniziava a formarsi per poi scendere verso il
basso. Si morse il labbro inferiore e sentì un improvviso calore divampare in
lei. Era ancora in tempo a fermare tutto e non andare oltre ma prima che
potesse proferire parola, Trevor aveva già sfilato i jeans. Parte della V fu
svelata ma non del tutto, il resto si nascondeva dentro i boxer neri che
rendevano tutto così stretto lì dentro. Il suo sguardo scese oltre i boxer, per
ammirare l’intera scultura. Le sue gambe erano lunghe e muscolose e non osava
farlo girare, poteva già immaginare che bel sedere sodo ci fosse dietro.
Si piegò in avanti e si sfilò scarpe e calzini gettandoli di lato.
Si portò diritto e portò le mani ai fianchi sorridendo nell’osservare lo
sguardo di Laurel fisso sul suo corpo..
proprio lì. Lei sentiva un’eccitazione crescere dentro e come poteva non
eccitarsi vedendo quel bel pezzo-da-novanta nel suo salotto con solo boxer nero
in dosso.
E Trevor.. oh lui lo vedeva che era eccitata. Continuava a leccarsi il labbro
inferiore per poi morderlo e a li piaceva un sacco.
Portò le mani ai boxer con sfacciataggine, Laurel sbarrò gli occhi e sentì il
cuore fermarsi.
Oh no. Non lo stava davvero per fare.
Era ora di fermare quello spogliarello!
<< No fermo! Ok, ok ti credo! >> lo bloccò voltando lo sguardo di
lato, lontano dal suo corpo e da ciò che stava per fare.
<< Vuoi tastare tu stessa? >>
Il viso di Laurel diventò paonazzo per la vergogna di quella frase e poi cercò
di assumere un’espressione seria e irata per il comportamento di Trevor da
incosciente. Incrociando le bracca al petto increspò le labbra per l’ira.
<< D’accordo, ma ti stai perdendo il meglio.. >> schernì lui
lasciando cadere le mani lungo i fianchi. Laurel voltò lo sguardo con cautela per
assicurarsi che fosse ancora coperto.
<< Pff! Ma sentilo! >> borbottò irritata per quella risposta.
<< Belle gambe se volevi giocare a strip poker bastava dirlo. >>
continuò con quel tono incrociando le braccia al petto senza rimettere i
vestiti. Laurel non rispose ma il suo volto indignato diceva tutto.
<< Adesso però ci troviamo in una situazione di squilibrio. Io sono mezzo
nudo e tu sei vestita.. dobbiamo rimediare.. >> la stuzzicò lui avvicinandosi
a lei con pochi passi ma quanti ne faceva lui avanti, gli stessi ne faceva lei indietro.
<< Questa.. questa conversazione sta diventando ridicola!! >>
rispose lei porgendo le mani avanti per bloccare il suo corpo che si
avvicinava.
<< Adesso che ho visto con miei occhi che non hai barato, puoi vestirti!
>> cercò di riprendere il controllo della voce e soprattutto di
distogliere lo sguardo dalle sue parti basse.
Rise e alzò le mani in segno di resa.
<< D’accordo! >>
<< Sai già dov’è la tua camera. Buonanotte. >> e mentre diceva
quelle ultime parole, si dirigeva verso la sua camera, lasciando che Trevor si
rivestisse in salotto, solo.
Erano passati da una partitina a carte a uno spogliarello in pochi minuti.
Quel corpo le era rimasto in mente, oh sì.
Adesso sapeva che non avrebbe fatto sogni normali ma sogni che comprendevano il
corpo di Trevor nudo sopra il suo che.. basta Laurel, prima eviti questi
pensieri e prima togli dalla mente quella scena, si ripeté entrando in camera.
Iniziò il suo solito rituale prima di andare a dormire. Andò in bagno per
struccarsi quel po’ di trucco che aveva, farsi un bel bagno caldo rilassante e
raggiungere con l’accappatoio il letto dov’era il pigiama che avrebbe
indossato.
Si tolse l’asciugamano e indossò la vestina blu cobalto lunga a metà coscia
rifinita in pizzo, con due spalline sottili rifinite da un nastro blu in raso;
anche la scollatura del seno era rifinita in pizzo. Adorava quel completino che
si era comprata vincendo una delle tante scommesse con Paige. Le stava
d’incanto ed era così comodo. Perché lo aveva indossato proprio adesso che
Trevor era a casa sua? Che sperasse una visitina di Trevor?
Forse li avrebbe fatto girare la testa sì ma nulla di speciale. Conosceva bene
la loro reazione quando la vedevano in intimo sapeva perfettamente che il loro
era un semplice istinto del momento, eccitazione momentanea, la voglia di
scoprire di più e poi basta. Era abituata a quel tipo di uomini ormai, che non
si faceva più poi tanti problemi, se la rinnegavano dopo qualche notte di
sesso.
A un tratto la porta si aprì di scatto e Laurel sobbalzò per lo spavento.
<< Trevor! >> fremette portandosi una mano al petto per lo spavento.
Quel ragazzo le avrebbe fatto prende un colpo! Non si era ancora vestito del
tutto. Era ancora a petto nudo e indossava dei semplici pantaloncini colorati
come pigiama. Beh che fosse sexy lo aveva già scoperto ma ogni volta che
guardava quel ragazzo qualcosa, le fremeva dentro, qualcosa che non aveva mai
sentito per nessuno, le piaceva sì.. ma la spaventava da morire.
<< Mmh.. vai a dormire sempre così o lo hai indossato per me, belle
gambe? >> fece lo spavaldo lui.
Come potevano non irritarle quelle parole per giunta con quel ghigno tanto
sfacciato! E come se quelle parole fossero una miccia per lei tanto da
infiammarla ancora di più. Perché non stuzzicarlo, pensò Laurel.
<< E se ti dicessi che l'ho indossato per te? >> Lo trovava
estremamente piccante, quel punzecchiarsi tra loro continuamente, anche se in
realtà era vero che aveva indossato quel completino per Trevor, anche se non ne
capiva il motivo, forse voleva scoprire cosa pensasse lui vedendola conciata
così.
Con un ragazzo ci usciva qualche sera per conoscerlo bene, giusto per vedere
con che tipo fosse capitata e dopo qualche sera se le andava ci finiva a letto.
Ma con Trevor era diverso. Si conoscevano ormai da più di qualche mese. Si
erano incontrati per la prima volta nella biblioteca dell’università, si erano
scambiati i numeri, si sentivano spesso, si erano visti a Las Vegas passando
tre giorni insieme e si era mostrato davvero un ragazzo dolce e dalla battutina
pronta. Aveva raggiunto un record personale, per la prima volta in tutta la sua
vita Laurel aveva passato mesi e mesi a sentirsi con quel ragazzo senza
concretizzare nulla. Ma quel giorno, subito dopo averlo visto in boxer nel suo
salotto, avrebbe voluto saltarli addosso.
<< Mi complimenterei per la scelta ma.. >>
Ma? Stava davvero per dire.. ma??
<< .. ma addosso a te starebbe bene qualsiasi cosa, anche uno straccio,
perciò non avresti dovuto metterti questo completino sexy, belle gambe! So,
dove vuoi andare a parare. >> ghignò lui sicuro di sé.
<< Ah sì..?? >> Quasi si spaventò a parlare.
<< Vuoi sapere se ti desidero, vuoi sapere se ho una voglia pazzesca di
prenderti proprio qui adesso.. non è vero? >>
Laurel a occhi sbarrati deglutì non riuscendo a proferire più alcuna parola,
poi con tutta la forza imposta rispose con un misero: << Sì. >>
Perché forse era vero. Forse Trevor aveva capito tutto di quella ragazza.
Laurel desiderasse tanto sapere se anche lui provasse ciò che anche lei
sentiva. E se era così beh allora..
Si avvicinò a lei con passo felpato, occhi fissi nei suoi e quel ghigno sexy.
<< Lo desidero. Lo desidero come non l’ho mai desiderato. Ho una voglia
matta di baciarti quelle splendide labbra carnose per assaporarne il sapore, ogni
parte di pelle, di toccarti e sentirti urlare di piacere mentre ti faccio mia. >>
La sua voce era roca e così sicura.
Ne rimase colpita e spiazzata. Non sapeva come replicare in quel momento. Le
aveva davvero sentite pronunciare da Trevor quelle parole? Le aveva sentite
pronunciare sì, ma quelle di Trevor avevano un tono diverso, un’inclinazione
verso il desiderio più peccaminoso, l’aria intorno a loro era ai massimi
livelli d’eccitazione. Una piccola mossa da parte di uno dei due ragazzi e
sarebbero potuti scoppiare come mine vaganti. Quel ragazzo sapeva davvero come
prenderla, sembrava un vero esperto in quel campo che il suo timore in ciò che
sarebbe potuto succedere la spaventava ma al contempo la riempiva di voglia di
scoprire, di lasciarsi andare e di farsi guidare nel più profondo dei piaceri.
<< Comunque ero venuto per chiederti se avevi del sapone da prestarmi, mi
sono accorto di averlo rimosso dalla valigia, domani andrò a comprarlo..
>> Parlò tornando al suo posto e le rivolse un sorriso sincero, come se
quelle parole erano state un sogno.
Laurel s’impose di darsi un contegno e di rispondere o avrebbe fatto la figura
della scema.
<< Nel.. nel bagno.. >> rispose Laurel sentendo la bocca secca in
quel momento. Lo vide dirigersi verso il bagno e afferrare la confezione di
sapone con un gesto veloce.
<< Grazie Laurel e buonanotte.. >> aggiunse Trevor avvicinandosi
alla ragazza, rimasta al suo posto ancora colpita dalla frase poco prima udita
e chinandosi su di lei le lasciò un dolce bacio sulla guancia, poco vicino
all’angolo delle labbra.
<< Notte.. >> riuscì a rispondere sentendosi le guance avvampare e
lo vide dirigersi fuori dalla stanza e chiudersi la porta alle spalle.
L’aveva eccitata! Eccome se si sentiva bagnata e adesso salvo che Trevor non
avrebbe fatto irruzione nella sua stanza nel cuore della notte per renderla
felice, avrebbe tenuto quel fastidioso pensiero d’eccitazione per tutta la
lunga notte ma una domanda non riusciva a farle chiudere occhi. Perché le aveva
detto quelle parole e non l’aveva neanche fiorata con le labbra?
Trevor raggiunse la sua camera ripensando alle parole che aveva detto a Laurel,
pensò a come fosse tutto così strano e diverso con Laurel. Con lei non riusciva
a pensare, con lei agiva e basta, l’aveva vista con quel completino sexy
rendendola ancora più bella e subito capì. Le aveva detto cosa provava senza
pensarci due volte ma prima di baciarla s’impose si accendere il cervello e
ragionare, perché se l’avesse baciata in quel momento, sapeva benissimo che
sarebbero finiti a letto insieme e Trevor non voleva quello. Perché sapeva che
se avessero passato una notte focosa ed eccitante adesso, tutto sarebbe
cambiato tra loro. E Trevor non voleva farla soffrire perché Laurel era
diversa, non era come tutte le altre.
Ciao a tutte ragazze * si nasconde dietro il pc con un mezzo sorriso*
Che ne pensate? Lo so sto a rompervi anche qui con questo capitolo che ho pubblicato ma era più forte di me non riuscivo a non dare spazio anche alle altre coppie! Per la prima volta mi cimento nella terza persona spero di non aver creato qualcosa di schifoso ^-^’
Ho deciso di pubblicare questo primo capitolo della prima One Shot perché era pronto ormai da giorni e volevo davvero sapere cosa ne pensate :3 sapete che per me conta molto il vostro parere perciò a chi vorrà lasciare un commento, ringrazio in anticipo :3
Ho detto primo capitolo? :D Sì esattamente ho deciso di creare mini storie di tre capitolo per ogni One Shot che pubblicherò più avanti, premetto che sono in lavorazione gli altri capitoli C:
Beh spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto vi lascio con un grosso bacio!
Alla prossima C:
Betta <3