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Autore: whitedeer    26/01/2013    2 recensioni
Take me è una mini storia di due personaggi di Falling in love, Trevor e Laurel.
Lei una modella, bella, spiritosa e felicemente single.
Lui un giocatore di basket, bello da mozzare il fiato, felicemente single.
Come faranno i due a contrastare i propri sentimenti e a seguire le scelte del proprio cuore?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Take me- Capitolo 1
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Questo capitolo parla di Trevor e Laurel :) premetto che non aggiunge nulla alla storia e non seguirà i periodi di Falling in love ma avrà propri periodi, propri cicli :)

                                           Capitolo 1                                  

Laurel ascoltava le sue compagne farneticare su dove avrebbe potuto alloggiare Trevor nei tre giorni che Joe era fuori di casa.
Kate e Scarlett negarono a priori, le poteva capire. La prima non aveva spazio a sufficienza per una terza persona e la seconda era appena tornata a Londra e la sua nuova casa era ancora in subbuglio.
<< Resterà a casa mia. >> Aveva incalzato la ragazza senza pensarci un minuto di più.
Le sembrava la cosa giusta da fare. Possedeva una casa grande che aveva acquistato con il suo lavoro da modella, grande, spaziosa e luminosa, le tre cose che lei amava di più del suo amato rifugio.
Perché non invitarlo allora, aveva pensato.
Abitava da sola da troppo tempo ormai, un po’ di compagnia avrebbe movimentato le sue giornate.

All’aeroporto.
<< Ragazze vi siete perse? >> Quella voce la fece sorridere involontariamente. Si voltò lasciando che i suoi capelli voltassero in modo naturale e quando i suoi occhi celesti incontrarono quelli ghiaccio del ragazzo, rimase meravigliata. Non era la prima volta che li vedeva, no, anzi, conosceva ogni sfumatura di quegli occhi, dal ghiaccio quasi bianco quando erano esposti al sole, al celeste velati dal desiderio.
Le sue labbra sottili si piegarono in sorriso dolce quando abbracciò Kate. Come si vedeva che ci teneva alla ragazza, chiunque vedendo quell’abbraccio li avrebbe scambiati per fratelli.
<< Ehi. >> si rivolse a Laurel  dopo aver lasciato andare via Kate.
<< Ehi. >>
Le rivolgeva un sorriso malizioso, adocchiandola da capo a piedi come se potesse vederla oltre i vestiti. Si sentì come denudata da tutto e avvampò proprio lì. Quel ragazzo non poteva rivolgerle ogni volta un sorriso del genere, sapeva di non poter resistere a lungo senza avvicinarsi a lui in quei tre giorni che avrebbe alloggiato a casa sua. Avrebbe fatto ricorso a ogni forza per trattenersi dal buttarsi su quel corpo così virile.
Doveva trovare una via di fuga in quel momento, il suo cervello iniziava a pensare cose poco garbate!
<< Hai intenzione di fissarmi con quel sorrisino ancora per molto o hai intenzione di salutarmi come si deve? >>
Il sorriso del ragazzo si aprì divertito per quella richiesta improvvisa.
<< Entrambe le cose? >> Trevor si avvicinò in pochi passi a Laurel e le cinse la vita con le braccia trascinandola contro il proprio corpo.
Il suo petto si alzò in una leggera risata mentre la abbracciava e immergendo il volto nei suoi capelli inalò tutto il suo profumo muschiato, di fiori selvatici.
Trevor avrebbe voluto continuare ad annusarla per molto ma quando Kate si avvicinò, dovette lasciare andare Laurel.
Joe non si era ancora fatto vivo, forse era nel parcheggio dell’aeroporto che ci aspettava, pensò Trevor. Ma quando si avvicinò alla macchina insieme alle ragazze, non lo vide.
<< Emh.. Kate, dov’è Joe? >>
<< Joe è in trasferta con la squadra, resterà via tre giorni.. >>
Trevor corrugò la fronte sentendo le parole di Kate. Joe era in trasferta con la squadra? Perché non l’aveva detto nulla? Tipico da Joe dopotutto.
<< Oh capisco. Lui è in trasferta con la squadra.. quindi io dove dormo? >> sbuffò prendendo a  osservare di nuovo le ragazze.
<< A casa mia. >> incalzò Laurel sorridente, << Problemi? >>
Problemi? Era davvero disposta a invitarmi a casa sua per tre giorni?
Trevor fece spallucce sorridente e osservò la ragazza entrare in macchina.
<< Assolutamente no. >>
Non si sarebbe mai tirato indietro. Non poteva sperare di meglio. Forse se aveva pensato anche per un nanosecondo di prendersela con il fratello per quello che aveva fatto, lasciandolo in chissà quale mani, adesso che sapeva in quale mani, sarebbe finito, l’avrebbe ringraziato.

<< Eccoci arrivati. Mi dispiace per il disordine è stata una decisione dell’ultimo minuto e non ho potuto sistemare.. >> Laurel fece spazio a Trevor alle sue spalle che entrava. Riassettò alla meglio ciò che le capitava sotto le mani per far ordine. Non che fosse in disordine casa sua e non lo era neanche lei ma a volte riordinava senza volerlo.
<< Non ti preoccupare. È grande è luminosa, mi piace. Vivi da sola? >>
<< Sì >> annuì.
Viveva da sola ormai da quasi due anni, da quando aveva lasciato la famiglia nella periferia di Londra, per studiare e lavorare come modella. Ma non poteva dire di essere sola, nell’ultimo periodo trascorreva gran parte del tempo a casa di Paige e Kate, avrebbe chiesto loro asilo, pensò divertita.
<< Vieni ti mostro il resto della casa. >> sorrise prendendo le valige di Trevor e lasciandole al piano di sotto.
Il giro non fu molto lungo e dopo aver mostrato quale sarebbe stata la sua stanza tornarono in cucina.
<< Vuoi una birra? >> propose Laurel sorridente avvicinandosi al frigo.
<< No grazie. >>
<< Ok. Domattina non ho lezione se non sei stanco, possiamo gettarci sul divano, vedere un film o tv spazzatura e ingoffarci di patatine. Che ne dici? >> suggerì Laurel divertita agitando il pacco di patine nella mano.
<< Detto così.. >> fece spallucce Trevor annuendo sorridente.
Si spostarono nell’ampio salotto e Laurel si avvicinò alla pila di cd scegliendone qualcuno da poter vedere e poi li pose al ragazzo.
<< Ma sono tutti film strappalacrime! >> si lamentò Trevor con una smorfia di disgusto.
<< Non ti azzardare, quello è Titanic, un classico! >> borbottò Laurel portando le braccia ai fianchi sfidando il ragazzo. Era una donna per diamine, cosa si aspettava di trovare? I mercenari 2 o qualche film di squali?  Non che fosse una ragazza sdolcinata che amava solo e unicamente i film strappalacrime, ma aveva la sua buona dose di film romantici.
Trevor la osservò e si morse il labbro inferiore senza farsi vedere da lei. Quei leggins neri che aveva indosso le definivano i lineamenti delle lunghe gambe e dei fianchi, aveva delle bellissime gambe, pensò Trevor. Per essere una modella, pensò, non era assolutamente magra con due spigoli anziché due fianchi, anzi le sue linee erano morbide e.. invitanti.
<< Titanic? Non vorrai vedere quel film? >> Trevor piegò la testa di lato sperando che Laurel non rispondesse di sì.
<< Non oggi, non ho voglia di gettare lacrime.  Film d’azione? >> domandò poi porgendoli alcuni cd.
<< Li ho visti tutti e questo non mi piace! >> si lamentò Trevor.
Laurel alzò gli occhi al cielo riponendo tutti i cd che Mister-non-ho-voglia-di-vedere-un-film aveva eliminato.
La piccola convivenza sarebbe stata più complicata del previsto.
<< Hai horror? >> domandò poi Trevor.
<< Anche tu? Perché a voi maschi piace tanto l’horror? >> borbottò Laurel scuotendo il capo.
<< Perché quanti maschi hai conosciuto cui piace l’horror? >> Trevor si accigliò. Non conosceva molto di Laurel, anzi non conosceva praticamente nulla, non aveva mai parlato della sua vita e lui non aveva fatto alcuna domanda ma in qualche modo le parole di Laurel lo fecero diventare serio, come se sapere che Laurel avesse portato qualcun altro a casa sua lo infastidisse. Pazzesco. Non vedeva alcun motivo per cui doveva infastidirsi. Non era mica la sua ragazza. E poi da quando Trevor Hart provava sentimenti del genere per una ragazza?
Le sue relazioni erano state sempre  prive di sentimenti e di caos. Lui odiava il caos. Pur giocando a basket e affrontare quelle partite caotiche non vedeva l’ora di tornare  a casa, accendere la radio con musica soft e riposare.
Una sola. Una sola relazione era stata decisiva nella sua vita. Quella con Bella. Quella ragazza aveva rovinato lo splendido rapporto tra lui e Joe e questo non poteva perdonarselo. Pensare che lei provasse sentimenti per lui, quando in realtà aveva solo voglia di provare anche piacere con l’altro Hart. Fortuna che il padre fosse vecchio e sposato o sarebbe andata a letto anche con lui. Fece una smorfia schifata. Lui non era come Joe. Non riusciva ad andare avanti e provare simili sentimenti per un’altra donna, no. Lui era diverso. Il tempo lo aveva reso diverso. Si era rifiutato di pensare al matrimonio a ventitré anni, mentre molti dei compagni di squadra si univano in matrimonio con le proprie compagne per il resto della loro vita. La sua era una bella vita, era una scelta la sua. Nessun sentimento, nessuna complicazione. Nulla di nulla se non il sesso. Le donne portavano solo caos.
<< Qualcuno. >> commentò Laurel facendo spallucce.
Le donne, tutte uguali.
Eppure Laurel era riuscita a risvegliare qualcosa dentro di lui. Qualcosa che lo spaventava.. che negava. Non l’aveva ancora baciata. Chissà che sapore avessero quelle labbra carnose, pensò. Le ragazze che frequentava erano per lo più ragazze da una notte, conosciute in un pub o presentate da qualche amico. Ci usciva qualche volta, si parlavano, ci andava a letto e poi ognuno per la propria strada. Lui decideva di troncare i rapporti. Tute le ragazze che passavano nel suo letto sapevano a cosa andavano in contro e lo accettavano perciò erano tutti felici.
<< Mi dispiace ma niente horror. Potremmo giocare a carte! >> propose poi.
<< Ok. Prendo il mio mazzo però. >> annuì sorridente.
<< Hai un mazzo di carte dietro? >> chiese Laurel increspando le sopracciglia.
<< Mi piace sfidare Joe a poker che è completamente negato. >> sorrise uscendo un mazzo di carte della borsa.
Lei rise, una risata melodiosa per le sue orecchie e si sedettero entrambi sul morbido tappeto, attorno al tavolino in vetro.
<< Poker, sai giocare sì? >>
Lei annuì posando i gomiti sul tavolino in vetro e lo sguardo di Trevor si spostò sul seno di lei. In quella posizione e la maglietta con il collo a U permisero a Trevor di avere una visuale tutt’altro che male. Sembrava morbido.. aveva una voglia pazzesca di accarezzarlo di stringerlo per sentire se era morbido come lo sembrava. A quel pensiero sentì qualcosa premere contro il cavallo dei jeans. Non adesso diamine!
Doveva guardare altrove e decise di concentrarsi sulla partita a carte e distolse lo sguardo.
<< Vuoi avere l’onore? >> lui le porse le carte sorridendo, lasciando che fosse lei a iniziare il giro.
<< No, inizia pure! >>
<< Come vuoi. >> sorrise.
Trevor mischiava le carte e un leggero sorriso beffardo si dipinse in volto. Giocava spesso a poker, anzi nell’ultimo periodo aveva fatto solo quello, era riuscito a scoprire tutti i trucchi, sapeva di avere la vittoria in pugno.
Le diede le carte e lei le osservò increspando le labbra. Lui invece non mostrava alcuna emozione, era impassibile. Laurel alzò lo sguardo e osservò il suo volto e ne rimase sorpresa per la sua maestria e dal modo in cui riuscisse a non far trapelare alcuna emozione all’avversario.
Il gioco iniziò.
<< Full. >> convenne lui abbassando le carte.
<< Due jack. Tocca a me fare carte. >> disse Laurel.
Trevor sorrise, le sue previsioni era esatte. Avrebbe vinto la partita.
Lei mischiò le carte con così destrezza che Trevor ne rimase quasi affascinato, in quei giorni forse avrebbero potuto giocare anche a strip poker, sorrise perverso a quel pensiero.
Laurel li porse le carte e osservò le sue con lo stesso sguardo di prima, le veniva naturale fare una smorfia. Aspettò che abbassasse le carte e quando vide quattro assi, sbuffò.
<< Dove hai imparato a giocare a carte belle gambe? >> la stuzzicò lui ghignando.
<< Belle gambe? >> Il suo sguardo accigliato con quegli occhi celesti, incontrò quelli ghiaccio e divertiti di lui.
<< Hai delle belle gambe. >> rispose Trevor semplicemente mischiando nuovamente le carte con così tanta tranquillità.
<< Comunque.. ho imparato da mio padre, con le feste in famiglia. Mi piaceva osservarlo mentre giocava. >> Laurel prese le carte che Trevor li porse e le osservò, sempre con lo stesso sguardo.
<< E tu? >> domandò lei spezzando il silenzio.
<< Mio padre. Ultimamente mi unisco ad alcuni compagni di squadra.. un modo per passare diversamente una serata. >>
<< Ti facevo più un tipo da discoteca e palestra. >> commentò Laurel abbassando le carte.
<< Non mi conosci, belle gambe. >> ghignò Trevor abbassando a sua volta le carte.
<< Ho vinto tre mani. Vuoi continuare? >> sorrise divertito mostrando i suoi quattro assi.
Andiamo era troppo facile così. Le sue previsioni erano esatte, avrebbe vinto con facilità, ma non si aspettava di vincere tre mani consecutivamente, sorrise divertito.
<< Ma non è possibile. >>
<< Cosa? Che abbia vinto tre mani di seguito? Belle gambe mi sottovaluti! >> ghignò malizioso lasciandosi andare in una smorfia divertita.
<< Tu.. >> allungò le mani sulle carte e le sparpagliò sul tavolino per osservarle. Avrebbe fatto di tutto per dimostrare che Trevor aveva barato.
<< Io cosa? >> lui sorrise divertito osservandola.
<< Non è possibile. Oh mio Dio, hai barato. Tira fuori le carte Trevor! >> Laurel osservò Trevor fisso negli occhi a braccia conserte. Non demordeva l’avrebbe smascherato!
<< Cosa? Non crederai davvero che abbia barato? >>
Laurel si alzò si scatto e con lei anche Trevor. Sempre con sguardo fisso nei suoi occhi, Laurel colmò la distanza e si avvicinò al ragazzo con passo felpato.
<< Voglio vedere le mani! >> ordinò.
Lui l’accontentò e allungò le mani verso di lei, con un sorriso sfacciato.
<< Non ti eccitare! >> lo avvisò lei allungando le mani sul suo petto. Aveva intenzione di controllare con le sue stesse mani. Era praticamente impossibile trovare quattro assi su cinque carte. C’era una sola risposta. Trevor aveva barato e adesso avrebbe cercato le prove per mascherarlo.
<< Che cosa cerchi belle gambe? >> la stuzzicò lui rimanendo immobile lasciando che Laurel tastasse con le sue mani.
<< Cerco le prove, perché hai barato! >>
<< Fa pure. >> sorrise lui rilassando il corpo al suo tocco.
Provava un certo piacere sentendo le mani di Laurel sul suo corpo.
Non ti eccitare? E come avrebbe fatto.
Le mani sottili di lei tastarono ovunque, posò le mani sul petto e le fece percorrere in tutta la sua lunghezza, poi la schiena e quando non trovò nulla, scesero verso i jeans e infilò la mano prima una tasca poi nell’altra.
Se avesse spostato la mano poco più al centro, avrebbe tastato l’evidente effetto che quella ragazza aveva su lui.
<< Allora? Trovato qualcosa? >> chiese lui divertito incrociando le braccia al petto quando ebbe finito di toccare.
<< Non c’è nulla. Voltati! >> ordinò, << Devo controllare anche dietro! >> Trevor spostò il peso prima su un piede e poi sull’altro e si voltò dando le spalle alla ragazza. Lei infilò le mani anche nelle tasche posteriori, ma non trovò nulla.
<< Te l’avevo detto io che.. >> convenne voltandosi nuovamente verso di lei ma lo zittì dicendo: << Spogliati. >>
<< CHE COSA? >> Trevor sbarrò gli occhi nell’udire quelle parole.
Spogliarsi?
<< Belle gambe hai già visto, non ho nulla, puoi fidarti di me. >>
Spogliarsi? Aveva davvero pronunciato quelle parole? Senza riflettere Laurel le pronunciò. Avrebbe potuto ritirare la sua offerta ma la stuzzicava.
Laurel portò le mani sui fianchi e lo fissò intensamente con un sorriso malizioso.
Trevor pensò di non aver mai conosciuto una ragazza come lei. Lo stuzzicava, lo prendeva in giro, adesso gli chiedeva di spogliarsi per vedere se aveva barato. Sorrise spontaneamente, uno di quelli sinceri perché quella situazione se pur sconcia li piaceva da morire.
Trevor odiava il caos e la ragazza che lo avrebbe ospitato a casa sua era un vero e proprio caos!
<< Andiamo Trevor, se non hai davvero barato di che ti preoccupi? Vuoi una mano? >> beffeggiò Laurel stuzzicandolo.
<< E va bene.. mi spoglio. >>
L’avrebbe accontentata. Trevor sbuffò e portò le mani a bordo maglia, lo afferrò e un semplice gesto la tolse e la gettò su divano. A Laurel si bloccò il respiro quando rimase a petto nudo. Spalle larghe, braccia muscolose, addominali accentuati e una V iniziava a formarsi per poi scendere verso il basso. Si morse il labbro inferiore e sentì un improvviso calore divampare in lei. Era ancora in tempo a fermare tutto e non andare oltre ma prima che potesse proferire parola, Trevor aveva già sfilato i jeans. Parte della V fu svelata ma non del tutto, il resto si nascondeva dentro i boxer neri che rendevano tutto così stretto lì dentro. Il suo sguardo scese oltre i boxer, per ammirare l’intera scultura. Le sue gambe erano lunghe e muscolose e non osava farlo girare, poteva già immaginare che bel sedere sodo ci fosse dietro.
Si piegò in avanti e si sfilò scarpe e calzini gettandoli di lato.
Si portò diritto e portò le mani ai fianchi sorridendo nell’osservare lo sguardo di Laurel  fisso sul suo corpo.. proprio lì. Lei sentiva un’eccitazione crescere dentro e come poteva non eccitarsi vedendo quel bel pezzo-da-novanta nel suo salotto con solo boxer nero in dosso.
E Trevor.. oh lui lo vedeva che era eccitata. Continuava a leccarsi il labbro inferiore per poi morderlo e a li piaceva un sacco.
Portò le mani ai boxer con sfacciataggine, Laurel sbarrò gli occhi e sentì il cuore fermarsi.
Oh no. Non lo stava davvero per fare.
Era ora di fermare quello spogliarello!
<< No fermo! Ok, ok ti credo! >> lo bloccò voltando lo sguardo di lato, lontano dal suo corpo e da ciò che stava per fare.
<< Vuoi tastare tu stessa? >>
Il viso di Laurel diventò paonazzo per la vergogna di quella frase e poi cercò di assumere un’espressione seria e irata per il comportamento di Trevor da incosciente. Incrociando le bracca al petto increspò le labbra per l’ira.
<< D’accordo, ma ti stai perdendo il meglio.. >> schernì lui lasciando cadere le mani lungo i fianchi. Laurel voltò lo sguardo con cautela per assicurarsi che fosse ancora coperto.
<< Pff! Ma sentilo! >> borbottò irritata per quella risposta.
<< Belle gambe se volevi giocare a strip poker bastava dirlo. >> continuò con quel tono incrociando le braccia al petto senza rimettere i vestiti. Laurel non rispose ma il suo volto indignato diceva tutto.
<< Adesso però ci troviamo in una situazione di squilibrio. Io sono mezzo nudo e tu sei vestita.. dobbiamo rimediare.. >> la stuzzicò lui avvicinandosi a lei con pochi passi ma quanti ne faceva lui avanti,  gli stessi ne faceva lei indietro.
<< Questa.. questa conversazione sta diventando ridicola!! >> rispose lei porgendo le mani avanti per bloccare il suo corpo che si avvicinava.
<< Adesso che ho visto con miei occhi che non hai barato, puoi vestirti! >> cercò di riprendere il controllo della voce e soprattutto di distogliere lo sguardo dalle sue parti basse.
Rise e alzò le mani in segno di resa.
<< D’accordo! >>
<< Sai già dov’è la tua camera. Buonanotte. >> e mentre diceva quelle ultime parole, si dirigeva verso la sua camera, lasciando che Trevor si rivestisse in salotto, solo.
Erano passati da una partitina a carte a uno spogliarello in pochi minuti.
Quel corpo le era rimasto in mente, oh sì.
Adesso sapeva che non avrebbe fatto sogni normali ma sogni che comprendevano il corpo di Trevor nudo sopra il suo che.. basta Laurel, prima eviti questi pensieri e prima togli dalla mente quella scena, si ripeté entrando in camera.
Iniziò il suo solito rituale prima di andare a dormire. Andò in bagno per struccarsi quel po’ di trucco che aveva, farsi un bel bagno caldo rilassante e raggiungere con l’accappatoio il letto dov’era il pigiama che avrebbe indossato.
Si tolse l’asciugamano e indossò la vestina blu cobalto lunga a metà coscia rifinita in pizzo, con due spalline sottili rifinite da un nastro blu in raso; anche la scollatura del seno era rifinita in pizzo. Adorava quel completino che si era comprata vincendo una delle tante scommesse con Paige. Le stava d’incanto ed era così comodo. Perché lo aveva indossato proprio adesso che Trevor era a casa sua? Che sperasse una visitina di Trevor?
Forse li avrebbe fatto girare la testa sì ma nulla di speciale. Conosceva bene la loro reazione quando la vedevano in intimo sapeva perfettamente che il loro era un semplice istinto del momento, eccitazione momentanea, la voglia di scoprire di più e poi basta. Era abituata a quel tipo di uomini ormai, che non si faceva più poi tanti problemi, se la rinnegavano dopo qualche notte di sesso.
A un tratto la porta si aprì di scatto e Laurel sobbalzò per lo spavento.
<< Trevor! >> fremette portandosi una mano al petto per lo spavento.
Quel ragazzo le avrebbe fatto prende un colpo! Non si era ancora vestito del tutto. Era ancora a petto nudo e indossava dei semplici pantaloncini colorati come pigiama. Beh che fosse sexy lo aveva già scoperto ma ogni volta che guardava quel ragazzo qualcosa, le fremeva dentro, qualcosa che non aveva mai sentito per nessuno, le piaceva sì.. ma la spaventava da morire.
<< Mmh.. vai a dormire sempre così o lo hai indossato per me, belle gambe? >> fece lo spavaldo lui.
Come potevano non irritarle quelle parole per giunta con quel ghigno tanto sfacciato! E come se quelle parole fossero una miccia per lei tanto da infiammarla ancora di più. Perché non stuzzicarlo, pensò Laurel.
<< E se ti dicessi che l'ho indossato per te? >> Lo trovava estremamente piccante, quel punzecchiarsi tra loro continuamente, anche se in realtà era vero che aveva indossato quel completino per Trevor, anche se non ne capiva il motivo, forse voleva scoprire cosa pensasse lui vedendola conciata così.
Con un ragazzo ci usciva qualche sera per conoscerlo bene, giusto per vedere con che tipo fosse capitata e dopo qualche sera se le andava ci finiva a letto.
Ma con Trevor era diverso. Si conoscevano ormai da più di qualche mese. Si erano incontrati per la prima volta nella biblioteca dell’università, si erano scambiati i numeri, si sentivano spesso, si erano visti a Las Vegas passando tre giorni insieme e si era mostrato davvero un ragazzo dolce e dalla battutina pronta. Aveva raggiunto un record personale, per la prima volta in tutta la sua vita Laurel aveva passato mesi e mesi a sentirsi con quel ragazzo senza concretizzare nulla. Ma quel giorno, subito dopo averlo visto in boxer nel suo salotto, avrebbe voluto saltarli addosso.
<< Mi complimenterei per la scelta ma.. >>
Ma? Stava davvero per dire.. ma??
<< .. ma addosso a te starebbe bene qualsiasi cosa, anche uno straccio, perciò non avresti dovuto metterti questo completino sexy, belle gambe! So, dove vuoi andare a parare. >> ghignò lui sicuro di sé.
<< Ah sì..?? >> Quasi si spaventò a parlare.
<< Vuoi sapere se ti desidero, vuoi sapere se ho una voglia pazzesca di prenderti proprio qui adesso.. non è vero? >>
Laurel a occhi sbarrati deglutì non riuscendo a proferire più alcuna parola, poi con tutta la forza imposta rispose con un misero: << Sì. >> Perché forse era vero. Forse Trevor aveva capito tutto di quella ragazza. Laurel desiderasse tanto sapere se anche lui provasse ciò che anche lei sentiva. E se era così beh allora..
Si avvicinò a lei con passo felpato, occhi fissi nei suoi e quel ghigno sexy.
<< Lo desidero. Lo desidero come non l’ho mai desiderato. Ho una voglia matta di baciarti quelle splendide labbra carnose per assaporarne il sapore, ogni parte di pelle, di toccarti e sentirti urlare di piacere mentre ti faccio mia. >>
La sua voce era roca e così sicura.
Ne rimase colpita e spiazzata. Non sapeva come replicare in quel momento. Le aveva davvero sentite pronunciare da Trevor quelle parole? Le aveva sentite pronunciare sì, ma quelle di Trevor avevano un tono diverso, un’inclinazione verso il desiderio più peccaminoso, l’aria intorno a loro era ai massimi livelli d’eccitazione. Una piccola mossa da parte di uno dei due ragazzi e sarebbero potuti scoppiare come mine vaganti. Quel ragazzo sapeva davvero come prenderla, sembrava un vero esperto in quel campo che il suo timore in ciò che sarebbe potuto succedere la spaventava ma al contempo la riempiva di voglia di scoprire, di lasciarsi andare e di farsi guidare nel più profondo dei piaceri.
<< Comunque ero venuto per chiederti se avevi del sapone da prestarmi, mi sono accorto di averlo rimosso dalla valigia, domani andrò a comprarlo.. >> Parlò tornando al suo posto e le rivolse un sorriso sincero, come se quelle parole erano state un sogno.
Laurel s’impose di darsi un contegno e di rispondere o avrebbe fatto la figura della scema.
<< Nel.. nel bagno.. >> rispose Laurel sentendo la bocca secca in quel momento. Lo vide dirigersi verso il bagno e afferrare la confezione di sapone con un gesto veloce.
<< Grazie Laurel e buonanotte.. >> aggiunse Trevor avvicinandosi alla ragazza, rimasta al suo posto ancora colpita dalla frase poco prima udita e chinandosi su di lei le lasciò un dolce bacio sulla guancia, poco vicino all’angolo delle labbra.
<< Notte.. >> riuscì a rispondere sentendosi le guance avvampare e lo vide dirigersi fuori dalla stanza e chiudersi la porta alle spalle.
L’aveva eccitata! Eccome se si sentiva bagnata e adesso salvo che Trevor non avrebbe fatto irruzione nella sua stanza nel cuore della notte per renderla felice, avrebbe tenuto quel fastidioso pensiero d’eccitazione per tutta la lunga notte ma una domanda non riusciva a farle chiudere occhi. Perché le aveva detto quelle parole e non l’aveva neanche fiorata con le labbra?
Trevor raggiunse la sua camera ripensando alle parole che aveva detto a Laurel, pensò a come fosse tutto così strano e diverso con Laurel. Con lei non riusciva a pensare, con lei agiva e basta, l’aveva vista con quel completino sexy rendendola ancora più bella e subito capì. Le aveva detto cosa provava senza pensarci due volte ma prima di baciarla s’impose si accendere il cervello e ragionare, perché se l’avesse baciata in quel momento, sapeva benissimo che sarebbero finiti a letto insieme e Trevor non voleva quello. Perché sapeva che se avessero passato una notte focosa ed eccitante adesso, tutto sarebbe cambiato tra loro. E Trevor non voleva farla soffrire perché Laurel era diversa, non era come tutte le altre.

 

NOTE FINALI
Ciao a tutte ragazze * si nasconde dietro il pc con un mezzo sorriso*
Che ne pensate? Lo so sto a rompervi anche qui con questo capitolo che ho pubblicato ma era più forte di me non riuscivo a non dare spazio anche alle altre coppie! Per la prima volta mi cimento nella terza persona spero di non aver creato qualcosa di schifoso ^-^’
Ho deciso di pubblicare questo primo capitolo della prima One Shot perché era pronto ormai da giorni e volevo davvero sapere cosa ne pensate :3 sapete che per me conta molto il vostro parere perciò a chi vorrà lasciare un commento, ringrazio in anticipo :3
Ho detto primo capitolo? :D Sì esattamente ho deciso di creare mini storie di tre capitolo per ogni One Shot che pubblicherò più avanti, premetto che sono in lavorazione gli altri capitoli C:
Beh spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto vi lascio con un grosso bacio!
Alla prossima C:
Betta <3

   
 
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