Tutti i personaggi appartengono al maestro Takehiko Inoue...etc.
Eccoci arrivati alla conclusione di questa storia!
Ringrazio di cuore tutte le persone che hanno letto e commentato offrendomi il loro incoraggiamento: siete stati preziosissimi!



Blue
di Sage

Parte 8: Epilogue “Never ending”
POV: Rukawa
 

 
Una volta, quando ero bambino, sedevo abitualmente sulla riva sassosa e guardavo le onde del mare infrangersi sulle rocce.
Ogni tanto, mi stupiva un bagliore inconsueto sulla roccia bagnata, tanto che ero convinto che quella potesse prendere vita.
Il dio del mare mi aveva fatto il dono di vedere ciò che gli altri non erano in grado di riconoscere.
Oggi, tutto intorno a me ha quel bagliore inconfondibile.
Tutto vive.
La spiaggia dove siamo seduti, il sole che volge al tramonto, l’acqua.
L’acqua è formata da una miriade di scaglie colorate che ci bagnano i piedi nudi.
Forse sto sorridendo, solo un po’.
Non posso smentirmi del tutto, no?
Le labbra di Akira mi sfiorano una guancia, un tocco leggero, casto, e un piacevole calore si diffonde dalla bocca dello stomaco a tutto il mio corpo.
Per molti anni, ho coltivato uno spazio vuoto dentro di me, senza saperne esattamente il motivo.
Ora, anche quello spazio vuoto è ricolmo.
Le ore, i giorni interminabili che ho trascorso raggomitolato in me stesso, non li ho dimenticati.
Si sono, semplicemente... rinnovati.
Persino tutti i miei sogni più ambiti, andare in America e diventare il giocatore numero uno, sono sfocati e fragili.
Non che io li abbia abbandonati!
Kaede Rukawa non rinuncia mai!
Semplicemente, non sono più loro a monopolizzare la mia vita.
Questo, anche se non lo ammetterò mai, mi terrorizza.
Dipendere in un modo così totale da un’altra persona è destabilizzante per un tipo solitario come me.
Ma Akira ormai è una droga della quale non posso fare più a meno.
Ci abbandoniamo sulla sabbia, occhi negli occhi, scambiandoci baci e carezze.
Lui nel frattempo non smette un secondo di parlare.
-         Pensi che ci stiano cercando?
-         Nh…
La sua mano, intrufolata sotto la mia maglietta, mi da poco tempo per pensare.
-         Certo che i nostri due capitani…insieme! Chi lo avrebbe mai detto?
-         Mh…io lo sospettavo.
-         Ma dai!
-         Era ovvio!
-         Non ti sfugge proprio niente, eh, Rukawa? Dimmi, ti eri anche accorto di piacermi?
-         È naturale. – mento svergognatamente.
Lui ridacchia scotendo la testa.
-         Certo che mi sono preso una bella “volpe” da pelare!
-         Non illuderti che le nostre sfide finiscano qui!
-         Ci conto!
Io e Akira ci fissiamo per qualche momento, in modo complice.
Poi scoppiamo a ridere (lo ammetto, anche io).
-         Guardate: Kaede Rukawa che ride!
-         Ah ah! Molto spiritoso! Facile per te, che hai sempre il sorriso stampato in faccia.
Improvvisamente si fa serio.
-         La cosa t’infastidisce?
-         Non molto. – gli concedo.
-         E il fatto che io parli in continuazione?
-         Fa parte del tuo fascino. – sentenzio.
Sdraiati sulla sabbia, abbracciati, guardiamo il tramonto lasciar posto alla notte.
Rabbrividisco.
-         Senti freddo, Kaede?
-         Solo un po’.
Mi copre con la sua giacca e mi friziona delicatamente la schiena.
Akira si appoggia sul mio petto e io lo circondo con le braccia, soddisfatto.
Adesso, alla luce della luna, Kaede Rukawa può rinascere.
Ha trovato la forza di sostenere qualsiasi battaglia.
Può salvarsi.
Questa notte è come se, dentro di me, affluisse una qualche energia.
Le labbra su un capezzolo irrigidito, le sue mani che sfiorano, accarezzano la pelle protesa.
Faccio scivolare le mani sulla sua schiena muscolosa, godendo nel sentire i muscoli tendersi al mio tocco.
La bocca di Akira scende lungo il mio busto, soffermandosi sull’ombelico.
Mi abbandono del tutto.
Crollo, come un castello di sabbia.
È una sensazione così liberatoria.
Ci sfioriamo a vicenda, con frenesia.
Languide carezze che si trasformano in tocchi sempre più sensuali e profondi, quasi come se volessimo staccarci la pelle di dosso.
Spogliarsi, l’uno davanti all’altro, senza più maschere.
Il mio corpo è bollente di piacere.
Ci strappiamo letteralmente di dosso gli ultimi indumenti, e, finalmente, possiamo godere appieno del contatto dei nostri corpi nudi.
Akira mi percorre febbrilmente con le labbra e con le mani; io ricambio mordicchiando la pelle calda che si offre alla mia vista.
Non resisto a questa dolce tortura!
Stento a riconoscere Akira: ha i capelli spettinati e i suoi occhi sono due pozze scure, trasfigurate dal desiderio.
Mi rivolge un sorriso che mi fa annodare lo stomaco.
-         Kaede…posso? – la sua voce roca è irresistibile.
Il mio corpo viene percorso da una serie di brividi famelici.
Annuisco mordicchiandomi le labbra.
-         Akira…presto…- lo incoraggio.
-         Eccomi…per…permesso…
Mi viene da ridere, nonostante non sia il momento adatto.
Un attimo dopo, è finalmente dentro di me.
Sono un po’ spiazzato per la fitta dolorosa che avverto, ma subentra quasi subito un piacere pulsante.
Mi sento in visibilio.
È esattamente quello che stavo cercando.
Nei miei quindici anni di vita, non ho mai sospettato che donarsi interamente ad un’altra persona fosse così meraviglioso.
Non c’è desiderio di prevaricare l’altro, solo...appartenersi, darsi piacere.
Da qualche parte, nel mio cuore, sento sprigionarsi un calore sconosciuto.
Una sensazione indefinibile che mi attraversa l’anima.
Credo sia la consapevolezza di amare ed essere riamato.

Akira, quel senso di insopprimibile vuoto che si trova dentro di me…per favore, colmalo completamente.

Ho la mente annebbiata dal piacere, non distinguo più nulla a parte un lontanissimo ronzio…
È lui che, nonostante la sacralità di questo momento, non smette per un attimo di parlare.
Credo stia tentando di descrivermi quello che prova.
Io non ci riesco.
Non posso.
Non so rendere con le parole un'emozione.
Poi, come una diga che spezza i margini, mi sento invadere completamente da una smania infinita.
I gemiti fendono l’aria, assecondando il movimento sempre più affannoso dei nostri bacini.
Gli circondo il corpo con le gambe, grido il suo nome, voglio di più.
L’estasi.
Mi consuma come se fossi un fiammifero, mi sembra di svanire completamente.
Le mani intrecciate, le labbra unite.
Noi due soltanto.

Sempre.

 
Dopo, ancora allacciati, gli occhi chiusi, ci sfioriamo le labbra.
-         Stai piangendo? – mi chiede.
Possibile?
Apro un occhio, sbadigliando.
-         Ti sbagli, sei tu che stai piangendo.
-         Non contarci.
Ridacchiando, raccoglie con le dita qualcosa di umido dalla mia guancia.
-         Vedi?
Ripeto il suo stesso gesto.
-         E tu?
Sorridendo come due bambini, ci avvolgiamo con l’accappatoio e gli asciugamani che Akira ha dentro la borsa.
Appoggio la testa sul suo petto.
Un delizioso torpore mi assale.
-         Ti…ho fatto molto male?
-         Nh…non troppo…
-         È andata abbastanza bene, no?
La sua sollecitudine m’intenerisce.
-         Secondo me è andata…molto bene…
Il suo sospiro di sollievo mi fa sorridere.
-         Oserei dire benissimo!
Mi sollevo a baciarlo, per la prima volta in vita mia sento il bisogno di parlare.
Sento che questo è il momento giusto.
-         Ti amo Akira…- gli sussurro, avvampando contro la sua spalla.
-         Ti amo anch’io, Kaede..

Posso chiudere gli occhi, adesso.
 
 

 
 
-         Aki…
-         Mm?
-         Con tutto questo movimento…sai….ti si sono abbassati i capelli! Sei così bello…
-         AAAAAAAHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!
 





Everything is clearer now
Life is just a dream, you know
That’s never ending
I’m ascending