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Autore: Lady Po    26/01/2013    14 recensioni
Cloe è una ragazza brillante e creativa, schiacciata dal peso di un cognome importante e contrastata dalla passione per il giovane professsor Bexter. Fin quando a lungo è possibile soffocare i sentimenti? fin quando è possibile nascondere una relazione? Infine, riuscirà l'amore a battere gli schemi sociali? Buona lettura!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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E' proprio vero, le sbornie non si dimenticano facilmente. Soprattutto se a ricordartele costantemente ci pensa un odioso mal di testa.
Riesco a malapena ad identificare Ben che dorme beatamente vicino a me, poi di nuovo il vuoto.
"Cake, Cake sveglia" la voce del mio amico mi arriva ovattata. La sua immagine invece comincia a diventare più chiara.
"Che c'è?" mormoro con la voce ancora i
mpastata dal sonno.
"E' tardissimo, arriverai in ritardo alla lezione della Smith, devi alzarti!"
"Accidenti, mi gira ancora la testa" mi lamento mentre obbedisco e pazientemente mi alzo.
"Ti ho preparato la colazione, mangia un boccone e corri subito in facoltà" ordina con un tono che non ammette repliche.
"Si papino" lo prendo in giro.
L'amicizia è uno dei tesori più preziosi che l'essere umano possa avere. Ad un tratto quell'increscioso mondo in cui vivi ti sembra sano e lindo. All'improvviso non sei più sola con i tuoi problemi, le tue ansie. L’amicizia ti proteggerà con il suo scudo pur percorrendo strade differenti, a volte lontane km, a volte più vicine di quanto tu possa immaginare. Ben è un vero amico, una sorta di anima gemella dell'amicizia. Lui e Joy rappresentano tutto per me. Ed ora ho bisogno di lui.
"Per quanto riguarda ieri.." sto per chiedergli cosa è successo ma vengo incenerita dal suo sguardo. Non mi arrendo, voglio sapere.
"Si, sto andan
do. Vorrei solo sapere cosa è successo, ecco..dopo che.." sono un po’ in imbarazzo.
"Dopo che ti ho trovato ad amoreggiare con il tuo professorino?"
Faccio un cenno di assenso con la testa.
"Beh, per fortuna vi h
o trovato in tempo. Quella vipera rossa della Smith non faceva che chiedere dove fosse finito Bexter. Jiselle e quel Portland, mi hanno detto che eri improvvisamente sgattaiolata via dopo aver ricevuto un messaggio. Ho capito subito che eravate insieme. Dopo che vi ho trovati e in seguito siete rientrati, ricordi di esserti seduta sul divanetto? Bene, durante il brindisi ti sei addormentata sul quel divano. Ti ho portata in braccio fino alla macchina, Bexter mi stava alle calcagna chiedendomi come stavi, sembrava impazzito e così diciamo che..gli ho risposto come si deve.
"Co-cosa gli ha
i detto?" sussurro incredula.
"Gli ho detto che se ti fosse successo qualcosa sarebbe stata tutta colpa sua, che è un irresponsabile e che avrei retto il vostro segreto fin quando avresti voluto tu; per proteggere te, non lui".
Guardo i lineamenti del suo viso, sono parecchio tesi.
"Ben sei impazzito? Cosa ti è saltato in mente?" chiedo in preda al panico.
"Forse ho esagerato ma vederti così debole e indifesa mi ha dato
al cervello" si scusa lui.
"Io vado" dico improvvisamente gelida.

"Ok, stai attenta" risponde lui, in tono apprensivo.
***
Entro in aula trafelata e accaldata per la corsa. Purtroppo i miei sforzi non sono serviti a niente, la lezione è già iniziata da qualche minuto. Perfetto, ho tutti gli occhi puntati addosso, tra cui quelli gelidi della Smith.
"Signorina Downey, si accomodi. Ha avuto qualche contrattempo?"
Brutta strega rossa. Ok, non proprio brutta ma strega si, tanto.
"Mi scusi. La sveglia non è suonata" dico paonazza in viso, mentre cerco inutilmente di defilarmi. Che accidenti hanno tutti da guardare?
"Bel tentativo. E' mio dovere informarla della assoluta esigenza di puntualità alle l
ezioni. Eventuali altri comportamenti di uguale natura verranno segnalati a chi di dovere. E adesso riprendiamo da dove la signorina Downey ci ha interrotti" dice, guardandomi come se volesse trafiggermi.
Mi sento pervadere da un moto di rabbia incommensurabile. Chiaramente fa riferimento a qualcos’altro, è un avvertimento velato il suo. Che abbia scoperto qualcosa su me e Bexter?  Decido che è meglio seguire la lezione e non darle altre motivi per cui bacchettarmi così tiro fuori il mio I-pad e mi immergo nel mondo delle funzioni esponenziali e dei loro grafici.
Alla fine della lezione, prendo tutte le mie cose e cerco di andare via senza destare la sua attenzione. Mi confondo tra la folla dei ragazzi che come impazziti si dirigono verso l’uscita dell’ aula.

“Signorina Downey non vada via, devo parlarle” la voce di quella strega mi fa gelare il sangue. Cosa vorrà ancora da me? Faccio marcia indietro e mi posiziono davanti la cattedra aspettando che anche l’ultima ragazza esca fuori dall’aula.
“Bene, cosa posso fare per lei?” dico chiaramente stizzita.
“Ne ho conosciute tante come te. Pronte a qualsiasi cosa pur di andare avanti, fare carriera. Belle, giovani e intraprendenti” pronuncia l’ultima parola con una certa malizia , cadenzandola.
“Ma vede, circuire o sedurre un professore è un reato. Qualcosa che va contro ogni regolamento” continua.
“Non so di cosa stia parlando” controbatto fermamente.

“E invece lo sai bene, ho visto come lo guardi. Non mentire ragazzina. Stai lontana da Bexter o sarò costretta a prendere provvedimenti” conclude spietata.
Mi sento così indifesa, nuda e fragile sotto il suo sguardo accusatore. Un brivido gelido mi percorre la schiena mentre indietreggio e poi corro via. Via da quell’aula, da quelle accuse fondate e da quella realtà dorata in cui mi ero illusa di poter stare.
Ormai sono ore che vago senza meta per le vie di Princeton city. Sono ore che non faccio altro che piangere e disperarmi per la mia patetica situazione.
Nel frattempo le note di Won’t go home without you dei Maroon 5 invadono prepotentemente le mie orecchie. La voce di Adam Levine è come una dolce camomilla, mi infonde un’incredibile tranquillità. Decido di sedermi in un bar e ordinare una cioccolata calda. Tiro fuori un libro e dimentico il mondo intorno a me.
“Signorina, mi scusi. Non vorrei essere scortese ma stiamo per chiudere”  dice un ragazzo, lo stesso che mi ha servito la cioccolata, quante ore fa? Due, tre? Devo aver perso la cognizione del tempo.

“Scu-scusa, vado” mormoro, lasciandogli una mancia generosa sul tavolo.
Prendo al volo il primo taxy sotto tiro e rientro a casa giusto in orario di cena.
“Ben sono a casa” grido, liberandomi della borsa.
Sento dei passi provenire dalla cucina e raggiungermi in corridoio.

“Si lo so, è tardi ma..” mi blocco all’istante. Bexter mi guarda torvo dalla testa ai piedi.
“Che ci fai qui?” sussurro con l’ultimo filo di voce rimasto.
“Mi ha fatto entrare quel tale, Ben” risponde senza staccare gli occhi dai miei.
Mi avvicino lentamente a lui, forse troppo. Mi sembra di essere all’interno di un film, non saprei però definirne il genere.
Lo supero a malincuore e vado verso la mia stanza. Lui mi segue a passo frenetico e una volta entrato chiude la porta energicamente. Sento ancora nelle orecchie il rumore tonfo , cozza maledettamente con il silenzio che si è venuto a creare.
“Dobbiamo parlare” dice improvvisamente lui e nella sua voce percepisco una nota di nervosismo.
“Non vedo cosa potremmo dirci. Sei il mio professore ricordi? Cosa ci fai qui?”  lo provoco.
“Smettila di fare la bambina. So che Lucille ti ha parlato”

“Lucille chi? Quella vipera rossa che ti porti a letto? Sai mi ha fatto una bella scenata di gelosia, vuole che mi allontani da te. Accontentata, sei libero di scoparti chi vuoi” sbraito.
“Non voglio scoparmi nessuno dannazione,  non scherzare. Ti ho già detto che io e Lucille siamo solo amici e colleghi, anche se non devo giustificarmi con te di questo”  controbatte furente.
“Ah si? Allora cosa vuoi da me? Cosa sei venuto a fare?”  rincaro la dose.
Sembra smarrito, l’ho preso alla sprovvista.

“Lascia stare, sei solo una bambina” dice, scuotendo la testa.
Odio sentirmi dare della bambina. Non ci penso due volte e inizio a spogliarmi degli indumenti che ho addosso, restando infine in intimo.
“La bambina ha voglia di giocare” lo provoco, spintonandolo verso il letto.
Sembra vacillare, il suo autocontrollo fa acqua da tutte le parti.
“Non posso” mormora mentre lo faccio sedere e mi accomodo sopra allacciando le gambe alla sua schiena.
“Mi dia ancora della bambina professore” gli sussurro all’orecchio.
Lo sento deglutire,  poi in un attimo la situazione si capovolge. Mi sento afferrare i glutei e catapultare sul letto. Ora è lui che ha preso in mano le retini del gioco.

Lo guardo sovrastarmi, è terribilmente sexy con quella sua aria di sfida. I capelli, ribelli come al solito, ricadono continuamente sul suo viso.
Si sbottona lentamente la camicia, lasciandomi intravedere parte del suo torace perfetto.
Mi umetto le labbra, ho la gola secca e la sua visione non aiuta di certo.
Liberatosi dalla camicia, si slaccia la cintura e sfila i pantaloni. Ora è ufficialmente semi nudo davanti ai miei occhi, eccetto per  un paio di mutande nere che fasciano perfettamente il suo sedere sodo.
Deglutisco a fatica, è la prima volta che ci mostriamo interamente.
Si adagia sopra il mio corpo e sento chiaramente la sua voglia di me, fremo al pensiero di quello che sta per succedere. Chiudo gli occhi, fermo i pensieri e mi lascio andare ai sensi.
Le sue mani percorrono ogni centimetro del mio corpo soffermandosi sui punti nevralgici, provocandomi sensazioni oltre il limite del piacere.
Di rimando le mie dita, procedono a sfiorare ad un ritmo estenuante la sua schiena e il suo sedere sodo. Poi in un momento d’impeto lo privo dell’unico indumento rimastogli addosso. Non provo imbarazzo, solo vogli
a di averlo per me, tutto per me.
Dopo un tempo che mi pare infinito, fa scivolare via il mio intimo e senza preavviso si fa strada in me. I nostri corpi si muovono all’unisono per un tempo indefinito, il mio sospiro si fa sempre più pesante e le sue spinte più frequenti fino a quando una lenta e tortuosa sensazione di piacere mi pervade completamente. Bexter mi guarda intensamente ed io  mi perdo nei suoi occhi.
“Come stai?” dice con il fiato ancora corto.

“Bene, prosegui” gli ordino smaniosa di averlo ancora tutto per me.
 Insieme riprendiamo quella danza incessante, perdendoci l’uno tra le braccia dell’altra fino a quando tocchiamo l’apice di un piacere nuovo, consapevole e tormentato.
Si, tormentato. E’ quello che leggo nei suoi occhi non appena scivola via da me.
Il silenzio nel frattempo, ha preso il posto dei sospiri di poco fa. Tutto sembra essere tornato come prima, lui il professore ed io la sua alunna.

Si riveste in fretta, raccogliendo qua e là i suoi indumenti sparsi.
 “Ci vediamo” dice solamente ed io rimango pietrificata da tanta freddezza. Forse era quello che voleva. Portarmi a letto, per sfizio. Dovevo immaginare che le voci su di lui erano vere, che cambiasse donna come si cambia un indumento sporco.
Una piccola lacrima minaccia di uscire ma la ricaccio indietro. Devo essere forte, devo ignorarlo.
**
La valigia non si chiude ed io sono disperata. Come farò a farci entrare pure l’ultimo paio di scarpe che voglio portare a casa? Naa ma a chi la voglio dare a bere? Le converse sono l’ultimo dei miei pensieri in questo momento. In verità non faccio che pensare alla notte appena trascorsa. Minuto dopo minuto. Un continuo rewind.
“La distruggerai quella valigia se continui a saltarci sopra” irr
ompe Ben.
“Ma non entrano le mie converse preferite” piagnucolo.
“Calmati Cloe. Troveremo una soluzione, le metto nella mia valigia” mi rassicura. Sa perfettamente che il mio sconforto è dovuto a qualcosa di più importante di un semplice paio di converse borchiate. Annuisco e docilmente gliele passo.
**
“Che genere di musica preferisci?” mi domanda Ben premuroso mentre mette in moto il suo suv.
“Ben non sono mica in punto di morte. Non ho bisogno di tutta questa gentilezza. Dai metti pure i Blink 182” rispondo, pungolandolo.
“Ooook!!” .

Ha il sorriso compiaciuto di chi è riuscito ad ottenere ciò che voleva senza aver nemmeno faticato troppo.
“Solo per la prima mezzora” mi correggo, riuscendo a strappargli dalle mani la vittoria.
“Non è giusto, avevi detto che potevo mettere i Blink!” si lamenta Ben. Chiaramente sta scherzando, è sempre così quando dobbiamo scegliere che musica ascoltare insieme. Lui adora i Blink ed io i Maroon 5, ogni volta è una lotta continua. Ma stavolta abbiamo un’ora e trenta di viaggio da dividere, dovrà pazientare ed ascoltare la bellissima voce del mio (magari!!) Adam Levine.
 
SPAZIO AUTRICE:

SCUSATE x il mio mega ritardo..purtroppo ho av
uto gli esami scritti di lingua (non vi ho mai detto che studio lingue? Beh ora vi ho aggiornate hih) ed ho dovuto sgobbare sui libri. Anyway, passiamo alla nostra storia..bene bene, quei due hanno ceduto alla passione ma come avrete letto Bexter è scappato via subito dopo, comportamento non accettabile. Infatti, Cloe è determinata ad ignorarlo..lo farà? Beh lo scopriremo nei prossimi capitolo..prometto di non farvi aspettare tanto. L’altro è già in revisione e per farmi perdonare vi do qualche anticipazione, nel prossimo vedremo la vita di Cloe nella città dove è nata e cresciuta, il rapporto con suo padre, il suo compleanno e tante tante sorprese. Beh vi lascio anche un’immagine..(spero riusciate a vederla, ogni volta non so mai come fare XD) BACI BACI, yours Lady po.
 
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