CAPITOLO SCRITTO DA MIKHAEL98
No, non potevo fuggire dal passato e dai ricordi, né da me stessa, ma dal luogo che tanto dolore mi suscitava sì. Giurai che non sarei mai più tornata qui, non avrei più messo piede a Unima, soprattutto qui, a Sciroccopoli. Strinsi la tracolla che tenevo, il cappuccio ben messo così che nessuno riuscisse a vedermi in viso, e mi incamminai verso il ponte di Libecciopoli.
Attraversai tutta la città, passai davanti al Teatro Musical, poi lo Stadio Stellare, e ancora il campo degli allenamenti, osservai gli imponenti edifici con attenzione, come se fosse il mio addio. Non mi guardai più alle spalle, quindi percorsi la strada che mi avrebbe condotta a Libecciopoli. Mi bloccai davanti al ponte imponente, in molti lo chiamavano Ponte Charizard proprio per questa caratteristica, ma la verità era che nessuno aveva mai visto un Charizard, ma io dopo i miei viaggi potevo confermare che quella costruzione non era neanche lontanamente paragonabile all’imponenza ed eleganza di quel magnifico pokémon rosso.
Vedevo i Ducklett svolazzare in alto mentre alcuni sguazzavano in acqua, altri stavano a riva godendosi i raggi del sole primaverile; che spettacolo, era tutto perfetto, solo io con il mio mantello nero stonavo in quel panorama. Invidiavo i pokémon, perché qualunque cosa facessero erano sempre considerati buoni e accolti, ed io ero solo uno scarto della società.
Presi un dolcetto nella borsa, si trattava di un Poffin, specialità culinaria della regione di Sinnoh. Sbriciolai il dolce e lanciai le briciole ai pokémon. In un men che non si dica mi ritrovai circondata dai Ducklett, e persino qualche altro pokémon sgusciò lì vicino rubando pezzi di cibo. Risi, sì, dopo anni ero veramente felice, attorniata da tutta quella allegria non potevo che sentirmi benissimo. I pokémon mi si accoccolavano vicino, quasi facevano le fusa. Allora feci uscire la mia squadra e diedi del cibo anche a loro, che iniziarono a giocare. La loro felicità era tutto per me.
In quel momento mi accorsi che un cartello mi sbeffeggiava proprio lì davanti. "PONTE IN FASE DI RISTRUTTURAZIONE, CI SCUSIAMO PER L’INCONVENIENTE". Fantastico, avrei dovuto aspettare ancora per poter partire, non v’era neanche segnato quando sarebbe stato di nuovo agibile. Sbuffai. Ancora, avrei dovuto soffrire ancora.