Lesson 1- Beat your enemy

-Dai Clove, lo sai che gli uomini con i capelli rossi sono più uomini degli altri!-                                                                                                                      
 La ragazzina ridacchiò, cercando di scansarlo. –Darius!  Darius, smettila, mi sto allenando.-                                                                                   
 Lanciò un coltello contro un manichino per cercare di darsi un po’ di serietà, ma rideva così tanto che quasi mancò il cuore del bersaglio. Quasi.
 Cato si girò un attimo a guardarla, poi si concentrò di nuovo sul manichino. Provò a immaginarlo con un ciuffo di capelli rossi sulla testa e la spada andò molto, molto più a fondo del solito.  
Lo staccò dal piedistallo e lo gettò a terra, prima di saltarci sopra per finire di farlo a pezzi.                                                                                                    
  – Avanti, scommetto che ti piacciono un sacco i miei capelli. Il colore del sangue, no?  A te piace il sangue, ho visto cosa fai con gli scoiattoli nel parco. Sei fantastica con quel coltello, lo sai?-         
Cato passò una mano tra i suoi capelli tra il biondo e il castano, molto vicini al colore del miele.                                                                                      
Di sicuro a Clove non piaceva  quel colore. 
La spada colpì un altro manichino, più forte, trapassandolo da parte a parte, scavò nel punto del cuore dove doveva esserci la preziosa bustina di liquido rosso, che indicava un colpo riuscito particolarmente bene.                                                                                                                                  
Riuscì quasi a percepire sulla pelle  gli sguardi invidiosi di tutti gli altri, mentre faceva a pezzi la guaina di stoffa del manichino, immergeva le mani  nel petto della vittima bagnandosi il viso e i capelli di sangue finto.
In seguito Cato avrebbe ricordato con orgoglio le parole ammirate dell’ istruttore  nella saletta delle riunioni con i genitori mentre parlava sovraeccitato con suo padre.                                                                                                                                                                                                                                             
 -Mai, mai raggiunto un livello di sadismo del genere con un ragazzino di appena dodici anni!  Santo cielo, nemmeno da un figlio di vincitore mi aspettavo qualcosa del genere! È senza dubbio un ragazzino speciale. chissà che potenzialità avrebbe una volta nell’arena! Chissà come…-                                
Ma in quel  momento Cato non aveva ascoltato granchè.                                                                                                                             
Pensava  solo a Clove che baciava Darius dietro il bersaglio dei coltelli, e che non aveva visto la cosa straordinaria che aveva fatto. 
Non aveva visto quanto era speciale.

E così Cato imparò che, qualsiasi cosa volesse dalla vita, c’era sempre un rivale da battere per averla.