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Autore: LetMeCorrectIt    17/08/2007    2 recensioni
"Io, intanto, cercavo di farmi uscire di testa Draco. Draco è un bastardo, un Serpeverde, un Malfoy del cavolo, lo odio, lo odio, lo odio continuavo a ripetermi, ma più lo dicevo e meno ne ero convinta. Cosa mi stava succedendo, com’era possibile che non lo detestassi più?" Hermione si trova in difficoltà, cos'è quel nuovo sentimento che prova per Draco? Quando poi si ritrova a dover trascorrere sette serate in sua compagnia per una punizione la cosa si complica...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sporca Mezzosangue. Questa frase mi ballava in testa da giorni; come si era permesso? Come aveva potuto dirmi una cosa del genere? Beh, avrei dovuto aspettarmelo da lui, non era mai stato molto gentile nei miei confronti, né nei confronti di qualcun altro, per lo meno non davanti a me. Eppure quelle parole mi tormentavano e per qualche strana ragione bruciavano come se a dirmele fosse stato qualcuno a cui tenevo, qualcuno a cui volevo bene. Ed era proprio questo il punto: lui non era un mio amico, non era nemmeno una persona come un’altra di cui non mi importava molto, era una persona che odiavo, o che almeno avrei dovuto odiare.
Draco Malfoy, un Serpeverde della peggior specie, proveniente da una famiglia assolutamente purosangue che odiava chiunque avesse a che fare con i Babbani. C’era da aspettarsi che mi desse della Mezzosangue, io, Hermione Granger, figlia di due comunissimi non-maghi, di due dentisti. E allora perché mi dava tanto fastidio? Perché non lo prendevo come uno dei suoi soliti insulti rivolti a me o ai miei migliori amici, Harry e Ron? Non mi avevano mai sfiorato nemmeno i suoi stupidi discorsi anti-babbani.
Quel giorno però, quando Draco mi aveva insultata, l’avevo presa male, molto male. Era stato come se per la prima volta mi rendessi conto di quanto mi odiasse. Qual è la cosa ancora più strana? Lui mi aveva già chiamata Mezzosangue, era già successo altre volte, molte altre volte, per la precisione. Invece quel giorno, poche settimane dopo l’inizio di un altro anno ad Hogwarts, quando mi aveva vista tutta sola a studiare in biblioteca e mi aveva detto -Non ti scoppierà la testa, Granger? Dubito che il tuo piccolo cervello da sporca Mezzosangue riesca a contenere tanta roba!- accennando al tomo che stavo leggendo, io me l’ero presa.
Tiger e Goyle, i suoi inseparabili seguaci, si erano messi a sghignazzare, perlomeno la bibliotecaria li aveva sgridati.
Da allora non facevo che pensarci, forse me l’ero presa tanto perché era la prima volta che mi aveva insultata mentre ero da sola, ma fatto sta che per me era stato devastante. Però non volevo pareggiare i conti, non volevo fargliela pagare, desideravo solo che fosse stato un sogno e che lui non mi avesse offesa.
-A cosa pensi, Hermione?-
Tornai al presente e mi voltai alla mia destra, mi ero persino dimenticata di essere in Sala Grande. Ron mi guardava, interrogativo, con un biscotto mezzo in bocca che gocciolava latte sulla tovaglia della tavolata di Grifondoro.
Sorrisi a quella scena, Ronald riusciva sempre a strapparmi un sorriso, nonostante fosse esasperatamente stupido a volte. Cercai di non fargli capire a cosa stavo realmente pensando, per qualche strano motivo non volevo dirglielo.
-Ah, niente… sto solo ripetendo mentalmente l’ultima lezione di Incantesimi-
-Me lo immaginavo- sbuffò Ron, ricordandosi improvvisamente di avere un biscotto che pendeva dalle labbra e ficcandoselo tutto in bocca  -Ma tu studi anche Incantesimi?-
Era così che apparivo? Una ragazza che non fa altro che studiare, che non pensa a nient’altro? Era anche colpa mia se la gente aveva questa impressione di me. Era uno dei motivi per cui Draco mi odiava tanto? Scossi la testa, allontanando quel pensiero, che m’importava come apparivo a Draco Malfoy? Poi, ricordandomi un’altra volta dov’ero, feci una faccia esasperata verso Ron -Perché, tu no? Bisogna studiare tutte le materie, Ronald! E in quelle con meno basi teoriche bisogna esercitarsi con la pratica, come speri di essere promosso se non lo fai?- ma perché facevo di tutto per rendermi odiosa? Se Ron non voleva studiare erano affari suoi! Sospirai tra me e me.
Ron scosse la testa, contrariato -Se lo dici tu-
Ecco, non sopportavo proprio quando mi rispondeva così, e pensare che un po’ mi piaceva! Era come se mi considerasse una matta pazzoide libromane. Girai la testa dall’altra parte e mi misi a parlare con Calì Patil, cercando di fargli capire che ero offesa.
Quando Harry si alzò da tavola, salutai Calì, che comunque avrei rivisto in classe, e lo seguii insieme a Ron. Ormai era un’abitudine; ogni volta che loro due si alzavano da tavola la mattina li seguivo, davo loro consigli sulle materie che avremmo affrontato e andavamo insieme in classe.
Salimmo le scale fino al quadro della Signora Grassa e dicemmo la parola d’ordine, poi entrammo nella Sala Comune. Avevo notato uno strano silenzio in quei due ma non indagai; prendemmo le nostre borse coi libri, mentre anche gli altri Grifondoro arrivavano e il silenzio continuò; Harry e Ron si lanciarono un’occhiata d’assenso.
-Cosa c’è?- chiesi, infastidita -Cosa c’è che non va?-
Harry scosse la testa -Nulla- disse, pulendosi gli occhiali sulla camicia.
-Nulla, nulla- confermò Ron, non mi aveva nemmeno domandato di ripetergli gli ultimi argomenti di Trasfigurazione.
-Non sono stupida- dissi -Mi tenete nascosto qualcosa!-
-Ma no, Hermione, cosa dici?!- esordì Ron -Forza, andiamo a lezione-
Scossi il capo con forza -Non prima che mi abbiate detto cosa sta succedendo!-
-Ma Hermione… faremo tardi a lezione…- disse Harry, mettendosi in spalla la borsa.
-Al diavolo la lezione!- strillai.
Mi guardarono entrambi a bocca aperta; tirai un sospiro e cercai di calmarmi mentre loro si riprendevano dallo shock. Ultimamente ero davvero suscettibile, me ne rendevo conto.
-Scusate, sono un po’ nervosa- dissi -Ma vi prego, ditemi cosa sta succedendo! Mi guardate male da quando vi siete svegliati!-
-Non volevamo innervosirti!- esclamò Ron -È solo che… che…-
-Che sei strana- finì Harry per lui.
Ron abbassò gli occhi come se l’amico mi avesse appena detto un grave insulto.
-Strana?- chiesi, interdetta -Cosa intendete dire?-
-Beh, da qualche giorno a questa parte sei sempre con la testa tra le nuvole- disse Ron, prendendo coraggio.
-Non è da te! …e poi quando ti si chiede qualcosa sembra tu venga da un altro mondo- aggiunse Harry.
-Tipo oggi, hai detto che ripassavi Incantesimi, ma oggi non ce l’abbiamo proprio!-
-Ah, si?- dissi, arrossendo, e togliendo di nascosto il libro di Incantesimi dalla borsa -Beh, ripassavo per domani-
-È successo qualcosa?- chiese Ron, preoccupato.
Incredibile, di colpo aveva acquistato tatto, il ragazzo!
Scossi la testa e sorrisi -Niente, sono solo un po’ stanca. Sapete, le lezioni e tutto il resto!- non potevo credere di essere rimasta sconvolta per via di quello che mi aveva detto Malfoy.
-Ma siamo appena a settembre!- disse Harry.
-Andiamo a lezione? Faremo tardi!- riuscii a sgusciare via, passando per il passaggio nel muro, Harry e Ron allungarono il passo per starmi dietro.
-Va bene, non ne parliamo più. Però diccelo se c’è qualcosa che non va, okay?- mi disse Harry.
-Siamo tuoi amici!-
Questa volta il mio sorriso fu sincero, mi preparai mentalmente – davvero – alla lezione che stava per venire. Strano, non ricordavo quale fosse. Mi girai verso Ron, poi verso Harry, alla fine decisi di chiederlo a qualcun altro e mi avvicinai a Neville, staccandomi da loro, che mi guardarono sorpresi.
-Neville, scusa, sai cos’abbiamo adesso?- sussurrai.
Neville spalancò gli occhi -Mi prendi in giro?-
-Certo che no!-
-Erbologia!- disse lui, tutto fiero di sapere qualcosa, per una volta       -Non potrei dimenticarmi una cosa del genere!- disse, quasi più a se stesso che a me.
-Grazie- gli dissi.
-Figurati-
Tornai indietro, verso Ron ed Harry, che mi guardarono interrogativi ma che per fortuna non fecero domande. Se gli avessi detto che non mi ricordavo una cosa del genere mi avrebbero di nuovo assalito, chiedendomi cosa c’era che non andava, ed era l’ultima cosa che volevo.
Mentre uscivamo dal corridoio e ci dirigevamo verso le serre il mio cuore balzò in aria quando notai la cravatta verde del ragazzo davanti a noi -Erbologia con i Serpeverde- mormorai.
-Come dici?- chiese Harry.
-Pensavo ad alta voce- come mai ero tanto preoccupata di ciò? Ora che ci pensavo era la prima lezione che facevamo con i Serpeverde da quando venerdì Draco mi aveva detto quella cosa; che fosse o no così che motivo avevo di preoccuparmi? Lui se ne stava sempre dalla parte opposta della serra rispetto a noi. Mi meravigliai di me stessa, la cosa non avrebbe dovuto importarmi.
La professoressa Sprite non era ancora arrivata, stranamente. Tutti gli studenti di Grifondoro e Serpeverde si fermarono davanti alla serra numero quattro, dove sapevamo avremmo fatto lezione. Io, Ron ed Harry ci guardammo l’un l’altro.
-Come mai la prof non c’è?- chiese Ron.
-Sarà in ritardo- buttò lì Harry, stringendosi nelle spalle.
Io mi voltai verso una voce familiare che parlava alla nostra sinistra. Lì vicino c’era un gruppo di Serpeverde e il ragazzo che stava parlando, con i capelli biondissimi e il tono arrogante e strascicato, era proprio chi mi immaginavo. Draco Malfoy. Spiai oltre la spalla di Harry verso il gruppetto; c’erano Tiger e Goyle con lui, inevitabile, e poi… una ragazza coi capelli corvini, Pansy Parkinson. Che rabbia mi faceva quella; era la peggiore tra le Serpeverde, si credeva di essere chissà chi e non faceva che adulare Draco. Cosa che non mi dava fastidio, assolutamente …almeno credevo.
Tesi l’orecchio ma non riuscii a carpire niente della conversazione a parte qualche parola qua e là che insieme non aveva nessun senso. Harry e Ron parlavano di Quidditch e quindi non fecero caso a me che guardavo verso i Serpeverde.
Fu un attimo, Draco lasciò la parola a Pansy, che iniziò a parlare con la sua vocetta stridula, e ad un tratto, senza preavviso, si voltò. Vedendomi guardare da quella parte, sorpreso, si bloccò e per un attimo i nostri sguardi si incrociarono; mi affrettai a distogliere gli occhi imbarazzata.
-Guardate, sta arrivando Gazza!- esclamò Lavanda Brown, qualche metro più in là.
Ci voltammo tutti. Effettivamente Gazza stava venendo verso di noi, a passi strascicati e con al seguito la gatta Mrs. Purr. Cadde il silenzio per un attimo, poi iniziarono le domande a raffica e Gazza indietreggiò di qualche passo, guardandoci tutti storto.
-Silenzio!- esclamò -Se non volete finire tutti quanti nei sotterranei fino alla fine dei vostri giorni!-
Cadde di nuovo il silenzio.
-La professoressa Sprite si è sentita poco bene, avete un’ora libera.- Ci furono esclamazioni gioiose sparse tra gli studenti, ma Neville sbuffò, deluso.
-Questo non vuol dire…- continuò Gazza -…che siete liberi di far cagnara in giro per la scuola! Andrete nella Sala Grande, dove ve ne starete seduti ai rispettivi tavoli… in silenzio-
-Chissà cos’ha la professoressa?- chiese Harry, tra sé.
-Eh?- mi voltai -Ah, sì… non ne ho idea-
-Eccola che ricomincia!- esclamò Ron, mentre seguivamo Gazza di nuovo all’interno della scuola.
-A fare cosa?- arrossii, e non potei fare a meno di cercare con gli occhi Draco tra i ragazzi intorno a noi.
-A fare la strana!- disse Ron -Sembri ‘Lunatica’ Lovegood!-
-Non chiamarla così- dissi io, distrattamente.
-Va bene …Luna… ma non è questo il punto!-
Individuai Draco, trasalendo quando mi accorsi che mi stava ancora guardando, un po’ stralunato. Dopo un attimo ghignò, alzando le sopracciglia in un’espressione insolente, e tornò a guardare verso i suoi compagni di Casa.
-Vedi? Non mi ascolti nemmeno!- esclamò Ron.
-Che guardavi?- mi chiese Harry.
Diventai paonazza, quasi quanto le orecchie di Ron quand’era imbarazzato -Siete proprio fastidiosi!- dissi -Mi lasciate in pace?!- e andai a parlare con Calì Patil, sentendomi un po’ in colpa.

Poco dopo eravamo tutti seduti in sala grande, noi Grifondoro alla nostra tavolata, i Serpeverde alla loro. Era strano vedere la sala mezza vuota, e senza i professori in fondo ad osservarci. Gazza ci lanciò un’occhiata sospettosa e mentre chiudeva le porte sbraitò -Non fate casino! Se vi sento passerete dei brutti guai!-
Mentre ascoltavo i discorsi di Calì e Lavanda guardai verso Ron ed Harry, che ogni tanto mi lanciavano un’occhiata dubbiosa. Mi dispiaceva di essermene andata così, ma non sapevo nemmeno io perché l’avevo fatto; mi dava fastidio che mi tormentassero con questa storia che mi comportavo stranamente.
Al termine dell’ora mi alzai, dirigendomi di nuovo verso Ron ed Harry per chiedere loro scusa; qualcuno mi urtò, superandomi.
-Ehi!- dissi.
Draco si girò e io mi bloccai -Granger- disse, e con il suo tipico ghigno si allontanò seguito da Tiger e Goyle, che mi urtarono volutamente.
-Quello stupido di un Malfoy!- sbraitò Ron.
Mi voltai, lui ed Harry mi si erano affiancati.
-Sempre a fare lo sbruffone!- continuò Ron.
Annuii debolmente e uscimmo dalla Sala Grande.

Quel giorno feci fatica a concentrarmi sulla lezione, continuavo a pensare allo scontro con Draco e a “fare la strana”, come dicevano i miei due amici. Non sentii nemmeno la McGranitt quando mi fece una domanda; per fortuna Ron mi diede un calcio sotto al tavolo e io tornai alla realtà, rispondendo correttamente. A pranzo lui ed Harry ritornarono alla carica con i “che succede?”, i “cos’hai?” e cose del genere; non avrei detto per nulla al mondo che stavo pensando a Draco Malfoy, anche perché mi stavo rimproverando già abbastanza da sola.
Non capivo che mi stava succedendo, non solo non riuscivo più ad odiarlo, ma cominciavo a pensare che non fosse poi così male. Faceva solo lo sbruffone, ed era naturale che fosse così di parte vista la famiglia che si ritrovava. Insomma, non era del tutto colpa sua se trattava così Harry e i maghi nati in famiglie Babbane… Ma cosa stavo pensando? No, era colpa sua, altrochè, era Draco Malfoy, accidenti, il nostro acerrimo nemico fin dal primo anno, cosa cavolo stavo pensando? Non poteva mica… no, non dovevo neanche pensarci, Draco, piacermi? Ma per favore!
Cominciai ad elencare mentalmente tutti i suoi difetti, a ripetere tra me e me che era un deficiente, uno stupido, un imbecille, un idiota. Non mi piaceva, non poteva piacermi, non doveva piacermi. Non c’era niente in lui che potesse piacermi.
Per tutta la settimana non feci altro che pensarci, pensare a Draco Malfoy. Evitai in tutti i modi di incrociare di nuovo il suo sguardo, ma quando era girato guardavo la sua testa bionda rivolgersi ai Serpeverde che aveva vicino; riuscii in qualche modo a mantenere la media, soprattutto grazie a Ron che continuava a darmi calci sotto il tavolo a tutte le lezioni in cui eravamo vicini, per farmi rinsavire.
Harry e Ron non la smettevano di farmi domande a cui io rispondevo vaga e spesso li beccavo a confabulare tra loro, probabilmente di me visto che quando arrivavo si zittivano. Io, intanto, cercavo di farmi uscire di testa Draco.
Draco è un bastardo, un Serpeverde, un Malfoy del cavolo, lo odio, lo odio, lo odio continuavo a ripetermi, ma più lo dicevo e meno ne ero convinta. Cosa mi stava succedendo, com’era possibile che non lo detestassi più?

  
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