Libri > Le Cronache di Narnia
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Autore: MeiyoMakoto    26/01/2013    1 recensioni
Clive Staples Lewis ha quindici anni e un'unica ossessione: Narnia.
Per anni si è sentito raccontare storie di animali parlanti, fauni, ed eroiche imprese.
Per anni ha avuto la certezza di non appartenere completamente al nostro mondo.
Per anni ha cercato di lasciarlo.
Adesso può.
Ma Narnia non è come ha sempre immaginato.
Fra alleati imprevisti e nemici inaspettati, Clive dovrà farsi strada in un mondo diverso da quello che si legge nei suoi libri; un mondo dove la linea fra buono e cattivo è decisamente più sottile.
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DAL PRIMO CAPITOLO
E se…?
Non riuscì a trattenersi: gettò uno sguardo alla porta per assicurarsi che Peter non fosse nei paraggi, poi strappò con foga la carta velina e aprì il pacco. Adagiati con cura su uno spesso strato di ovatta, c’erano due anelli, uno verde e uno giallo.
Un biglietto di sola andata per Narnia.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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‘Tornerai.’, sibilò Jadis scuotendo la testa con un sorriso quasi materno. ‘Dove potresti andare?’

Clive correva a perdifiato, senza una meta. Non riusciva a pensare, poteva solo continuare a correre.

‘Aiuto!’, gracchiò con il poco fiato che gli rimaneva. ‘Aiuto… Per favore…’

Si accasciò a terra, il cuore che sembrava in procinto di scoppiare.

‘Che problema c’è, ragazzo?’, domandò una voce gentile. ‘Tieni un po’ d’acqua, ne ho giusto una borraccia piena… Per ogni evenienza, sai… Devo dire che non avevo mai visto un Figlio di Adamo in questo stato. Che c’è, hai visto un fantasma?’

Clive alzò gli occhi e fece fatica a trattenere un grido di stupore: un Fauno -un vero Fauno!- era chinato al suo capezzale, con le sopracciglia aggrottate in un’espressione preoccupata e un sacchetto di pelle teso verso di lui.

‘Grazie.’, ansimò afferrandolo.

‘Dovere, Figlio di Adamo, dovere. Io mi chiamo Cletus, comunque, piacere di fare la tua conoscenza. E tu chi sei?’

L’altro esitò.

‘Sono Clive.’

‘Bel nome, anche se un po’ bizzarro. Ebbene…’

‘Sono Clive…’, ripeté il ragazzo interrompendolo con un’occhiata orgogliosa e insieme timida. ‘Figlio di re Caspian e della regina Susan la Dolce.’

Cletus fece tanto d’occhi.

‘Tu… Tu sei… Non è possibile… Eppure…’

Arretrò di qualche passo, come spaventato; poi si riscosse e si piegò in un profondo inchino.

‘La fortuna è dalla vostra parte, mio principe.’, sorrise. ‘Io ho l’onore di essere al servizio di re Caspian decimo come precettore di suo figlio, il principe Rilian. Vi condurrò volentieri a corte, quando vi sentirete abbastanza riposato.’

‘Grazie.’, disse ancora Clive, un po’ disorientato dall’improvvisa formalità. ‘Sto già meglio, vogliamo andare?’

‘Con immenso piacere. Permettetemi di dirvi che siete identico a vostro padre, vostra altezza… Tranne che per gli occhi.’

‘Ah, sì. Quelli li ho presi dalla nonna Helen. Mio zio Edmund li ha simili, però.’

‘Per quel poco che ho visto di vostro zio ai tempi delle antiche battaglie, non posso che concordare. Affascinante, davvero affascinante, come i caratteri di re Caspian si siano fusi con quelli dei re dell’Età dell’Oro… Un’unione così evidente che non ci sono dubbi sulla vostra genealogia. Se posso ardire, mio principe, cosa vi ha causato tanto turbamento? Siete scosso, è evidente.’

‘Preferirei parlarne prima con il re.’, rispose lentamente Clive, arrossendo impercettibilmente. ‘È una faccenda delicata.’

Lo imbarazzava sapere che era giunto a Narnia solo con l’aiuto della strega, e di averla abbandonata senza troppi complimenti quando aveva promesso di aiutarla…

Lei è il Male, ricordò a sé stesso. Ti avrebbe ucciso come ha cercato di uccidere la mamma e gli zii.

‘Capisco.’, disse il Fauno distogliendo lo sguardo.

‘È la prima volta che vengo a Narnia.’, fece ad un certo punto il ragazzo per rompere il silenzio che si era creato. ‘Ma è tutta la vita che sogno di andarci. Mia madre mi racconta da sempre di Aslan e delle Driadi, delle danze di voi Fauni, degli animali parlanti… E di Caspian. Credo che l’abbia amato molto, sai.’

Il Fauno lo fissò negli occhi, sorpreso da quest’improvvisa confidenza; Clive stesso non avrebbe saputo dire con precisione perché ne avesse parlato con lui. Dopo tutto anche zia Lucy aveva riposto la sua fiducia in un Fauno la prima volta che era arrivata a Narnia, e alla fine non era stata delusa… E poi aveva bisogno di parlare.

‘Oh…’, mormorò Cletus con una strana espressione malinconica. ‘La regina Susan… Sì, era molto innamorata… Quante storie devi aver sentito, povero ragazzo… Chissà quante meraviglie avrà compiuto tuo padre agli occhi della regina…’

‘Cosa intendi dire?’, domandò l’altro confuso.

Il Fauno si diede un contegno e un sorriso cortese gli fiorì di nuovo sulle labbra.

‘Perdonatemi, mio principe, per un attimo mi sono scordato con chi stavo parlando. Non sono più giovane come una volta, e ho visto troppe battaglie. Troppe, troppe battaglie… Quindi spero che possiate perdonare la mia indole malinconica. Siete un buon ragazzo, altezza, e spero di poter essere presto vostro precettore e -se mi concedete questo onore- vostro amico. Per questo mi permetto di darvi un consiglio: non fermatevi alle apparenze, non lasciatevi ingannare dalle promesse vuote e dai sogni. Guardate sempre oltre quello che vi viene mostrato.’

‘Cosa significa?’, chiese di nuovo Clive, accigliato.

‘Semplici consigli dettati dall’esperienza.’, sorrise candidamente Cletus. ‘A proposito, sarà meglio che cominciate ad imparare a conoscere meglio Narnia se volete che questa diventi la vostra terra. Vedete quell’albero? Sono sicuro che lì abiti una Driade…’

La strada per Cair Paravel era così piena di cose nuove e meravigliose che ben presto il ragazzo dimenticò lo strano comportamento del suo accompagnatore; non si accorgeva neanche delle occhiate pensose che Cletus gli rivolgeva di sfuggita ogni tanto.

‘Mio principe…’, riprese il fauno dopo un po’, schiarendosi la gola. ‘Siete a conoscenza del… motivo che ha spinto vostra madre e il suo valoroso fratello, re Peter, a lasciare Narnia per sempre?’

‘Beh, per volere di Aslan, no?’, fece Clive distrattamente. ‘Come tutto, del resto, qui a Narnia. La mamma e lo zio erano diventati troppo grandi, era tempo di vivere nel loro mondo.’

‘Aslan.’, ripeté Cletus con un sorrisetto amaro. ‘Beh, sì… È una spiegazione… plausibile, diciamo.’

Ma Clive non ascoltava più: gli era sembrato di scorgere la sagoma di un castello, in lontananza.

 

 

Ciao! Volevo ringraziare quelli che hanno tenuto duro nonostante il ritardo secolare, e in particolare Fantasia 2000, che mi ha fatto tornare la voglia di perfezionare e pubblicare questo capitolo. Un abbraccio a tinny, che mi ha recensito non una ma ben due volte… Davvero, non so come ringraziarti. lovely_ , non mi sono scordata di te, anche la tua recensione mi ha fatto andare avanti con il capitolo 2.

Detto questo, namarie.

Meiyo  

  
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