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Autore: Brucy    17/08/2007    8 recensioni
"Dove sono i ragazzi? E Remus?" chiese la donna accomodandosi sulla poltrona di fianco a Ninfadora, ignorando la frecciatina del ricercato e puntando il suo sguardo su entrambi.
"Glielo dico io o glielo dici tu?" domandò Sirius alla cugina, ridacchiando e trattenendosi con sforzo per non scoppiare ancora a ridere e rotolarsi a terra.
"Dirmi cosa? Che è successo in mia assenza?" assottigliò gli occhi la signora Weasley, inchiodando la metamorphomagus e facendole scendere la pressione sotto i tacchi.
"Ehm.. niente di preoccupante. Remus e i ragazzi sono di sopra e lui sta.." cincischiò senza sapere cosa dire, arrossendo del tutto e sentendo l'imbarazzo, che avrebbe dovuto sentire anche prima, bloccarle i muscoli facciali e il respiro, accelerandole il battito cardiaco, mentre i capelli sfioravano un arancione misto a rosso tanto per attirare ancora di più l'attenzione. "Sta spiegando loro qualcosa, sai, lui è stato il loro professore." concluse con una risatina nervosa, alzandosi frettolosamente senza riuscire a convincerla molto. "Ecco, io dovrei andare. Ci vediamo domani Molly, Sirius." salutò, prima di Smaterializzarsi nel suo appartamento e mettersi le mani fra i capelli.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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SHOW ME THE ROAD AND I'LL FOLLOW YOU

 

 

Sebbene la situazione non richiedesse altro che l'aprirsi della terra sotto i suoi piedi ed esserne inghiottita in un sol boccone, sinceramente lei non provava molto imbarazzo.

Solitamente lo avrebbe provato e sarebbe morta dalla vergogna. Una situazione tanto imbarazzante quanto deleteria non le era mai capitata prima, tra l'altro non si spiegava se dovesse esserne lieta o dispiaciuta.

No, forse più dispiaciuta che allegra.

Si raggomitolò meglio sulla poltrona logora su cui sedeva da una buona mezzora, e sospirò affranta e, molto più del normale, frustrata nel profondo.

Anche se non avrebbe dovuto farlo, visto che non era sicura di quello che avrebbe provato, appunto, nel farlo, la sua mente ripercorse la precedente ora e i precedenti avvenimenti che avevano provocato quella tensione, mista a frustrazione che non si decideva ad andarsene da quella stanza silenziosa.

Decisamente, ignorare le occhiatine maliziose e sarcastiche di suo cugino non era affatto ciò che avrebbe voluto susseguisse quello che stava facendo precisamente un'ora prima.

"Allora.." esclamò ghignando Sirius, beccandosi la sua occhiata omicida e mettendosi a ridere di conseguenza.

"La finisci?" sbuffò Ninfadora, guardandolo torvo mentre quasi cadeva dal divano tante erano le risate.

"Impossibile… è stato troppo divertente…" disse, cercando di non soffocare e non cadere a terra, ma invano visto che rotolò sul pavimento sbattendo una mano a terra troppo ilare per riuscire a pensare ad altro.

"Oddio." gemette lamentandosi Tonks, nascondendosi il viso fra le mani per non guardarlo e per tentare di convincersi a non lanciargli qualche fattura.

"Tesoro, la prossima volta.."

"Quale prossima volta?!" tuonò interrompendolo col volto in fiamme, mentre i suoi capelli si animavano e prendevano una nota di rosso infuocato e acceso da farlo ridacchiare sommessamente.

"Oh, non mi dirai che dopo la scena di prima tu vuoi.."

"Assolutamente no! Come potrebbe mai venirmi in mente?!" le sfuggì troppo velocemente, prima ancora che il suo cervello mandasse l'ordine alle sue labbra di scoprire le sue carte. Si tappò la bocca con le mani, sbarrando gli occhi cercando di ignorare il ghigno malizioso e perfido del moro.

"E quindi.. tu non hai intenzione di.. ah, meglio così. Sennò avrei dovuto sorbirmi io i suoi piagnistei." spiegò Sirius, passandosi una mano tra i capelli con aria melodrammatica, e riprendendo posto sulla sua poltrona preferita.

"Ti pare che dopo tutta la fatica che ho dovuto fare per convincerlo, mi venga, anche solo alla lontana, l'idea assurda di lasciarlo?" alzò un sopracciglio, cercando di non fare molto caso ai brividi che le risalirono la schiena alla vista del ghigno malefico del cugino.

"In effetti avresti fatto una cazzata assurda."

"Sirius! Non usare quel linguaggio da maleducati!" lo riprese Molly, entrando a passo di carica nel salone, con i gemelli Weasley a seguito.

"Molly cara, quale piacere averti qui nella mia umile dimora." la salutò sarcastico Black, mentre il quadro di sua madre strillava epiteti poco consoni riguardo il fracasso che facevano Fred e George, scappati al piano di sopra per sfuggire alle ire della madre.

"Dove sono i ragazzi? E Remus?" chiese la donna accomodandosi sulla poltrona di fianco a Ninfadora, ignorando la frecciatina del ricercato e puntando il suo sguardo su entrambi.

"Glielo dico io o glielo dici tu?" domandò Sirius alla cugina, ridacchiando e trattenendosi con sforzo per non scoppiare ancora a ridere e rotolarsi a terra.

"Dirmi cosa? Che è successo in mia assenza?" assottigliò gli occhi la signora Weasley, inchiodando la metamorphomagus e facendole scendere la pressione sotto i tacchi.

"Ehm.. niente di preoccupante. Remus e i ragazzi sono di sopra e lui sta.." cincischiò senza sapere cosa dire, arrossendo del tutto e sentendo l'imbarazzo, che avrebbe dovuto sentire anche prima, bloccarle i muscoli facciali e il respiro, accelerandole il battito cardiaco, mentre i capelli sfioravano un arancione misto a rosso tanto per attirare ancora di più l'attenzione. "Sta spiegando loro qualcosa, sai, lui è stato il loro professore." concluse con una risatina nervosa, alzandosi frettolosamente senza riuscire a convincerla molto. "Ecco, io dovrei andare. Ci vediamo domani Molly, Sirius." salutò, prima di Smaterializzarsi nel suo appartamento e mettersi le mani fra i capelli.

 

Sebbene la situazione non richiedesse altro che l'aprirsi della terra sotto i suoi piedi ed esserne inghiottito in un sol boccone, sinceramente lui non provava molto imbarazzo.

Solitamente lo avrebbe provato e sarebbe morto di vergogna, senza però darlo a vedere. Una situazione tanto imbarazzante quanto deleteria non gli era mai capitata prima, tra l'altro non si spiegava il motivo per cui si sentisse tanto lieto di averlo provato sulla propria pelle e dispiaciuto, al tempo stesso, per non averlo provato mai prima di allora.

Sospirò, distogliendo lo sguardo dalla macchia di umidità che aveva osservato fino a quel momento con finto interesse ma assoluto incanto.

Anche se non avrebbe dovuto farlo, visto che era sicuro di quello che avrebbe provato, appunto, nel farlo, la sua mente ripercorse la precedente ora e i precedenti avvenimenti che avevano provocato quella tensione, mista a frustrazione che non si decideva ad andarsene da quella stanza silenziosa.

Riportò il suo sguardo sui tre ragazzi che sedevano sul suo letto, e che guardavano il pavimento con al posto degli occhi delle palle da tennis e le bocche spalancate in un'espressione a mo' di pesce lesso, mista a terrore.

"Ragazzi.." li chiamò, cercando di attirare l'attenzione, come stava cercando di riuscire a fare da almeno una buona mezzora senza il minimo successo.

Calò ancora il silenzio, e quasi arrivò a pensare che i tre giovani non stessero neppure respirando, visto che riusciva anche a sentire il proprio battito per quanto fosse silenziosa la stanza.

"Ragazzi.. per prima.." disse, ed esultò nel vedere il capo di ognuno di loro alzarsi e guardarlo sorpresi e terrorizzati. "Ecco.. quello che è successo.. sì, insomma, voi avete visto e.." si bloccò, quando si accorse che sul volto di Hermione stava sbocciando un sorriso mentre un'espressione guardinga prendeva il posto di quella orripilata. Spostò lo sguardo su Ron, vedendolo più rilassato, senza ombra di terrore in volto, ma riconoscendo i muscoli tesi dalla tensione. Infine, guardò Harry, e quest'ultimo sembrava non aver fatto alcun progresso. Rimaneva a guardarlo con occhi accesi dallo stupore, e forse orrore, e la bocca spalancata.

"Professore, sta cercando forse di.. scusarsi, per prima?" chiese in un sussurro con voce tranquilla la ragazza dalle iridi dorate, osservandolo quasi.. maliziosa?

"Vi ho già detto che potete chiamarmi Remus mi sembra.. comunque, veramente no, non stavo cercando di.. giustificarmi.."

"Non sarebbe molto carino da parte tua, in effetti." espose la sua opinione Hermione, incrociando le braccia e sorridendogli, apparentemente, rilassata.

"Non lo sarebbe, in effetti." le diede ragione Remus, spostando il peso su un piede e portandosi una mano fra i capelli, indeciso e per niente sicuro sul da farsi.

"Remus.. prima, tu e.. sì, insomma, voi stavate per.." lasciò intendere la Granger, prima di essere guardata con stupore dai suoi due compagni d'avventura e il suo ex-professore di Difesa.

"Hermione!" si scandalizzò Ron per la tranquillità assoluta usata dalla ragazza nel porre la domanda.

"Cosa?" inarcò un sopracciglio l'interpellata, sorridendo divertita e lasciandolo basito. "Che c'è di tanto strano?"

"Bè.. sì, insomma.. in effetti niente però.. lui.. e.. loro… cioè.." iniziò a balbettare Ron, confuso lui stesso dalla poca convinzione del suo discorso.

"Sentite, ragazzi. Dimenticate cosa è successo prima ok? Insomma, non volevamo dare spettacolo quindi cercate di perdonarci e pace fatta, va bene?" cercò un compromesso Lupin, guardandoli tutti e tre, specialmente Harry che sembrava quasi traumatizzato.

"A patto che tu poi ci inviti a tu-sai-cosa." Scherzò Hermione, alzandosi e costringendo i suoi due compagni a farlo. "Forza, andiamo e lasciamolo a crogiolarsi nel suo brodo."

"Mi sono perso, a cosa deve invitarci?" prese la parola, per la prima volta in tutto quel tempo, Harry, squadrando perplesso e ora, apparentemente, più rilassato spostando lo sguardo alternativamente dalla sua amica e al suo ex-professore.

"Siete veramente lenti capire quando si tratta di certe cose, mio dio! Scandalosamente lenti, aggiungerei. Meglio così, meno fraintendimenti più pace e tranquillità. Giusto Remus?" alzò un sopracciglio con gli occhi che le brillavano, guardando il licantropo con un sorriso sornione e pieno di comprensione che l'uomo ricambiò con allegria.

"Giustissimo, Herm."

"Bene, appurato quanto Remus sia un uomo fantastico e voi ragazzi invece no, possiamo anche andare di sotto." li spinse fuori la Granger, ignorando le loro proteste e facendo ridacchiare il licantropo.

"..It started out with a kiss How did it end up like this? It was only a kiss, it was only a kiss.." (*) sentì canticchiare appena messo piede in sala, e subito riconobbe il tono malefico e ghignante del suo ex-compagno di scuola.

"Sirius, credi di essere divertente?"

"..Cause our lips, can touch And our cheeks, can brush Our lips can touch HERE.." (**) continuò, accennando a un'altra canzone l'Animagus, cercando di trattenere le risate e rendere le parole ascoltabili, così da evidenziarne il significato.

"Sirius.." lo chiamò pregandolo con lo sguardo, mentre l'altro gli si avvicinava con un'espressione che non gli comunicò altro che inquietudine.

"..Then afterwards we drop Into a quiet little place And have a drink or two And then I go and spoil it all By saying something stupid Like I LOOOVE YOUUUUU" (***) alzò la voce con tono ignobilmente pieno di sentimento, inginocchiandosi e prendendo fra le mani quelle del mannaro, che era rimasto con la gola secca, gli occhi sbarrati e la bocca a mo' di pesce lesso. Espressione simile a quella che avevano mostrato Harry, Ron ed Hermione un'ora e mezza prima, tra l'altro.

"Ti devo scrivere questi pezzi o li sai già?" ammiccò con le sopracciglia Sirius, rialzandosi e lasciando andare le mani dell'amico, che continuava a guardarlo con sgomento. "E su che non ho fatto niente di ché. Non mi dirai che hai già dimenticato a chi mi sono ispirato."

"Oh." riuscì a dire Remus, ricordando perfettamente la performance del loro amico James, ai tempi di Hogwarts, all'ennesimo tentativo di impressionare una Lily Evans successivamente e palesemente disgustata dalla scena.

"Hai rammentato?" alzò un sopracciglio Black, incrociando le braccia e scrutandolo mentre tornava a controllare i muscoli facciali e, apparentemente, le attività celebrali.

"Sì, ho rammentato. E a cosa devo questa.. come descriverla.. dichiarazione scopiazzata?"

"Scopiazzata?"

"Non hai chiesto i diritti d'autore, e non è frutto del tuo intelletto, o come ho pensato allora e penso ancora adesso, della tua idiozia giusto?" si mise una mano sul fianco Lupin, sfoggiando un mezzo ghigno che a Sirius ricordò il sorriso, o ghigno a detta dei casi, malandrino che sfoggiavano ai tempi di Hogwarts facendo ridere e morire di terrore chi aveva la fortuna, o sfortuna sempre a detta dei casi, di incontrarli.

"Ah, Moony, mi mancava proprio il tuo lato preciso e che si diverte spasmodicamente a rinfacciarmi la tua superiorità riguardo l'intelligenza." ghignò Black imitato dal mannaro, mentre riprendeva posto sulla sua poltrona svaccandosi e squadrandolo dalla testa ai piedi. "Che intenzioni hai adesso?"

"In che senso?" alzò un sopracciglio Lupin, rimanendo in piedi e augurandosi, se non sperando con tutto se stesso, di aver capito male e che l'amico non intendesse ciò che lui aveva inteso ma che non voleva intendere.

"Devo anche spiegarmi? Vuoi un disegnino per caso?" ridacchiò sarcastico il ricercato, facendo sbuffare divertito l'altro.

"Non farla tanto lunga, Padfoot, per favore. Arriva al dunque e sii conciso."

"Tu e mia cugina stavate palesemente procreando nel salotto di casa mia, quindi mi sembra ovvio che io voglia essere al corrente dei tuoi propositi futuri al riguardo, no?"

"Cosa vuoi sapere di preciso?" chiese Remus, rosso in viso e sentendo l'imbarazzo, che avrebbe dovuto sentire prima, bloccargli i muscoli facciali e il respiro, accelerandogli il battito cardiaco.

"Diventerò zio?"

"Oddio." gemette in tono frustrato Lupin, prima di Smaterializzarsi evitando di lanciare qualche Avada Kedavra in direzione dell'Animagus, che manifestava la gioia del momento sganasciandosi e rotolandosi dalle risate quasi fino a soffocare.

 

Ninfadora cercò di trattenersi ma non ci riuscì, così le sfuggì un sospiro frustrato, umiliato e depresso, tale e quale a quelli che lo avevano preceduto durante il pomeriggio e la serata appena iniziata.

Se qualcuno le avesse chiesto cosa aveva fatto da quando aveva messo piede nel suo appartamento, si sarebbe ritrovato una sveglia rosa a forma di coccinella in mezzo agli occhi, il primo dei tanti oggetti che avrebbe scagliato a chiunque avesse avuto l'ardore, o la sfortuna che dir si voglia, di porle una domanda che in quel momento riteneva inopportuna e dolorosa.

Sì perché era frustrante sapere di aver passato un pomeriggio intero a contare le piastrelle del pavimento, a osservare gli uccelli sorvolare il cielo di Londra, a mangiarsi le unghie assorta nel guardare le innumerevoli venature e crepe delle pareti e del soffitto di casa sua.

Era frustrante saperlo.

Molto frustrante.

Assolutamente frustrante.

E umiliante.

E deprimente.

E.. non volle finire il pensiero, sospirando ancora e chiudendo gli occhi, raggomitolandosi sul letto sfatto, sentendo il nodo in gola che l'aveva perseguitata per tutto il pomeriggio, e il desiderio impellente di mettersi a urlare, piangere e sradicare il suo appartamento per sfogare la sua.. frustrazione.

Non voleva pensarci, perché le avrebbe fatto tanto male. Non voleva pensarci perché le avrebbe fatto più male del normale ricordare, ma non potè non farlo.

Era più di un mese che lei e Remus, il suo Remus, il suo principe, o meglio, il suo mannaro azzurro si erano messi insieme.

Una coppia.

Finalmente, e grazie a dio, lei si era potuta godere la sua meravigliosa e fantastica compagnia non come conoscente, amica o altro, ma come ragazza, fidanzata.

Come compagna.

Ma volendo essere pignoli, e masochisti a detta sua, non si poteva però dire il contrario.

Come aveva potuto sperare di far felice Remus dopo tutti quegli aneddoti e quelle figure imbarazzanti che avevano fatto solo, ed esclusivamente ovvio, per colpa sua?

Uscivano insieme e lei non faceva altro che disastri su disastri.

La prima, ultima e unica, volta che erano andati al ristorante lei, dopo una serie di imbarazzanti gesti tra cui versare l'olio o altri condimenti sui vestiti del licantropo, aveva urtato un cameriere che portava un vassoio con due primi e un dolce che erano finiti inevitabilmente addosso a una donna che sedeva al tavolo più vicino. Dopo enormi e infinite scuse da parte sua, il direttore del ristorante li aveva pregati cortesemente di lasciare il locale, e dopo aver pagato il conto erano dovuti scappare per fuggire dalle fatture della donna che si era presa il vassoio di cibo addosso.

Quando avevano provato con i pub era finita in rissa, provocata da lei stessa e messa a tacere dal bodyguard che li aveva buttati fuori quasi a calci.

Quando lo aveva invitato a casa sua per un pranzo aveva fatto quasi esplodere la casa, ovviamente, proprio quando Remus l'aveva raggiunta prendendosi in pieno cetrioli e sugo addosso.

Quando era stato lui a invitarla per una cena a lume di candela aveva finito per bruciarsi i capelli e dare fuoco alla tovaglia, facendo in tempo a spegnere il piccolo incendio prima che abbrustolissero pure le tende.

Insomma, volendo essere precisi, e sadicamente masochisti, le uniche uscite che vantavano erano tutte, purtroppo davvero tutte, andate male.

Ciò significava solo una cosa.

Lei non era la donna giusta per lui.

Remus meritava di più che un Auror goffo e combinaguai. Meritava più di una tizia che non era capace neanche di allacciarsi le scarpe senza rimanere legata ai lacci come un imbecille.

Sì, Remus sicuramente meritava di più.

E ugualmente in modo sicuro sapeva di doverla lasciare.

Si sentiva male al pensiero. Di certo quando si sarebbero incontrati le avrebbe detto in modo gentile, ma diretto, che tra loro non poteva funzionare.

E di certo pensava a spada tratta che non avrebbe resistito un minuto di più in sua compagnia.

Ninfadora, dunque, doveva iniziare a rassegnarsi e prepararsi psicologicamente alla rottura.

Strinse gli occhi cercando di non scoppiare a piangere come una femminuccia. Doveva dimostrare di essere forte, così da non farsi compiangere da Remus e gli altri.

Sicuramente avrebbe ricevuto pietà se non avesse mostrato in cambio un comportamento adulto e forte.

Avrebbe comunque, ovviamente, custodito quei momenti passati insieme al suo, ancora per poco, Remus come reliquie nel suo cuore. Li avrebbe trattati con delicatezza, ripensandoci sicuramente con malinconia ma anche felicità.

Soprattutto il ricordo di quel che era successo nel primo pomeriggio di quel giorno.

Decisamente quello li batteva tutti.

Sì perché se metteva mano alla memoria, e non ci voleva nessuno sforzo in proposito, ricordava ancora, e profondamente bene, le sensazioni provate stando appiccicata, come con la colla, al corpo del licantropo.

La tentazione della casa libera e dei coabitanti indaffarati da qualche altra parte era stata troppa per due come loro, che cercavano di avere incontri normali da troppo tempo ormai, e la passione era sfociata subito.

Aliti che si univano, labbra che affondavano sulla bocca dell'altro, mani che andavano a esplorare, in maniera assurdamente rapida, il corpo altrui, quasi come se la loro pelle fosse stata una porta aperta all'esperienza e alla conoscenza. Vestiti che poco a poco finivano in posti oscuri del salotto, baci ardenti e passionali che facevano fremere entrambi. Lingue che percorrevano tragitti immaginari e che lasciavano scie infuocate, occhiate roventi, mani..

Le scappò un gemito straziato ripensando a quelle sensazioni da capogiro. Erano entrati in un mondo a porte chiuse, dove esistevano solo loro e loro emozioni.

Una dimensione parallela che ovattava qualsiasi rumore esterno, e proprio per questo i due in questione, che si stavano spostando a un'unione più calda e lussuriosa, non si erano accorti della porta di Grimmund Place che si apriva, dei passi strascicati che si portavano fino al salone e i quattro che finivano per assistere alla scena, facendo fermare in un secondo i due colpevoli e facendo comprendere a fondo cosa stesse succedendo davvero.

Erano stati beccati, o meglio, erano stati trovati con le mani nel sacco, per non dire altrove, da Harry, Ron, Hermione e Sirius. Le reazioni degli ultimi arrivati, però, erano state estremamente differenti per ognuno di essi.

Harry aveva spalancato occhi e bocca, in un'espressione terrorizzata come se avesse appena visto Lord Voldemort in persona schiacciare il cranio con i piedi a un bambino appena nato. Ron era arrossito completamente, dai piedi fino ai capelli che gli si erano rizzati sulla testa come se avesse appena infilato delle dita bagnate in una presa babbana. Hermione era arrossita leggermente e aveva mostrato un sorriso ebete cercando di non peggiorare l'umore dei poveretti colti in flagrante, nascondendo il viso fra le mani e abbassando il capo per spiare da sotto la frangia.

Infine, e purtroppo davvero, Sirius aveva esibito un ghigno di qualcuno che la sapeva lunga prima di scoppiare a ridere e finire steso a terra fra le risate rischiando di rompersi la mascella dalle troppe risa.

Ninfadora a quell'intrusione, affatto piacevole e completamente inopportuna, sarebbe dovuta morire di vergogna ma siccome Remus le stava ancora sopra, con una mano sul fianco e l'altra abbandonata dove prima avrebbe dovuto esserci il suo reggiseno, era ancora assolutamente stordita e troppo meravigliata per poter avere reazioni di sorta.

Il licantropo, al contrario, aveva sentito una sensazione di completo fastidio e puro astio per l'intrusione, ma comprendendo la realtà dei fatti si affrettò a ritirare entrambe le mani e rimettersi a posto i vestiti, nascondendo l'Auror dai capelli rosati alla vista altrui visto che, constatandolo con gli ormoni alle stelle, era mezza svestita e lui si sentiva dannatamente geloso in quel preciso istante.

Tonks, però, non poteva immaginare cosa frullasse nella mente del mannaro e quindi aveva subito pensato la cosa più probabile, secondo il suo lato pessimista.

Lui era stanco di provarci e da quel momento l'avrebbe evitata fino a che non si sarebbe decisa ad incontrarlo e sentirlo affermare di voler rompere con lei.

"Ninfadora.." sentì sussurrare alle sue spalle.

Il respiro le si bloccò, mentre il cuore iniziò a battere furiosamente dibattendosi per fuoriuscire dalla cassa toracica.

Annaspò nel dubbio che fosse solo la sua remota immaginazione o se la voce che aveva appena sentito era davvero quella del suo licantropo di fiducia.

L'indecisione evaporò come neve al sole quando sentì il letto piegarsi a un peso estraneo e una mano poggiarlesi su un fianco.

"Remus.." sussurrò, sbirciando da sotto il cuscino e riconoscendo la figura trasandata, ma dannatamente sexy, del suo, ancora per pochissimo, uomo.

"Ti senti male?"

"Sto bene." lo informò, sciogliendosi insieme ai suoi dubbi alla tenerezza intrisa nella sua voce. La sua coscienza la insultò vivacemente, visto che da lì a breve lui le avrebbe dato il ben servito, sempre in maniera gentile, ma spezzandole definitivamente il cuore quindi non avrebbe dovuto farsi misere illusioni in proposito.

"Sicura?"

"Sì. Per favore, facciamola breve. Non voglio la tua compassione." si lamentò, sospirando e raddrizzandosi per guardarlo negli occhi, facendosi un male assurdo visto che vi si perse dentro per un tempo infinito prima di riprendere contatto con la realtà.

"Compassione? Perché dovrei avere compassione di te?" alzò un sopracciglio Remus, completamente perplesso e confuso, alla ricerca di qualche indizio per poter comprendere al meglio il farfugliare della donna.

"So già cosa vuoi dirmi, e anche se starò male fino a ridurmi un chiodo ambulante è meglio sentirlo dire dalla tua voce, così mi metterò il cuore in pace e non ci riproverò più."

"Sai già cosa voglio dirti?" aggrottò la fronte spaesato, ma una strana scintilla negli occhi lo rese ancora più sexy agli occhi della metamorphomagus, che si sentì stringere lo stomaco per la frustrazione.

"Sei stato bene con me, anche se non so se sia la verità, ma non sono il tuo tipo e non sei così pazzo da stare ancora con la sottoscritta." si passò una mano fra i capelli, evitando lo sguardo dell'uomo e usando un tono di voce sicuro anche se si notava bene la delusione che provava.

"Ninfadora, sei completamente fuori strada." la riprese con aria tranquilla ma con un ghigno malizioso in volto che attirò l'attenzione dell'Auror dai capelli rosati, che lo guardò affranta ma confusa.

"Mi stai prendendo in giro?"

"Assolutamente. Non scherzerei mai su una cosa del genere."

"Mi sto perdendo. Se quello che volevi dire non è quello che ho detto, allora cosa avevi intenzione di dire alla fine?" aggrottò le sopracciglia Ninfadora, sentendosi dannatamente idiota nel pronunciare quello scioglilingua involontario.

"Che se non vuoi che ti salti addosso e ti violenti seduta stante, è meglio se inizi a trovare un modo per fermarmi perché ho una voglia assurda di ricominciare ciò che hanno interrotto quei quattro guastafeste questo pomeriggio." spiegò rilassato ma ghignando accattivante, facendo fare una capriola allo stomaco della donna a cui si mozzò il fiato per la sorpresa riguardo la rivelazione.

"Eh?" riuscì appena a mormorare, vedendolo avvicinarlesi fino a fermarsi quando i loro nasi si sfiorarono.

"Ninfadora Tonks, voglio fare l'amore con te. Hai qualcosa in contrario al riguardo o posso procedere?" alzò un sopracciglio provocante, con le mani che già si erano posizionate sui fianchi della donna, facendola stendere sotto di sé e non spostando di un centimetro lo sguardo dal suo.

"Stai commettendo una pazzia, lo sai?" sorrise Ninfadora, sentendo un miscuglio di sensazioni che evitò di analizzare per la troppa gioia che provava.

"Sarebbe pazzo fermarsi ora. Siccome mi sento molto la canaglia della situazione, se provi a fermarmi potrei anche iniziare a prenderla sul personale, tesoro." annunciò Remus, passandole le mani sotto la maglia e iniziando a sollevarla, facendola tremare visibilmente dall'emozione e il desiderio.

"Siccome mi sento molto la ragazza che ha perso la retta via, se provi a fermarti potrei anche iniziare a odiarti sul serio, amore." rimbeccò Ninfadora, affondando le mani fra i suoi capelli e gemendo di piacere quando una mano del licantropo le sfiorò il ventre piatto.

"Appurato quanto siano cattivi i nostri animi, che ne dici se iniziamo a percorrere la via della perdizione?" sussurrò Remus a un centimetro dalle sue labbra.

"Fammi strada che ti seguo."

 

 

 

 

(*) Mr. Brightside from The Killers

(**) Here in your arms from Hellogoodbye

(***) Something stupid from Robbie Williams ft Nicole Kidman

 

  
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