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Autore: JaxRahl    27/01/2013    0 recensioni
«Roseroserose vieni in pizzeria stasera?»
«Okay Kate. Che ora? Chi c’è?»
«Ottemmezza a dopo!»
Tipico di Kate. Arriva dal nulla, ti da un appuntamento e torna nel nulla.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Rose POV


 

Sulle note di Uno dei Muse imbocco la via che porta alla piazza, mentre parcheggio lo vedo. Inutile negare che un po’ mi si scalda il cuore. Impeccabile, al solito.

Camicia bianca arrotolata ai gomiti, gilet nero, cravatta rossa e pantaloni neri, il fedora in testa ed un sigaro in bocca. Lui non mi vede, è girato dall'altra parte. Non riesco a vedere i suoi meravigliosi occhi verdi.

Resto a fissarlo un attimo, aspettando che si giri.

Sorrido, ricordando come ci siamo conosciuti.

Mi riscuoto dai miei pensieri e decido di scendere dalla macchina. Indosso l'armatura di razionalità e percorro i pochi metri che ci separano. Lui è ancora girato.


 

«Signore.» dico schiarendomi la voce.


 

Si gira, «Signorina.» mi sorride, leggermente sorpreso, e fa un accenno di inchino.


 

Dentro di me sorrido, ma mi limito ad un tesissimo «Cosa vuoi, perché sei riapparso?»


 

«Quale accoglienza. Vengo in pace Rose, seppellisci l’ascia di guerra.» tira una boccata dal sigaro.


 

«No, cosa vuoi. Ho mollato un amico che ha avuto un incidente per venire qui, cosa vuoi.»


 

«May I offer you a cup of Tea?» dice espirando il fumo. Sento che il sigaro è alla vaniglia. Li adoro.


 

«Piantala di fare il dandy inglesotto e portami al bar, idiota.» sorrido. Vorrei non se ne accorgesse, ma lo fa.

E mi guarda vittorioso.


 


 

Francis POV


 

Mi sorride.

Lo maschera, ma sorride.

Le porgo la mano, ma mi sfila accanto senza prenderla. Glielo leggo negli occhi, vuole darmi un cazzotto sul naso ed al contempo abbracciarmi. La conosco troppo bene.

La conduco nel bar, scelgo un tavolino all’aperto abbastanza appartato. Si siede mentre cerca freneticamente le sigarette in borsa.

Le tiro un pacchetto di Chesterfield rosse ancora incartato. Mi guarda, lo guarda, ma non lo prende. Stupida orgogliosa.


 


 

Rose POV

Non le voglio le sue sigarette, non le voglio, maledizione. Tiro fuori il telefono e dissimulo la mia ricerca.

«Sto smettendo, grazie per il pensiero, ma non le accetto. Cosa vuoi da me?»


 

Mi accorgo che non lo ricordavo. Non ricordavo i lineamenti eleganti, ma decisi, non il sopracciglio spezzato da una cicatrice, non i capelli castani, gli occhi verdi, il fisico asciutto e l’altezza.

Non sento che parla col cameriere e decide cosa farci portare, torno alla realtà quando mi accorgo di avere in mano un sigaretta a metà e vedo lui che ridacchia. La spengo.


 

«Francis, vuoi dirmi cosa diamine vuoi?»


 

«Te.»


 

«Sì adesso ce lo portano il thé, voglio sapere che vuoi da me.»


 

Ride. «Voglio te, non il thé. Cioé sì, voglio il thé ma non da t-Dannazione Rose ti voglio, ti è più chiaro?»


 


 

Francis POV


 

Mi fissa. Conosco quello sguardo. Posso immaginare il suo cervello che lavora frenetico per trovare l’insulto che più mi si addice. E quando lo trova lo sguardo si indurisce.


 

«Io no.» risponde. Fredda, dura. Un pezzo di marmo sarebbe più caloroso.


 

«Prego?»


 

«Non ti voglio.» ripete, con la stessa fermezza.


 

Mente, lo vedo, lei mente. Non vuole ammetterlo, mente.


 

«Sicura?»


 

Sorride sarcastica e abbassa la testa e la scuote, per poi fissarmi dritto negli occhi.


 

«Quanto è passato? Un anno? Quanto hai impiegato, un anno fa, per rifiutarmi? Un minuto?»


 

«Ma poi ci ho ragionato, ho capito che avevo fatto un enorme casino, Rachel non era quella giusta, tu sì. E in fondo l’ho sempre saputo.»


 

«Certo, l’hai sempre saputo e me l’hai dimostrato benissimo.»


 

«Beh ma io lo sai come sono su. Se avessi insistito un pochino di più, magari…» le dico, con un tono poco convincente.


 

Mi guarda allibita. Non capisco il perché di tanto stupore. Mi fissa e poi finalmente parla.


 

«Non puoi essere serio. Non puoi. Non esiste che io dovessi insistere dopo tutto ciò che mi hai detto. Tu sei pazzo, io... Io boh, io me ne vado.»


 

Prende borsa, sigarette e telefono, si alza e va verso all’uscita. Mi alzo per seguirla.


 

«No Rose aspetta, ROSE!»


 

Non si gira, rischio di scontrarmi col cameriere e perdo abbastanza tempo per perderla di vista. Torno al tavolo, mentre sorseggio il Chai ripenso a quel che mi ha detto.

Non esiste che io dovessi insistere dopo tutto ciò che mi hai detto.”


 

Il problema è che non mi ricordo che le avevo detto.


 


 

Rose POV


 

Bestia, animale, infame, lo odio.

La portiera della macchina risente dell’odio che Francis provoca. Verme.

Inserisco la chiave nel quadro, ma non la giro. Poggio i gomiti al volante e mi prendo la testa tra le mani.

Respiro. Faccio sbollire la rabbia. Accendo lo stereo e nell’abitacolo risuonano le note di Penelope dei Linea 77.

 

__

Angolo di Jax:

 

Sì, ci ho messo un po' di tempo a pubblicare questo capitolo, ma la scuola e i telefilm mi hanno rapito.

Soite cose, leggete recensite, fatemi sapere.

Baci gente!

  
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