Sono frammenti di sogni già invecchiati, Cocci spuntati che non spillano sangue Né lacrime. Questa sera si sfalda un anno di speranze, Si seccano i desideri del cuore, I prodotti della mente. Mi guardano Venere e Mercurio E come Sfingi non si pronunciano, Scontenti di me. Mi sono fermata fin troppo e attorno Macerie; le ombre s’allungano In un dicembre d’addio. Su questa piatta calma Si consuma la morte di una vecchia me Che danzò fino a crollare. Sulle labbra, negli occhi staziona L’odioso saluto Sempre celatosi nel nome mio. Seguo il sogno che muore Nella torbida pece dell’oscurità: Trasformata, nella notte rinascerò.