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Autore: paoletta76    27/01/2013    3 recensioni
piccola raccolta di one-shots sulla vita quotidiana da midgardiano del principe Loki, alle prese.. col più temibile dei nemici: la curiosità di sua figlia :) (altro pazzoide esperimento/seguito di A Million Other Things)
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'A Million Other Stories'
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Il nonno era venuto a trovarla. Alto alto, dolce e imponente con la sua barba bianca, sembrava un po' il signor Charles delle caramelle e un po' Babbo Natale.
 
Tutta contenta ed orgogliosa, l'aveva guidato fino all'asilo per presentarlo agli increduli compagni, facendosi promettere un regalo prima di lasciarlo andare via con papà.
Non aveva dimenticato di chiedergli il perché di quella curiosa benda dorata sull'occhio, lasciando che suo padre guardasse in su.
 
Il nonno si sarebbe fermato a dormire da loro per una manciata di giorni, e Katie ne era oltremodo eccitata. Aveva visto già diverse volte la nonna, ma lui solo una, ed all'inizio si era mostrata discretamente timida nei suoi confronti. E un po' anche intimorita.
Ora che però aveva iniziato a conoscerlo, non vedeva l'ora che tornasse la sera per sedersi sulle sue ginocchia ed ascoltare la fiaba della buonanotte, fatta di case d'oro, di fate ed unicorni magici.
 
Il nonno era un soldato, ma non uno come tutti gli altri. Era un re, il re buono del suo paese.
Un lavoro decisamente impegnativo..
 
Portava la benda perché si era ferito l'occhio in una battaglia contro i cattivi. Il nonno era un super eroe come lo zio Tony, e chissà se anche lui andava alla guerra con un'armatura rossa e dorata, o se poteva volare.
Aveva deciso che davanti a lui non poteva fare la figura della femminuccia; lei era una bambina grande e non aveva paura di niente, a partire dal buio.
Dormo nella mia cameretta, sai.
 
E quella sera aveva voluto restare sola nel suo lettino, ignorando vistosamente le smorfie scambiate fra i suoi genitori, che conoscevano la verità ed erano abituati a vederla infilarsi fra loro nel lettone.
- Sono coraggiosa, non ho paura del buio e dormo nel mio lettino.
Naso in su, aria seria e determinata, aveva salutato veloce tutti distribuendo baci sulla guancia, ed era scappata ad arrampicarsi fra i pupazzi e quelle curiose lenzuola verde pistacchio.
 
La verità.. era che aveva detto una bugia.
 
C'era qualcosa, nella notte. Qualcosa che aveva il potere di farla gioire oppure tremare.
Nella notte c'erano i sogni.
 
I sogni potevano essere belli, tipo quelli in cui sei alla tua festa, oppure quelli in cui ci sono la mamma e il papà che si danno i baci ed arrossiscono al tuo osservarli, e poi ti abbracciano e ti dicono che sei la cosa più bella della loro vita. Quelli in cui ridete tutti insieme, e stai insegnando al tuo fratellino i segreti della vita.
Poi c'erano i sogni così-così, o quelli strani, tipo quando cammini per una strada e non arrivi mai. E quelli brutti, quelli che fanno davvero paura.
 
Quella notte portò a Katie il sogno più brutto di tutti.
 
Sif e Loki furono svegliati nel cuore della notte da uno strillo acuto, seguito da una cascata di singhiozzi.
Stropicciati, ancora un po' confusi, si voltarono verso i rispettivi angoli accendendo le abat-jour.
Katie mugolava e piangeva.
 
- Vado io..- sospirò lui, scivolando fuori dal letto e dirigendosi quasi a tastoni verso la cameretta.
Sif si sedette sul bordo, infilando la vestaglia e mettendosi in attesa, sicura di vederlo comparire di lì a poco con la bimba in braccio e depositarla come di consueto nel lettone.
 
Uno strillo più forte.
Maaaammmaaaaa!!!!
 
Si sollevò di scatto, raggiungendo il marito oltre la soglia della cameretta, e dovette strizzare gli occhi un paio di volte per credere a quello che stava vedendo.
Loki che la guardava, incredulo e sconvolto, e la bimba chiusa a riccio nell'angolo opposto del letto, con la testina piegata sotto le braccia.
 
- Che accidenti succede? - aggrottò le sopracciglia, davanti a quella inequivocabile posizione di difesa.
- Non chiederlo a me..- replicò lui, in un soffio.
 
Era arrivato al bordo del lettino, trovando sua figlia rannicchiata e tremante. Aveva teso le braccia per raccoglierla e confortarla, e la reazione era stata quello scatto lontano. Il più possibile lontano da lui.
 
- Amore.. vieni qui..- Sif le era arrivata accanto, e la bimba s'era docilmente lasciata prendere in braccio.
 
Non riusciva a spiegarselo.
 
- Eccoci qui.
La mamma l'aveva posata nel lettone, nel centro come al solito. Lei s'era raggomitolata tutta dal suo lato.
 
- Non piangere.. era solo un brutto sogno.- le si stese a fianco, lasciando che la bimba le si rifugiasse stretta addosso. Scambiò uno sguardo col marito, rimasto in disparte nel proprio angolo, e prese ad accarezzarle i capelli - era solo un brutto sogno, cucciola, non succede niente.. sei con la mamma e con papà.
A quella parola, la vide tremare. Letteralmente tremare, e stringersi di più al suo seno. Oltre quelle piccole spalle, Loki la guardava mortificato.
 
Che è successo? gli chiese, a fil di labbra. Lui scosse appena la testa.Non lo so..
Sif piegò il viso su quello della figlia.
- Era tanto tanto brutto, questo sogno?
 
La bimba annuì appena.
- Più brutto di quello in cui c'era il lupo?
Katie annuì di nuovo, senza perdere la posizione avvinghiata alla madre, e singhiozzando sommessa.
 
Una cosa sorprendente, nuova, strana. Di solito, il difensore dai brutti sogni era papà.
- Non me lo vuoi raccontare?
 
La bimba fece lentamente cenno di no.
- Allora proviamo a dormire di nuovo, va bene? Vedrai che vicino alla mamma il brutto sogno non torna più. E poi c'è papà che ti difende, dai brutti sogni..- replicò lei, dolce, accarezzandole i capelli e facendo contemporaneamente cenno al marito di spegnere la luce.
 
Papà è cattivo..
 
Sif si scostò appena, al sentire quel mugolio sommesso.
- Katie..! Cosa dici.. papà non è cattivo.. è il tuo super eroe.
- Nel sogno papà era cattivo..- mugolò la bimba, allo stesso modo. Un filo di voce, che mandò il cuore di Loki a pulsare all'altezza delle sue tempie.
- Cos'è successo, nel sogno?
La mamma insisteva, e pian piano, sempre stringendola forte, la bimba iniziò a raccontare.
 
- Era un posto grande, c'era tanta neve. Tanta tanta neve. E papà era tanto tanto alto.. e aveva un vestito tutto nero, con sopra una cosa d'oro.. qui.- premette una manina sul petto - e aveva i capelli lunghissimi, e stava fermo fermo a guardare il cielo.. poi.. poi guardava me. E i suoi occhi erano cattivi.. erano chiari come quelli del lupo, e cattivi.. e poi mi voleva prendere, e io ho gridato..
 
Sif vide il marito scivolare fuori dal letto, arrivare alla finestra dandole le spalle. Deglutì, raccogliendo il fiato.
- Era solo un brutto sogno, amore mio.. papà non è cattivo.. papà ti vuole bene più che a tutte le cose del mondo.
La sentì emettere un altro mugolio. Sollevò il viso, incrociando lo sguardo in controluce di Loki.
 
Vieni qui..
Lui fece appena cenno di no con la testa.
Era solo un incubo..
Un altro cenno di no, e le sembrò di percepire un'incrinatura nel suo respiro.
 
- Vado di là.. voi dormite..
Loki scivolò fuori dalla stanza, socchiudendosi lentamente la porta alle spalle.
 
- Katie..
Al richiamo della mamma, la bimba sollevò appena gli occhi, mugolando di nuovo.
- Era solo un sogno, non devi fare così. Papà c'è rimasto male. Lui ti adora, cucciola, non ti farebbe mai del male. Non farebbe mai del male a nessuno. Non è cattivo, papà..
 
Ha dato la vita, per te..
 
Un sospiro, lento e pesante. La bimba ancora stretta al seno, la sua mano fra quei capelli d'ebano.
La coccolò a lungo, e si appisolò con lei.
 
La pallida luce dell'alba stava già inondando la stanza, la voce di Jarvis non aveva ancora dato la sveglia. Il lato di Loki era rimasto vuoto.
Sif si scostò dalla bambina, avendo cura di non svegliarla. Le coprì le spalle, e scivolò fuori dal letto.
 
Stretta nella vestaglia, percorse il corridoio cercando di non fare rumore. Raggiunse il salone, incontrando silenzio e penombra. Avanzò ancora, e trovò il marito lì. Seduto a terra, le spalle contro il divano, le braccia a circondare le ginocchia. E l'espressione di chi non ha dormito per tutta la notte.
 
Era solo un sogno..
 
- No, Sif. - replicò lui, sollevando occhi lucidi - mi ha visto.
Lei scosse appena la testa, sedendosi al suo fianco e raccogliendogli le spalle contro di sé.
 
- Mi ha visto, Sif. Ha visto quello che sono. L'uniforme, Jotunheim. Ha visto chi è davvero suo padre.. e ha avuto paura.. ha avuto paura..
Chiuse gli occhi, cercando di non lasciar sfuggire le lacrime, e nascose il viso fra le mani.
- Ha visto l'assassino di suo fratello..
 
- Tu non sei quella persona, Loki. Non la sei più.
- Chi ti dice che non ci sia ancora, lui, nascosto qui? - lui si premette una mano sul cuore - che si risvegli, un giorno? Che ne sarà, di te? Che ne sarà, di lei?
- Non sarai mai più quell'uomo, Loki. Tu puoi scegliere.
Gli strinse appena le spalle, lasciandolo scivolare contro la propria con un mugolare molto simile a quello della bambina. E poi rimase lì, ferma, ad ascoltare il suo respiro.
 
Papà..?
 
Sollevò gli occhi ed eccola, la sua fatina, piedini nudi e lunghi capelli tutti scompigliati. Li fissava intimorita e torceva le piccole dita fra loro.
- Vieni qui, cucciola.
 
La piccola Katie avanzò un passo, due. Poi scivolò addosso al padre, ignorando totalmente il resto del mondo.
 
Lui se la raccolse al petto, e la cullò a lungo, sorridendo fra le lacrime.
 
Ti racconterò tutto, bimba mia. Ti dirò la verità. Ti racconterò del dio degli inganni e delle sue bugie, della sua sete di potere e di rivalsa. Dei Chitauri, del Titano e dei troppi errori che ho commesso nella mia vita. Ti parlerò di quell'uomo dai vestiti neri e d'oro che hai sognato, che forse il suo tendere la mano era solo chiedere una salvezza che solo tu gli puoi dare. Ti parlerò del fratello che hai in cielo, delle mie colpe e del mio dolore. Forse mi capirai, forse non mi perdonerai mai. Forse mi odierai, forse avrai paura di me come del mostro di cui i genitori raccontano ai figli prima di andare a dormire. Sappi solo che ti amo, bimba mia. Ti amo più della mia vita. E questa non è una bugia.
 
Come avesse avuto il potere di leggergli negli occhi, la bimba rimase ad osservarlo durante tutto il suo muto monologo. Poi tuffò la testa contro il suo petto, e strinse forte.
L'abbraccio per non essere triste..
 
Piegò il viso su di lei e le appoggiò un bacio fra i capelli.
 
Ti voglio bene, papà..
 
  
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