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Autore: TurningSun    27/01/2013    7 recensioni
“Papà, anche io posso abere la libella?”
“Libellula, tesoro. E certo che puoi, devi solo trovarne una.” sorrise Ron rimboccandole le coperte.
Rose ci pensò su, assumendo la medesima espressione concentrata della madre. “Dove la trovo?”
“Sono sicuro che qui intorno ce ne sono alcune che cercano un posto dove dormire..” le baciò la fronte “Ora dormi, piccola peste, domani andiamo dai nonni Weasley.”
La bambina sorrise contenta e gli diede un bacio sulla guancia. “Buonanotte, papà.”
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**Questa storia partecipa al Contest Of Monsters And Men di Krixia19.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley, Rose Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Dirty Paws

 

Jumping up and down the floor,
My head is an animal.


Ron si trovò di fronte alla porta bianca della sua casa. Si sistemò il giacchetto nero per prendere tempo.
Aveva avuto una brutta giornata. Una di quelle giornate in cui vorresti poter tornare a casa, metterti sul letto e non alzarti fino alla mattina seguente.
Sospirò pensando a quello che avrebbe trovato, invece, dietro a quella porta: il terremoto di sua figlia, le urla del piccolo Hugo e la disperazione di sua moglie per il caos regnante.
Sorrise un po’ per tirarsi su di morale. Avrebbe potuto trovare Rose comportarsi come un angioletto, Hugo buono a bere il suo latte e Hermione con un vassoio di biscotti al cioccolato fumanti.
Scosse la testa: non sarebbe mai successo.
Fatti coraggioRonald Weasley ed entra.
Girò la maniglia e le urla di Rose lo accolsero in casa.
“Io voglio aspettare papà!”
“Rose, ho detto che devi andare a lavarti i denti. E poi a letto!”
“Io voglio aspettare papà!” urlò di rimando la bambina pestando i piedi a terra.
Ron le guardò e sospirò posando la valigetta a terra.
A quel rumore, madre e figlia si girarono verso di lui e di scatto andarono ad abbracciarlo.
“Buonasera.” sorrise Ron sperando in una tregua.
“Io no voglio andare a letto, papino!” disse subito supplicante la bambina.
“Invece ci andrai, signorina!” replicò Hermione furiosa.
Sarebbe stata una lunga serata.
 
Un quarto d’ora dopo era riuscito a convincere Hermione a stendersi sul divano e Rose ad andare a lavarsi i denti.
Ron accarezzò i capelli di Hermione e si mise seduto accanto a lei sul divano, sotto la coperta di lana, che Molly aveva sferruzzato per il Natale passato:una ‘W’ dorata faceva bella mostra in uno sfondo rosso scuro.
“Siete Weasley e Grifondoro. Dovete ricordarlo sempre!” si era giustificata la signora Weasley che subito dopo ricevette l’abbraccio dolce della nipotina “Anche io sono una Ghifondoro come il mio papà e la mia mamma!”
 “Come stai?” circondò le spalle di Hermione così da farle appoggiare la testa alla sua spalla.
“Mi fa male la schiena e oggi Rose non si è fermata un attimo. Ho pensato pure di farle un incantesimo.” sorrise la moglie tranquillizzata dalle coccole del marito.
“E Hugo? Sta dormendo come un angelo nel suo lettino...”
“Ci credo, non ha fatto che cercare di arrampicarsi sulla sua scopa e correre dietro a Grattastinchi tutto il pomeriggio! E’ crollato esausto dopo la sua razione di latte propr-”
“Leggi una storia?” l’interruppe la piccolina, nel suo pigiama rosso, saltando in braccio al padre e mostrando il libro delle fiabe di Berda il Bardo.
“Rosie, le conosci a memoria...”
“Ma papino, sono belle!” rispose Rose guardandolo con gli occhioni azzurri.
Guardò la moglie che alzò le spalle e allungò la mano per prendere il libro, cosciente che si sarebbero arresi alle richieste della figlia.
Quella sera, però, Ron voleva fare qualcosa di diverso. E forse l’unico modo per calmare la figlia era proprio proporle una novità. “E se mamma e papà ti raccontassero una storia nuova?”
Gli occhi della figlia brillarono di curiosità mentre Hermione alzò gli occhi al cielo.
“Ron, non è il caso…”
“Di cosa dice la storia?”chiese impaziente Rose.
Ron ci pensò un po’ su poi iniziò a raccontare.
“C’era una volta un bambino che aveva un animale da compagnia…”
“Come il nostro Gattastinci?”
“Esatto, ma questo animaletto era... una libellula!” disse con enfasi. “Un giorno però questa libellula volò via. Il bambino era tanto triste, ma la sua mamma gli disse che doveva aspettare il suo ritorno lasciando ogni sera sul davanzale della finestra un po’ di latte e dei biscotti sbriciolati.” Estasiata, Rose guardava il padre con le manine giunte sotto il mento. “E sai? La libellula tornò dopo alcuni giorni con una bellissima storia da raccontare al suo amico!”
“Sì, era la storia raccontata da una foresta.” continuò Hermione sorridendo.
“Ma gli alberi no pallano!” la riprese Rose.
“Questa era una foresta magica dove gli alberi parlavano e cantavano!”
La piccola Weasley portò le mani alla bocca. “Oh! Pallano!”
“La foresta raccontò alla libellula la storia di una guerra tra gli uccelli e...”
“E le api che volevano avere il controllo del cielo!” l’aiutò Ron. “Le api dichiararono guerra agli uccelli e a chiunque li avessero aiutati.”
I due genitori si guardarono non sapendo come continuare quella storia messa su di getto.
Il tema della guerra non era il loro preferito: avrebbero iniziato a parlare di dolore, di ferite ancora non rimarginate e a rievocare immagini troppo forti da poterle proiettare nella mente di una bimba di quattro anni.
I ricordi, però, furono interrotti dalla voce della bambina. “Cosa fanno gli uccellini?”chiese con insistenza Rose. Voleva a tutti i costi la sua storia!
“Allora, gli uccelli... chiesero aiuto a tutti gli animali che camminavano per la foresta: orsi, renne, cervi, castori.” inventò Ron per poter accontentare la figlia. “La guerra portò tanto dolore agli animali perché le api sapevano come colpirli, così dovevano nascondersi nelle tane e aspettare che le api-soldato tornassero dall’ape regina. Sai cos’è un ape regina, Rosie?”
“Sì! È una ape co la corona!”
“Si dice un’ape, tesoro.” sorrise Hermione aggiustandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Eh, quella!”
“Posso continuare?” chiese Ronald guardando prima Hermione poi Rose. Entrambe si girarono verso di lui e annuirono. “Bene, allora.. sì, l’ape regina. Dicevo, tutte le api-soldato dovevano andare dall’ape regina a fare rapporto. Dovevano dirle tutto quello che era successo durante la giornata mentre lei se ne stava sul suo trono a mangiare il miele. ‘Abbiamo punto tre aquile e dieci cervi, Maestà!’ oppure ‘Quell’orso non mangerà più il nostro preziosissimo miele!’. Erano dei veri soldati!”
“Però gli animali, amici degli uccelli, si ritrovarono in segreto e decisero come vincere quella guerra contro le api. ‘Attaccheremo all’alba l’alveare della regina!’ disse l’orso che voleva prendersi il miele tutto per sé. ‘No, lo faremo di notte!’ suggerì il cervo che voleva distruggere l’alveare con le sue corna grandi. ‘Ma di notte non le vedremo!’ replicò la talpa.”
“Mamma, la tappa no vede!” rise la bambina, seguita dai genitori.
“Hai ragione, tesoro! Però anche lei partecipava alla riunione!” disse Ron “Alla fine della riunione decisero che avrebbero attaccato all’alba mentre tutte le api dormivano beate. E così fu. Il sole stava sorgendo quando il cervo fece cadere l’alveare a terra grazie alle sue corna forti e grandi!”
“L’orso lo schiacciò con tutto il suo peso!”
“L’elefante riempì di acqua l’alveare e tutte le api ne uscirono con le zampette alzate. Perfino l’ape regina dovette arrendersi all’attacco degli animali della terra!”
Rose guardava, a bocca aperta, prima il padre e poi la madre durante il loro racconto animato.
“Alla fine gli uccelli e le api firmarono un contratto: entrambi avrebbero volato nel cielo blu senza ostacolarsi mai più.” finì Hermione nel più diplomatico dei modi, mentre Ron la guardò triste: avrebbe voluto finire con una vittoria schiacciante degli animali della foresta e la morte delle api. Pensandoci bene, però, sua moglie non avrebbe mai potuto finire in un altro modo la loro storia.
Rosie batté le mani entusiasmata. “Ancora! Ancora!”
“No, basta signorina, è ora che tu vada a letto...” sorrise il padre alzandosi con lei in braccio. “Manda un bacio a mamma e ringraziala per essere stata tanto gentile con te oggi.”
La bambina mandò un bacio alla mamma e diventando rossa sussurrò un “Grassie, mammina.” che fu accolto da Hermione con un sorriso dolce.
“Buonanotte, tesoro.”
 
“Papà, anche io posso abere la libella?”
“Libellula, tesoro. E certo che puoi, devi solo trovarne una.” sorrise Ron rimboccandole le coperte.
Rose ci pensò su, assumendo la medesima espressione concentrata della madre. “Dove la trovo?”
“Sono sicuro che qui intorno ce ne sono alcune che cercano un posto dove dormire...” le baciò la fronte. “Ora dormi, piccola peste, domani andiamo dai nonni Weasley.”
La bambina sorrise contenta e gli diede un bacio sulla guancia. “Buonanotte, papà.”
 
 
Rose scese le scale fino ad arrivare alla sala dove trovò i suoi genitori dormire abbracciati sul divano. Il padre aveva ancora la mano tra i capelli della mamma e lei aveva una mano sul petto del papà.
Rosie sorrise contenta che i suoi genitori si volessero così bene, poi tornò con la mente al luogo dove doveva svolgere la sua missione: la cucina.
Corse in punta di piedi fino lì poi aprì il frigo e prese il cartone del latte. Dopodiché, prese la sedia e la spostò accanto al mobile dov’erano sistemati i bicchieri. Ne prese uno assieme ad un piattino e scese dalla sedia. Riempì il bicchiere di latte e, soddisfatta, lo guardò. Ora doveva prendere i biscotti!
Andò al mobile della colazione e, con l’aiuto della sedia, guardò dentro: i biscotti fatti da nonna Molly erano proprio davanti a lei. Prese il contenitore e scese dalla sedia, mise due biscotti sul piattino e ripose il recipiente nel mobile.
Nessuno doveva sapere di quella sua incursione nella cucina: la mamma l’avrebbe rimproverata di sicuro e non le avrebbe fatto mangiare i biscotti più buoni del mondo per almeno due settimane. A quel pensiero, Rose si sentì triste. Tuttavia, poi, prese bicchiere e piattino con i biscotti e salì in camera. Lì, sbriciolò i due biscotti e mise tutto sul davanzale.
“Ti prego, libella, vieni da me. Anche io voglio una storia bella!” ed espresso questo desiderio tornò sotto le coperte.
 

And that’s how the story goes,
The story of the beast with those four dirty paws.


Fine

  
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