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Autore: LoveEverlack    27/01/2013    1 recensioni
Gli hunger games sono ricominciati. Questa volta i tributi saranno i giovani di Capitol City.
Katniss e Peeta faranno da mentore. Riusciranno a salvare i loro tributi e far si che questa sia davvero l'ultima edizione degli Hunger games?Katniss quando sarà sul palco scoprirà che dovrà fare da mentore a Cassandra Snow. Non può essere lei eppure...
Dal testo:
L’uomo continua, si dirige a grandi passi verso una boccia su cui è scritta a grandi lettere Ladies
-Molto bene, la sorteggiata di capitol city che combatterà con il distretto 12 è… Cassandra Snow-
Snow, quel nome ricorre nella mia mente… non può essere una parente. So che aveva un nipote, ma che alla fine si è suicidato perché non voleva essere un tributo… eppure… sono passati molti anni da quella decisione. Poteva benissimo aver avuto una figlia… no… non può capitare proprio a me, non posso fare da mentore a quella ragazza. Alla nipote di Snow… la nipote di un uomo che odio.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 10: STORIE
 
POV CASSANDRA
 
Io e Perla stiamo arrostendo un uccello su una pietra, il sole è alto e sembra che la pietra riesca a fungere da padella, giro e rigiro il corpo, per quanto calda non credo di poterlo mangiare subito, siamo arrivate da poco e la fame non ha ancora preso il sopravvento su di noi così decidiamo di poter passare il tempo a cercare del cibo.
-Allora… a cosa stai pensando?- mi giro, non capisco cosa intenda, non sto pensando a nulla, la mia mente è vuota… come se nulla fosse successo. Forse la mia mente sta solo cercando di non pensare a dove mi trovo, forse perché in questo modo la mia mente sarà più lucida.
-Non so… se devo essere sincera non sto pensando a nulla, la mia mente è vuota- la sento mentre ridacchia.
-Beata te… io ho mille pensieri per la testa e ognuno è più brutto dell’altro- so cosa intende, è per questo non voglio pensare a nulla. Non volevo degli alleati perché quando arriveremo alla finale qualcuno dovrà morire… non voglio pensare a come staranno Joel e Kellan perché mi confonderei solo le idee. Agli hunger games uno solo può vincere, anche se non sarò io non voglio che un tributo non vinca per mano mia.
-Già, vorresti non pensarci ma quando non lo fai ti senti peggio di prima- annuisce e continua a cucinare l’uccello. Credo stia pensando e non voglio disturbarla… sembra felice, come se si chiudesse in un mondo più bello di questo.
-Vado a prendere dell’acqua- mi dice prima di alzarsi e allontanarsi.
-D’accordo, Perla…- credo non mi abbia sentito ma poco prima di sparire dietro la boscaglia si gira.
-Si Cassandra?- mi chiede con gli occhi blu, mi ricorda una bambina che avevo conosciuto…
-… ecco… volevo dirti che andrà tutto bene- sorride e sparisce dietro gli alberi.
 
POV KELLAN
-Sai dove siamo?- chiedo alla mia guida. Si gira verso di me come se gli avessi chiesto quanto fa 1 più 1.
-Certo…  siamo a tre metri più a sud di dove stavamo prima- non sono così sicuro che mi dica la verità, ma io stesso non so dove ci troviamo quindi meglio affidarmi a qualcuno.
-Ok. Quanto manca?- alza le spalle e scuote la testa. Lo sapevo… 
-Questo non lo so, potrebbero volerci ore o minuti... sapremo meglio la situazione quando contatterò Perla questa sera, mi farò dare delle informazioni più precise e vedremo- non ho ancora capito come facciano a comunicare, non si possono portare telefonini e apparecchi elettronici nell’arena, allora come parlano?
-Ok… ma mi spieghi come fate a comunicare?- ride e scuote la testa.
-No, questo è un segreto mio e di Perla. Sappiamo farlo solo noi e non intendo rivelarlo a nessun altro- capisco subito che non me lo dirà mai così mi arrendo anche su questo.
-Sai Joel sei incredibile. Sei uno dei pochi che riescono a farmi fare tutto senza che io sappia nulla. Mi stai conducendo dalle ragazze senza che io sappia come, potrei non fidarmi ma lo faccio, non vuoi dirmi come parlate tu e Perla ma mi arrendo lo stesso, senza cercare di farmelo dire. Come fai?- si gira di nuovo e ride.
-Sono mitico semplice…- beato lui che la prende così alla leggera. Non ha preoccupazioni, tranne una forse. Quella che Perla sia sana e salva in questi giochi. 
-Allora… come hai conosciuto Perla?- forse non avrei dovuto chiederlo, ma lo conosco appena e mi snerva dover camminare con una persona di cui mi fido anche se non lo conosco.
-Perla… Bè è una lunga storia. Non credo di riuscire a raccontartela tutta ora. Vuoi sentirla comunque?- si certo che voglio, voglio conoscere la sua storia. E poi non è che abbia di meglio da fare oggi.
-Si dai… ti concederò del tempo- dico fingendomi un riccone. Lui ride della mia imitazione.
-Sai è proprio così che ho conosciuto Perla…-
Mi trovavo sulla spiaggia, ricordo che ero un bambino piccolissimo ma molto forte per la mia età. Mi piaceva correre per tenermi in allenamento e fare esercizi sulla spiaggia. I miei amici pescavano con un tridente, io pescavo con una mano e con l’altra facevo i pesi. Un giorno non so come il mio tridente non funzionò. Decisi allora di andare da un amico di mio padre che secondo lui sapeva riparare in un baleno ogni cosa rotta. Ricordo che stavo camminando lungo la strada sassosa che portava al suo negozio, quando arrivai non sapevo cosa fare, non ricordavo il suo nome e non sapevo come spigargli che il mio tridente non funzionava… anche se non lo avevo toccato. Sapevo che mi avrebbe fatto delle domande e pensavo alle risposte da dargli, da quelle più banali a quelle più assurde possibili. Alla fine decisi di entrare, infondo doveva solo aggiustare un tridente non credo potesse essere così difficile. Entrai e salutai il signore alla cassa, non ricordavo il suo nome ma sapevo che era lui grazie alla cicatrice che portava sul braccio. Quando andai li con mio padre ricordo di avergli chiesto il motivo della sua ferita e lui mi disse che era un ricordo, un ricordo che aveva dei giochi. Mi avvicinai dunque alla casa e chiesi se potesse aggiustarmi il tridente. Lui lo guardò e mi disse di aspettare, mi disse che se ne sarebbe occupata la figlia, ricordo di aver protestato, non volevo che il mio tridente fosse aggiustato da una ragazza, cosa poteva mai saperne lei di un tridente. Ma mi sbagliai, la figlia scese subito le scale come un tornado, indossa un pantalone giallo e una maglia e dei sandali fucsia. Si avvicino a me e prese il tridente, io cercai di ritirarlo ma lei lo tenne forte. –Un tridente modello 3, vecchio di un decennio… sarà difficile aggiustarlo- rimasi a bocca aperta dalle sue parole, era una vera esperta di tridenti, pochi lo avrebbero riconosciuto. Mi sorrise e il padre rise della mia faccia. Da quel giorno iniziammo a frequentarci e siamo diventati amici. Scopri che nuotava più velocemente delle normali ragazze, era l’unica che crescendo non mi parlava come le altre ragazze soltanto perché ero bello. Parlavamo di tutto, la notte quando ci annoiavamo ci mandavamo dei messaggi e parlavamo così. Perla mi insegnò un trucco per far si che nessuno potesse leggere le nostre conversazioni, lo usavamo per tutto. Se si trovava sulla spiaggia e le serviva un aiuto per salvare un animale mi mandava questi messaggi che arrivavano in un batter d’occhio e io correvo ad aiutarla. Col passare del tempo siamo diventati sempre più amici, fino a quando non abbiamo saputo che saremo stati i nuovi tributi degli hunger games. E ora ci troviamo qui sapendo che prima o poi uno dei due dovrà morire…
-Wow… è una bellissima storia Kellan- gli dico. Ormai è quasi il tramonto e stando a quello che dice Kellan tra poco Perla ci chiamerà e ci dirà dove incontrarci.
 
 
Angolo dell’autrice :D
Ciao a tutti!!
Allora che fate di bello?
Vi è piaciuto il capitolo? Spero vivamente di si, ho cercato di raccontare meglio la storia di Kellan e nei prossimi credo racconterò anche quello di Perla, in modo da farci un idea dei tributi. Spero di ricevere delle recensioni. Grazie a chi lo leggerà. 
Ciao Lucrezia
  
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