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Autore: Manila    27/01/2013    5 recensioni
Chi ha detto che si possono vivere delle avventure solo durante una guerra in corso?Per non parlare delle disavventure! Ecco cosa succede a Cloud e agli altri in periodo di pace (?).
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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( Vincent )
Incubi


Stare al mare è piacevole, però il caldo è insopportabile.
Entro in bagno, mi tolgo i vestiti e mi preparo ad assaporare il sollievo dell’acqua tiepida sulla pelle accaldata. Apro il box doccia e quello che resta del mio cuore fa due capriole vedendola lì.

- Vincent … -

Salto seduto sul letto in un mare di sudore.
Ancora?!?
Gli occhi di Red XIII scintillano nella penombra della stanza.
- Vince, sei sicuro che siano proprio incubi?-
Ricado all’indietro sbuffando.
- Sì, Red, e sono anche terrificanti … -
***

Scuola
(Shelke)

- Scuola? - alzo la testa dalle pagine su cui stavo disegnando ghirigori.
Vincent annuisce.
Chino il capo coperto dal cappellino fashion che Sharona ci ha costrette a comprare . Farebbe qualsiasi cosa per farsi notare e, soprattutto, votare. Mostrarsi gentile e disponibile con una ragazzina ha il suo tornaconto …
Seduta sulla spiaggina sento appena  l’acqua del mare lambire dolcemente le mie caviglie. In fin dei conti dovevo aspettarmelo, eppure la notizia che l’ex Turk mi ha appena dato ha avuto l’effetto di una doccia più fredda di un’onda improvvisa.
- Hai trascorso più di un anno tra medici, W.R.O. e l’istituto delle suore, credo sia giunto il momento di fare un passo avanti-
Stringo la penna nel pugno.
Andare avanti …
- Ho già parlato con Reeve, non è il caso che cominci dalle elementari e anche lui è d’accordo che le medie siano un livello ancora troppo basso per te-
- Ma non posso continuare con le lezioni private ? Io non … -
Va bene, lo ammetto, sono spaventata. Non sono un’adulta, non sono una bambina, non so quale sia il mio posto nel mondo e già questa situazione è molto pesante, ci mancava solo la scuola.
- Potrebbe essere una buona occasione per costruirti un futuro, sfruttare le tue capacità a fin di bene, conoscere e frequentare altri ragazzi-
- Ma io ho già tutti voi, a cosa serve … - cerco di protestare.
- Non prenderla come un’imposizione, è per il tuo bene -
- Ma tu …  tu.. -
Annuisce.
- Continuerò a venire a trovarti, non temere, e Tifa si è offerta starti ancora più vicino. Sono sicuro che anche Denzel e Marlene saranno felici di aiutarti per i primi tempi-
Andare a scuola …
Lo guardo.
Vincent sorride raramente e solo in particolarissime situazioni. Adesso non sta sorridendo, però il suo viso è rilassato e ciò basta a trasmettermi tranquillità.
- Dovrai sostenere l’esame di ammissione a metà settembre, sono sicuro che andrà tutto bene-
Ha fatto tanto per me, adesso tocca a me renderlo orgoglioso.
- Farò del mio meglio! - rispondo con entusiasmo.
Non dovrà mai pentirsi del fatto di non avermi abbandonata.

Questo è il diario di Shelke Rui, scuola, sto per arrivare!
***

(Shera)
Esperimenti

Lo ammetto, fare le pulizie mi piace, è un modo molto efficace per scaricare lo stress e bruciare qualche caloria di troppo. Una cosa che non sopporto, invece, sono i piccioni. Non ho una repulsione vera e propria per i volatili, però non mi piace ciò che riescono a combinare su terrazzi, monumenti, panchine ecc. A differenza delle rondini, per cui il problema può essere parzialmente risolto mettendo dei cartoni sotto i loro nidi, nel caso dei piccioni i loro “ricordini” non sono circoscritti ad una sola zona e, soprattutto, non si può sperare in un’eventuale migrazione. Il risultato è che il viale è sempre sporco, anche a causa dei vicini che continuano a nutrirli; non dico di maltrattarli, oppure di affamarli, però almeno si potrebbe decidere di dar loro del cibo in determinati orari e in zone delimitate!
- Oh, brutte bestiacce!- esclamo, mentre cerco di ripulire la ringhiera del terrazzo a piano terra.
Avverto dei movimenti alle mie spalle.
Reno è comodamente seduto sulla sedia a sdraio e di tanto in tanto beve la sua bibita fredda facendo rumore con la cannuccia.
 Cambia posto rapidamente e appare all’improvviso dove meno te lo aspetti …
Scuoto la testa e continuo a inzuppare lo straccio nel secchio pieno di acqua e sapone, augurando ai volatili un lungo periodo di stitichezza.
- Ti sembra un gran problema quello dei piccioni?- domanda curioso il rosso.
Mi volto verso di lui e annuisco.
- Non sono il massimo della vita quando sei fissata per il pulito e, sinceramente, non conosco un valido espediente per ovviare a questa piaga-
Il Turk finisce la sua bevanda, si alza, si stiracchia e prende la strada dell’interno.
- Beh, pensa se la ShinRa avesse fatto altri esperimenti e a volare fossero i chocobo … -
***

(Reno)
Vai!

- Sta per staccare?- domando distratto.
- Sta per staccare- conferma il mio compare, seduto su uno sgabello davanti a un bicchiere mezzo vuoto.
- Ci hai messo una pietra sopra?-
Annuisce.
- Ci ho messo una pietra sopra-
Ordino qualcosa di forte alla barista che sta asciugando alcune vettovaglie.
Dall’altra parte del locale la Lockheart finisce di lucidare un bancone e saluta le sue colleghe, dirigendosi verso gli spogliatoi.
- Sai cosa mi fa incazzare di te, Rude?-
Scuote il capo.
- Beh, mi fa incazzare il fatto che tu non ci abbia mai davvero provato! -
- Provare a fare cosa, a rendermi ridicolo? L’unica faccia tosta che poteva pensare di fare lo splendido con lei era Zack Fair, ma sappiamo tutti che fine ha fatto-
Zack Fair e Tifa Lockheart?!?
… Non suona così malaccio …
-Ma che c’entra? La buonanima era capace di provarci anche con Rufus!- sotto questo punto di vista stimavo molto quel SOLDIER, con le donne aveva le palle quadrate.
Rude sbuffa.
- Sta per sposarsi e non con uno qualunque  - borbotta.
- E che avrà mai di tanto speciale questo Cloud Strife? Non lo capirò mai! Prima l’Antica, poi la Lockheart, ho saputo che la Kisaragi a suo tempo si era presa una cotta per lui e, a detta  della figlia di Wallace, sembra che abbia accalappiato anche la sua maestra … Ci manca solo l’ex Tviest e la festa è fatta -
Mando giù il mio drink, che palle quel biondo!
- Ma Tifa non è come le altre, lei è … -
- Sorda, muta e cieca, altrimenti la cosa non si spiega- finisco per lui.
Mi stiracchio.
- E’ andata a cambiarsi, perché non la riaccompagni a casa?-
Scuote il capo.
- Non ti ho mica detto di prenderla, sbatterla in un angolo buio e darci dentro! Devi solo scambiare due chiacchiere con lei, tanto ormai ha il cervello fottuto per quel chocobo musone -
Esita un po’.
- Ma vaffanculo!- gli dico, spingendolo giù dallo sgabello.
Rude mi guarda per un altro momento, guarda verso l’uscita e poi guarda di nuovo me.
Razza di indeciso e insicuro, tanti anni con me e non ha imparato niente …
Ghigno.
- Guarda che se ne va da sola … -
Sorride a mezza bocca, si infila gli occhiali che gli ho fatto scivolare giù dal naso con il mio spintone e si avvia.
Mi dispiace Rude, quell’osso appartiene a un cane troppo mordace.
Ordino un altro drink. Ancora non mi spiego perché il Presidente stia mettendo il bastone tra le ruote a questi due. Tifa è bella ed è un’ottima barista, è vero che dietro al bancone fa la sua porca figura, però qualcosa non torna. Non ha mai avuto mire su di lei, non in “quel senso”,  e poi potrebbe avere tantissime altre ragazze altrettanto tettute schioccando le dita. Allora perché scomodarsi  tanto? Se l’obiettivo di tante macchinose attività non è la ragazza chi resta?  L’ex SOLDIER?
Butto giù un sorso, ci manca solo che sia innamorato segretamente di Strife. L’immagine di Rufus che infila un anello a quel babbeo di Cloud appare davanti ai miei occhi e per poco il liquore non mi va di traverso.
Ma che cazzo vado a pensare ?!?!
***

(Tifa)
Non è come sembra


Via il grembiulino tutto pizzi e merletti, via la cuffietta coordinata e via anche i tacchi altissimi.
Oh, che sollievo che provo ad ogni fine turno! Quelli diurni non mi pesano molto e riesco anche a scambiare quattro chiacchiere con famiglia e amici, ma quelli notturni sono un trauma tutte le volte. Musica assordante, clienti alticci e luci esagerate, questo locale sembra un manicomio! Per fortuna noi dipendenti siamo ben tutelate, altrimenti mi sarei vista costretta a spaccare il naso a qualcuno …
Mi stiracchio, raccatto i miei indumenti dall’armadietto e mi do una sistemata, poi mi chiudo le porte dello spogliatoio alle spalle e mi avvio all’uscita.
Guardo l’orologio. Anche questa volta ho fatto le 4:00 e non riesco più a trovare una buona scusa per tenere a bada Cloud. Il suo malumore sta lievitando a dismisura e non so più cosa inventarmi, tuttavia cosa posso farci? Se sapesse che Rufus mi ha trascinata qui con un ricatto succederebbe un casino. Ancora non ho capito perché il Presidente si sia dato tanto da fare, sta per far saltare il mio matrimonio e vorrei poter affermare che lo spinge un sentimento nei miei confronti. Non che me ne importerebbe, ma tanto accanimento avrebbe almeno uno straccio di giustificazione …
 Bah, ormai è fatta e non vedo l’ora di tornare a Edge e di buttarmi alle spalle questa parentesi estiva a dir poco spiacevole.
Percorro veloce il breve corridoio e mi accorgo che c’è una figura alta accanto alla porta. Non ho paura, in genere mi difendo bene, però neanche vado a cercarmi i guai. Mi avvicino ancora e la persona lascia la parete a cui è appoggiata.
Ma …
- Rude? Cosa fai qui?-
Rigido, impassibile e nascosto dietro gli immancabili occhiali da sole, mi fissa e sembra voglia dirmi qualcosa.
- Ci sono problemi?- domando con un sorriso.
Al contrario di Reno, questo ragazzo è molto, molto timido e riservato.
Dopo qualche minuto di esitazione si porta una mano al viso e si toglie gli occhiali. Non so il perché, ma sembra quasi voglia mettersi a nudo e la cosa mi sorprende non poco.
- E’ tardi, sei sola … Ti accompagno a casa-



- Dici davvero?- domando incapace di credere a ciò che mi sta raccontando Rude.
Annuisce.
- E a Elena la cosa non dispiace?-
Scuote il capo.
- Allora è una santa davvero!-
In risposta ho un’alzata di spalle.
Diamine, sembra che sia più semplice stare insieme a Cloud quando è triste, che a Tseng quando è normale.  In fin dei conti per anni il suo scopo è stato quello di catturare Aerith, è ovvio che adesso si senta deprivato di qualcosa di importante. E poi lo avevamo capito tutti che non si trattava solo di lavoro …
- Beh, a quanto pare la morte di Aerith continua ad avere strascichi … Però Elena non dovrebbe essere così passiva!- dico convinta.
La vita va avanti e sono entrambi giovani per rinunciare a un briciolo di felicità.
E’ una persona molto silenziosa, Rude, però ammetto che è di compagnia nonostante sia così taciturno. Quando si è proposto di riaccompagnarmi credevo si trattasse di uno scherzo, poi però si è messo a camminare al mio fianco e qualche parola gli è scappata dalla bocca. Ho scoperto che ama i film romantici e che ha un canarino che lascia alla vicina di casa quando è in missione. Chissà com’è casa sua? Mi ha raccontato qualcosa sul suo lavoro dopo la caduta della Shinra e di tutti i buoi buoni propositi sul futuro. Non lo dice, però capisco perfettamente che in tale progetto è incluso anche il lato sentimentale. Gli auguro di cuore di trovare una brava ragazza, al contrario di Reno mi da l’impressione di essere proiettato verso la vita familiare e la tranquillità.
- Eccoci arrivati!- dico, frugando nella borsa per cercare le chiavi.
Da fuori è tutto spento, la casa è avvolta nel buio, devono essere tutti a nanna.
Mi volto verso il mio accompagnatore e gli sorrido.
- Grazie, Rude, sei stato gentilissimo- e gli porgo la mano.
Lui arrossisce un po’ e ricambia con una stretta non esageratamente serrata.
La mia mano nella sua è piccolissima …
Sorrido di nuovo e giro la chiave nella serratura mentre sento che si allontana. Dopo un po’, però, non avverto più i suoi passi sull’asfalto, quindi alzo la testa verso la sua direzione e lo trovo fermo e col volto serio.
- Sai, Tifa, credo che sarai una sposa bellissima-
E’ un tono un po’ malinconico quello che usa e i suoi occhi, di nuovo denudati dagli occhiali scuri, sono limpidi e sinceri.
Oh, Rude …
- Farò del mio meglio, te lo prometto!-
Sorride, fa un cenno col capo e riprende la sua strada.
Scuoto la testa. Che tipi strani che sono i Turks!
Spingo la porta d’ingresso e Noel mi viene incontro scodinzolando.
- Ciao, bello!- bisbiglio abbassandomi ad accarezzarlo.
  E’ un amore di cagnolone!
- Che voleva quello da te?-
La voce di Cloud mi fa trasalire. Alzo la testa e i suoi occhi luminescenti mandano lampi. La cosa mi fa preoccupare, in genere non dimostra mai così apertamente ciò che pensa. Anzi, non credevo potesse infuriarsi così per un nulla.
Non avrà pensato che …

Ma cosa sta succedendo tra noi?
***
(Cloud)
Luce dell’est

La casa è avvolta nel silenzio, ad eccezione del canto delle cicale in giardino e dello sciabordio del mare che si ode dalle finestre spalancate.
E’ notte fonda,fa caldo e tutti dormono tranne io.
Aspetto Tifa.
Maledetto Rufus Shinra e maledetta anche lei, che bisogno c’era di accettare questo lavoro? Più soldi per il matrimonio, la pasticceria, le vacanze … al diavolo, non me le bevo più queste cazzate!C’è qualcosa sotto che si rifiuta di dirmi.
Afferro con rabbia la bottiglia e riempio per l’ennesima volta il bicchiere del liquido ambrato. A quanto pare quell’idiota di Reno aveva ragione, quando la tua donna non è disponibile il modo migliore per trascorrere la serata è quello di dividerla con un Jack. Roteo il bicchiere producendo un leggero rumore con il ghiaccio contro il vetro e svuoto il contenuto nella gola con un unico, lungo sorso.
E maledizione anche a me, che non afferro la spada e non sistemo la faccenda in modo veloce ed efficace!
Osservo per qualche altro attimo il bicchiere appannato dalla condensa, poi afferro la bottiglia e bevo direttamente da essa.
Sono stanco di aspettare, vado a riprendermela …
Con passo incerto, incespicando proprio in tutto ciò che mi si para davanti ai piedi, esco di casa senza preoccuparmi di spegnere le luci, tanto c’è il Presidente che paga.
Il villaggio a quest’ora è silenzioso come un cimitero. Non ci sono luci accese, non c’è gente che gira per strada, è tutto calmo e deserto. Arrivo al centro della piazza rendendomi conto di barcollare e lo sguardo prende a vagare distrattamente. Nonostante i palazzi girino davanti ai miei occhi, una struttura sulla destra attira la mia attenzione. “Inn” riporta la scritta dell’insegna, ed ecco che la mia mente  innesca la retromarcia fino a giungere tra i ricordi del passato, quando ho alloggiato in questo albergo per una notte.

- Wehw, non capisco tutta questa stanchezza-
Il volto un po’ pallido di Aerith è rivolto verso il soffitto della stanza, le braccia incrociate dietro la testa e l’aria sfatta.
- Ci sono così tante cose che non mi spiego, sono un po’ agitata – ammette in un soffio.
La guardo e non so cosa risponderle. Ad un certo punto alza la testa da cuscino, mi guarda dritto negli occhi e mi porge una domanda.
- Cloud, cosa ne pensi di me? -
Questa poi da dove l’ha cacciata?E’ imbarazzante!
Cosa penso di lei …
- Sinceramente?-
Allargo le braccia.
- Mi dispiace, ma non penso mai a queste cose - è il massimo che riesco a risponderle perché non sto mentendo, davvero non penso mai a questo genere di cose.
- Ma come fai a parlare in questo modo? – scatta sulla difensiva.
- Certe volte mi dai proprio sui nervi! Oh, non avrei dovuto
chiedertelo!!- e mette su un broncio delizioso. Non sono un asso con le conversazioni e con il consolare le persone e la situazione ha preso una piega sbagliata.
Mi allontano un po’ per poi tornare sui miei passi, ma lei alza appena la testa dal cuscino e mi manda via
- Non mi va di parlarne!- mi dice, bloccando sul nascere ogni mia iniziativa. Torna a sdraiarsi e i suoi occhi verdi si chiudono, precludendomi quel bagliore che nulla a che vedere con il mako. La luce delle sue iridi illumina di dolcezza, speranza e voglia di vivere …
Mi allontano facendo ciò che mi chiede e con un solo pensiero nella testa: perché non le ho risposto? E’ vero che non ci penso mai?

Torno alla realtà  e al silenzio della piazza.
Se solo le avessi risposto, se solo avessi capito …
Stappo la bottiglia che mi sono portato dietro e do un’altra profonda sorsata.
L’insegna “Surfin Suntan” oscilla un po’, mossa dal vento, così come le palme sul ciglio della strada. Riesco ancora a ricordare i bambini giocare a pallone e le donnine allegre salutare ammiccanti dalla finestra del bar di fronte. Anche nel locale di Rufus le ragazze sono così disponibili?  Anche Tifa lo è? Lo chiedo nuovamente al liquore giallastro, unico compagno dei miei pensieri notturni. Quando lo avvicino alla bocca, però, mi rendo conto che ne è rimasto giusto un goccio che non può placare seriamente tutta la mia ira. Giuro, vorrei davvero riporre educatamente l’involucro di vetro nell’apposito cestino, come chiede il tabellone per la raccolta differenziata, ma il contenitore non sta fermo, dondola, gira, sussulta, non si fa centrare. Mi appoggio a un palo della luce e chiudo gli occhi per un momento, sperando che il mondo si decida a smettere di ballare, prendo fiato, mi faccio coraggio e mi allontano dal mio appiglio, muovo qualche passo in avanti ma la solidità delle mie gambe non mi rende onore. Mi fermo davanti a un’aiuola dai fiorellini bianchi e gialli, la bottiglia mi scivola di mano , mi abbasso per riprenderla ma l’equilibrio non mi appartiene più. Quando tocco terra i miei occhi sono già chiusi.

- Ciao, ciao!-
Dio, la testa!
L’odore dolciastro dei fiori attanaglia le mie narici. Non è brutto,però in dosi massicce può diventare fastidioso, specie se associato al mal di testa e alla nausea.
- Ciao, ciao!-
Una voce sembra invitarmi ad aprire gli occhi.
La sua voce?
Aeriht …
Spalanco gli occhi e mi sollevo un po’ tenendomi la testa, tutto intorno a me gira vorticosamente.
Che stupido che sono, per un attimo mi è sembrato di sentirla. Basta, Jack è un buon compagno per le serate in solitudine ma forse è il caso di non tirare più la corda in questo modo, per un po’ di alcol ho ricominciato a sentire le voci, e che diamine! Spero che Barret non venga mai a saperlo, io di certo non glielo racconto.
Mollo la presa sui miei gomiti e ricado all’indietro, tra i fiori e il terriccio umido dell’aiuola. Il cielo è scuro, trapuntato di stelle e l’unica cosa che mi consola è che la loro intermittenza non è dovuta alla mia incapacità conclamata di reggere i liquori. Chiudo gli occhi e inspiro profondamente.
-Tutto ok?-
Di nuovo?!
Diavolo, adesso sono sveglio, non posso essermela immaginata! Spalanco gli occhi e volto la testa di lato, da dove la voce di donna proviene.
 
La nebbia che respiro ormai
si dirada perché davanti a me
un sole quasi bianco sale ad est

La fronte spaziosa coperta in parte dalla frangetta, le labbra piene tirate in un sorriso tenero, le guance rosee, il naso un po’ all’insù, i boccoli morbidi ad incorniciarle il viso ovale,  gli smeraldi delle sue iridi incastonati tra le ciglia lunghe, come dimenticare questi dettagli? Una luce nella notte, la stella più luminosa che sia mai esistita.
- Non perderai mai la cattiva abitudine di atterrare sulle aiuole, hai visto come hai conciato questi poveri fiori? Non sono resistenti come quelli della Chiesa del Settore 5! Sai, credo che dovresti stare più attento a dove decidi di cadere-
La conosco troppo bene questa voce e le sfumature che contiene, e so che tutto ciò sarebbe assurdo se fosse vero, tuttavia la sua sagoma si arricchisce di particolari man mano che i miei sensi ottenebrati dalla sbornia si riprendono. Il vestito rosa, leggero, il fiocco tra i capelli, il corpo magro e scattante …
- E’ un sogno? -
- Ha importanza?-
Non lo so …
Barcollando mi rimetto in piedi, aspettando che mi fornisca qualche spiegazione.
- Forse sì, forse no, chi può dirlo? In fin dei conti la coscienza ha tasti stati, compresi quelli alterati, chissà adesso la tua dov’è – alza le spalle con i suoi soliti modi sbarazzini.
- Quindi sono incosciente? -
- Non so rispondere neanche a questa domanda, ma credo che tu stia dando troppa importanza alla cosa- liquida la questione come se la situazione non abbia dell’incredibile. Si abbassa sull’aiuola e cerca di sistemare ciò che rimane dei fiori che ho schiacciato con il corpo.
- Perché sono qui? -
- Hai sbagliato di nuovo domanda, dovresti chiederti perché io sono qui – in effetti guardandomi intorno sono rimasto esattamente nel punto dove sono caduto. Tuttavia ciò che mi ha risposto continua a non fornirmi nessun chiarimento.
Tipico di lei.
- Allora, perché sei qui? – mi arrendo quindi consapevole che è lei a reggere le redini del gioco.
Mi sorride e solo Dio lo sa quanto quella semplice contrazione dei muscoli facciali mi sia mancata.
- Sono tornata per  qualcosa che desideravo tanto, ma che non ho fatto in tempo a prendere -
Adesso dovrebbe essermi più chiaro tutto ciò?
- E cos’è?-
Un altro sorriso, un’altra domanda lasciata senza risposta.
Abbandona la cura dei fiori e mi fa segno di seguirla.
Dopo un po’ ci ritroviamo in spiaggia, a passeggiare sulla sabbia fredda, a piedi nudi, io con i pantaloni di cotone avvolti fino alle ginocchia e lei che non si preoccupa minimamente di bagnarsi il vestito.
- Ho saputo che ti sposi, Cloud Strife- interrompe il silenzio. Questa affermazione mi fa trasalire, credo anche di essere arrossito. Mi fermo incapace di muovere un altro passo, mentre lei cammina lasciandomi leggermente indietro.
- Beh … vedi … Io … Sì, è vero- sospiro.
Si gira verso di me e mi scruta con i suoi preziosi smeraldi.
- Era ora! Tifa è una creatura adorabile una volta che decide di abbassare le difese – e mi fa lì occhiolino.
- Perché sei così sicura che si tratti di Tifa?-
Sbatte le palpebre e inclina la testa.
- Chi vuoi che sopporti quel tuo bizzarro carattere? Sei tremendo!-
Non è la prima volta che me lo dice …

Polvere, lamiere, macerie, colonne rovesciate, mi muovo agilmente tra i cumuli di vecchie case dei bassifondi, mentre una persona fatica a starmi dietro.
- Aspetta!- la voce di Aerith è affannata.
In modo un  po’ impacciato e facendo attenzione a non cadere, mi raggiunge con la stessa tenacia con cui un gattino cerca di tenere il passo della madre.
-Puff … Wheeze … Più piano … ci sono anche io … - ha il fiatone e si piega un po’ in avanti per recuperare un respiro regolare.
- Divertente … Potresti essere un SOLDIERS – la punzecchio ricordandole ciò che mi aveva detto circa l’intenzione dei Turks sul volerla rapire per farla arruolare .
- Oh, sei terribile!- batte i pugni sulle gambe e scuote la testa, ma si vede lontano un miglio che sta trattenendo una risata …


- Non sono così terribile se una creatura adorabile come Tifa ha accettato di sposarmi, non credi?- la stessa creatura che mi ha costretto a venire qui e a sventolarmi sotto il naso il fatto che lei e le sue grazie sono al servizio di un uomo a cui strapperei la pelle per farne carta da parati.
- Sai, ho l’impressione che quella sia solo una scusa-
Cosa?
- Di che parli? -
- E’ facile attribuire ad altri l’origine della nostra insicurezza. Rufus Shinra è solo una ragione neanche tanto consistente-
Questo è ciò che si chiama “leggere nel pensiero”?
- Sei proprio sicuro che sia quello il problema?-
Ma come fa tutte le volte a vedere dove neanche io riesco a far luce!

- Cloud … Io ti sto cercando -
- … ? -
- Voglio incontrarti-
- Ma io sono qui!-
- Lo so,lo so …  intendo dire … Voglio incontrare … te-



- Dovresti mettere una lampadina anche negli angoli bui del tuo cuore, altrimenti combinerai solo disastri-
E riprende a camminare.
Già mi è difficile credere che lei sia qui, ma suona ancora più assurdo che mi faccia la ramanzina.
- Credevo … ero sicuro che sarebbe andata bene, ma ci sono cose che sfuggono al mio controllo, cose di cui non capisco il significato e altre che lei vuole tenermi nascoste. Pensavo che sarebbe bastato un anello per conservare la nostra serenità, invece mi sono illuso per l’ennesima volta che anche io possa avere qualcosa di normale. Forse non sono abbastanza per lei, forse sono io a non farmela bastare, probabilmente è meglio che vada via prima che sia troppo tardi- è così facile parlare con Aerith, le parole lasciano la mia bocca come se non passassero dalle labbra. E’ una specie di flusso di pensieri che dalla mia mente si riversa direttamente nella sua.
Scuote il capo facendo oscillare la lunga treccia.
- Credo che se scappassi di nuovo, Tifa verrebbe a riprenderti e ti infilzerebbe allo spiedo come un pollo arrosto. E ne avrebbe tutto il diritto! -
Così sembra che sia solo colpa mia …
-Non ho parlato di colpe, ma di fiducia e di senso di responsabilità- afferma.
Di nuovo?!?
- Non ti accorgi che, nonostante tutto, è sempre lei quella che tende una mano verso di te? Ti rendi conto che per la prima volta da quando la conosci hai paura che sia lei a fare del male a te e non viceversa?-
Il suo sguardo si fa serio.
- Sei terrorizzato, eppure non dovresti, quella ragazza si farebbe ammazzare per te e farebbe di tutto pur di evitarti un dispiacere-
Non capisco cosa centri tutto ciò.
- Hai paura che possa spezzarti il cuore e preferisci spezzare il suo solo perché hai la strana convinzione  che la felicità fugga lontano da te-
Breve ed essenziale, però efficace.
- E io che credevo che il complicato fosse Sephiroth!- ridacchia.
- Non è così semplice!- protesto.
- Oh no, lo è molto, molto di più- si porta l’indice alle labbra rosse.
- Dimmi un po’, Cloud, tu la ami?-
Questa situazione è assurda.
- E sei proprio tu a rivolgermi questa domanda!-
Sorride.
- Ma certo, sono l’unica a cui non riusciresti a mentire. Potresti farlo con te stesso, ma non con me-
Una volpe, ecco cos’è! Altro che Antica …
- Beh, io non credo che.. è una cosa diversa da … -
- Non ti ho chiesto se provi per lei quello che provavi per me. Voglio sapere se è amore -
Dio, non lo.
- Non lasciarti condizionare dalla mia presenza, fai solo in modo che possa aiutarti a fare chiarezza-
Allunga una mano verso di me e lentamente avvicino le mie dita alle sue, fino a quando la mia presa si fa salda tra il tintinnio dei braccialetti che porta al polso.
Non so dire per certo che sto stringendo qualcosa di materiale, posso solo giurare che il calore che mi pervade è avvolgente e rassicurante come uno scialle che viene delicatamente poggiato sulle spalle di un neonato per evitare che prenda freddo.
Il calore di una madre.
Il calore della speranza.
Il calore di una luce.
- Sono tutto questo per te?-
Annuisco.
- E Tifa cos’è?-
Tifa cos’è …
Mi sembra di vederla quando, al mattino, si alza, si assicura che io sia ben coperto e lascia la stanza in punta di piedi. Posso vederlo il suo sorriso quando dimostro di apprezzare un nuovo piatto che ha cucinato, oppure quando cerca di nascondere il broncio se non mantengo un impegno preso.
Un amore senza pretese che si impegna ogni giorno a non lasciarmi nel buio.
Abbasso lo sguardo sulle nostre dita incrociate.
- Tifa è … un po’ di luce in un oceano di nero  -
Nero come la notte che solo adesso mi rendo conto sta volgendo al termine.
Aerith sorride soddisfatta.
Il vento le muove un po’ i capelli ed è talmente bella in questo momento che stento a credere possa essere davvero esistita.
- Il tempo a nostra disposizione è finito, Cloud. Devo andare-
Solo adesso mi guardo intorno e mi rendo conto che abbiamo raggiunto una scogliera da cui Costa del Sol sembra una cartolina natalizia, piena di lucette e stradine deserte.
Lasciarla andare.
E’ davvero possibile?
- Aerith!-
- Sì?-
- Cos’è quella cosa che desideravi tanto prendere?-
Sorride.
Si avvicina di più a me, lentamente, come per sincerarsi che tutto ciò stia davvero accadendo. Mi mette me mani sul petto, si alza in punta di piedi e sento le sue labbra prendere forma sulle mie.
Un bacio.
Aerith è tornata per un bacio.
Il mio bacio …
Abbasso le palpebre, le prendo le guance tra le mani e so che quelle lacrime tra noi non sono sue.
Il mio viso segue il suo quando si allontana e poggio la fronte sulla sua. Non ce la faccio a riaprire gli occhi.
- Adesso devo proprio andare- bisbiglia piano.
- Ti ricorderai di me?-
- Cloud, che domanda sciocca! Come dimenticarsi di uno terribile come te???-
Apro gli occhi e incrocio i suoi.
Mi si avvicina di nuovo, mi rimette le mani sul petto e le sue parole non mi sono molto chiare.
-Chiudi gli occhi e, quando li riaprirai dovrai guardare verso est-
Non mi da il tempo di risponderle,mi spinge e cado all’indietro giù per la scogliera e solo al contatto con l’acqua la mia mente torna avvolta nella nebbia.

E’ odore di fiori quello che sento?
Oddio, ho le ossa in frantumi, la testa che scoppia e lo stomaco in tumulto.
Ah, dimenticavo la bocca impastata …
Apro gli occhi e mi ritrovo avvolto da una macchia bianca e gialla.
Fiori?
Cerco di mettermi a sedere facendo leva con sulle mani ma afferro qualcosa.
La bottiglia di liquore vuota …
Oh no, un altro sogno!
Mi sollevo incazzato come una iena, però mi accorgo che i miei vestiti sono tutti bagnati. Il terriccio è asciutto, quindi … Però il mare è distante almeno cinquecento metri da qui!
Mi prendo la testa tra le mani, non ci capisco più niente.
Mi lecco le labbra e avverto un sapore dolce.
No, non può essere stato solo un sogno.

Chiudi gli occhi e, quando li riaprirai dovrai guardare verso est!

Le parole di Aerith mi tornano alla mente.
Guardare verso est.
Se la memoria non mi inganna ad est sorge il sole quindi …
Mi volto nella direzione che l’Antica volpe mi ha indicato e aspetto. Una linea all’orizzonte rompe il buio del cielo notturno e mi sembra di percepire un movimento.


Ma un ramo calpestato ed ecco che
ritorno col pensiero.
E ascolto te
il passo tuo
il tuo respiro dietro me

Pochi istanti ancora e una sagoma a me ben nota prende forma.
Tifa …

A te che sei il mio presente
a te la mia mente
e come uccelli leggeri
fuggon tutti i miei pensieri
per lasciar solo posto al tuo viso
che come un sole rosso acceso
arde per me. .

Le guance arrossate dalla corsa, la faccia stanca ma decisa, il diamante che brilla al suo anulare, Tifa sta sorgendo insieme al sole e sta tornando a casa, dalla sua famiglia, da me …

E Tifa cos’è?

Un amore senza pretese che si impegna ogni giorno a non lasciarmi nel buio.
E’ il sole che illumina la mia vita.
Allora perché tanta amarezza?

I dialoghi che compongono i ricordi di Cloud sono tratti dal videogioco di FFVII, mentre la colonna sonora e il titolo appartengono di diritto a Lucio Battisti.
Capitolo dedicato a Columbrina, colei che mi ha fatto conoscere Aerith, cosa di cui le sono infinitamente grata.

***

(Tifa)

Perdo un battito quando lo vedo, non immaginavo di ritrovarmelo sulla strada del ritorno. Dopo l’altra sera mi ha evitata per tutto il giorno e non mi ha neanche salutata quando ho montato il turno al lavoro. Incontrarlo per strada a quest’ora e con i vestiti bagnati risulta addirittura comico, benché non riesca seriamente a ridere della situazione.
Cloud mi guarda come se mi vedesse per la prima volta, ma dura molto poco, perché sul suo viso compare un’espressione sconfitta.
Cos’è questo senso di oppressione che avverto alla bocca dello stomaco?
Mi si avvicina tenendo gli occhi bassi, si morde per un attimo la mascella e poi sospira.
- Tifa, dobbiamo parlare …  -
E quel tono non mi suggerisce nulla di buono.
Un alito di vento dal mare fa oscillare il fiocco bagnato che portiamo sugli avambracci.

Perché mi sento come se avessi perso?






- Fine terza parte -





Coraggio, un' altra parte ancora e si ritorna tutti a casa!!!
Grazie a coloro che hanno letto e recensito, il prossimo capitolo sarà tutto per voi.
A presto, Manila.

  
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