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Autore: Valeriee    27/01/2013    26 recensioni
L’ho rifatto. Ancora.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aprì un occhio. Un comodino in legno. Sopra delle chiavi, il portafogli e una boccetta d’acqua, una penna, un blooknotes, con accanto un cioccolatino intatto. Chiuse gli occhi girando la testa dall’altro lato. Non voleva svegliarsi.

Allungò un braccio e sentì qualcosa di morbido e caldo. Lo tastò, non era decisamente un cuscino. Aprì lentamente gli occhi. Una ragazza. Maledisse mentalmente se stesso.
 
Cazzo. L’ho fatto. Ancora.
 
Sbarrò gli occhi alzandosi da quel letto. Era nudo.
 
Merda, merda, merda.
 
Raccolse per la camera i suoi vestiti infilandoseli. Guardò per un attimo la ragazza, che dormiva ancora, beata. I capelli marroni le cadevano sul volto, per poi finire sul cuscino. Le labbra socchiuse, e il corpo semi-scoperto.
Prese una ciocca dei suoi capelli, e gliela mise dietro l’orecchio. Le rimboccò le coperte così da coprirla.

Era gennaio, e dalla finestra si potevano vedere i fiocchi di neve che stavano imbiancando Londra.

Prese le chiavi e il portafogli, infilandoseli in tasca, insieme al pacchetto di sigarette e all’accendino.

Scrisse due righe sul blocchetto di fogli che dava in donazione l’albergo:

“E’ stato stupendo stanotte. Ora devo andare, ti lascio il mio numero, mi devo far perdonare, piccola. Scusa. Ci si sente eh! Baci, Zayn.

Ah, il cioccolatino è tuo!”

 
Diede un ultimo bacio sulla guancia candida della ragazza prima di infilarsi il giaccone e uscire dalla camera.
Scese le scale per arrivare alla hall dell’albergo. Guardò l’ora: le sette e cinque.

Non c’era il concierge.
 
Devo sbrigarmi. Proprio ora non ci doveva essere questo minchione? Cazzo.
 
Tamburellò con il piede per terra, finché non uscì da una porticina sul retrò un uomo robusto, pelato, in giacca e cravatta.

“Come posso aiutarla, signore?” disse sorridendo.

“Stanotte, cioè la notte appena passata, ho preso una stanza per due, la 204. Quanto le devo?” disse il ragazzo cercando di mantenersi calmo, non facendo trasparire lo stato d’ansia in cui realmente era.

“Un attimo che controllo.” Disse l’uomo iniziando a battere qualcosa sul computer “Si, ecco. Fanno 130 $”

Cosa? 130 $? E io ora dove li trovo tutti questi soldi? Cazzo cazzo cazzo.

Il giovane si tastò con ancora più ansia la tasca destra, trovando così il portafogli. Lo prese e lo aprì. Contò i soldi. 150 $. Tirò un sospiro di sollievo.
 
Porse i dollari all’uomo dietro il bancone aspettando la ricevuta e il resto.
Quando essi arrivarono salutò con un cenno della mano il signore e uscì dall’hotel, finalmente.
 
L’aria frizzante di Londra, lo investì in pieno. Si strinse nella sua giacca. Si trovava su Kensington Road, vicino a Hide Park.
Camminò un duecento metri circa quando si trovo nel parco.
 
Prese dalla tasca dei pantaloni il pacchetto delle sigarette con l’accendino. Ne sfilò uno per poi posarsela sulle labbra, tenendola ferma tra esse mentre riponeva il pacchetto nella tasta. Con una mano coprì la sigaretta dal vento, mentre con l’altra accese il fuoco dell’accendino, trasmettendolo alla sigaretta. Quando prese fuoco, mise in tasca l’accendino.

Fece un tiro, addentrandosi sempre di più nel parco. Non c’era nessuno, come poteva biasimarli. Erano le sette e tre quarti, quale matto si sarebbe svegliato a quell’ora?
 
Quel silenzio gli piaceva. Quel senso di calma, ci si trovava proprio bene.
 
Da quando la sua ragazza, o meglio, ex ragazza, l’aveva lasciato per andare a Milano per svolgere uno stage da modella, non era più riuscito a trovare una ragazza stabile.
E si erano lasciati da più di un anno, ormai.
Era ancora completamente innamorato, e le centinaia di foto che li ritraevano sorridenti appese alle pareti della sua camera, di certo, non lo aiutavano.
Da allora era entrato in un brutto giro, alcol, droga, e sesso.

“Tanto sesso, tanto spesso”. Questo detto era ormai diventato uno stile di vita, per Zayn. Le ragazze non tardavano ad arrivare, bello com’era.
Pelle ambrata, ricoperta di tatuaggi che gli davano un’aria da playboy. Gli occhi scuri circondati da lunghe ciglia nere, folte sopracciglia, nella destra, un taglio. I capelli neri alzati grazie alla lacca e al gel in un ciuffo di sette centimetri circa. Alto circa un metro e ottanta, magro, ma non troppo. Magro il giusto, con un bel po’ di muscoli, causati dalle innumerevoli ore che passava in palestra.

Era attraente, lo doveva ammettere. Delle volte pensava, addirittura, che qualunque ragazzo lo vedesse diventasse gay per lui. Quest’aria tenebrosa che era nel suo DNA, gli donava ancora più fascino. Il fascino attirava le ragazze e quindi il suo motto era presto soddisfatto.

Ma lui non voleva sesso, lui voleva amore, ma non amore da una ragazza qualsiasi, amore da quella ragazza che lo aveva abbandonato tempo prima.
 
Finì la sigaretta e con passo veloce se ne ritornò a casa, pronto a cercare una nuova ragazza da abbordare.
 
   
 
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