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Autore: _ciolofan    27/01/2013    1 recensioni
Guardai attentamente la collana,
sorrisi amaramente mentre piano piano la lasciavo scivolare dalla mano.
Sentii il rumore dell'impatto con il terreno che mi aveva accolta, che mi aveva vista piangere,
sentii una sensazione di libertà invadermi. Io lo sapevo che lui era solo un guaio.
Lui mi aveva presa in giro. Io ero solo una delle tante.
Io lo sapevo. Ma adesso volevo un nuovo inizio.
Non avevo bisogno di Harry.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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I Knew You Were Trouble

 

Cause I knew you were trouble when you walked in 
So shame on me now 
Flew me to places i'd never been 
So you put me down oh 
I knew you were trouble when you walked in 
So shame on me now 
Flew me to places i'd never been 
Now i'm lying on the cold hard ground 
Oh, oh, trouble, trouble, trouble.

[I Knew You Were Trouble - Taylor Swift]

 

 

[sottofondo]



Il vento era tiepido ma pungente,
come a deridermi e ad incolparmi della mia ingenuità.
Il terreno su cui giacevo stremata era duro e il mio corpo era indolenzito,
la polvere si sollevava da terra a causa del vento e sfiorava la mia pelle nivea.
Ogni granello di polvere che mi sfiorava era come una lama, una di quelle che ti pugnala
e che anche se ti prende alla sprovvista tu infondo sapevi che prima o poi ti avrebbe colpita.
Che stupida che ero stata! Come potevo esser stata così cieca? 
Perché la colpa era solo mia, come potevo anche solo pensare di essere stata speciale per lui?
Come? Patetica. Mentre cercavo di alzarmi poggiai una mano su una collana,
una collana che io conoscevo benissimo.
Tutto ad un tratto i ricordi ritornarono vividi nella mia testa
e con le lacrime agli occhi ripercorsi tutti i momenti belli e brutti della nostra storia..
 

Flashback

Ti osservavo da lontano mentre le mie amiche confabulavano qualcosa tra di loro
finché Rin non mi sventolò più volte una mano davanti agli occhi così le rivolsi
la mia attenzione finché tu non mi picchiettasti con l’indice sulla mia spalla,
mi girai di scatto spaventata per poi irrigidirmi rendendomi conto della tua presenza.
Sorrisi imbarazzata, tu, i tuoi occhi, la tua presenza mi metteva in soggezione.
“Ciao ragazze” dicesti guardandomi. Arrossii e sorrisi.
Poggiasti il tuo cappello sulla mia testa mentre mi scostavi una ciocca
dei miei capelli rosso fuoco. Mi guardavi con tale attenzione, sembravi così preso
-già ‘sembravi’- , non c’era bisogno di parole. “Ciao Harry” sussurrai sicura che
tu mi avresti sentita, eri talmente vicino, penso di essermi innamorata già da allora.
  “Come va?” mi chiedevi, come se la risposta ti interessasse veramente.
“Bene, tu?” Avevo risposto ingenuamente. Sorridesti per poi darmi un bacio sul naso,
tu sapevi che io ero attratta da te, tu sapevi che ero cotta ma quello che non sapevi
era che ti amavo. Colpo di fulmine o meno io ti amavo.

 
 

Mi avevi chiesto di uscire insieme e io risposi si, di getto.
Ero al settimo cielo, vedevo tutto a cuoricini, rose e altri fiori.
Quel giorno mi preparai stando ben attenta a non esagerare o vestirmi da stracciona.
Ti avevo visto lì, seduto ad un tavolo-suppongo il nostro-immerso nei tuoi pensieri
e automaticamente avevo sorriso. Sentivo le farfalle allo stomaco,
l’euforia scorrermi nelle vene e... arrossii come ogni volta che mi guardavi,
con quei occhi penetranti. E infatti tu stavi li ad aspettarmi mentre sorridevi furbo
e mi fissavi. Eri incredibilmente bello, tutto di te mi attirava. 
I tuoi capelli ricci e all’apparenza soffici che sembravano gridarmi “Toccaci”,
le tue fossette che erano incredibilmente dolci ma anche dannatamente furbe.
I tuoi occhi verde smeraldo che tanto mi mettevano in soggezione,
le tue labbra straordinariamente rosse che mi ipnotizzavano e che
mi facevano venire perennemente voglia di baciarle.
Perfino il modo in cui ti ponevi o ti muovevi, per me eri perfetto,
con tutti i tuoi tatuaggi con tutti i tuoi difetti.
“Hey, finalmente sei arrivata principessa”



Mi ricordo che mi chiamavi spesso così, ma penso di non essere stata l’unica di beneficiare di quel nomignolo.


 Io ti avevo sorriso -come sempre- “Già, se qui da molto?” risposi,
ero preoccupata di averti fatto aspettare, di averti fatto innervosire ma tu
invece mi regalasti un sorriso rassicurante e con la tua voce roca mi dicesti “No tranquilla,
anche io sono arrivato da poco, vogliamo sederci o preferisci rimanere in piedi?”
mi domandasti alla fine divertito dal mio comportamento.
Ero rigida come un palo ed estremamente imbarazzata. “Ehm.. no, certo che no”
risposi sentendo il sangue fluire alle guance.
Appoggiasti una mano sulla mia schiena fino a che essa non si impossessò del mio fianco.


Sorrisi al ricordo, ero tre metri sopra il cielo, in estasi totale e per poco non andai in iperventilazione, per poco.


L’imbarazzo cessò dopo che ci sedemmo e tu iniziasti a sfiorarmi la mano che avevo appoggiato sul tavolo di legno massiccio. Mentre parlavamo del più e del meno e
iniziavamo a conoscerci afferrai la mano con la quale sfioravi la mia e la strinsi
arrossendo ulteriormente. Tu ti avvicinasti e mi baciasti la punta del naso poi le guance
e infine quel lembo di pelle che c’è tra l’attacco del naso e del labbro superiore.
Non ti spostasti, anzi, ti avvicinasti di più e mi baciasti.
Un bacio a fior di labbra, uno sfioramento seguito da un altro.
Mentre intrecciavi le dita della tua mano non le mia avevi appoggiato
l’altra mano dietro alla mia nuca. Ti staccasti mi sorridesti e dopo ti alzasti in piedi
salendo sul tavolo di legno, io un po’ mi vergognavo ma tu mi prendesti per le mani
facendomi salire sul tavolo per poi baciarmi rassicurandomi e dicendomi
“Tranquilla, tanto qui sono tutti matti”. Beh di certo non era gran che come sicurezza,
ma quella tua pazzia mi mandava i sensi in tilt, per non parlare del tuo profumo inebriante.


Le emozioni che provavo quando stavo con te erano indescrivibili, troppo forti . ma tu mi usavi. Pensavi sul serio che ti avrei fatto qualcosa? Che mi sarei vendicata? Non sapevi che la mia vendetta migliore sarebbe stata l’ignoranza, inizialmente dolorosa ma poi pura e gratificante ignoranza. Ma a te piaceva prendere le botte vero? Me lo ricordo, sai?


Alla nostra seconda uscita mi portasti ad una festa, c’era una band che suonava,
rock suppongo, e tanta gente che si scatenava come ossessa.
Non ero ma andata a una di quelle feste, era strano, ero spaesata ma ogni qualvolta
che tu mi guardavi ti rassicuravo con un semplice sorrisino imbarazzato.
I capelli -per fortuna- mi aiutavano a confondermi, mi erano stati d’aiuto il trucco,
quella sera era più pesante e l’abbigliamento più libertino, mi avevi detto che mi avresti
portata ad una festa un po’più movimentata e ti eri raccomandato di non mettermi vestiti succinti o gonne, mi avevi detto “Vestiti alla mano, non andiamo alle classiche feste”.
Maledetto tu, la tua passione per la musica rock, i tuoi riccioli, la tua voce roca ipnotica
e i tuoi modi di fare.



Da quel giorno iniziammo a frequentarci, tu mi facevi sorridere e soffrire allo stesso tempo. Ma io ero cambiata, tu mi dicevi di lasciarmi andare e all’inizio mi piaceva anche quella scarica di adrenalina che mi attraversava per tutta la lunghezza della colonna vertebrale ma poi piano piano iniziai ad accorgermi che mi stavo tirando la zappa sui piedi da sola, mi stavo autodistruggendo.


Giorno dopo giorno ‘io’ mi affezionavo sempre di più a te.
Litigavo con i miei genitori, loro mi dicevano che eri un tizio poco raccomandabile
e che non dovevo più vederti, così mi ritrovai a scappare di casa.
Una delle più grandi cazzate della mia vita. Mi ospitasti nel tuo appartamento,
non era granché ma c’eri tu e questo mi bastava.
All’inizio ci divertivamo come due bambini, tu suonavi la chitarra io cantavo
e nel mentre saltavamo insieme su letto oppure il pranzo che finiva in una battaglia
con il cibo. Eri un così bravo attore. Alla nostra quarta uscita ufficiale mi portasti
in un pub. La prima cosa che notai fu il tavolo da biliardo circondato da quattro omoni
che assomigliavano a quattro armadi. Appena ti videro il loro guardo divento scuro
e furente mentre tu sfoggiavi uno dei tuoi sorrisi a mo’ di presa per il culo,
i cosiddetti sorrisetti sarcastici o ironici.
Beh sta di fatto che il più grosso si avvicinò e ti afferrò per il colletto della giacca di pelle nera che indossavi e ti ringhiò a denti stretti qualcosa a me sconosciuto, ero confusa,
era una di quelle situazioni assurde, da film. Mentre io iniziavo a preoccuparmi 
tu gli sorridevi strafottente in faccia, come se non te ne sarebbe fregato niente  
se di lì a poco ti avessero pestato. Infatti mentre uno dei quattro omoni mi teneva ferma,
io mi dimenavo come una pazza per liberarmi, come se avessi potuto fare qualcosa,
due di loro ti tenevano mentre il ‘capo’ si divertiva a menarti.
Codardi.
Dopo che ebbero finito l’omone che mi reggeva mi scaraventò a terra ghignando.
Non mi interessava se avevo i polsi violacei, non mi importava se mi avevano fatto male.
Io volevo solo che tu stessi bene.
Mi avvicina ti alzai e ti aiutai ad arrivare al tuo pick-up metallizzato.
Ti feci accomodare al posto del passeggiero per poi mettermi alla guida.
Una volta giunti a casa tua ti aiutai ad arrivare in camera fino al letto dove ti disinfettai
le ferite. E per amor tuo non riuscii a chiudere occhio tutta la notte.
La preoccupazione mi massacrava.

 
 
Non mi ringraziasti, ma a me non importava io volevo solo che tu stessi bene.

 
Dopo quell'avvenimento i giorni passavano e la nostra relazione sembrava migliorare
-ancora una volta 'sembrava'-. Passavamo i giorni a giocare come due bambini all'aperto
e a coccolarci, non pensavo fossi capace di dimostrare tale dolcezza.
Mi stupivi, ogni giorno di più, e più tu mi stupivi più io mi innamoravo. 'Ero' persa. 



Già, lo ero. Ma la rabbia nei tuoi confronti mi rodeva talmente tanto -quasi- da far passare
in secondo piano i mie sentimenti nei tuoi confronti. Quasi. 


L'ultima volta che ti guardai con amore 'puro' tu mi dicesti che saremmo andati
ad una festa all'aperto. In verità quella sera ero un po' giù di corda ma tu non te ne
accorgesti così mi vestii con dei jeans aderenti neri e una maglietta semplice,
il tutto abbinato a delle All Star.
Semplice, non ero dell'umore giusto e avevo un brutto presentimento
in più la festa era all'aperto e non avevo di certo intenzione di prendermi un malanno,
quindi il mio abbigliamento sarebbe andato più che bene.
Mi truccai e quando finii mi chiedesti se ero pronta per poi avviarci alla festa in macchina.
Quando arrivammo c'era un sacco di gente e la musica era a palla,
più in là avevano allestito una piccola barracca che fungeva da bar e avevano anche
collegato degli 'occhi di bue' -le luci- colorati sulle margini della pista da ballo.
Ci dirigemmo verso il 'bar' e ordinammo un cocktail, lui continuava a sorridere
tranquillamente e io mi sforzavo di ricambiare ma la verità era che l'angoscia
causata dal brutto presentimento si faceva sempre più presente in me.
Certa che fosse solo una mia stupida convinzione ordinai un altro cocktail
e dopo che lo finidi bere agguantai Harry per il polso e lo trascinai alcentro della pista.
Corpo contro corpo. Ogni minuto che passava io mi sentivo sempre più leggera,
segno che l'alcol stava facendo effetto. Persi la cognizione del tempo, ballavo,
ballavo e ancora ballavo. Non mi rendevo più conto di chi avevo intorno,
cercavo solo di distrarmi e divertirmi.
Solo dopo mi accorsi che Harry non ballava più con me e di conseguenza
era anche sparito dalla mia visuale, decisi di andare a cercarlo.
Non lo avessi mai fatto.
Era lì che si limonava una biondina, Rin.
Bene.
Sentii le lacrime pizzicarmi gli occhi e le forze scivolarmi via dal corpo.
Non ci feci caso. Incominciai a correre come a scappare da quello schifo di situazione.
Corsi fino a che non sentii la musica più ovattata e un po' più lontana quindi.
E fu allora che resi veramente conto di cosa era successo.
E fu solo allora che mi lasciai andare piangendo come una bambina e accasciandomi
a terra dove con il trucco interamente colato sulle guance e le lacrime che
non davano segno di smettere di cadere mi addormentai inconsciamente.




I ricordi erano ancora vividi.
Guardai attentamente la collana, sorrisi amaramente mentre piano piano la lasciavo
scivolare dalla mano.  Sentii il rumore dell'impatto con il terreno che mi aveva accolta,
che mi aveva vista piangere, sentii una sensazione di libertà invadermi.
Io lo sapevo che lui era solo un guaio.
Lui mi aveva presa in giro. Io ero solo una delle tante.
Io lo sapevo. Ma adesso volevo un nuovo inizio.

Non avevo bisogno di Harry.





Corner :)
ehm.. ciao? 
Il titolo multi colore asfjk
No. Occhei lo so che non è granché ma mi sono fissata 
con I Knew You Were Trouble della Swift quindi ehm.. eccomi qua!
AHAHAHA Eniuei  il banner come sempre fa cagare le merde secche e niente.
Ho cercato di parlare il meno possibile del personaggio femminile
così che voi altre vi possiate immedesimare meglio in lei :)
spero che vi gusta(?) come idea e poi niente vfadvhjajh 
Volevo scusarmi con chi segue l'altra mia storia giuro che aggiorno il prima possibile uu
E' che il mio computer Emalleo ha avuto qualche problemino tecnico e s'impallao
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA occhei non fa ridere ma è vero, mi si è rotto
e ho perso l'altra metà del capitolo in più la mia one-shot di capodanno è andata persa,
è sparita, evaporata, eclissata se l'è magnata la terra.
CARRYY OOOOOOOON
ritornando a noi shut up gente sono tornata a scassarvi ajbsa
e preparatevi perchè ho in serbo per voi altre tre one-shot e una long :)
vi distruggerò :) sks come sono simpy lol occhei no. AHAHAHAH
Ora però scompariscio anche io perchè questo corner sta
diventando un romanzo quindi                                                                                     |
ciau c: Ah e se volete chiedermi qualcosa su twitter ecco il link (cliccate sull'immagine)    V

                                                                        


Ps. Maremma buzzona! Mi sta andando in palla il computer mi fa versi strani. Vaffammuoc'(cit.).

Pps. me la lasciate una recensioncina? plzzzz  occhei me ne vado .-.


_ciolofan

 

  
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