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Autore: Distress_And_Coma    27/01/2013    1 recensioni
"Pensava che il destino con lui non era stato benevolo. Fino al giorno in cui incontrò quattro ragazzi, che, forse per uno strano scherzo del destino, avevano il suo stesso sogno. Perchè lui, Takanori Matsumoto, diciannovenne ragazzo di Kanagawa, aveva un talento innato per il canto."
[...] "Perchè sapeva cos'era. [...] Sapeva che era stato dato in affidamento, e che il giorno in cui tutte le televisioni diedero la notizia del ritrovamento del cadavere di Junko Furuta, lui pianse."
Genere: Generale, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
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did I fall in love? Sul display del cellulare campeggiava un sms di Reita: "Degnati di chiamare, quando ti sveglierai!". Sempre fine e delicato, come al solito.
Molto probabilmente avevano ancora fatto a botte, i due piccioncini.
Ignorò il messaggio, concentrandosi sulla persona che gli aveva rapito il cuore. Aveva trovato casa contro il suo petto.
Andò in cucina e preparò la colazione per due.
"Giorno, Taka"
"Oh, anata. Ho preparato la colazione. Che ne dici di seguirmi agli studi, dopo? Così conosci i miei amici."
"Certo, non vedo l'ora" disse lei entusiasta.
Mentre mangiava la colazione che Takanori le aveva molto gentilmente preparato, si lasciò scappare un "Mhm, è molto buona!"
"Davvero? Grazie!"
"Che altro sai cucinare di buono?"
"In realtà quasi nulla, ma Kai si che sa cucinare! Mi sta già insegnando qualche cosina..." disse Ruki tutto rosso in viso.
Con i The Gazette era già riuscito a comporre qualcosa di ascoltabile, un pezzo a metà tra rock e pop. Ma le parole mancavano ancora.

Arrivarono a casa di Kai in poco tempo.
"Ragazzi, vi presento Reila Tanaka, la mia fidanzata"
"Piacere di conoscerti, Reila. Io sono Kai, leader dei The Gazette. Lei è Emi, la mia fidanzata."
"Io sono Reita, bassista"
"Io sono Aoi, primo chitarrista. Lui è Uruha, la nostra seconda chitarra."
"Sono molto onorata di conoscervi."
Uno squillo interruppe le loro conversazioni.
"Perdonatemi, è il mio" disse Reila, estraendo con un elegante gesto rotatorio del polso il cellulare dallo zainetto che si portava sempre dietro.
Il numero era segnato come sconosciuto, ma lei rispose comunque. E mise in vivavoce.
"Reila, a quanto pare sei rimasta la solita sgualdrina che eri quando ti ho conosciuto. Non sono mai riuscito a stuprarti come si deve perchè tutte le volte che stavo per farlo sei riuscita a scappare. Ma non pensare che mi arrenda solo perchè ignori le mie mail. Comunque, ora che faccio parte della Yakuza, ti posso rintracciare comunque, dovunque tu sia. Ti tratterò come è già stato fatto con Junko Furuta, farai esattamente la sua stessa fine."
In seguito la chiamata si chiuse, lasciando tutti impietriti. E Reila era sotto shock.
Attorno a Reila c'erano sguardi allibiti, persone che nulla sapevano di questa storia ne venivano a conoscenza.
Takanori la fece immediatamente sedere e la strinse a sè "Stai calma, piccola Reila. Era il tuo ex?"
"Si" unica risposta monosillabica.
"Te la sentiresti di spiegarci questa cosa, Reila?" le chiese dolcemente Reita. Era rimasto turbato anche lui.
Ci mise un po' a trovarele parole giuste, lui che di solito aveva sempre la parlantina pronta.
Ma lei appariva spaventata.
"Reila, NON ti toccherà. Te lo giuro" le disse il suo Ruki.
"Era il mio ex al telefono. Si chiama Kansuke Yoshimizu. Ci siamo conosciuti a cena, perchè la mia famiglia voleva che mi sposassi e che fossi economicamente sistemata."
"Quindi la tua famiglia e la sua si sono messe d'accordo?" chiese Emi.
"Beh... Si. Ma nessuna delle due sa che lui fa parte della Yakuza. Mi sono avvicinata a lui perchè appariva forte, tranquillo e rassicurante."
"Uhhhhh... Rassicurante.... Si, infatti!" disse Uruha.
"Urupon, sono d'accordo con te."
"Per una volta, Kai"
"Continua a raccontarmi, itoshii, te ne prego" la supplicò il ragazzo.
"Beh, all'inizio ha ovviamente badato a nascondermi chi fosse veramente. Ha badato a nascondermi che fosse malvagio."
"Molto probabilmente voleva che tu ti avvicinassi a lui" disse Reita, sovrappensiero.
"Non era ancora entrato nella Yakuza, ma dopo un po' che stavamo insieme iniziò ad essere geloso, ecco. Per un po' mi è piaciuto, perchè ho pensato che ci doveva davvero tenere a me".
"E' comprensibile, no?" disse Aoi "Anche a me piacerebbe avere un ragazzo un po' geloso".
"Guarda, se vuoi lo divento" disse Reita ironicamente. Facendo scoppiare tutti a ridere ed allentando la tensione accumulata.
"Che cosa?! Voi due..." esclamarono con sorpresa le due donne.
"Si, stiamo insieme. Sono innamorato del più bel bassista al mondo." disse il chitarrista, con molta fierezza negli occhi.
"Scusami tanto, Reila. Avrei dovuto dirtelo subito. Forse ora non ti piaccio più come prima..."
"Ma che dici? Adesso mi piaci molto di più. Una persona come te, che mostra amicizia anche per coloro che la società considera diversi... Sei un po' come me. Io non ho mai amato questo tipo di angherie, specie verso i più deboli." disse lasciandosi abbracciare. "E poi, voi mi state già molto, molto simpatici."
I suoi nuovi amici la ringraziarono con un caloroso sorriso, che le diede la forza di continuare il suo racconto, il quale si prospettava tutt'altro che due semplici caffè...
"E cosa ci dici riguardo il tuo ex un po' geloso?" le chiese Uruha.
"Beh, è divenuto ossessivamente geloso con il tempo. Non mi permetteva di uscire da sola, mi controllava tutto il tempo. Per questo l'ho mollato. Pensavo che lui accettasse la situazione, o almeno speravo".
"Fammi indovinare... Ha iniziato a perseguitarti" Kai si riprese. Quella brutta storiaccia lo aveva immobilizzato accanto ad Emi.
"Pensavo che avesse accettato la situazione così cme gliel'avevo proposta io, cioè che io fossi semplicemente la sua ex. I giorni hanno iniziato a passare senza che lui facesse mossa alcuna. Per questo mi sono convinta che forse io e lui dovevamo tornare amici. Mi recai a casa sua quel giorno, lui sembrava cambiato. Non era più geloso, era anzi tornato la persona che ricordavo agli albori della nostra diciamo relazione, se si può definire così. Mi accolse calorosamente, ed io mi sono lasciata intortare, come al solito.
Quando sono uscita dal suo appartamento, ha preso un vas di vetro e porcellana, credo." Reila si interruppe.
"E..." Takanori voleva che lei continuasse.
"E non mi ha centrato per un soffio." disse Reila, molto tristemente. Takanori se la strinse.
"E dopo il fatto del vaso?" chiese Emi, molto turbata. Si poteva vedere da come stringeva la mano di Kai.
"Una settimana dopo ha iniziato a mandarmi messaggi minatori al cellulare. Credo che fossero pochi all'inizio. Così cambiai cellulare e numero, ma non gestore."
"Come mai?" le chiese il ragazzo accanto a lei.
"Ero abituata ad usare quello" disse lei, con tanto di scossetta di spalle.
"Inoltre, mi sono trasferita qui a Tokyo da Kokura. Credevo che una tale distanza da me potesse scorraggiarlo. Ma lui ha continuato a mandarmi mail minatorie addirittura sul mio pc."
"Con che frequenza te le ha mandate? Scusami se sono invadente, itoshii, ma quel tipo mi pare molto poco raccomandabile."
"Mah... andava aumentando sempre di più, giorno dopo giorno. Credo che a una settimana fa il numero fosse delle 700 email al giorno."

"Dalla sera alla mattina? Cioè... Dalla mezzanotte alla mezzantte successiva?" chiarì Aoi, non voleva essere frainteso.
"Esatto"
"Quindi è per questo che hai bloccato il contatto."

  
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