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Autore: titti6493    18/08/2007    7 recensioni
“Ti sei mai innamorato?”
“Questa è ancora peggio dell’altra. Dai Granger. Non ti ricordi? Essere senza cuore, uomo di ghiaccio eccetera?”
“Non mi hai risposto”
“No, non mi sono mai innamorato. E non credo che lo farò mai. Ora, anche se è una domanda piuttosto stupida, lo chiedo io a te. Ti sei mai innamorata?”
“Sì”
“Di chi?”
“Ehi... toccava a me... comunque non lo conosci, non era di questa scuola. E prima che tu me lo chieda, non era Krum”
“Perchè ‘era’?”
A Draco sembrò che Hermione stesse allontanando un po’ la sua rigidà e che si stesse aprendo più di quanto pensasse all’inizio. Con lui. Certo, era strana...
“è morto, quasi sei mesi fa. Prima dell’ inizio della scuola”
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hermione Jane Granger e Draco Lucius Malfoy erano a detta di tutti la perfezione fatta a persona.
Lei alta, slanciata, con lunghi boccoli castani e occhi color cioccolato.
Lui alto, muscoloso ma non troppo, biondo, con occhi talmente chiari che non si sapeva se fossero più verdi, grigi o azzurri.
Entrambi all’ultimo anno della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Entrambi tra i migliori del loro anno, lei di tutta la scuola.
Lei, Regina Mezzosangue, o Regina Grifondoro.
Lui, Principe Purosangue, più conosciuto come Principe Serpeverde.
Principe delle Serpi.
Nessuno poteva vantarsi di aver visto una lacrima solcare la guancia di uno dei due.
Nessuno poteva vantarsi di esser riuscito a far ridere sinceramente uno dei due, se non i loro più stretti amici.
Entrambi freddi e distaccati.
Entrambi fieri, orgogliosi di se stessi e delle proprie origini.
Nemici.
Avevano smesso di insultarsi proprio quell’anno, essendo stanchi di comportarsi come degli stupidi.
Si limitavano alla reciproca sopportazione.

“Granger”
“Malfoy”
Malfoy entrò nell’aula di trasfigurazione, dove sperava di trovare un po’ di pace per dare almeno una letta alla lezione. Entrando si accorse però di non essere stato il solo ad aver avuto quell’idea. Vide la Granger, seduta in uno dei banchi al centro della classe. Le gambe accavallate, gli occhi che veloci leggevano le parole del testo, le mani che torturavano una ciocca di capelli, l’altra che giocherellava con un ciondolo a forma di cuore che stava appeso ad una catenina intorno al suo collo, i denti mordicchiavano leggermente le labbra.
Si sedette comunque a uno dei banchi vicino alla finestra, sapendo bene che la Granger non lo avrebbe mai disturbato, proprio perchè lui non avrebbe disturbato lei.

Come già detto, reciproca sopportazione.

Erano appena le quattro del pomeriggio e entrambi non avevano altre lezioni per quella giornata.
“Malfoy, non studi?”
Draco si era perso nei suoi pensieri guardando fuori da una delle tante finestre della stanza. Si stava annoiando, ma non avrebbe lasciato la calma di quella stanza per nulla al mondo, così si era messo a guardare il parco fuori dalla finestra perdendosi nei suoi pensieri.
“Non ne ho voglia. Mi annoio.”
“E tu Granger? Non studi?”
“Ho appena finito. Ma la biblioteca è piena, la sala comune è sovraffollata, così come la sala grande. Quindi credo che resterò qui a morire di noia”
“Mhpf”
“Sai che questa è la discussione più amichevole che abbiamo mai avuto in questi sette, lunghi, lunghissimi anni?”
“Sì, ci stavo pensando anche io”
“Non avresti qualche idea per ammazzare il tempo?”
“Un Avada Kedavra?”
“Ha-ha divertente. Sai cosa intendevo.”
“No. Non ho idee. Non so neanche cosa potremmo fare noi due insieme, considerando che non ci siamo mai nemmeno parlati. Se vuoi qui ho una fialetta di Veritaserum”
“Giri sempre con una fialetta di Veritaserum in tasca?”
“Ovviamente”
“Ok, allora propongo una specie di ‘gioco’. Beviamo ognuno un po’ di Veritaserum, e l’altro ci farà delle domande”
“E questo sarebbe un gioco? Ma fammi un piacere Granger!”
“Va bè, è un modo come un altro per conoscerci meglio. Ci stai, o devo dedurre che hai paura di una Mezzosangue che ti fa qualche domanda?”
“Ok, ok facciamo questo fantastico ‘gioco’” rispose lui dopo un attimo di esitazione, punto nell’orgoglio. Si dicesse mai che Draco Lucius Malfoy ha paura!
Draco tirò fuori la fialetta e la porse a Hermione.
“Prima le donne”
Lei la prese, le guardò in trasparenza, e, dopo aver deciso che era stata fatta per bene, ne bevette un paio di sorsi. Poi la porse a Draco.
Lui la prese e subito la svuotò con altri due sorsi.
“Bene, cosa mi vuoi chiedere?”
“Perchè sei finito a serpeverde?”
“Che domanda stupida... sono stronzo, bastardo, scaltro e ambizioso. In più sono un Malfoy. Dai Granger, ti facevo più intelligente...”
Hermione arrossì
“Non sapevo cosa chiedere...”
“Si va bè... tocca a me. Perchè studi sempre fino alla sfinimento?”
“Per colpa tua in realtà... per dimostrare al mondo che anche se sono una Mezzosangue non vuol dire che io sia più stupida o meno brava di un Purosangue” “Niente sete di conoscenza allora?”
“No”
“Dai, tocca a te. Fammi una domanda un po’ più intelligente però questo giro. Mi sto annoiando ancora.”
“Ti sei mai innamorato?”
“Questa è ancora peggio dell’altra. Dai Granger. Non ti ricordi? Essere senza cuore, uomo di ghiaccio eccetera?”
“Non mi hai risposto”
“No, non mi sono mai innamorato. E non credo che lo farò mai. Ora, anche se è una domanda piuttosto stupida, lo chiedo io a te. Ti sei mai innamorata?”
“Sì”
“Di chi?”
“Ehi... toccava a me... comunque non lo conosci, non era di questa scuola. E prima che tu me lo chieda, non era Krum”
“Perchè ‘era’?”
A Draco sembrò che Hermione stesse allontanando un po’ la sua rigidà e che si stesse aprendo più di quanto pensasse all’inizio. Con lui. Certo, era strana...
“è morto, quasi sei mesi fa. Prima dell’ inizio della scuola”
Draco non fece un piega
“Di cosa?”
“Avada Kedavra”
Si, decisamente si stava sciogliendo. Le guance ora erano leggermente arrossate, ma non per imbarazzo. Era tornata con i ricordi a quel periodo terribile dopo la morte del suo Luca. Gli occhi le diventarono lucidi, ma non si mise a piangere. Aveva pianto una sola volta negli ultimi sette anni.

INIZIO FLASHBACK
Di ritorno dal funerale.
Hermione, nel suo lungo vestito nero, guardava fuori dal finestrino. La giornata era soleggiata, gli uccelli cinguettavano, i bambini gridavano felici da un parco vicino.
I colori vivaci delle case risaltavano ancora di più con tutto quel sole.
Quella felicità era in netto contrasto con la triste giornata.
Hermione, con la sua famiglia, si trovava in una specie di bolla nera che teneva fuori tutti. E tutto. Ma non le cose tristi. Teneva fuori tutta la felicità tipica dell’estate, tutti i sorrisi.
Nella macchina aleggiava un silenzio pesante.
Hermione non aveva pianto. Non una lacrima. Neanche occhi lucidi.
Alla sua sinistra, in macchina, c’erano Harry e Ron, che erano venuti a trovarla.
Davanti, al posto guida, suo padre. Al suo fianco, sua madre.
C’erano tutti. Ma lei era sola.
Appena arrivata a casa si tolse le scarpe con il tacco e le pose nella scarpiera in bagno.
Silenziosa e lenta percorse tutti gli scalini che la portarono al piano superiore e finalmente raggiunse la sua camera.
Chiuse la porta a chiave.
Chiuse balconi e finestre.
Insonorizzò la stanza.
E urlò.
Urlò con tutto il fiato che aveva in gola il suo dolore.
Urlò finchè non rimase senza voce.
E allora, solo allora, si accasciò a terra, e pianse.
Pianse tutte le sue lacrime e tutto il suo dolore.
Pianse tutto il suo amore.
Pianse la cosa più terribile e antica.
Pianse il suo amore perduto.
Che mai, nel corso della sua vita, avrebbe mai potuto avere indietro.
E, purtroppo, lo sapeva anche lei.
Ma avrebbe tanto voluto illudersi, credere che potesse tornare.

FINE FLASHBACK

“Chi è stato?”

“Luca, no!!!”
“Hermione, stai là sotto. Torno subito.”
Luca si erse in tutta la sua altezza, e, bacchetta alla mano, marciò verso i Mangiamorte.
Uno di essi si voltò e lo vide.
Un ghigno apparve al di sotto della maschera nera.
Duellarono. A lungo.
Finchè Hermione non decise di intervenire.
Andò al suo fianco. Anche lei, bacchetta alla mano.
Il Mangiamorte la riconobbe subito. Non poteva lasciarsi scappare un’occasione così succulenta.
“Avada Kedavra!”
Luca le si piazzò davanti per proteggerla, e l’incantesimo lo raggiunse dritto al cuore.
Si accasciò al suolo, morto ancor prima di aver toccato terra.


“Tuo padre”

Il Mangiamorte ghignò ancora di più.
Si girò di scatto e vide che stavano arrivando gli Auror.
Si tolse la maschera e piantò gli occhi nelle iridi cioccolato di Hermione.
“Ci rivedremo, Mezzosangue”
Capelli biondi.
Occhi tempesta.
Carnagione lattea, quasi eterea.
Ghigno tipico.
Lucius Malfoy.


Draco si sentì a disagio, a quelle parole.
Doveva aspettarselo.
Quante volte quell’estate suo padre se ne era andato ed era tornato a casa solo diversi giorni dopo? E non era... stranamente soddisfatto?
Sapeva che andava a fare casino con un po’ di Mangiamorte, ma non era mai venuto veramente a contatto con il dolore causato da gente come lui.
Stranamente non trovò niente da dire, così rimase in silenzio.
“Diventerai Mangiamorte?”
“è così importante?”
“Per me è fondamentale.”
“No, non credo che diventerò Mangiamorte. Troppi rischi per una causa così stupida”
“E tuo padre?”
“è ad Azkaban, non può fare molto per il momento direi...”
“Sì ok, ma poi?”
“Cazzo non lo so! Ma poi cosa te ne frega a te?!?”
“Mi importi te”
Sì, era decisamente strana.
Cosa stava dicendo? Possibile che... ma no...
Era solo che si era fatta prendere la mano e stava dicendo cose che non pensava.
Ma... non avevano bevuto del Veritaserum poco prima?
“Io?”
“Tu”
“...”
“Sei molto più simile a me di quanto tu non creda, Malfoy. Non lo accetti solo perchè sono una Mezzosangue. Ma per il resto sai perfettamente che siamo molto simili.”


FINE CAPITOLO


SPAZIO AUTRICE
Lo so che ho già cominciato un’altra fic, ma mi è venuta l’ispirazione e non potevo non scrivere almeno il primo capitolo.
Se riesco aggiorno domani, sennò ci sentiamo a settembre perchè io dal 20 al 30 sono via (finalmente me ne vado anche io) ditemi cosa ne pensate, così magari vado avanti.
Se va proprio schifo la cancello.
Bacini, titti
  
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