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Autore: FrecciaJones    27/01/2013    1 recensioni
Questa ff racconta l'ipotetico sviluppo della storia tra April e Jackson dopo l'arrivo di Matt e la storia con Stephanie.Si sviluppa quindi a partire da situazioni nate nella nona stagione. L'inizio di una storia che illusterò in diversi capitoli.Spero sia di gradimento.Buona lettura.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: April Kepner, Jackson Avery
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nona stagione
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Le vite di Jackson ed April andarono avanti senza mai incontrarsi . La relazione con Stephanie era arrivata al capolinea, lo avevano capito entrambi e si erano lasciati senza troppo rumore. Con Matt invece le cose andavano meravigliosamente. Lui era così carino e dolce, rispettava i tempi di April e non osava andare oltre. Uscivano ormai da tre settimane e le cose non potevano andare meglio.
La settimana che era prospettata per April era però una settimana pesante. Quella stessa settimana avrebbe dovuto fare i conti con quell’esame che non era riuscita a superare, quello che le aveva quasi stroncato la carriera e l’aveva allontanata da Jackson e dal Seattle Grace Hospital, da quella che era ormai la sua famiglia. Questa volta ce l’avrebbe fatta, lo sentiva.  Tanti erano stati gli avvenimenti che avevano sconvolto lei e le persone di quell’ospedale quell’anno. Arizona aveva perso un arto, Derek aveva corso il rischio di non operare più, Mark e Lexie erano morti, Christina aveva lasciato il paese, Meredith aveva perso la sorella : un esame era niente in confronto.
Chiunque la incontrasse aveva sempre la stessa cosa da chiederle : “hai bisogno d’aiuto?”
-          “Io ho il metodo Torres” disse la Grey
-          “Io sono un genio” disse Christina
-          “Io sono riuscito a passarlo pur essendomi giocato la prima occasione!Avevo meno probabilità di farcela e ce l’ho fatta lo stesso!Sono un genio anch’io” aggiunse Alex .
-          “Grazie ragazzi ma posso farcela!” rispose April.
E ce la fece. Andò lì fece il suo esame e lesse i risultati 24 ore dopo. Era riuscita a passare, il futuro si spalancava davanti a lei, non c’erano più porte chiuse da sfondare, solo nuove conquiste da fare.  La notizia in ospedale si diffuse in fretta . Owen lo disse a Christina , che lo disse a Meredith e Alex, che lo disse a Jackson. Lui sorrise. Per la prima volta dopo tanto tempo sorrise pensando a lei. Era felice per lei, avrebbe voluto chiamarla , farle i complimenti , dirle ancora una volta che l’amava, ma no questo non lo poteva fare. Le parole sarebbero uscite fuori come un fiume in piena e avrebbero sradicato gli argini facendo solo danni e questo non poteva permetterselo.  
Ad aspettare April all’aeroporto c’era Matt, sorridente . Si abbracciarono e il bacio che seguì avvolse i due in una tenera confidenza, segno di un’intimità raggiunta.
Matt quella sera fu perfetto. Il ristorante, la cena, il vino , tutto era perfetto, niente più, niente meno. Arrivarono le telefonate dei genitori, quella del capo Hunt, quella di Meredith e Christina e un sms di Alex, ma non arrivò quella che tanto aspettava: quella di Jackson. Tornarono a casa, ed April invitò Matt ad entrare. Erano a proprio agio, lei stava bene con lui, sentiva che poteva lasciarsi andare, quando squillò il telefono. Scivolò dalle braccia di Matt immediatamente nonostante lui le avesse consigliato di lasciar squillare senza rispondere , ma lei non poteva non rispondere, poteva essere Jackson e lei aveva bisogno di sentirlo.
-          “Pronto?!”
-          “Pronto parlo con April Kepner?”
-          “Si sono io”
-          “Sono il direttore dell’albergo dove ha soggiornato nei giorni precedenti, ha dimenticato qui la sua carta di credito quando ha pagato volevo sapere come procedere per fargliela recapitare!”
-          “Oh la ringrazio” Fu la risposta.
La conversazione proseguì sull’iter burocratico che sarebbe seguito per la restituzione della carta. Matt aspettava, April rispondeva passivamente alle domande dell’uomo al telefono facendo finta di essere preoccupata della cosa. In realtà cercava di non far trapelare i suoi dubbi e non renderli visibili a Matt.  Quando mise giù la cornetta non si sentì di mentire ancora una volta, non quella volta, non al sorriso di Matt , ma soprattutto non a se stessa.
-          “Matt non posso , io … non posso , non con te !”
-          “April non capisco?Sembrava andasse tutto bene … è successo qualcosa?”
-          “Si ma non adesso, non per te e … non ci credo che lo sto veramente dicendo, ma , il problema non sei tu ! E’ solo che … io , io non posso!”
-          “E’ per Jackson?” Matt riuscì a dire quello che a April sembrava impossibile da pronunciare.
Il silenzio. Il “Si” non detto, l’affermazione arrivata e un bacio sulla fronte. “Meriti il meglio” disse lui andando via. Ancora qualche lacrima timida sul viso di lei e poi il silenzio. Accese la tv e si lasciò conquistare dal primo film che beccò in tv, non per piacere di vederlo ma solo per la voglia di riempire quella stanza di rumori. 
Quando spense la tv non andò a letto, era già tardi ma lo avrebbe trovato. Aveva intenzione di andare da lui. Aveva sorriso all’impossibile quel giorno, aveva superato l’esame solo perché era riuscita ad andare avanti, non si era stancata di lottare e questo le fece capire che solo così poteva essere felice.
Jackson era in ospedale quando ricevette una chiamata di emergenza sul cercapersone che lo convocava nella pista di atterraggio sul tetto dell’ospedale. Non si chiese come mai nessuno si stesse agitando nei corridoi per l’arrivo di un possibile caso grave, non notò che a correre era solo lui, perché un chirurgo può solo rispondere in un modo ad una chiamata di emergenza : scattando. Senza pensare e senza troppe domande corse su, in cima. Quando arrivò si accorse che nessuno stava lì ad aspettare , non un dottore, un infermiere , ne la vista (nemmeno lontanamente) di un elicottero, ma solo lei : April.
-          “Stavo guardando uno stupido film stasera” disse lei “dovevo passare la sera con Matt, ma lui è andato via, perché io avevo la testa altrove, avevo in testa te!” si avvicinò a lui “e insomma guardavo questo film e la protagonista ad un certo punto ha detto all’amica : trova almeno tre motivi per non farlo, se non li trovi , fallo!” iniziò a camminare su se stessa “Così io mi sono sforzata, ed ho trovato tre motivi per cui io non dovrei stare con te, e credimi mi sono pure convinta che fossero dei buoni motivi” Jackson cominciava a spazientirsi, poi lei si arrestò,estrasse un foglio di carta dalla tasca della sua felpa e continuò dicendo “Il problema è che ne ho trovato altri 75 per cui invece io dovrei stare con te, ecco guarda, puoi leggerli” lui sorrise e prese quel foglio “credo che ne avrei trovato altri, anzi sono sicura che li avrei trovati, ma mi sono resa conto che non valgono niente di fronte al fatto che … ti amo, si io ti amo! E non c’è lista di motivi che regga Jackson Avery!”
Un lungo bacio abbracciò la commozione dei due , che si lasciarono andare a quello che la vita stava riservando loro. Erano finalmente felici ed avevano pure una lista di motivi per esserlo e uno, il più importante, che li aveva portati lì, sino a scegliersi.

FINE.
  
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