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Autore: liamshair    27/01/2013    16 recensioni
-Harry allora ti aspetto, sbrigati a venire.- gli dicci al telefono, felice di vederlo.
-Arrivo piccola, prepara i pop-corn e il film. Cinque minuti e sono da te.- mi rispose lui, attaccando in seguito il telefono.
Quella fu l’ultima volta che sentii la tua voce. E se lo avessi saputo, non avrei mai attaccato il telefono.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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venti ottobre duemiladodici.





-Harry allora ti aspetto, sbrigati a venire.-  gli dissi al telefono, felice di vederlo.
-Arrivo piccola, prepara i pop-corn e il film. Cinque minuti e sono da te.- mi rispose lui, attaccando in seguito  il telefono.
 

**

 
Quella fu l’ultima volta che sentii la tua voce. E se lo avessi saputo, non avrei mai attaccato il telefono.
Passavano le ore, ma non arrivasti, non rispondevi al telefono, e iniziai a preoccuparmi. Così presi il giubbotto e uscii di casa.
Era una fredda giornata di ottobre, e il vento di Londra, mi scompigliava i capelli. Andai a casa tua e tua mamma, Anne, mi disse che eri uscito di casa per venire da me.
Mi preoccupai, corsi di nuovo a casa mia. Ma vidi una macchina, un’ambulanza, e un gruppo di persone curiose.  Non volevo crederci.
 
Tutti i giorni i nostri compagni di scuola, fanno la loro solita vita, sorridono, vanno alle feste, si divertono. Io mi chiedo come facciano.  Da quando non ci sei più, non sorrido, non mi diverto, non vado alle feste e non esco più.  Mi manchi sempre di più.
Ogni giorno, passo dal bar, dove ogni mattina facevamo colazione insieme. Mi siedo al nostro tavolo e prendo la torta che ti piaceva tanto. Ti ricordi i ragazzi della squadra da football? Quelli che mi insultavano sempre? Ogni mattina, ridono di me e pensano che io sia pazza, perché parlo da sola.
Mi siedo al tavolo del bar, e parlo, parlo come se tu fossi ancora qui con me. La cosa peggiore è che tu non sei più qui con me.
Mi mancano i pomeriggi passati a ridere con te.
Ti ricordi quel giorno, in spiaggia?
Era agosto, era una giornata particolarmente calda in Inghilterra. E tu, per scherzare, mi presi in braccio, e mi buttasti in acqua. Era freddissima, e io per riscaldarmi, mi attaccai a te. Ti abbracciavo forte, e mi sentivo protetta e non avevo paura, perché tu sai che non so nuotare, e ho una paura tremenda della profondità. Dopo un po’, mi portasti fuori, e mi lasciasti sulla sabbia.
Eri seduto per terra, e continuavi a fissarmi, mentre mi spazzolavo i miei lunghi capelli biondi, e sorridevi.
Dicevi di amare i miei capelli, e ogni volta che decidevo di tagliarli, anche solo di poco, tu me lo impedivi. Dicevi che ero perfetta.  Io sorrisi, e poi mi lanciai tra le tue braccia. Ero la ragazza ragazza più felice del mondo. Esatto, ero.
Ti ricordi quando, nonostante la nostra giovane età, andammo dal tatuatore e ci facemmo tatuare la H e la L?
Ero in ansia, perché era il mio primo tatuaggio, e tu mi tenesti la mano, per farmi capire che tu c’eri.
Avevi deciso di imprimere sul tuo corpo l’iniziale del mio nome, perché dicevi che ero la cosa migliore che ti fosse mai capitata nella vita.

Passavamo praticamente tutti i giorni insieme, e il fine settimana dormivamo insieme, abbracciati, e per farmi addormentare, mi accarezzavi i capelli.
Vorrei ancora addormentarmi tra le tue braccia, ma non posso, non succederà mai più.
Ti ricordi quando mi promettesti che mi avresti portato in vacanza in Italia?
Dicevi che mi avresti portato a Venezia, perché era la città degli innamorati, però noi eravamo due migliori amici. Volevi camminare mano nella mano con me, per poi fare un giro in gondola.
Io mi ricordo tutto questo, sai? E sto aspettando ancora il mio giro in gondola.
Ti ricordi quando andammo al parco, e indicemmo sopra un albero, le nostre iniziali? Perché entrambi volevamo che la nostra amicizia era per sempre.
Eri protettivo nei miei confronti, come quella volta che Liam mi lasciò. Arrivai a casa tua piangendo, e mi gettai tra le tue braccia.
Ma sai la cosa più bella, qual è?  Non volevi che perdessi la verginità con una ragazzo qualsiasi, perché pensavi che mi avrebbe usata e poi buttata via.
E sei stato tu, proprio tu, che mi facesti perdere la mia verginità.

Mi accompagnavi alle feste, uscivamo insieme, e mi facevi sentire una principessa.
Ogni pomeriggio vengo al cimitero, vengo a trovarti. Ti porto sempre una rosa, le tue preferite.
Ma sono stanca, Harry, sono stanca di piangere sempre. Mi chino davanti alla tua tomba, e piango.
E a leggere quel ‘Harry Styles. 1994-2012’ il mio cuore comincia a battere fortissimo, e il mio viso si riempie di lacrime. Perché, Harry? Perché proprio te? Perché non io? Vorrei tornare indietro nel tempo, ed essere investita io, al posto tuo, da quella macchina.
Le persone che girano per il cimitero, mi guardano e mi prendono per una pazza. Dicono ‘poverina quella lì, viene ogni giorno, secondo me è pazza.’. Ma loro non sanno, Harry. A diciassette anni, ho perso la ragione per cui vivo, tu.

La notte mi sveglio, urlando. Mio fratello viene in camera mia a consolarmi e dirmi che va tutto bene, ma lui lo sa, che non va tutto bene. Vede la luce nei miei occhi, vede che non è più quella luce felice, ma è una luce buia, cupa. Vede che non sorrido più come una volta, come quando stavo con te.
Il primo febbraio. E’ un giorno importante per entrambi, vero?
E’ il nostro compleanno. Quest’anno ho passato il nostro compleanno da te. Ho preso una sedia, una coperta, un libro e mi sono seduta davanti alla tua lapide. Piangevo e sorridevo.
 
Riuscirò mai a riprendermi? A ricominciare a vivere? Aiutami, perché io non lo so.
Ho perso la ragione di vivere, quando quel 20 ottobre, ti ho visto sdraiato per terra, con il viso pieno di sangue. Continuavo ad urlare ‘Harry rispondimi, rispondimi Harry. Ti prego, non mi lasciare, rimani qui con me, non te ne andare.’ , però non mi rispondevi, non mi sentivi. Poi sentii le parole del dottore dire ‘Non so sece la farà.’. Non poteva essere vero. Io sapevo che tu eri forte, e che ti saresti svegliato, però non ti muovevi, e non sapevo più cosa fare. Volevo farmi investire pure io, perché oramai la mia vita senza di te non aveva più senso, ma due grandi braccia mi presero e mi strinsero a sé. Era Louis. Insieme andammo in ospedale, e quando il dottore pronunciò quelle parole, mi senti cadere a terra.

‘Non ce l’ha fatta.’

Non ce l’ha fatta. Non ce l’ha fatta. Non ce l’ha fatta. Non ce l’ha fatta.

Queste parole rimbombano nella mia testa da quel fottuto giorno. E non riesco ad eliminarle. Vorrei, ma non ci riesco.
Ogni giorno vedo Anne, ma non sorride più. Vorrei tanto abbracciarla, ma non ho il coraggio. Ha uno sguardo spento, non parla più, e si chiude in casa.
Sai, ora vado dalla psicologa, che mi sta aiutando un po’ a ‘superare’ la tua morte.
Mi ricordo che al primo incontro io affermai  ‘sono pazza.’ e lei ripetè, scandendo bene le parole ‘Tu non sei pazza Lavinia, non la sei.’ e io le credetti.
 
Non accetterò mai il fatto che non ti rivedrò più, non accetterò mai il fatto di non potermi più stringere tra le tue braccia, non accetterò mai il fatto di non potermi più perdere nei tuoi occhi. Non accetterò mai tutto questo. 
Ma sai una cosa? Devo ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me, per avermi fatto sentire una principessa ogni giorno, per avermi fatto sentire accettata, difesa.
Un giorno mi dissi ‘Quando da vecchi, io non ci sarò più, basta che guarderai fuori dalla finestra, e quando un raggio di sole entrerà nella tua camera, non dovrai sentirti sola, perché quel raggio di sole sarò io, perché io sarò sempre con te.’ .
Spero che un giorno tutta questa sofferenza passerà. E quando sarò grande, racconterò ai miei figli del migliore amico che ho avuto, e non farò altro che sorridere, perché tu sei e sarai sempre, la cosa migliore che mi sia mai capitata.


SBEEEEEEM

Okay, oggi sono particolarmente triste, e così ho sfornato questa os su Harry.
Non è venuta come volevo io, però vabbè, mi accontento.
E’ la mia prima os drammatica, siate buoni ahahah.
Spero vi piaccia e che recensiate, a me fa molto piacere. Ora evaporo perché se no mi dilungo troppo.
Aaaah, volevo dedicare questa os a mia sorella, ti voglio bene Miha.
Adieu, Lavi.
 

  
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