Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: LeanhaunSidhe    28/01/2013    2 recensioni
A volte, per indossare nuovamente la tua maschera, hai bisogno di guardare cosa c'è oltre quella degli altri. Amina deve riappacificarsi col suo passato e, mentre tenta di riuscirci, forse riuscirà a cambiare anche il presente dei protagonisti...
E' una storia breve, leggera e senza pretese, dalle tinte appena scure. Se avete voglia di tentare con la lettura di una storia un pò diversa, ecco qua :)
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima, Nuovo Personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Amina non sapeva stare con gli altri. Il suo vero collegamento con le persone era stato Toki. Adesso che lui era sparito, non era più in grado di comunicare. Non riusciva a dire ciò che aveva dentro: il rimorso per averlo esposto al pericolo fatale la dilaniava. Forse fu per alleggerirsi la coscienza, forse fu solo per trovare un modo per riempire le giornate i primi tempi, mentre cercava di rimettere ordine nella propria esistenza. Fatto sta che, da quando aveva ritrovato in quella ragazzina la stessa passione che aveva reso viva lei tempo addietro, aveva deciso di votare tutte le risorse a proteggere Maya Kitajima. Perchè se Toki era stato addestrato ad essere indipendente e all'occorrenza pericoloso, quell'attrice alle prime armi ne aveva ancora parecchia di strada da percorrere per destreggiarsi nel mondo.

Nelle ore che trascorrevano insieme, come semplici amiche, Amina l'aveva fatta parlare a lungo e l'aveva ascoltata con attenzione. Maya gli aveva detto di un affarista senza scrupoli, che cercava di sabotarla in tutti i modi. Lei non aveva battuto ciglio e le aveva fatto terminare il racconto, ma si era segnata il nome. Nell'attesa di riaprire l'agenzia investigativa, coi pochi guadagni che aveva da parte, decise di occuparsi di quel caso leggero e senza prestese. Voleva saperne di più, capire. C'erano aspetti d quel personaggio che non le erano chiari.

Aveva ancora informatori a Tokio. Di solito era Toki, in qualità di suo socio, a cercarli per entrambi, ma non certo per chiedere di un impresario teatrale. Amina però era nota nel giro per essere a dir poco stravagante.

Non si fece perciò alcun problema ad infilarsi in quella bettola appena il crepuscolo lasciò il passo alla notte. Tra tutti i miserabili che frequentavano quel posto, ne cercava uno soltanto.

Quando Shiro Takeru incrociò le sue iridi verdi, si sentì gelare il sangue nelle vene. Pochi istanti, prima di cercare di darsela a gambe. Inutile: Amina non era forte, ma era tremendamente veloce. L'uomo si ritrovò senza sapere come faccia contro il bancone e braccio ricurvo dietro la schiena.

“E' così che saluti le vecchie conoscenze?”

Gli sibilò la matta all'orecchio, mentre i suoi capelli rossi, lunghi e ricci, gli solleticavano il viso.

“Che diavolo vuoi da me? Sono pulito ora!”

La megera continuò a tenerlo arpionato.

“Informazioni su una persona. Nient'altro.”

Takeru deglutì, immaginandosi di nuovo con qualche malavitoso alle calcagna per una ritorsione. Quando, però, quella gli chiese di Hayami balbettò di ripetere il nome due volte.

“L'impresario teatrale? Ma sei rincoglionita? Ti sei svalvolata del tutto per la fine che ha fatto il tuo compare?”

Non potè continuare, perchè la svitata aveva aumentato la pressione e un altro po' gli avrebbe spezzato il braccio. La scongiurò di calmarsi. Le avrebbe rivelato tutto ciò che voleva sapere.

Ansimò mentre riprendeva il controllo del proprio arto. Doveva averla avanti, la disgraziata: quella era più rapida di un gatto e più fuori di un balcone. Bastava un nulla per farla scattare.

Si massaggiò il braccio su cui, sicuro, sarebbe comparso presto un grosso livido violaceo.

“Che vuoi sapere di lui, di preciso?”

Amina lo fissò con quelle iridi che erano insieme smeraldo e cenere, lo intimorì.

“Tutto. Io di lui devo conoscere ogni cosa.”

La matta non andava contraddetta e Takeru cantò. Solo alle prime luci dell'alba, Amina si decise ad andarsene da quel locale.

 

Erano giorni che Masumi Hayami si stava preoccupando. Ogni suo tentativo di avere notizie su quel singolare accompagnatore si era rivelato un buco nell'acqua. Aveva provato a farlo avvicinare, ma chiunque veniva scacciato in malo modo. Quel motociclista, più che di un essere umano, con chi lo avvicinava aveva i modi di un robot, con chi persisteva di un cane rabbioso. Non era un semplice teppista. Celata dalla visiera scura del casco, Hayami era certo che si nascondesse una mente acuta e pensate, qualcuno di difficile da afferrare. Ma era pur sempre un avversario che minacciava qualcuno che lui amava tremendamente. Hayami doveva venire a capo di quella faccenda. Quel pomeriggio, era rimasto ad attendere all'uscita del teatro. Voleva intercettarlo prima che sparisse in sella a quella maledetta moto. Aspettò per una buona mezz'ora che fossero usciti tutti gli altri attori, impalato, in strada. Solo dopo venne informato che Maya e il motociclista, quello stesso giorno, si erano incontrati presso l'uscita secondaria.

   
 
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