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Autore: 365feelings    28/01/2013    6 recensioni
Sirius e Regulus, Sirius e Dorcas, Regulus e Marlene, Bellatrix e Rodolphus, Bellatrix e Andromeda, Andromeda e Ted, Lily e Petunia, James e Lily.
Perché il sangue unisce, il sangue divide.
Undici personaggi, otto legami.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Petunia Dursley, Regulus Black, Rodolphus Lestrange | Coppie: Dorcas/Sirius, James/Lily, Ted/Andromeda
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Autrice: KumaCla
Titolo: Il sangue unisce, il sangue divide
Personaggi: Sirius, Regulus, Andromeda, Dorcas, Marlene, James, Lily, Ted, Petunia, Bellatrix, Rodolphus
Raiting: verde
Avvertimenti: drabble, flash fic, raccolta, het, prequel
Generi: angst, malinconico, sentimentale
Note: ho un sacco di cose da fare e mi metto a pubblicare questa; quanta pazienza ci vuole con me.
Non credo che Sirius non abbia sofferto per la separazione dal fratello, però ritengo che almeno all‘inizio quello che abbia sofferto di più sia stato Regulus.
Per Dorcas rimando direttamente qui, mentre per Marlene alle mie storie sulla coppia.
Forse c’è un po’ di non sense nella quarta, ma credo che per stare con una come Bellatrix bisogna essere un po’ pazzi e sadici.
Le due drabble con Andromeda possono anche essere legate tra loro: man mano che il suo legame con Ted si approfondisce, i dubbi aumentano e il comportamento di Bellatrix peggiora la visione che Andromeda inizia ad avere della sua famiglia.
La prima drabble di Lily è ambientata durante l’infanzia/adolescenza, è ingenua e non comprende il motivo dell’odio di Petunia (che sì, è bionda, prima pagina di Harry Potter e la Pietra Filosofale - o solo io ne sono sconvolta?). L’ultima flash è il tentativo di avvicinare Lily e James: nel momento in cui lui le spiega ciò che lo spinge a combattere, Lily prova ammirazione per il ragazzo, lo vede finalmente per quello che è: l’uomo di cui si innamorerà.
 








 
Il sangue unisce, il sangue divide

 
Sirius e Regulus [divide]
«Non mi lasciare, siamo fratelli» vorrebbe dirgli, ma dalla sua bocca non esce nessun suono; Regulus lo osserva dall’alto della scala, in silenzio, con sguardo freddo di chi non supplica.
«Stai commettendo un grosso errore, Sirius. Nessuno te lo perdonerà mai» articola alla fine. Sono le parole sbagliate, eppure sono le uniche che pronuncia, le uniche che risuonano tra quelle fredde mura: è un addio che sa di rabbia e rancore, di legami spezzati - non sono più una famiglia, non sono più fratelli: sono estranei.
«Non abbiamo più niente da dirci».
E mentre pronuncia quelle parole, Sirius, sente che non fa male come dovrebbe.

 
Sirius e Dorcas [unisce]
La motocicletta risplende sotto il sole e Sirius la guarda con orgoglio: è stato il miglior affare della sua vita, ne è convinto.
«A che punto sei con la lista di trasgressioni ai voleri di tua madre?» gli chiede Dorcas accettando il casco.
«Finire in qualunque casa tranne Serpeverde: fatto. Rendere il mio soggiorno a Grimauld Place il più stressante possibile: fatto. Appoggiare ideologie filo Babbane: fatto. Circondarmi di oggetti Babbani: fatto» ride Sirius «Direi che sono stato piuttosto bravo».
«Ne dimentichi uno: trovare una ragazza Natababbana» e lo bacia.
«Se mi vedesse mia madre, ora» aggiunge ridendo «A cavallo di una moto volante insieme al mio ragazzo Purosangue».

 
Regulus e Marlene [divide]
«Ti prego, Regulus, non lasciare che il tuo cognome decida chi sei» supplica Marlene «Puoi ancora scegliere, puoi ancora prendere la decisione giusta. Non buttare via tutto per il lustro di una casata in rovina».
Ma gli insegnamenti di sua madre sono radicati così a fondo che non basta un amore segreto, vissuto al riparo tra le accoglienti mura di Hogwarts, per distruggerli - sono penetrati talmente in profondità che non è possibile estirparli, permeano il suo spirito, muovono le sue azioni, decretano le sue scelte.
«Il cognome che porto è quello che sono, la casa di cui parli è il mio passato, il mio presente e il mio futuro».
Regulus è vissuto in una realtà di buon sangue, illustri natali e conti alla Gringott tramandati di padre in figlio e a quella realtà ora ritorna.

 
Bellatrix e Rodolphus [unisce]
La risata di Bellatrix è una scheggia che lacera la carne, è un insulto alla vita: sotto la sua bacchetta un uomo sta morendo e lei ride.
Il sangue si allarga intorno a lei, è un tappeto vermiglio, un mantello rubino, una scia rossa che si allunga al suo passaggio.
Solo Rodolphus trova delizioso il modo in cui sua moglie cammina su quella strada imbrattata di sangue - una tortuosa via lastricata di maledizioni senza perdono che porta al Signore Oscuro.
Non ama quella donna pazza, quella vergine guerriera, quella sposa devota solo a Lord Voldemort. Rodolphus ama il sapore di sangue che hanno le sue labbra.
 
 
Andromeda e Bellatrix [divide]
«Non credo sia giusto» dice infine Andromeda «In fondo non ha fatto nulla di male».
Bellatrix volge lo sguardo su di lei (quello sguardo folle che non riconosce più) e le parla con sgomento.
«Quel lurido Natobabbano ha osato fare la corte a Narcissa e tu, tu osi difenderlo?»
«Penso solo che sei stata scorretta e cattiva. Gli hai fatto male».
«Se non ti conoscessi penserei che sei una Babbanofila come quello scarto di nostro cugino e i suoi amici» sibila Bellatrix, la bacchetta ancora in pugno «Sai bene che sono indegni, che la loro presenza, qui, è un insulto al prestigio della nostra famiglia, che l'unico posto in cui sta bene il loro sangue è sotto le mie suole».
Andromeda deglutisce e no, lei non lo sa, lei non sa più niente - se non che quella non è più sua sorella.

 
Andromeda e Ted [unisce]
«Quand'è che la smetterai di evitarmi?»
Andromeda impallidisce e, prima di lanciargli un'occhiata furente e rispondergli, controlla che nel corridoio non ci siano testimoni.
«Ti ho detto che non ci possono essere contatti tra noi. Io sono una Black!»
«Non fare come tua sorella: Purosangue di là, Purosangue di qua. È ridicola, sei ridicola» le risponde seccato Ted.
Andromeda freme - di rabbia crede, perché nessuno le ha mai parlato con quel tono, nessuno ha mai osato tanto.
«Non fare quella faccia. Lo pensi anche tu, lo so».
«No, tu non sai niente perché sei solo un...»
«Inutile Tassorosso Natobabbano?» conclude per lei la frase, con finta non curanza. Ed è allora che Andromeda inizia a dubitare - della sua famiglia, di se stessa.
«No» sospira all'improvviso stanca «Un ragazzo, un ragazzo con cui ho scambiato poche e non troppo simpatiche parole».

 
Lily e Petunia [divide]
Hanno appena litigato, lei e Petunia. Ancora. Ma invece di essere arrabbiata, Lily è solo stanca e amareggiata - non capisce.
Osserva con attenzione sua sorella: la pelle bianca, spruzzata di lentiggini, è la stessa. Petunia non ha una chioma rossa come lei, ma Lily sa che sotto la luce, soprattutto d'estate, i capelli biondi si accendono di mille riflessi ramati. Certo,  gli occhi sono diversi, ma hanno la stessa taglia. E poi Lily sa, che sotto quell'epitelio sottile scorre lo stesso sangue, batte lo stesso cuore, lavorano gli stessi organi.
Eppure Petunia si ostina ad allontanarla, a trattarla con disprezzo, a urlarle in faccia che è un mostro e che no, loro due non sono uguali. 
Lily davvero non capisce.

 
James e Lily [unisce]
Lily osserva di sottecchi James e si morde il labbro: ha passato così tanto tempo a detestarlo, trattandolo davvero male, che ora si sente un po' in colpa e si sente a disagio a restare sola con lui. Ci sono tante cose che vorrebbe sapere, ma che non ha il coraggio di chiedere: alcune riguardo lui, la sua vita, le sue scelte.
«Avanti, dimmi» le dice facendola sobbalzare «Non negare. Cosa vuoi chiedermi?»
«Perché?» rivela alla fine «Perché stai dalla parte dei Natibabbani e dei Mezzosangue? Sei un Purosangue, no? Non dovresti condividere le idee di Bellatrix e della sua cerchia? Non dovrebbe essere contro natura la tua posizione? E non hai paura?»
«Quante domande! Una alla volta per carità» scherza, però poi torna serio «Non ho mai visto differenze tra me e te o tra me e Remus. Siamo tutti uguali, stiamo tutti sulla stessa barca, che ora qualcuno sta cercando di far affondare. E sì, ho paura, una paura matta perché la gente si lascia convincere che basta un nome e del sangue per fare la differenza. Ma è solo sangue ed è uguale per tutti».
   
 
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