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Autore: Draco Dormiens    28/01/2013    4 recensioni
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Astoria
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Nessuno è veramente cattivo e nessuno è veramente buono. 
Tutti ci aspettiamo il meglio, a volte ciò che ci serve è un po' di "peggio".

“Papà, come ti sei innamorato della mamma?”
“A scuola, tanti anni fa.”
“E l’hai capito subito che la amavi e che ci volevi fare un figlio?”
“No, affatto, non sono cose che accadono velocemente.”
“E quanto ci avete messo?”
“Più di dieci anni.”
“Dieci anni è un’intera vita papà, non potevi fare più in fretta?”
“No, non potevo.”
“E perché?”
“Perché non ero io a scegliere.”
“E chi sceglieva papà?”
“Nessuno, nessuno sceglieva.”

 
Essere cattivi significa solo volere il meglio per sè stessi, non volere il peggio per gli altri.
Nessuno fa del male consapevolmente, le persone fanno cose sbagliate, non cose cattive. 
Gli errori completano il puzzle.

“Papà ma se avessi potuto scegliere cosa avresti fatto?”
“Avrei sicuramente sbagliato.”
“E poi?”
“E poi mi sarei pentito.”
“E poi?”
“E poi sarei rimasto deluso.”
“E poi?”
“E poi non avrei avuto un figlio rompicioccorane come te.”
“Papà mi racconti la storia di Elijah?”
“Siediti…”

 
In un tempo lontano, quasi quanto quello di cui nessuno racconta, viveva un uomo chiamato Elijah.
Tutte le popolazioni lo temevano. Tutte le persone lo odiavano. Nessuno andava mai a bussare alla sua porta. Elijah era un uomo cattivo, con la barba lunga e le vesti sempre rotte. Era rozzo, maleducato e spesso violento.
Un giorno d’inverno un gruppo di giovani si aggirava nei pressi della cascina di Elijah. Una bambina, smarritasi nella foga del gioco, si trovò proprio di fronte al grande portone in legno.
Bussò, impavida o ingenua che fosse.
All’interno della grossa casa, Elijah si apprestava a prepararsi la cena. Sentendo quel lieve rumore alla sua porta si insospettì. Si avvicino alla finestra per spiare chi stava alla sua porta e vide una giovincella che arrivava a malapena alla maniglia con due codini neri e un vestitino che non teneva sicuramente un gran caldo. Aspettò nella speranza che quella sagomina sparisse, ma al contrario, ribussò.
Elijah si avvicinò alla porta e la aprì.
La bambina di tutto punto chiese qualcosa di caldo per affrontare il ritorno solitario verso casa.
Elijah si vide costretto a farla entrare. Parlarono. A quella bambina sembrava non importare di ciò che di Elijah si diceva in città, gli parlava come suo fratello. A Elijah sembrò strano.
“Perché tutti credono che tu sia cattivo?” Chiese ad un certo punto la bambina.
“Non lo so.” Si trovò a rispondere Elijah.
Dopo poco la bambina, munita di un grosso mantello se ne uscì, incamminandosi verso il villaggio.
Prima di essere troppo lontana si girò verso Elijah e disse ad alta voce ciò che l’uomo si era dimenticato da molto: “Tu non sei cattivo, lo fai per non essere contagiato dall’inutilità altrui.”
Dirlo ad alta voce lo faceva sembrare così vero.
A pensarci bene era vero, Elijah non odiava la gente e non era cattivo con nessuno, non lo era mai stato! MA finché la gente lo avesse pensato maligno, nessuno si sarebbe mai azzardato a rovinargli la giornata.

 

“Papà noi siamo cattivi?”
“No, noi siamo come Elijah, abbiamo bisogno di sembrar cattivi.”
“Perché?”
“Perché altrimenti le persone davvero cattive potrebbero darci fastidio.”
“Papà io non voglio diventare cattivo.”
“Non devi. Tu puoi scegliere”
“Allora voglio sposarmi in fretta, non voglio aspettare.”
“Va bene figliolo, magari domani, ora è tardi. Che ne dici di andare a dormire?”
“Si papà.”
 
Nel letto le paure si dissolvono, come se il cattivo non potesse oltrepassare quel muro che sono le coperte. Si sta in pace, a coccolare sé stessi, a prendersi cura delle proprie ferite giornaliere. La gente non odia, nessuno odia, il cuore umano non è stato fatto per odiare, è stato fatto per vivere.
 
“Papà ancora una cosa!”
“Dimmi.”
“Tu la ami la mamma?”
“Si la amo.”
“E hai mai amato qualcun altro tanto così?”
“Si, un ragazzetto biondino, alto poco più di un metro che continua a fare domande invece di dormire.”
“Buonanotte papà.”
“Buonanotte Scorpius.”

 
La mia poltrona davanti al camino diventava la parte migliore della casa dopo mezzanotte, come se scattasse un coprifuoco particolare. La luce si abbassava e stare soli diventava l’unico sollievo della giornata. Affrontare la gente richiede più forza che affrontare un cane a tre teste.
   
 
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