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Autore: Orghi    28/01/2013    2 recensioni
Non desiderare mai di voler cambiare la tua vita. Joshua è un ragazzo di 17 anni, stanco della sua vita monotona e desidererebbe tanto poterla rendere più emozionante. Un giorno si iscrive a un college, l'Utafukeru, situato su una collina e circondato da un folto bosco. Sulla corriera per il college però incontrerà una strana ragazza che sembra conoscerlo.
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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L'autunno, le foglie che cadono, le giornate che si fanno più corte, gli alunni che tornano a scuola, sempre la stessa cosa, sempre la stessa monotonia. Quando mi sono trasferito qui ben cinque anni fa credevo che sarebbe successo qualcosa di inaspettato, dopotutto Utafuke è stata nominata città delle stranezze, ma, stando alle voci dei paesani è da secoli che non succede nulla di eccitante, e ormai Utafuka è un paesino di provincia. Le giornate qui trascorrono lente e tranquille, non che mi dispiaccia, ma preferirei che succedesse qualcosa di inaspettato, come speravo da bambino, ma ormai, crescendo mi sono abituato alla realtà della vita. Non c'è mai nulla di strano, messaggi nel grano, case spettrali, strani omicidi, non succede nulla. Ah, si, sto per iniziare il mio primo giorno al college Utafukeru, un college che dista poco da qui. Stranamente nessuno dei miei "amici" di Utafuke ha deciso di andarci, nonostante dicano sia una buona scuola, costruita in una collina verde e circondata da un grazioso bosco chiamato "Bosco del silenzio eterno", e dicono sia un bosco animato da tanti graziosi animali, ma nessuno di Utafuke c'è mai stato. Ormai è il primo Ottobre, il college inizierà domani, andrò a prendere la corriera che porta direttamente alla scuola; un anno intero lontano da casa, chissà che mi aspetterà, non sono mai stato parecchio socievole, e con le ragazze non me la cavo neppure tanto bene, spero solo di trovarmi bene li...La strada è deserta, sarà perchè è domenica. In strada si sente solo lo scricchiolio delle foglie che calpesto mentre mi dirigo alla fermata della corriera, e il cinguettio degli uccellini appollaiati sugli alberi. Il paesaggio oggi è stranamente suggestivo, sembra come una di quelle storie che ho letto, una strada autunnale, con un ragazzo che cammina li, per poi ritrovarsi davanti a una grande avventura, amavo queste storie da bambino, ricordo ancora il giorno in cui sono stato nella montagna qui vicino, il giorno in cui avevo convinto mio padre a farmi esplorare la montagna con lui, che era un alpinista, il giorno in cui lui, è morto... Il solo ricordo di quella disavventura mi mette i brividi, diceva sempre "Credi in te stesso e in chi ti sta vicino, solo così arriverai alla cima della montagna", ma purtroppo, quel giorno per salvarmi si è sacrificato per me, almeno così mi è stato detto, non ricordo molto, mi hanno anche detto che ho sbattuto la testa e i dottori credevano perdessi tutta la memoria, ma invece persi solo il ricordo di gran parte di quel giorno. Sono arrivato alla fermata. Salgo sulla corriera, è completamente vuota, e, come mio solito vado in fondo, metto le cuffie e mi siedo. Tra due minuti la corriera partirà e inizierà la mia nuova vita. Sta per partire quando si ferma di botto. Che sarà successo? Un incidente? No, non si è neppure mossa, sicuramente qualcuno deve salire, ma chi sarà mai? Nessuno di Utafuka, oltre a me ha deciso di andare al college di Utafukeru. Cerco di guardare attraverso i sedili per non sembrare particolarmente interessato quando, una ragazza sale sul tram. Ha i capelli del colore delle foglie secche, un arancione che mette nostalgia, indossa dei jeans corti e una camicia a quadri rossa e ha i capelli lagati in un'unica coda, tenuti da un elastico a cui è attaccata una campanella, si siede esattamente alla fila opposta della mia, vicino all'altro finestrino. Ha con se una borsa rossa, la poggia di fianco a lei e si mette a guardare fuori dalla finestra e ha come un'aria di mistero attorno a lei. Un attimo! Non devo fissarla! Tanto non potremmo neppure diventare amici! Non devo pensare neppure a una cosa simile! Mentre mi sto rigirando per guardare il finestrino noto con la coda dell'occhio che mi ha lanciato un occhiata, e non so perchè, ma mi sento rabbrividire, come se avesse capito che la stessi fissando, ma non è il momento di pensare a questo, tra dieci minuti arriverò al college, dovrò pensare alla mia nuova vita, e nell'opuscolo c'era scritto che quest'anno ci sarebbero state grandi novità, chissà di che novità parlavano. Però, ora che ci penso questa ragazza può essere diretta in un altro posto, dopotutto la corriera si ferma in altri due paesi prima di arrivare al college. Fermata del primo paese, non scende, è ancora ferma al suo posto, ogni tanto mi lancia occhiate, e mi sento leggermente a disagio, i suoi occhi color ghiaccio, sono ipnotizzati su ciò che accade fuori durante il viaggio, mentre, alla seconda fermata, ancora non scende, e questa volta mi guarda senza timore, mi sta proprio fissando, finchè la corriera non riparte, e ora sono sicuro che è diretta al college. La scuola inizia a intravedersi, e lei, si alza subito in piedi e grida - Eccola! - io non so se guardarla male o dirle di sedersi, tant'è che mi rigiro verso il finestrino, quando lei si gira verso di me e dice - Ma che sei scemo?! Mi stai forse ignorando?! Saremmo compagni di classe, quindi vedi di non lasciarmi sola finchè non sapremmo in che gruppo andare! - Gruppo?! Le novità di quest'anno saranno i gruppi?! Ma gruppi in che senso?! - Ehi! Sei ancora tra le nuvole?! Guarda che siamo arrivati! Sbrigati a scendere Joshua! Forza! - J-J-Joshua?! Come fa a conoscere il mio nome?! - Scusa, come fai a... - - Muoviti! - Troppo tardi, è già scesa dalla corriera, e sarà meglio che faccia lo stesso.

Percorro la corriera fino all'uscita. Caspita, quella li corre come un fulmire, è già al cartello di indicazioni. Ora che scenderò dalla corriera dovrò andare al cartello delle informazioni, dove quella strana ragazza è già ferma da qualche minuto, e poi percorrere il sentiero corrispondente fino all' enorme cancello di entrata. Fa parecchio freddo qui fuori e sono costretto a mettermi la felpa. Lei mi fa un gesto con la mano e grida - Muoviti! Non vuoi mica farmi ammuffire qui vero?! - - Arrivo, arrivo...- ribatto. La corriera ormai è già partita, e si sta facendo buio, quindi credo che dovremmo andare sul serio. Non mi piace l'idea di camminare di notte qui, con un bosco a distanza ravvicinata, nonostante dicano che sia abitato da graziose bestioline non mi piace proprio l'idea. Raggiunta la mia nuova "compagna" prendiamo il sentiero corrispondente.

Il sole sta tramontando. Chissà quanto manca ancora ad arrivare, il cartello diceva 30 minuti a piedi, ma ormai stiamo camminando da 25 minuti e ancora non si intravede nulla, solo bosco da una parte e bosco dall'altra. Mi giro verso di lei, ha la stessa espressione seria e convinta di quando abbiamo iniziato a camminare, l'unica cosa che cambia è la luce del crepuscolo che crea tanti magnifici riflessi dorati sui suoi capelli. E' impossibile distogliere lo sguardo da lei, come se avesse creato una sorta di dimensione parallela, in cui lei non è la ragazza spavalda e impertinente che ho conosciuto sulla corriera. E' praticamente impossibile toglierle lo sguardo di dosso, e mi pento di averla guardata anche per solo trenta secondi, perchè all'improvviso mi arriva un ceffone in faccia, talmente potente da farmi cadere a terra e farmi sanguinare il naso, e invece di aiutarmi mi sgrida - Non permetterti più di fissarmi in quel modo maniaco! Il tuo compito è solo quello di accompagnarmi fino alla scuola Joshua! Non farti venire strane idee - mi rialzo e riprendo a camminare - Il mio compito?! Non sono mica un tuo schiavo! Poi neppure ti conosco! E, a proposito, come fai a conoscere il mio nome?! - - Guarda Joshua! L'Utafukeru! - grida indicando la scuola, e ignorandomi - Presto muoviti! - e scappa via, perfetto, quando avrò l'occasione di parlare per bene con lei? Intanto è bello essere arrivati alla scuola prima che calasse la notte.

La raggiungo davanti al cancello - Bhe, e ora come entriamo? - chiede, e poi mi guarda come se aspettasse che trovassi la risposta - Non so, nel sito non c'era scritto come avvisare. - guardo un po' il cancello e poi prendo il mio telefono ed entro nel sito della scuola - Bhe?! Perchè ora ti metti a smanettare con quel cellulare? Prontooo! Dobbiamo entrare! - mi grida nell'orecchio. A questa ragazza piace molto gridare da quanto vedo. Cerco di risponderle con calma - Ho come l'impressione che nel sito ci sia scritto il modo per avvisare del nostro arrivo e aprire il cancello. - - Oh, che bello! Su su! Al lavoro! -.

Vediamo, in quale sezione potrebbe essere? Non c'è scritto nulla su "come entrare nella scuola". In tutto ci sono quattro sezioni. Requisiti, una sezione dove sono scritti i requisiti che ti servono per essere ammesso alla scuola, e fortunatamente io ho sempre avuto una media abbastanza alta. Dove siamo, una mappa per raggiungere la scuola. Programma, ciò che si studierà. E l'ultima sezione, Foto, si capisce dal nome che contiene, solo delle foto, datate 1966 oltretutto. Provo a entrare nella sezione Programma, ma nulla, non ci sono scritte neppure le materie che vengono trattate, solo le ore che si fanno. Entro nella sezione Dove siamo, niente neppure li, oltre una mappa che ci mostra il nostro tragitto fatto con la corriera. Controllo Foto, e niente. Antiche foto del cancello, dell'istituto, e delle stanze. Mi resta solo la sezione requisiti. Entro, e uno dei requisiti mi colpisce parecchio " I nostri studenti devono mostrare un perfetto senso dei osservazione". Qualcosa scatta nella mia mente. Entro nella sezione Foto in fretta e furia e lei mi domanda - Hai trovato la soluzione?! Magnifico! Fa vedere! - la sua espressione di felicità cambia subito appena mi vede entrare nella sezione foto - Foto?! Come diamine pensi che delle foto potrebbero aiutarci?! Non ti parlano mica. - ed è qui che si sbaglia - Sai, svariate foto ritraggono il cancello, e nei requisiti c'è scritto che gli studenti devono mostrare un perfetto senso d'osservazione. Se prendo ad esempio questa foto...- Noto subito che nella foto non è attaccato nessuno stemma con la faccia di un caprone, cosa che invece ora c'è, proprio sul lato destro del cancello - Perfetto! Ho risolto l'enigma! Ora sono pronto a entrare! - grido come per farmi sentire, e far arrivare, che ne so, un inserviente scolastico ad aprire il cancello, ma non arriva nessuno e il cancello non si apre. Come è possibile?! Ho risolto l'enigma, ho capito cosa mancava. Possibile che abbia sbagliato?! Come può essere?!

Poggio il cellulare a terra e mi siedo a gambe incrociate, tenendomi la testa con le mani. Lei si avvicina, e mi prende il telefono e mi rialzo gridandole contro - Ehi! Aspetta! Che fai! - lo studia un attimo e poi esclama - Ma certo! Nella foto del cancello non c'è questo coso! - butta il cellulare a terra e io mi precipito a assicurarmi delle condizioni del mio povero telefono, quando lei mi chiama - Joshua! Ehi Joshua! - - Che vuoi?! - ora sono veramente irritato dal suo comportamento - Bisogna togliere questo coso dal cancello! Su vieni! Aiutami! - - E' metallo, non credo riuscirai a toglierlo. Probabilmente l'avranno aggiunto dopo. - ribatto - Non vuoi aiutarmi eh?! Vuol dire che farò da sola e poi te la farò pagare Josh! - mentre lei cerca di staccare lo stemma io faccio per andarmene quando mi chiama di nuovo - Josh! Ehi Josh! Sono riuscita a toglierlo! Guarda! -. Mi sta salutando con quello stemma in mano, quando dietro di lei, si apre il cancello. Corro verso di lei - Ma è fantastico! Ci siamo riusciti! - - Ci sono riuscita vorrai dire. - risponde con un sorrisetto - Ehi! Senza di me non l'avresti capito! - ma ribatte in modo irritante - Si si, lasciamo perdere e ora entriamo. Poi te la faccio pagare per non avermi dato ascolto. Muoviti! - La vedo correre verso il giardino principale. Non si stancherà mai? Comunque, visto che si sta facendo notte, recupero il mio ormai malandato cellulare ed entro. Il cancello si richiude dietro di me facendomi sobbalzare. Ora non mi resta che andare in presidenza.

Mentre percorro il giardino il sole ormai è calato e le luci si sono accese. Il giardino ha un pavimento composto da mattonelle bianche e nere, la cui composizione ricorda una scacchiera. Il vialetto è dritto finchè non si arriva alla piazza centrale. il motivo delle mattonelle qui è circolare, e al centro c'è una deliziosa iauola con una magnifica fontana al centro. Al lato della piazza si estende un enorme giardino, con altre due fontane, rispettivamente una a destra e una a sinistra. Le luci dei lampioni che si riflettono nell'acqua delle fontane e tutto intorno danno all'atmosfera un tocco spettrale. Nell'enorme giardino ai lati della piazza sono eretti tanti cespugli intagliati e svariate statue, ognuna con una forma di animale diverso. Superata la piazza proseguo verso l'entrata principale. L'edificio è enorme, avrà 4 piani come minimo, ed è di un giallo opaco. Arrivo all'entrata, le porte si aprono da sole, e mi ritrovo davanti un luogo magnifico. Pavimento sempre bianco e nero, come una scacchiera, il resto è tutto rosso e dorato. I mobili sono luccicanti e completamente in oro. C'è qualche pianta nei vasi, anch'essi d'oro. E' tutto così luccicante, i miei occhi non sono abituati a tutto questo lusso, sembra di essere in un hotel a 5 stelle, chissà se c'è anche la piscina. Poggio la borsa all'entrata e mi siedo sul divano rosso, è morbidissimo! Provo le poltrone e i seggiolini e sono sorpreso dalla comodità di tutto ciò. A casa nostra non potevamo permetterci molto, nulla di tutto ciò è lontanamente compareggiabile con quello che avevo a casa. Credo che potrei abituarmi a questa nuova vita. Sto per sonnecchiare sul divano quando arriva una sorta di maggiordomo che mi avvisa - Mi scusi signorino Joshua, è severamente vietato dormire nei divani dell'entrata. - - Si, mi scusi. Stavo solo, cioè, io...- - Capisco perfettamente, una signorina comunque mi ha mandato a chiamarla, se vuole seguirmi. - dice il "maggiordomo" che mi invita ad alzarmi e seguirlo e mi fa salire su un ascensore. Perfino i tasti dell'ascensore sono d'oro, e il soffitto è uno specchio lucentissimo. Guardo perplesso i pulsanti: -1, PT, 1, 2, 3, 4 e 5. Sono davvero tanti, e mentre inizio a immaginare come sia ogni piano, sento una voce che mi colpisce. E' chi penso io? Si, è proprio lei, e appena esco dall'ascensore mi fa una lavata di capo manco fosse mia madre - Allora?! Che fine avevi fatto?! Ti ho aspettato più di 7 minuti qui! Su, andiamo a parlare col preside. Ah, si. Grazie mille signor Colin - rimango sbalordito e chiedo - No, aspetta! Conosci perfino il nome di questo maggiordomo?! - - Ma che maggiordomo e maggiordomo! Lui è il responsabile delle camere degli studenti. E poi, genio, ha un'etichetta col nome nella divisa - ribatte lei. Non ci avevo fatto caso ma è vero! Nella sua divisa c'è un etichetta col nome.Ringrazio Colin e inizio a seguirla.Percorriamo uno stretto corridoio, che finisce con una porta. Lei apre la porta e davanti a noi ci troviamo una stanza con due futon, classici letti Giapponesi - Per questa notte staremo qui. Vedi di non russare - La vista di quei futon mi stampa un sorriso sulle labbra, mi corico immediatamente, e do la buonanotte.Le prime ore le passo bene, sogno la mia nuova vita e cosa mi aspetterà, quando mi sveglio per la sete. Cerco la borsa e mi accorgo di averla lasciata all'entrata. Mi alzo, e accendo la luce. Lei non è in stanza. Avrà dimenticato anche lei la borsa? Apro la porta, e vedo le luci tutte spente, così utilizzo la torcia che ho in tasca, la tengo sempre per precauzione, non si sa mai, poi è piccolissima, come un mignolo. Non farà molta luce ma non ho di meglio.Proseguo verso l'ascensore. Clicco il pulsante, e l'ascensore si apre. La luce qui dentro c'è ancora. Seleziono PT e inizio a muovermi verso giù. E' tutto tranquillo, quando a un tratto si sente un botto. Le luci dell'ascenso si spengono, e mi sento come cadere nel vuoto. Mi tengo saldamente ai manici dentro l'ascensore, mentre questo scende a caduta libera all'ultimo piano. Un fragoroso tonfo segna la fine della caduta, le porte si aprono e io esco ansimando e boccheggiando. Vado a stentoni per il muro, cercando un interrutore, qua ci sarà qualcosa. E infatti trovo un bottone, lo pigio e, davanti ai miei occhi, sotto la luce soffusa della precaria lampadina attaccata al soffitto, trovo dei cadaveri. Sangue sparso nelle pareti, teste mozzate, sono sconvolto. Cosa è successo qui? Questi sono davvero cadaveri? Corpi tagliati in due, teste mozzate, sembrano così freschi, come se sentissi ancora il loro respiro. Devo dimenticare tutto! Anzi, devo scoprire chi è stato, è sempre stato il mio sogno che succedesse qualcosa di strano e fuori dal comune, ma non credevo che il tutto mi avrebbe sconvolto così tanto. Si, devo tornare indietro, spero che l'ascensore funzioni ancora. Chi può essere stato? Il preside non è qui in questo momento. Colin sa troppo poco dell'istituto, sembra. L'unica, può essere stata lei. Lei. Lei che sapeva dove andare. Lei che si sentiva a casa sua. Lei che non ha faticato a trovare la stanza con i futon. Lei che ora non è in stanza. Devo tornare ind...

  
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