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Autore: Limnia_Black    19/08/2007    2 recensioni
«Ti amo Draco, così tanto da essere costretta a compiere una scelta dolorosa».
I pensieri di una donna distrutta dal dolore.
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un silenzio innaturale.
Ho sempre odiato il San Mungo, forse perchè da bambina venivo spesso qui a trovare mia madre, una bionda angelica di salute cagionevole.
L'esatto contrario di me: io sono "quell'oca della Parkinson", oppure "la puttanella degli Slytherin", ma non sono bionda, nè cagionevole.
Vengo qui ogni giovedì e ogni martedì, e quasi tutti i fine settimana, a volte mi accompagna Blaise, oppure Theo, ma oggi sono venuta da sola.
E' una cosa che devo fare da sola.
Mentre aspetto do un'occhiata al mio riflesso nel vetro della finestra, sono una giovane e bella donna, ho lineamenti decisi e una piega maliziosa nelle labbra.
Forse più che bella ho una marea di sex appeal.
Me lo diceva spesso il mio Draco, ridendo.

«Giudichiamo l'imputato Draco Lucius Malfoy colpevole di omicidio di primo grado, militanza nelle truppe del signore oscuro, rapimento e violazione di domicilio».
La giuria si era alzata e dopo queste parole Pansy aveva pianto lacrime silenziose sulla spalla di Blaise, stringendo forte la mano di Theodore, tutti e tre erano profondamente addolorati.
A loro erano state riconosciute delle attenuanti e comunque nessuno di loro era accusato di omicidio, i grandi occhi grigi del biondo Malfoy rivolsero loro uno sguardo furbetto, mentre lo portavano via strizzò loro l'occhio.



Anche adesso, ci ripenso non posso fare a meno di piangere.
Ricordo le ultime parole che scambiai con mio marito, ci amavamo, sinceramente e profondamente, mi chiese di non andare ad assistere alla sua esecuzione, mi disse che non avrebbe sopportato di cedere la sua anima pezzo per pezzo se io fossi stata là.
Chinai il capo ed ubbidii.
Credo di non esagerare se dico che con la sua anima se ne andò anche la mia.
Lo guardo adesso, un vegetale, quegli occhi, un tempo pervasi da una luce così intensa da fare quasi male ora sono spenti e vuoti.
Resto in silenzio, le sue mani sono fredde e anche le mie, il suo cuore è freddo ed anche il mio.
Chiudo gli occhi, poi simulo un sorriso, un sorriso perfetto, perchè non può essere che così.
Una vera signora sa dissimulare il suo dolore, accoglie sconfitta e vittoria allo stesso modo.
Sono i pochi insegnamenti che mia madre mi ha dato prima di morire.
E io li seguo, perchè sono una vera signora.

«Ciao Draco, come stai?»
«...»
«Si, lo so che sono in ritardo caro, ma non ti arrabbiare, avevo visto un bellissimo vestitino rosso nella vetrina qua di fronte e sono andato a provarmelo, volevo essere bellissima per te».
«...»
«Ma certo che so che sono sempre bellissima per te, volevo farti una sorpresa, tutto qua»
Che stupida, sto piangendo di nuovo, non piangere Pansy, non piangere, continua a fingere.
«Sai amore» e mentre lo dico le parole escono dalla mia bocca con il tipico tono aspro e nasale di chi sta per piangere «Theo e Daphne avranno una bambina, me lo ha detto lei stamattina, non è meraviglioso? Sarò la sua madrina, un pensiero carino non ti pare?»
Piango ancora, quando è l'ora di andare mi chino e lo bacio sulle labbra fredde.
Una nuova consapevolezza si fa strada dentro di me.
  
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