Capitolo 1.



“Ti prego Erika, devi portarmi con te!”
“Scordatelo Olly, non è un gioco… questo è il mio lavoro!”
“lo so, lo so. Ti prometto che farò tutto quello che mi chiedi. Ti premetto che ti aiuterò! Daii, sono tua sorella, non puoi farmi questo!”
 
Salve, io sono Erika. E lei… lei è mia sorella Olivia, Olly. Siamo nate lo stesso giorno, il 18 maggio, e abbiamo solo un anno di differenza. Il nostro è un legame speciale, non abbiamo mai litigato, è come se fossimo gemelle. Siamo praticamente, quasi, identiche. Lei bionda e occhi azzurri, ed io mora e occhi azzurri poco più chiari dei suoi.
Lei frequenta il liceo linguistico. Io, dopo vari tentativi di studi, ho acquisito un diploma di fotografa. Lavoro presso l’agenzia di mio zio, che si occupa di concerti in Italia. Ma la mia non è semplice passione. La fotografia è tutta la mia vita. Così molto spesso vengo sballottolata in giro per l’Italia a fotografare ogni tipo di artista musicale. Concerti, backstage e interviste.
Mi piace quel lavoro. Fotografia e musica, perfetto per me.
Qualche mese fa, mi è stato chiesto di lavorare per un gruppo di ragazzi inglesi, di cui mia sorella è follemente, e completamente, innamorata. I One Direction.
Per questo ora, è in ginocchio, quasi in lacrime, e mi implora di portarla con me.  E’ più di una settimana che fa così.
 
“uffa, Olly. Mi hai stancata. Va bene, verrai con me!”
Si alzò improvvisamente in piedi e mi saltandomi praticamente addosso, siamo cadute a terra.
“te l’ho mai detto che ti amo? Sei la migliore sorella del mondo, e sei mia! Grazie, grazie, grazie!”
“si, ok. Però… non voglio nessuna scenata da bimbetta isterica quando incontreremo i ragazzi. E dovrai aiutarmi con i flash, cavalletti, e tutto.”
“te lo giuro, sorella. Sarò un’angelo!”
“prometti.”
“prometto.”
“bene, allora preparati. Tra due giorni i ragazzi saranno qui a Roma per fare un’intervista in radio.”
“C-cosa? Di già? Ma mancano ancora due settimane ai concerti!”
“lo so, ma… boh. Cose loro.”
 
Olly ha continuato a guardarmi per qualche secondo, poi impazzita, cominciò ad urlare e saltellare per tutta la casa per almeno un’oretta, finchè non si chiuse in camera sua probabilmente per raccontare tutto alle sue amiche.
Accesi il pc e aprendo Google Chrome, mi connessi a facebook. Tra le mie notifiche trovo un messaggio di mia sorella.
“Sei la migliore. Non sai quanto mi hai resa felice. Ti voglio bene, gemella.”
Sorrido spontaneamente e le scrivo.
“ti voglio bene anch’io. Domani shopping!”
La sento urlare dalla sua stanza. Sorrido.
Io e mia sorella abbiamo sofferto tanto in questi ultimi anni, a causa della morte dei nostri genitori in un incidente stradale, un anno fa. Ora siamo solo io e lei. E renderla felice, rende felice anche me.